mercoledì 29 novembre 2023

Veronelli, ricordo nell'anniversario della dipartita.

 Veronelli, Gino per gli amici , è stato un gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico italiano. Viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. 

Vogliamo ricordalo così nell'anniversario della dipartita.

Ideo le De.Co. 

 Antesignano di espressioni e punti di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione agricola e alimentare, attraverso la creazione delle De.Co. (Denominazioni Comunali), le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al dettaglio. 

Veronelli, ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei loro prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria che fa di lui l’antesignano della sovranità alimentare. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli, tra le sue battaglie: “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo la sua onestà”.

 Già nel lontano 1956 Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico, ossia quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”.

“Come io ammiro Picasso perché lo riconosco, così posso apprezzare un vino o qualsiasi altra cosa che viene dalla terra, se la riconosco. Trovo che questo sia un recupero di civiltà, di intelligenza e di libertà estremamente importante. Per questo non mi piacciono i prodotti tipici. Sono diventati un marchio commerciale. Non mi piacciono le tradizioni imbalsamate.  Ma voglio sapere dove nasce un prodotto. Mi fido dell’autocertificazione del produttore che mi spiega come è fatto il suo vino o i suoi ortaggi”.

Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità e di contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel contesto storico in cui sono stati enunciati.  Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita non hai mai smesso di  essere curioso e attento a cogliere le novità, nel rispetto delle identità territoriali.




 

martedì 28 novembre 2023

LA "BASELINE" NELLA PAC 2023 -2027

 

 NORME, CRITERI, REQUISITI MINIMI E CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ PER ACCEDERE AGLI INTERVENTI DELLA NUOVA PAC E RELATIVO SISTEMA DI GESTIONE E CONTROLLO

 

                  Il Piano Strategico della PAC 2023-2027, approvato con decisione della Commissione europea del 2 dicembre 2022, prevede un'articolata strategia, che fonda le sue basi su un insieme di criteri, norme, requisiti minimi e condizioni di ammissibilità - denominato baseline - che deve essere rispettato dai beneficiari che intendono accedere agli interventi della PAC.




Al fine di condividere le principali novità normative sulla baseline del nuovo periodo programmatorio, la Rete Rurale Nazionale ha organizzato uno specifico incontro informativo   per fornire agli addetti ai lavori indicazioni utili sulle modalità di attuazione della nuova condizionalità "rafforzata" 2023-2027, anche in regime di deroga alle norme BCAA 7 e BCAA 8 per l'annualità 2023, le altre parti della baseline, le modalità di transizione dalla condizionalità 2014-2022 alla nuova condizionalità 2023-2027, che coesisteranno fino al 2025, nonché il sistema di gestione e di controllo.

video della conferenza


 

lunedì 27 novembre 2023

il 28 novembre masterclass dello chef Giuseppe Costa, tra i Bib Gourmand d’Italia 2024

 

   


                                                                                            



                                              Marianna La Barbera  



Istituto di Istruzione Superiore  “Ignazio e Vincenzo Florio” di Erice, il 28 novembre masterclass dello chef Giuseppe Costa, tra i Bib Gourmand d’Italia 2024

 

                É la Sala Convegni di Palazzo Sales, a Erice Centro Storico, negli spazi dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ignazio e Vincenzo Florio”, a ospitare un prestigioso evento  formativo che vede protagonista lo chef Giuseppe Costa.

L’ex alunno della scuola, accompagnato dal suo staff composto da Roberta Garitta e Daniele Stabile, incontrerà gli studenti alle 10:30 di martedì 28 novembre.

Il suo ristorante, “Il Bavaglino” di Terrasini, nel 2014 ha ricevuto la stella della Guida Michelin.

Giuseppe Costa, inoltre,   è entrato nel novero dei Bib Gourmand d’Italia 2024 con il suo “Salotto sul Mare”.

Ovvero, tra i migliori ventinove ristoranti per rapporto tra qualità e prezzo.

A premiare Giuseppe Costa sarà l’assessore alla Formazione e all’Istruzione della Regione Siciliana Mimmo Turano che, già nei giorni scorsi, aveva manifestato apprezzamento per il riconoscimento allo chef.

Una soddisfazione condivisa dalla dirigente scolastica Pina Mandina, che sottolinea l’orgoglio per i risultati conseguiti dall’ex allievo.



“Siamo felici – afferma – di averlo ancora una volta a scuola, per raccontare la sua esperienza di crescita partita dai banchi”.

