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lunedì 21 ottobre 2024

Dialoghi ANARSIA

                                                                                     NinoSutera *

All'evento Dialoghi ANARSIA - esperienze e conoscenze a confronto, che si è svolto in Toscana, hanno preso parte  rappresentanti del MISAF, della Rete Rurale, della Rete interregionale, degli Assessorati Regionali all'Agricoltura,  delle Agenzie, e chiaramente di ANARSIA che ha organizzato in maniera impeccabile le tre giornate.


Qualche anno addietro a  Milano  la sottoscrizione dell’atto formale   dell’Associazione Nazionale Agenzie Regionali per lo Sviluppo e l’Innovazione Agronomiche Forestali (ANARSIA).   L’Associazione ha   sede legale a Legnaro (Pd) presso   Veneto Agricoltura, con la partecipazione  di 
AVISP – Veneto Agricoltura, Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario;

ALSIA – Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura;

ARSARP – Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca (Regione Molise);

ARSIAL – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio;

ASSAM – Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche; 

ERSAF – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (Regione Lombardia). 

Obiettivo principale di ANARSIA è la condivisione delle reciproche competenze nell’ambito di progetti interregionali incentrati su tematiche agricoleforestali e della pesca.  

In Sicilia da diverso tempo l'Assessorato Regionale all'Agricoltura, ha affidato le tematiche che oggi vanno sotto il nome di AKIS, agli enti strumentali della Regione, costituiti dai Consorzi di Ricerca, Istituto Zootecnico, Stazione Sperimentale di granicoltura, Esa,  IRVOS , e ai beneficiari delle misure 1-2 e 16 

La definizione maggiormente condivisa di sistema della conoscenza e dell’innovazione per l’ambito agricolo (inteso in senso esteso anche alle foreste e alla prima trasformazione) è quella utilizzata da un documento OCSE del 2012: “Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura”. 

L'iniziativa dell' Associazione Nazionale Agenzie Regionali per lo Sviluppo e l’Innovazione Agronomiche Forestali (ANARSIA) contribuirà ad individuare un nuovo percorso del Sistema della conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura in Sicilia, con l'obiettivo di valorizzare i risultati acquisiti, le professionalità specifiche già formate, i servizi già posti in essere,  definendo possibilmente  in un unico soggetto attuatore, ruoli e competenze, proprio come per esempio hanno fatto in altre regioni,  per meglio assecondare le esigenze del mondo rurale, ma sopratutto erogare un servizio reale a favore dell'aziende agricole, su tutto il territorio rurale  regionale. 
Chi si candida a fare parte di questi processi, che non hanno niente a che fare con mere pratiche burocratiche,  debbono possedere una storia, una reputazione, una professionalità  riconoscibile e spendibile, sul territorio rurale. 
L’olandese Roeling già negli anni ’80 sottolineava come la conoscenza agricola non fosse un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma sia il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate. La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza, che almeno in un primo momento dovrebbero essere a carico del pubblico. Ecco quindi che negli ultimi tempi, nella stampa internazionale e anche negli ambienti più market oriented (USA, Olanda, Banca Mondiale, ecc.) vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza, Si parla sempre di più di tecnici che siano animatori o facilitatori, che favoriscano la formazione di gruppi e di reti, collegando ricerca, pratica e istituzioni, stimolando così una crescita “dal basso verso l’alto” e la messa a punto di innovazioni appropriate (tecniche, organizzative, individuali e di gruppo, etc.). 

                                           *





giovedì 10 novembre 2022

Dal Manifesto della Neoruralità alla sovranità alimentare

 

Uno dei primi lavori del  ERP  European Rural Parliament   https://terra.psrsicilia.it/parlamento-rurale-europeo-litalia-parla-siciliano-ai-lavori-di-kielce/    è stato l’avvio  dell’elaborazione del Manifesto della Neoruralità, che non rappresenta il vangelo, ma un quaderno in work in progres.

A distanza di  dieci  anni,  ritorna di gran moda o se volete di grande attualità, (…sovranità alimentare). L’ Italy Rural Parliament  ha preferito trattare prima  i contenuti, piuttosto che il contenitore, comunque la sostanza in estrema sintesi non cambia, c’è tanta voglia di riposizionare ogni cosa al posto giusto, e di riscrivere una politica agricola, rispettosa dei contadini, dei consumatori e del prossimo.