Un percorso reso ancora più importante dall’ingresso nella Guida Michelin, che racconta la determinazione e l’impegno dello chef pluripremiato, con il suo studio continuo fatto di ricerca e sperimentazione.

“Lo chef stellato è qui a casa –aggiunge la dirigente scolastica – e la sua storia rappresenta una grande motivazione per tutti gli studenti che intraprendono lo stesso percorso”.

“Per l’occasione – prosegue Pina Mandina – Giuseppe presenterà, nell’ambito della masterclass, i piatti che lo hanno visto protagonista nell’ultima stagione”.

Un successo che ha riguardato sia “Il Bagaglino” che “Il Salotto sul Mare”.

“Sarà un momento di alta formazione – conclude -  e, al contempo, una festa per tutti noi”.

 


 

 

 

sabato 25 novembre 2023

Progetto Ebioscart Plus

 


PSR SICILIA 2014/2022 PROGRAMMA DI SVILIPPO RURALE MISURA 16 - COOPERAZIONE SOTTOMISURA 16.1 

“Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” 

AVVIO DEL PROGETTO “Progetto Ebioscart Plus per la creazione di nuovi beni “mangime” e “compost” dagli scarti del ficodindia, oltre, a corollario, l’applicazione del “bioprodotto indicaxantina” su trasformati del ficodindia” AZIONE 1 Attività di Kick off meeting e Formazione sull’innovazione (coinvolgimento di tutti i partners, dei prestatori di servizi e professioni)


presentazione

Progetto Ebioscart Plus

venerdì 24 novembre 2023

individuati 131 nuovi presunti cloni delle varietà di vite siciliane

 

Dal 2003, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia ha affidato alle Università di Palermo e di Milano ed all’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma il coordinamento scientifico ed il monitoraggio delle azioni operative del Progetto di selezione clonale: attraverso numerose tappe.

Questo progetto così sfidante e complesso ha portato nel 2018 al grande traguardo di iscrivere nuove varietà nel Registro Nazionale delle Varietà della Vite. Si è trattato di un nuovo punto di partenza da cui sono sfociati due importanti progetti, che hanno come comun denominatore lo scopo di fornire, nel tempo, alle aziende siciliane, la possibilità di acquistare presso i vivaisti locali materiale certificato, per poter poi utilizzarlo nell’impianto dei nuovi vigneti”. Un valore immenso dal punto di vista biologico, dunque, ma anche una risorsa culturale ed economica importante quella che attraverso questi filoni progettuali la Sicilia del vino sta portando avanti.

Nel progetto scientifico di selezione clonale e di recupero dei vitigni antichi della Sicilia, a fronte dei test condotti sia in laboratorio che sul campo, sono stati individuati 131 nuovi presunti cloni delle diverse varietà di vite oggi in fase di omologazione. È l’importante novità, rivelata dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, impegnato nell’azione di tutela e conservazione della biodiversità generata dagli oltre 3.000 anni di storia della viticoltura in Sicilia, per proteggere e valorizzare la ricchezza ampelografica dell’Isola, ma anche per sviluppare un approccio all’enologia siciliana capace di coniugare tradizione e alta qualità in uno scenario in continua trasformazione.



“Si tratta di uno straordinario passo in avanti di un percorso che parte da lontano”, racconta il presidente del Consorzio, Antonio Rallo. 

“Data la sua ricchezza e la sua importanza, è utile e doveroso studiare, valorizzare e salvaguardare la biodiversità viticola siciliana - sottolinea Rosario Di Lorenzo, presidente Accademia Italiana della Vite e del Vino - per questo l’obiettivo del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” è quello di produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, e dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Ebbene, i risultati del 2023 individuano rispettivamente 73 per il Nero D’Avola, 29 per il Grillo e 26 per il Lucido, i “cloni candidati” in attesa di una valutazione agronomica, enologica e sanitaria nel corso dei prossimi anni”.

Il risultato è uno step di un processo che, per sua stessa natura, si sviluppa per cicli lunghi e a volte complessi: “ricordiamo - conclude Antonio Rallo - che la diversità biologica della vite è il risultato di migliaia di anni di selezione ed è determinata dalle mutazioni, dalla ricombinazione genica e dall’effetto delle pressioni selettive operate dal clima e dall’uomo. Si tratta dunque di un’eredità che la natura ed i nostri antenati ci hanno lasciato e che una volta distrutta non potrà essere ricostituita. Da qui il nostro impegno per la tutela, ma anche il recupero del ricchissimo patrimonio viticolo siciliano, così come della grande ricchezza intravarietale e genetica dell’Isola”

Frantoi Cutrera, nasce HOL’IO “L’olio con l’IO dentro”

 

                                                     Gianna Bozzali 

 

Dalla collaborazione con l’associazione ViTA21 nasce un olio extravergine speciale. È HOL’IO, l’olio con l’IO dentro. A realizzarlo sono stati i tredici ragazzi con sindrome Down facenti parte dell’associazione che ne hanno ideato l’etichetta.