 


Nel corso degli anni il concetto di «sovranità alimentare» è stato ripreso e diffuso da diverse organizzazioni, non esiste una definizione unanime o trasversalmente condivisa di questo concetto, ma per capire cosa significa può essere utile riferirsi  Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura  

Secondo la FAO  la sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo; che punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

La sovranità alimentare punta   a valorizzare le conoscenze tradizionali sulla produzione delle risorse alimentari e la loro trasmissione di generazione in generazione, e promuove l’utilizzo di metodi e mezzi di gestione delle risorse alimentari che siano sostenibili dal punto di vista ambientale.

Di sovranità alimentare già nel lontano  1956   Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico, cioè quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”. Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un antesignano, un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità, e di contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel contesto storico in cui sono stati enunciati. Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita, non hai mai smesso di essere curioso e attento a cogliere le novità, nel rispetto dell’identità territoriali.

Veronelli,   enologo, gastronomo e scrittore lombardo,   ideò le De.Co., ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’  ElaioEnoGastronomia  italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori, e dei prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale, e sana partigianeria che rappresenta   l’antesignano  alla sovranità alimentare

                    Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

E’ in questo scenario che 20 anni addietro è stato  ideato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co., https://terra.psrsicilia.it/borghi-geniusloci-de-co-legame-fra-uomo-ambiente-clima-e-cultura-produttiva/   un percorso culturale, che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi.

                  Illuminante, al riguardo, la definizione che   Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta  un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

 

mercoledì 29 gennaio 2020

"Se 23 milioni di euro vi sembrano pochi......

   
   
       NinoSutera                               

                "Se 23 milioni di euro vi sembrano pochi... 

A tanto ammontano le attività di progettazione predisposte dall'Ente di Sviluppo Agricolo come capofila o partner, e già finanziate, che intercettano contributi nazionali, finanziamenti comunitari, regionali e di fondazioni private, con un potenziale che, a seguito delle istruttorie in corso, potrebbe toccare i 43 milioni di euro". 

Così Fabio Marino, exdirettore generale dell'Esa (l'Ente di Sviluppo Agricolo) difende l'operato della sua gestione sottolineando gli obiettivi raggiunti. "Un risultato straordinario e certamente senza precedenti nell'ambito della Pubblica Amministrazione regionale   ottenuto grazie alla impeccabile e puntuale attività di fundraising con il supporto   di professionalità appartenenti ai ruoli della Regione Siciliana, che ha visto impiegate sul campo le migliori risorse. Determinante è stato "il contributo e la sensibilità dimostrata dal Consiglio di Amministrazione dell'Ente, che ha favorito ed incentivato l'attività di reperimento fondi quale azione strategica e prioritaria da perseguire".
    "Certo, 'il brutto anatroccolo' non si è ancora trasformato in cigno - osserva Marino -, ma la strada intrapresa è la prova evidente che un Ente pubblico può - laddove operi con convinzione - agire da volano per l'economia del territorio ove opera". Il direttore dell'Esa, dopo avere difeso l'attività dell'Ente, rivolge infine "un particolare ringraziamento al Presidente della Regione Musumeci per il finanziamento dell'attività di ristrutturazione di Borgo Lupo e di Borgo Borzellino attraverso il coinvolgimento dell' Assessorato regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana".

    Dato per spacciato da ben tre governi regionali   che ne avevano decretato l'imminente  sopressione (ente mangia soldi, carrozzone della prima repubblica, ente inutile, solo per citare alcune definizioni molto note e frequenti)   l'ESA ha intrapreso nel periodo 2016-2019 un percorso virtuoso sotto la direzione di Fabio Marino. 
 
E' i frutti?  quelli sono un patrimonio di tutti, ma onestà intellettuale vuole, che non possono essere intestati a chi non è stato partecipe e artefice  di questo cambiamento.               






sabato 26 ottobre 2019

Il nuovo corso dei servizi di consulenza in agricoltura

DanielaTornetta
Abbiamo incontrato Nino Sutera, Funzionario Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj dell'ESA, per una breve intervista.


                     Diploma di Laurea in Scienze  e Tecnologie Agroalimentari,   Divulgatore Agricolo    Funzionario Direttivo della Regione Siciliana,   “Formatore Consulente”    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto all’Albo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Siciliana del gruppo di lavoro, Politica dell’Accoglienza presso  l’Assessorato alle Risorse Agricole  -  Ideologo dei Borghi GeniusLoci De.Co.  Ideologo   Percorso informativo di sviluppo locale “Un Villaggio di idee” Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi d’interesse territoriale del MIUR)   Ideologo della Libera Università Rurale,  componente per l'italia del comitato promotore del Parlamento Rurale Europeo, ma   anche blogger,     autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi.

A oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in conoscenza, nella elaborazione di idee innovative e nella valorizzazione dei beni immateriali. Per esempio  la tutela  dell’ambiente, dei consumatori,  costituisce una delle tipologie di risorse immateriali fortemente caratterizzanti l’attività agricola.

Ecco la domanda ,in tutta Europa il trasferimento delle conoscenze e  buone prassi  in agricoltura,  viene considerato un caposaldo per lo sviluppo, mentre    in Sicilia?
I Servizi per l’agricoltura sono uno strumento utile per l’attuazione degli obiettivi di politica agricola e rurale legittimate dall’U.E.  C’è da dire però, che l’impegno finanziario nella programmazione PSR 2014/2020, per esempio  non è stato uniforme, in Italia    ci sono Regioni come il Piemonte, il Veneto, la Lombardia, che hanno  impegnano dal  6% al 14% della spesa complessiva del PSR nelle attività di promozione dell’innovazione, alla divulgazione, alla consulenza alle aziende agricole; dall’altra, Regioni che  hanno previsto  meno, appena il 2%,  come la Sicilia,  forse perché si riteneva (sbagliando) che investire in termini di risorse immateriali rappresenta un'opzional.
   In Sicilia la l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura”autorizzava l’Ente di Sviluppo Agricolo  ad attuare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali, e di divulgazione - che operano su larghe basi territoriali.
Ecco, se pur sono trascorsi 40 anni,   le finalità sono  coerenti agli indirizzi  dell’U.E e del Ministero  di questi ultimi anni.
Chiaramente per svolgere le attività e le funzioni, ci vogliono risorse adeguate.

Qual è la prospettiva strategica dell’Ente  per i prossimi anni ?
Il principio della separatezza delle funzioni, introdotto dalle recenti dispositivi di legge, sottrae di fatto all’Assessorato Reg.le dell’Agricoltura molte delle competenze previste dalla L.r. n. 73/77, consegnando all'Ente Sviluppo Agricolo l'esclusività nell'attuazione degli interventi di consulenza aziendale in agricoltura, come ente pubblico.
 Inoltre  per le attività svolte a seguito dalla L 73/77 l’ESA possiede i   requisiti di  Organismo  di Consulenza pubblico   nel  sistema di consulenza aziendale in agricoltura.  
Dobbiamo essere capaci di fare tesoro dell’esperienza maturata, delle necessità del mondo rurale,  ma anche di adeguare gli obiettivi rispetto  alle indicazioni del MIPAF su gli   ambiti del sistema di consulenza:
a)        gli obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b)        le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III, capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo regolamento (UE) n. 1307/2013;
c)        misure a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività, all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,  all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione dell'imprenditorialità;
d)       i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e)        i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f)         le norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda agricola;
g)        consulenza specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h)        la promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro attività economica;
i)          la gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle piante;
j)          i requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28, paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k)        le informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l)          misure rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m)      profili sanitari delle pratiche zootecniche;
n)        l'innovazione tecnologica ed informatica, l'agricoltura  di precisione e il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.

Anche il PAN prevede l’utilizzo di consulenti per supportare le aziende nella difesa fitosanitaria?
 Si il piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), adottato con decreto 22 gennaio 2014, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, reca l'attuazione della direttiva 2009/128/CE, e  istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, attribuisce alle Regioni l’onere di attuare  le azioni per l’applicazione della difesa integrata in agricoltura.
Stiamo lavorando a un progetto pilota sulla prescrizione  dei prodotti fitosanitari (il primo in Italia)

Di cosa si tratta?
I Prodotti fitosanitari   sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante come, malattie infettive, fisiopatie, parassiti e fitofagi animali ect..
Il Pan si propone di ridurre i rischi associati all'uso dei prodotti fitosanitari, promuovendo un processo di cambiamento delle tecniche di utilizzo dei prodotti verso forme più compatibili e sostenibili in termini ambientali  e sanitari.
Di conseguenza riguarda tutti, agricoltori, consumatori, cittadini  e  beni pubblici. La prescrizione è un cambio di passo nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari,a tutela di tutti chiaramente.
Così come il medico prescrive nella ricetta un medicinale per una determinata patologia, piuttosto che un altro,    così il  consulente  del PAN    potrà prescrivere un fitofarmaco  in funzione delle esigenze della coltura,   della tutela dell’ambiente e dei consumatori
Il consulente del PAN attraverso la   sua competenze  è  in grado di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in tema di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità etica.   L’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari   richiede un salto di qualità in termini di formazione e miglioramento delle capacità degli operatori professionali nelle scelte da compiere.
Per l’attuazione del progetto pilota, l’ipotesi su cui stiamo ragionando e   coinvolgere le strutture periferiche dell’Ente  e all’occorrenza  professionisti esterni in regime di convenzione,  utilizzando le risorse delle Misure   del PSR 2014/2020