 

 
Si chiama HOL'IO, ed è un olio tutto speciale perché ha un "IO" dentro. È quello dei ragazzi di ViTA21, l’associazione nata a Catania nel 2013 per volontà di un gruppo di genitori di bambini con sindrome Down. All’interno di quest’olio, realizzato grazie alla collaborazione di Frantoi Cutrera di Chiaramonte Gulfi, vi è un mix di lavoro, creatività, condivisione e passione, la stessa che ha dato vita al progetto di ideazione delle etichette. Sono stati proprio i tredici ragazzi, di età compresa tra i 13 ed i 20 anni, a cimentarsi nella raccolta delle olive per produrre il loro olio extravergine. Insieme ai genitori e ai responsabili di Frantoi Cutrera hanno vissuto una giornata in campagna dedicandosi alla raccolta delle olive di cui, poi, hanno seguito tutto il processo produttivo all’interno del frantoio ipertecnologico dell’azienda. Immancabile l’assaggio dell’olio appena prodotto. Ma non solo. I ragazzi di ViTA21 hanno ideato diverse etichette che hanno poi provveduto ad apporre manualmente a tutte le bottiglie prodotte.



«Ogni etichetta ha una grafica personalizzata – spiega Gianluca Marletta, presidente di ViTA21. È stato chiesto ai ragazzi di rappresentare la loro idea di “amicizia”. Ciascuno ha interpretato il tema a proprio modo e ha dato vita ad una piccola “opera d’arte”. Le etichette sono state realizzate durante uno degli incontri che i ragazzi animano nel fine settimana: sono gli appuntamenti di FreeTime del progetto di ViTA21, una comitiva di preadolescenti che condivide momenti di crescita come tutti i loro coetanei. I ragazzi hanno vissuto questa esperienza con entusiasmo e dedizione – aggiunge Marletta-. L’impegno e la serietà nell’affrontare le attività che vengono loro proposte dimostra la voglia costante di mettersi in gioco e di dimostrare che anche le persone con la sindrome di Down possono riuscire come tutti i loro coetanei…forse con qualche piccolo accorgimento in più».

Il risultato sono delle bottiglie d’olio di 50 cl prodotte in edizione limitata che chiunque può richiedere all’associazione (tramite i canali social Facebook ed Instagram di ViTA21) per regalarsi o fare un regalo originale e ricco di valori a Natale. I proventi della raccolta andranno a finanziare le nostre attività principali: l'XI settimana Estiva in Sicilia per famiglie di bambini con sindrome di Down a Letojanni (ME) dal 29 giugno al 06 luglio 2024 e il progetto FreeTime. Fondamentale in tutto progetto dal grande valore sociale è stata la collaborazione diFrantoi Cutrera. «La loro disponibilità è stata fondamentale, per tanti motivi – dichiara il presidente di ViTA 21-.

 Innanzitutto, è stato bello vedere la gioia nei loro occhi quando abbiamo proposto il progetto e, poi, da sottolineare l’atmosfera di casa e l’accoglienza che abbiamo ricevuto in fase “operativa” da parte di tutta l’azienda. E poi, il supporto tecnico di tutto il personale durante la fase di elaborazione grafica delle etichette ha fatto in modo che questo sogno potesse realizzarsi. Ultima ma non ultima per importanza, la qualità del prodotto finale che rappresenta un’eccellenza produttiva ampiamente dimostrata».

Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025 Alessia Fisichella dalla Sicilia all’EYCA 2023

 


La giuria si è congratulata con tutti i partecipanti per l'alto livello di sostenibilità e per la grande enfasi sui produttori locali che hanno contribuito alla qualità di ogni piatto. Con questo livello di cooperazione tutti sono vincitori!