mercoledì 28 novembre 2018

EnteSviluppoAgricolo, le iniziative a favore della ricerca oncologica

ninosutera

EnteSviluppoAgricolo,
 le  iniziative a favore della ricerca oncologica, 
con l’olio EVO prodotto
nell’ Azienda Sperimentale campo Carboj
1958-2018
Attore principe della dieta mediterranea è l'olio extravergine di oliva 100% italiano,  eccellenza della tradizione enogastronomica.
 L’Olio EVO  nutraceutico  è il simbolo da sempre 
dell’identità dei popoli del  Mediterrano

Lolio monovarietale di Coratina contenuto nella  bottiglia che l’Ente mette a disposizione per una raccolta fondi per la ricerca  è coltivato lungo i viali dell’Azienda,   rappresenta il primo impianto effettuato negli anni 60.
 Dal colore giallo-verde,  si presenta con un fruttato medio, molto amaro e piccante, caratteristiche date dall’elevato contenuto polifenoli (687)presenti.

L’Azienda Sperimentale campo Carboj dell’Ente di Sviluppo Agricolo è sita in contrada Belice di Mare  nel territorio di Castelvetrano. Oggi è un Centro pubblico di raccolta della Biodiversità.
Un museo a cielo aperto dove vengono custodite oltre 150 tra cultivar, popolazioni e accessioni del germoplasma olivicolo siciliano  




Abbiamo incontrato Nino Sutera Responsabile  

dell'Azienda Sperimentale

Che cos'è l'Azienda sperimentale  Campo Carboj?

 La Cassa per il Mezzogiorno attivò, sino dai primi anni '50, il Programma Sperimentale Irriguo a supporto del suo vasto programma di intervento che si sviluppa presso un'apposita rete di Campi Sperimentali originando da un nucleo iniziale di prove attivate nel 1952 dall'Ente per l'Irrigazione in Puglia e Lucania in apposite aziende agricole forzate a svolgere un doppio ruolo sperimentale-dimostrativo.Tali iniziative si inquadrano in una generale tendenza dei grandi enti pubblici italiani, impegnati in massicci e pressanti programmi territoriali di attrezzamento irriguo, a provvedere in proprio alla attivazione delle ricerche sui parametri tecnico-agronomici da tenere a base delle progettazioni nel frattempo avviate. A questa scelta tali organismi operativi erano portati per vari ordini di motivi, ma in particolare per l'urgenza di ovviare in qualche modo al ritardo dell'azione dell'ambiente scientifico italiano, segnatamente quello della ricerca applicata alla irrigazione, nei confronti dell'avanzamento degli studi registrato nei precedenti decenni in altri paesi occidentali.   
Con atto del 1° agosto 1958 redatto dal Notaio Vito Rao, rep. N° 6693, la Cassa per le Opere Straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale (meglio nota come Cassa per il Mezzogiorno) acquistò dal Principe Avvocato Nicolò Pignatelli Aragona Cortes, …. un lotto della estensione di ettari sedici, are quarantadue e centiare diciotto, sito in contrada Belice di Mare Comune di Castelvetrano…. In detto lotto la Cassa per il Mezzogiorno istituì … un’azienda agricola denominata “Carboj”.

 Con quali obiettivi?

L’obiettivo era  di organizzare programmi di attività dimostrative, gestendo dei corsi di istruzione professionale per maestranze irrigue volti alla formazione e qualificazione di tecnici, coltivatori diretti, lavoratori agricoli e, comunque, operatori di settore che, nel territorio, iniziavano ad utilizzare la pratica dell’irrigazione, che negli anni si è resa indispensabile per lo sviluppo dell’agricoltura del mezzogiorno. 