Nove finalisti da tutta Europa

Il concorso si è tenuto presso il Lycée Hôtelier du Touquet dal 20 al 24 

novembre 2023 e ha riunito i finalisti provenienti da 9 regioni 

gastronomiche europee premiate e candidate, tra cui appunto 

Alessia Fisichella 

                 

            Nel 2025 la Sicilia sarà teatro della gastronomia di qualità ed identitaria, su base internazionale, un settore che favorisce la sostenibilitàpromuove la biodiversità e attrae il turismo mantenendo le tradizioni e preservando   l’autenticità delle destinazioni. La gastronomia e la produzione agroalimentare sono le variabili strategicamente più importanti che influenzeranno il turismo in Sicilia. Per questo motivo il Dipartimento Agricoltura  intende avviare svariati eventi sia per raccogliere ulteriori suggerimenti per integrare gli obiettivi specifici sia per coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti pubblici e privati affidabili 

           Questo coinvolgimento sarà alla base di un rinnovato rilancio dell’identità gastronomica siciliana e di un sistema comune di promozione turistica.

  L'European Young Chef Award è un concorso annuale organizzato dall'Istituto  Internazionale di Gastronomia, Cultura, Arte e Turismo  ( IGCAT ) che riunisce giovani talenti culinari provenienti dalle regioni europee della gastronomia premiate e candidate. Selezionati ogni anno attraverso concorsi locali, i finalisti dell'European Young Chef Award competono innovando le ricette tradizionali delle loro regioni utilizzando ingredienti locali.         


 









   

“Amo cucinare soprattutto perché, quando sono ai fornelli, mi sento libera di esprimere la mia creatività”, afferma  Alessia Fisichella , la finalista che ha rappresentato  la Sicilia, candidata Regione Europea della Gastronomia 2025  al 7 °  European Young Chef Award .

Alessia ha 19 anni e ha conseguito il diploma di maturità in Industria Enogastronomica e Alberghiera con indirizzo Arti Culinarie presso la scuola Don Pino Puglisi di Centuripe, Enna (Italia). Si è recentemente iscritta all'Università degli Studi di Catania, dove studia Scienze e Tecnologie Alimentari. Nell'ultimo anno ha maturato alcune esperienze lavorative anche presso il Florania Resort di Simeri (Calabria, Italia) della Voi Hotels e presso il resort TH San Teodoro Liscia Eldi in Sardegna.



“Ho deciso di diventare chef perché la cucina è una passione che ho sempre avuto fin da quando ero molto giovane, soprattutto grazie a mia zia. È proprio dai ricordi della mia infanzia che trovo ispirazione per i miei piatti”, afferma Alessia.

“Per tutti questi motivi, è un grande onore per me partecipare all’European Young Chef Award 2023, poiché diventare uno chef affermato sarebbe sicuramente la realizzazione di un mio sogno e obiettivo di vita”, aggiunge.

Oltre a diventare chef, uno dei desideri più grandi di Alessia è viaggiare e soprattutto visitare New York.

All'European Young Chef Award 2023, Alessia presenterà la sua versione innovativa delle Busiate , un formato di pasta fresca tipica della provincia di Trapani servita con crema di fave, guanciale di maiale nero dei Nebrodi e mandorle.





“In Italia ogni regione ha quasi infiniti formati di pasta. In questo concorso voglio portare la giuria in un viaggio virtuale in Sicilia e preparare le busiate , una pasta fresca simile nella forma a un lungo maccherone”, racconta Alessia.

Il piatto deve il suo nome al buso , che in dialetto siciliano indica il gambo dell'ampelodesmos mauritanicus (erba mauritana), erba locale utilizzata per creare fasci, fondamentale per conferire alle busiate il caratteristico aspetto elicoidale.









giovedì 23 novembre 2023

BANDO PROGETTO RRN - ISMEA "LA SCUOLA IN CAMPO"

 

 "MAPPE DEI PAESAGGI RURALI": STRUMENTI INNOVATIVI DELLA CONOSCENZA "LA SCUOLA IN CAMPO"

             La Rete Rurale Nazionale e Ismea propongono agli Istituti per le scuole superiori di secondo grado un'attività di formazione per le classi IV e V (eventualmente inseribile nel piano di studio annuale) basata su un percorso didattico - rurale, personalizzabile dalla scuola, all'interno di uno dei paesaggi rurali selezionati da Ismea per il progetto "Le mappe dei paesaggi rurali".


iscrizione

I contenuti del percorso hanno lo scopo di avvicinare i ragazzi alle tematiche della biodiversità, agli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni, alle diverse tecniche di produzione che consentono un bilanciamento tra alta produzione e mantenimento della fertilità del suolo. L'utilizzo di un metodo innovativo, applicato allo smartphone, consente a chi partecipa di riflettere su quello che si vede, si sente e si tocca (l'immersione in un luogo fisico sollecita i principali sensi: tatto, olfatto, udito e vista), amplificando la potenzialità della memoria e della comprensione dell'azione didattica. Si potranno scoprire "giocando" le differenze tra una tecnica di produzione e l'altra oppure come la biodiversità affianca l'operosità dell'agricoltore, consentendogli di trarre vantaggio dalla natura.


mappe paesaggio

mercoledì 22 novembre 2023

Dalle cucine regionali alla cucina italiana con Pellegrino Artusi

                 A differenza di altri, Artusi  ha rappresentato il primo vero custode della tradizione culinaria identitaria del Bel Paese,  

            Quello che fin dal Medioevo, oltre le differenze regionali, ha accomunato la nostra cucina è la propensione alla pasta: dalle lasagne dei romani ai vermicelli essiccati degli arabi, che – grazie alla loro facilità di conservazione e trasporto si diffondono rapidamente – dando il via ai primi pastifici. Senza dimenticare la pasta ripiena (ravioli e tortelli) e le torte di pasta dura, golosi format da declinare e farcire a seconda delle tipicità del proprio territorio, (con uova a Milano, senza a Bologna; con olio a Genova, con burro e olio a Bologna e a Milano; verdure o carne) o di quello che si ha in casa. A Napoli, per esempio, questo tipo di torta è aperta, anziché chiusa, e non a caso viene chiamata “pizza” e può essere considerata la progenitrice del cibo italiano forse più conosciuto al mondo. Queste preparazioni ci portano direttamente a un altro “piatto forte” della nostra tradizione alimentare: i piatti unici. Da Nord a Sud è un trionfo: dalle torte sopracitate alle varie forme di tiella – da quella barese a quella di Gaeta – fino alle paste con i legumi.


 Ed è con questa complessità di tradizioni territoriali, con questa ricchezza di ricette, con questa abbondanza di prodotti agroalimentari, che avrà a che fare Pellegrino Artusi, quando nel 1891, pubblica “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. É molto più che un libro: è la nascita della cucina italiana, seppure intesa come la somma nazionale delle sue differenze regionali. É un’operazione culturale che, come afferma lo studioso Piero Camporesi “ha fatto per l’unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare i Promessi Sposi… ciò si capisce, anche perché non tutti leggono, mentre tutti al contrario mangiano”. Ma la strada da fare è ancora lunga e tutta in salita … anzi in discesa purtroppo… perché è nelle trincee della Prima Guerra Mondiale che ragazzi da tutta Italia si trovano insieme, nonostante i differenti dialetti, e il cibo diventa la lingua universale. Scambiare ricette e assaggiare, ove possibile, piatti diversi non è solo il modo di avvicinarsi a casa con il pensiero e il palato e di superare per pochi istanti le brutture di una guerra senza fine, ma è anche un tassello fondamentale nella costruzione di quell’identità nazionale vagheggiata fin da Massimo d’Azeglio subito dopo l’Unità.

A Casa Artusi, a Forlimpopoli, c’è un tesoro. Sono quasi duemila lettere indirizzate a Pellegrino Artusi, da lui stesso segnate con la data d’arrivo e quella della propria risposta. L’Italia risorge unitaria grazie ai trasporti e alla comunicazione, alle ferrovie e alle poste. Artusi è il primo a beneficiarne, ricevendo polli e prodotti dai suoi poderi romagnoli, scrivendo lettere a sorelle, nipoti ed amici. Quando pubblica a proprie spese La scienza in cucina non vede ancora l’efficacia della rete postale per la diffusione di un libro, ma saranno i suoi potenziali e reali lettori a rivelarglielo. Nel 1897 l’indirizzo dell’autore, piazza d’Azeglio 25, figura accanto a Bemporad incaricato della diffusione, e inizia una nuova vita in quella casa perché arriveranno in numero crescente cartoline postali e cartoline illustrate, lettere di sconosciuti, accanto ovviamente a quelle dei numerosi nipoti. Una nuova vita, per il vecchio signore, nello studio, a rispondere a richieste semplici, l’invio contrassegno di un esemplare, e altre più complesse, concernenti una ricetta assente, un ingrediente sconosciuto e persino, da Palermo, su come procurarsi l’utensile per fare le cialde, introvabile nei negozi. Quando Artusi, nei mesi estivi, è in vacanza, il primo a rispondere alle richieste di esemplari del libro è il cuoco Francesco Ruffilli, sempre impegnato a correre alla posta o ai depositi ferroviari. Così La scienza in cucina viaggia e si crea una rete di corrispondenti, donne e uomini, interessati ad una nuova cultura in cui la cucina domestica ha un ruolo fondamentale che eclissa la gastronomia francese e l’industria alberghiera. Alla morte di Artusi le lettere a lui indirizzate entrano a far parte del patrimonio del Comune di Forlimpopoli, destinatario della maggior parte della sua eredità. Il carteggio è ora conservato in Casa Artusi, all’interno dell’Archivio della Biblioteca Comunale P. Artusi. Nel corso degli anni è stato inventariato, trascritto e digitalizzato, diventando un’importante fonte utile agli studi complementari al ricettario e alla biografia stessa di Pellegrino Artusi. Ora, il Comune di Forlimpopoli e Casa Artusi mettono a disposizione dei lettori questo patrimonio di oltre 1840 lettere, quale risorsa documentaria unica, utile a quanti vogliano conoscere meglio la figura e l’opera dell’autore de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, e non solo.  