L’azienda rappresentava parte integrante dell’azione dell’Ente volta alla bonifica di tutto il comprensorio che, in quel momento, supportava l’opera primaria di costruzione della diga “Arancio”, che permise, con l’introduzione dell’irrigazione, lo sviluppo socio-economico del settore agricolo in quell’area.

L’Ente, al fine di ottimizzare le attività delle proprie Sezioni Operative e di quelle dell’Assessorato, dislocate su tutto il territorio siciliano, intravide la necessità di supportare la divulgazione agricola con la sperimentazione, la costituzione di campi dimostrativi e l’attività di ricerca applicata, individuando l’azienda Campo Carboj come unica struttura, di sua proprietà, idonea a tale scopo.

Dove si trova?

L’azienda, ubicata in territorio di Castelvetrano (TP) contrada Belice di mare, è estesa complessivamente Ha 16.36.50 riuniti in un unico corpo fondiario, ed è individuata catastalmente al foglio di mappa n° 168,  Dista dal mare circa 1.500 metri ed è situata ad un’altitudine di circa 50 m.s.l.m.; è raggiungibile tramite la SP n. 48. Il confine sud-est aziendale dista solo 150 metri dalla Riserva naturale Orientata Fiume Belice e dune limirofe. 
L’Azienda Sperimentale campo Carboj custodisce    la banca  di collezione del  germoplasma dell’olivo autoctono siciliano.  

                        La collezione ex-situ costituita da un intenso e proficuo  rapporto di collaborazione tra il Dipartimento Scienze Forestali e Agrarie dell’Università di Palermo e il  Campo Carboj dell’Ente di Sviluppo Agricolo della  Regione Siciliana,  può essere considerata l'unica fonte di materiale di propagazione di genotipi siciliani, standard varietali di riferimento.
                                             A metà degli anni ‘80, terminata la fase di indagine territoriale, le accessioni individuate furono reinnestate su piante adulte presenti presso l’azienda ‘Campo Carboj’     La scelta di porre le piante in un unico sito derivava dall’esigenza di svincolare la variabilità dell’espressione fenotipica da fattori legati all’ambiente. Negli anni successivi, dopo che le piante iniziarono a fruttificare, si procedette alla verifica true to type delle accessioni reinnestate, accertando la rispondenza dei genotipi raccolti alle cultivar descritte da Bottari e Spina (1952) mediante osservazioni dei tratti morfologici dei frutti, foglie e noccioli.
 Una volta validate le accessioni raccolte nell’isola, e dopo aver eliminato tutti i casi evidenti di omonimia e sinonimia e tutte quelle accessioni di origine alloctona, fu costituita, sempre all’interno dell’Azienda Campo Carboj, la prima collezione ex situ del germoplasma di olivo autoctono siciliano, caratterizzata a livello bio-metrico e molecolare.
    Questo straordinario lavoro, perché è unico,   frutto dalla partecipazione attiva  di eccellenze professionali, come, docenti universitari, ricercatori, funzionari dell’Ente, vivaisti, innestatori, titolari di frantoi, commercianti di olio ed esperti olivicoltori delle varie aree di provenienza delle cultivar di olivo,
Inoltre, è stato realizzato un progetto  “Sostegno alla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura”

 Centri pubblici di conservazione” il cui obiettivo specifico è la promozione di iniziative volte al recupero, alla conservazione e alla diffusione delle risorse genetiche vegetali di specie a rischio di erosione genetica, attraverso la promozione di iniziative, a carattere pubblico, finalizzate alla conservazione, in situ ed ex situ, caratterizzazione, raccolta e utilizzazione delle risorse genetiche vegetali regionali ed al mantenimento della biodiversità.




domenica 11 novembre 2018

L'economia della conoscenza


nucciatornatore

 Animare un territorio,  non è solo una questione di trasmissione di conoscenze e  informazioni, ma è soprattutto lo sviluppo di metodologie innovative, la riorganizzazione sociale ed economica del territorio  stesso, tali da rimuovere i vincoli allo sviluppo ed affrontare in termini nuovi ed adeguati le opportunità . 

Abbiamo incontrato Nino Sutera   componente del tavolo nazionale della rete rurale


Nino  Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, Funzionario Direttivo della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo,  “Formatore Consulente” del Formez,    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto all’Albo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia ,  Ideologo dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del Percorso informativo di sviluppo locale “Un Villaggio di idee” Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi d’interesse territoriale del MIUR)   Ideologo della Libera Università Rurale, autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi e blogger, ect.ect.
Un bel curriculum?
Così dicono gli addetti ai lavori.

A oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in conoscenza, nella elaborazione di idee innovative e nella valorizzazione dei beni immateriali. Per esempio  la tutela  dell’ambiente, dei consumatori,  costituisce una delle tipologie di risorse immateriali fortemente caratterizzanti l’attività agricola.

Ecco la domanda,    in tutta Europa il trasferimento delle conoscenze e delle buone prassi  in agricoltura,  viene considerato un caposaldo per lo sviluppo, mentre  in Sicilia?
I Servizi per l’agricoltura sono uno strumento utile per l’attuazione degli obiettivi di politica agricola e rurale legittimate dall’U.E.  C’è da dire però, che l’impegno finanziario nella programmazione PSR 2014/2020, per esempio  non è stato uniforme, in Italia    ci sono Regioni come il Piemonte, il Veneto, la Lombardia, che hanno  impegnano dal  6% al 14% della spesa complessiva del PSR nelle attività di promozione dell’innovazione, alla divulgazione, alla consulenza alle aziende agricole; dall’altra, Regioni che  hanno previsto  meno, appena il 2%,  come la Sicilia,  forse perché si riteneva (sbagliando) che investire in termini di risorse immateriali rappresenta un'opzional. Chiaramente non è una responsabilità di questo governo.
   In Sicilia la l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura autorizza l’Ente di Sviluppo Agricolo  ad attuare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali, e di divulgazione - che operano su larghe basi territoriali.
Ecco, se pur sono trascorsi 40 anni,   le finalità sono  coerenti agli indirizzi  dell’U.E e del Ministero  di questi ultimi anni.
Chiaramente per svolgere le attività e le funzioni, ci vogliono risorse adeguate.

Qual è la prospettiva strategica    per i prossimi anni ?
il punto di partenza e di riferimento in Sicilia è la  legge,   L.r. n. 73/77,   
Dobbiamo essere capaci di fare tesoro dell’esperienza maturata, delle necessità del mondo rurale,  ma anche di adeguare gli obiettivi rispetto  alle indicazioni del MIPAF su gli   ambiti del sistema di consulenza:
a)        gli obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b)        le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III, capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo regolamento (UE) n. 1307/2013;
c)        misure a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività, all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,  all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione dell'imprenditorialità;
d)       i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e)        i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f)         le norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda agricola;
g)        consulenza specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h)        la promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro attività economica;
i)          la gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle piante;
j)          i requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28, paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k)        le informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l)          misure rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m)      profili sanitari delle pratiche zootecniche;
n)        l'innovazione tecnologica ed informatica, l'agricoltura  di precisione e il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.

Anche il PAN prevede l’utilizzo di consulenti per supportare le aziende nella difesa fitosanitaria?
 Si il piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), adottato con decreto 22 gennaio 2014, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, reca l'attuazione della direttiva 2009/128/CE, e  istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, attribuisce alle Regioni l’onere di attuare  le azioni per l’applicazione della difesa integrata in agricoltura.
Stiamo lavorando a un progetto pilota sulla prescrizione  dei prodotti fitosanitari (il primo in Italia)

Di cosa si tratta?
I Prodotti fitosanitari   sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante come, malattie infettive, fisiopatie, parassiti e fitofagi animali ect..
Il Pan si propone di ridurre i rischi associati all'uso dei prodotti fitosanitari, promuovendo un processo di cambiamento delle tecniche di utilizzo dei prodotti verso forme più compatibili e sostenibili in termini ambientali  e sanitari.
Di conseguenza riguarda tutti, agricoltori, consumatori, cittadini  e  beni pubblici. La prescrizione è un cambio di passo nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari,a tutela di tutti chiaramente.
Così come il medico prescrive nella ricetta un medicinale per una determinata patologia, piuttosto che un altro,    così il  consulente  del PAN    potrà prescrivere un fitofarmaco  in funzione delle esigenze della coltura,   della tutela dell’ambiente e dei consumatori
Il consulente del PAN attraverso la   sua competenze  è  in grado di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in tema di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità etica.   L’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari   richiede un salto di qualità in termini di formazione e miglioramento delle capacità degli operatori professionali nelle scelte da compiere.
Per l’attuazione del progetto pilota, l’ipotesi su cui stiamo ragionando e   coinvolgere le strutture periferiche dell’Ente e all’occorrenza  professionisti esterni in regime di convenzione,  utilizzando le risorse delle Misure   del PSR 2014/2020

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