martedì 21 novembre 2023

Mappatura agrobiodiversità vegetale

 Con il termine biodiversità agricola o agrobiodiversità si indica tutto il patrimonio genetico di interesse agro-alimentare di una data area territoriale.

La conoscenza dell’agrobiodiversità vegetale italiana è utile per la sua protezione e conservazione ma anche per rilanciare filiere agro-alimentari uniche e di alta qualità.

Le varietà autoctone rappresentano un patrimonio agroalimentare e storico-culturale ma stanno subendo perdite in tutto il mondo. L’Italia si sta attivando per contrastare questo problema seguendo le linee guida europee. Una delle misure più importanti è il Registro nazionale dell’agrobiodiversità (ANR), ma 12 regioni italiane attualmente risultano prive di varietà locali e circa l’80% delle varietà locali elencate sono alberi, con dati meno dettagliati sulle specie erbacee. Lo scopo di questo studio è quello di indagare la situazione delle varietà erbacee italiane conservate nelle aziende agricole (in situ) unendo e analizzando i dati contenuti nei principali database sull’agrobiodiversità vegetale in Italia. I dati sono stati georeferenziati, organizzati per famiglie botaniche e regioni italiane e analizzati mediante GIS e R. Sono state trovate un totale di 1615 varietà autoctone erbacee (contro le 416 registrate nell'ANR). Poaceae, Fabaceae e Solanaceae insieme comprendono il 70% di tutte le varietà erbacee e sono per lo più conservate/coltivate in aree tra 150 e 800 m slm. Alcune aree collinari e submontane dell'Appennino e delle Alpi sono punti caldi di varietà erbacee a causa dell'azione antropica e fattori ambientali. I risultati di questa ricerca saranno utili per arricchire l'ANR e innescare azioni di caratterizzazione, conservazione e promozione di queste risorse vegetali.

 

COME HA AVUTO INIZIO IL PROGETTO

Il Centro di Ricerca Coordinato Ge.S.Di.Mont. di UNIMONT ha iniziato a censire le cultivar locali tradizionali della Lombardia grazie all’“Accordo di collaborazione tra Regione Lombardia e Ge.S.Di.Mont., per attività di ricerca scientifica ed applicata e di diffusione della conoscenza inerente il territorio montano lombardo (ai sensi del art. 4 c. 27 della l.r. 22/2016

Il censimento delle cultivar erbacee è proseguito ed è stato esteso all’intero territorio italiano grazie alla “Convenzione operativa tra DARA – Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della presidenza del consiglio dei ministri Ge.S.Di.Mont. – polo UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano”  

Il lavoro ha portato alla pubblicazione del seguente articolo scientifico: The Analysis of Italian Plant Agrobiodiversity Databases Reveals That Hilly and Sub-Mountain Areas Are Hotspots of Herbaceous Landraces

IL PROGETTO AGRITECH

La mappatura e la valorizzazione dell’agrobiodivestià vegetale italiana prosegue grazie al progetto ‘Agritech’ il quale si basa sull’utilizzo delle tecnologie per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari.

LA MAPPA DELL’AGROBIODIVERSITÀ

Di seguito viene riportata la mappa delle varietà locali tradizionali coltivate in Italia da aziende agricole o agricoltori hobbisti. I dati di UNIMONT sono stati integrati con quelli del primo     inventario    redatto dall’Università degli Studi di Perugia  

 

Il TAVOLO DI LAVORO

UNIMONT ha attivato un tavolo di lavoro dedicato al tema dell’agrobiodiversità che conta quasi 200 membri. Il tavolo di lavoro è un modo per connettersi con altri soggetti interessati a questa tematica o impegnati – sotto molteplici aspetti – nella salvaguardia dell’agrobiodiversità. Per entrare a far parte del tavolo di lavoro è sufficiente collegarsi alla pagina    https://www.facebook.com/groups/agrobiodiversitaUNIMONT/?ref=pages_profile_groups_tab&source_id=120336564832526       e richiedere l’iscrizione.

 

Convegno Nazionale “Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia

 

Mercoledì 29 e giovedì 30 novembre si terrà il Convegno Nazionale “Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia” organizzato dal CREA - Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari per presentare i risultati finali del progetto AGROENER.
Il progetto “AGROENER: Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia” (D.D. n. 26329/2016) è finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF, ex MiPAAF) e coordinato dal CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari. Il Progetto si articola all’interno del comparto delle agrobioenergie, sviluppando tematiche riguardanti: l’efficienza energetica di macchine ed impianti; l’utilizzo delle biomasse solide (sottoprodotti agroforestali); il recupero dei sottoprodotti agroindustriali per la filiera del biogas; l’utilizzo di colture dedicate come matrice per l’estrazione di biocombustibili e/o biolubrificanti nei cicli produttivi delle bioraffinerie integrate; azioni di dimostrazione e trasferimento delle conoscenze in merito allo sviluppo di impianti di microgenerazione con analisi della sostenibilità e delle principali criticità.
L’evento si svolgerà a Roma presso l’aula magna dell’Istituto Nazionale di Statistica. La partecipazione è gratuita ma la presenza, per ragioni di sicurezza, è limitata a 100 posti. Il convegno sarà trasmesso anche in videoconferenza.

 

 programma e iscrizione

lunedì 20 novembre 2023

IL MISKE O AGAVE ANDINA. CHE NON È NÉ TEQUILA NÉ MEZCAL

 

VENTICINQUE VARIETÀ DELLE OLTRE TRECENTO SONO REGISTRATE, E TRA QUESTE C'È L'AGAVE AMERICANA, CHIAMATA ANCHE AGAVE BLU, BASE DI UNA BEVANDA ANCESTRALE: IL MISKE O AGAVE ANDINA. CHE NON È NÉ TEQUILA NÉ MEZCAL

L'agave è ed è stata vitale per le popolazioni indigene dell'Ecuador che con questa pianta si approvvigionavano, si lavavano e addirittura si vestivano. Le radici schiacciate di alcune varietà venivano utilizzate per lavarsi i capelli o, una volta colorate con la cocciniglia, per comporre dei tessuti, il fusto legnoso di altre varietà serviva e serve tutt'ora per costruire strumenti musicali e i boccioli dei fiori messi in salamoia in una miscela di aceto bianco e aceto d'agave, diventano degli ottimi e commestibili “capperi d'agave”. Una pianta della quale non si butta via nulla, a maggior ragione la sua linfa, che in seguito a una doppia distillazione si trasforma in miske.

Miske, l'antica bevanda autoctona che sta rinascendo in mezzo mondo

È l'unica bevanda ecuadoriana a Denominazione di Origine Ecuador e la sua produzione ha dato vita ad un progetto sociale che mette le donne al centro dell'attenzione di tutti.

Di origine indigena, il chaguarmishqui è una delle bevande più antiche d'America, ma anche la più denigrata per essere stata considerata la bevanda dei cosiddetti indiani , o che è lo stesso, degli indigeni delle Ande. Prodotto principalmente da donne, il suo distillato, miske o misque.



Nel cosiddetto centro del mondo,   si trova una piccola distilleria dove viene distillata la linfa dell'agave cactus americana o agave blu, della famiglia delle Agavaceae . Situata sulla terra che separa i due emisferi, Casa Agave nasce dalla rivendicazione di una bevanda ancestrale, dalla tradizione antica, che nasce in mezzo alle Ande, e che fa parte della cultura locale fin dalla creazione dei primi città native di Quito.

“Questo cactus è una pianta dinosauro, è una pianta preistorica. La linfa di agave è stata per migliaia di anni un alimento e una bevanda selvatica per gli abitanti delle Ande; La stessa cosa accade in Messico, dove hanno una cultura ancestrale dell’agave molto forte , con la differenza che quello che lì si chiama pulque, in Ecuador lo chiamiamo miske”, spiega Diego Mora, proprietario e mishquero di Casa Agave. Denigrata per essere l'acqua degli indios o l'acqua dei poveri, la sua importanza all'interno della cultura ecuadoriana cominciò a perdersi. A poco a poco il mestiere del mishquero , della persona che possiede tutte le conoscenze necessarie per l'estrazione del chaguarmishqui, cominciò ad essere lasciato da parte finché Don Virgilio Collahuazo rimase l'ultimo mishquero dell'Ecuador. Diego Mora ha imparato tutto da lui quando 22 anni fa è arrivato nelle valli di Quito per recuperare e valorizzare questo patrimonio ancestrale andino. È così che è nato Casa Agave, un progetto che non si concentra solo sul salvataggio di questa tradizione culturale e gastronomica ecuadoriana nelle mani di nove comunità, ma lavora anche per recuperare una pianta molto speciale proveniente dall'America e tipica della zona.

 Oltre a vendere chaguarmishqui , Casa Agave produce anche miske, il suo distillato, l'unica bevanda ecuadoriana con Denominazione di Origine Ecuador. Qui i 3.000 litri di linfa di agave che raccolgono ogni mese vengono trasformati in 250 bottiglie di miske, una bevanda che è stata premiata nel 2021 e nel 2022 con un totale di tre medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo al World Spirits. Questi premi sono solo un esempio del lavoro che sta dietro questo progetto sociale che valorizza uno dei patrimoni più antichi delle valli interandine equatoriali, la cultura dell'agave. Ma questa non è l'unica cosa che fanno a Casa Agave, visto che il loro progetto prevede anche un piano di riforestazione con diversi tipi di agave da più di 20 anni e coinvolge tutti coloro che passano davanti alla loro distilleria invitandoli a piantare una piccola agave nella loro distilleria. vivaio per coinvolgerli nel recupero di una pianta ancestrale e di una bevanda tipica di mezzo mondo.

In.Mi.Qu.Oil., al via il secondo Corso di Formazione

 Gianna Bozzali

“Tecniche colturali dell’oliveto: potatura, difesa fitosanitaria, gestione del suolo”



Al via le iscrizioni al secondo corso di formazione del progetto In.Mi.Qu.Oil nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020. Il corso, previsto per martedì 28 novembre, è destinato ad agronomi e operatori del settore olivicolo.

Aperte le iscrizioni al secondo corso di formazione sulle tecniche colturali dell’oliveto nell’ambito del progetto In.Mi.Qu.Oil. Il corso si terrà il prossimo 28 novembre presso l’azienda Busulmona a Noto.

In.Mi.Qu.Oil è un innovativo sistema finalizzato al miglioramento della qualità della filiera olivicola nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020 (Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”). Esso si pone quale obiettivo quello di mettere a punto una metodologia scientifica standardizzata per lo svolgimento di tutte le attività volte al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che in frantoio, dando così un significativo contributo alle criticità della filiera olivicola.



Capire come muoversi in campo, come una corretta gestione della chioma può influenzare la qualità dell’olio e conoscere le nuove strategie di difesa ecocompatibili sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati nel corso della giornata formativa che vedrà anche una visita in campo una dimostrazione pratica.

Di seguito il programma dettagliato:

MATTINA

Ore 9.00 - Apertura del corso e registrazione dei partecipanti

Ore 9.30 - La gestione della chioma in olivicoltura per il miglioramento produttivo e la riduzione dell’alternanza di produzione” a cura di Filippo Ferlito, primo ricercatore del CREA, Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura

Ore 10.15 - Coffe break

Ore 10.35 - Visita in campo e dimostrazione pratica: la gestione della chioma e la potatura

Ore 12.30 – pausa pranzo

POMERIGGIO

Ore 14.00 - Avversità dell’olivo e strategie ecocompatibili di difesa fitosanitaria” a cura di Veronica Vizzari, ricercatore del CREA, Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura

Ore 14.45 – “Gestione dell’oliveto: il suolo, il microbiota e le sue interazioni con la pianta”, a cura di Innocenzo Muzzalupo, dirigente CREA, Centro di Ricerca Foreste e Legno

Ore 15.30 - “I monitoraggi dell’oliveto attraverso la piattaforma Agricolus” a cura di Rodolfo Occhipinti, Sata s.r.l.

Ore 16.15 Dibattito

Il corso è rivolto solo ad un massimo di 30 iscritti. Ulteriori richieste di ammissione al corso di formazione saranno messe in lista di attesa. Ai partecipanti Dottori Agronomi e Dottori Forestali saranno riconosciuti 0,875 CFP.


L’iscrizione può avvenire dal 17 al 24 novembre sul sito www.inmiquoil.it









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