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martedì 5 agosto 2025

La cucina italiana è candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO

                                                          Daniela Torcina

 

Mangiare è un atto agricolo, così  il  poeta-agricoltore americano Wendell Berry, parlava di cibo, che  è diventato ormai uno stile di vita, per cui la gente mangia come vorrebbe vivere e si identifica nelle proprie scelte alimentari quotidiane, o almeno prova a farlo, non sempre però i risultati sono soddisfacenti per tutti.
 


La  Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co., IDIMED  e altri,  sostengono  la Candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell'Umanità promossa dal Governo,  insieme quanti sono impegnati e dedicati alla divulgazione culturale, all’educazione alimentare, alla formazione e alla promozione del territorio, in Italia e all’estero. Con un obiettivo chiaro: tutelare e valorizzare la cultura alimentare e i prodotti agroalimentari di qualità, ponendo particolare attenzione al patrimonio identitario delle produzioni agroalimentari  

PARTECIPA


Un accordo di partnership con  quanti vogliono promuovere questo percorso per la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco attraverso la cultura alimentare



Un’intesa che punta, attraverso iniziative condivise, a sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità   rafforzando così il legame tra cultura, territorio, qualità,   sottolinea come la cucina italiana sia un elemento identitario, un mosaico di tradizioni regionali e un esempio di sostenibilità e biodiversità. La cucina italiana, infatti, non è solo cibo, ma anche pratiche, gestualità e rituali legati al momento del pasto, che contribuiscono a definire l'identità culturale del paese. 

La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità,   a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità.

  La candidatura mira a riconoscere il valore della cucina italiana non solo come insieme di ricette, ma anche come pratica sociale, momento di condivisione e patrimonio di tradizioni tramandate di generazione in generazione.  

 La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità,   a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità.

 

Promuovere la cultura del cibo significa valorizzare la nostra storia, le tradizioni e l’economia locale. I nostri prodotti  dell’elaioenogastronomia sono un patrimonio straordinario, frutto del lavoro delle comunità e delle imprese agroalimentari e degli artigiani del gusto,  che rappresentano un valore non solo economico, ma anche sociale e culturale.

 Il logo della candidatura della “cucina italiana” a patrimonio dell’Unesco,  una mano che spadella cose, fra cui classici ingredienti della cucina italiana e alcuni monumenti celebri nostrani.

Un logo dal design semplice, con la mano di uno chef che spadella sul fuoco un mix di ingredienti della cucina italiana (fra cui figurano il vino, l’olio di oliva, la pizza, il pesce e la pasta) e diversi monumenti italiani (fra cui notiamo la Mole Antonelliana, i Templi di Agrigento, la Torre di Pisa, il Colosseo e diversi altri), il tutto su sfondo azzurro e corredato di scritta “Io amo la cucina italiana candidata a patrimonio Unesco”.

Il logo vuole riportare alla mente l’atto di cucinare come   un rito e un patrimonio alimentare/culturale. Il logo è stato realizzato dagli allievi della Scuola della medaglia dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato.

 L'obiettivo è di valorizzare  i prodotti  identitari e dell'arte culinaria   dell’  ElaioEnoGastronomia    Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario e diventa esperienza totale. In questo modo coinvolge immediatamente i quatto sensi, vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente ancorato ad un territorio tocca anche l’udito, perché si racconta e racconta il territorio. Quando arriva nel piatto, quel cibo ti ha detto tante cose e quando lo assapori diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo. Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo è caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione e l’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia. 


"In molti sostengono che la cucina italiana non esiste perché è una somma di cucine regionali. altri che esiste eccome, e non è una somma, ma una moltiplicazione di saperi che si incontrano, si contaminano e si trasformano”.

La cucina italiana esiste, è un patrimonio di valori, di passione, di gesti, di saperi e di creatività, e non di ricette specifiche o di materie prime, per sua natura mutevole, aperto alle contaminazioni e inclusivo, già amato e condiviso dall’umanità. Il riconoscimento a Patrimonio Immateriale Unesco, che potrebbe arrivare nel 2025, sarebbe importante, e sarebbe un’operazione culturale, di affermazione e di orgoglio della cucina italiana d’Italia e del mondo, ben prima e molto di più di un’operazione commerciale, con effetti positivi diretti ed indiretti potenzialmente enormi. Un obiettivo che è alla portata, a patto che enti culturali, istituzioni e chef facciano sistema davvero, e non a parole, guardando al riconoscimento Unesco non tanto come un traguardo, quanto come un nuovo punto di partenza, e come ad uno stimolo per scrollarsi di dosso quel “modus pensandi” tutto italiano, di paragonarsi alla Spagna nella cucina come alla Francia nel vino, quando invece il Belpaese è ricco di identità, unicità e qualità eccellenti amate nel mondo.




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venerdì 23 maggio 2025

“Polline, Miele & Cucina”,

 In un mondo sempre più frenetico, c’è un ritorno alla semplicità, al naturale, alla riscoperta dei sapori autentici. È proprio da questo desiderio che nasce “Polline, Miele & Cucina”, un evento gratuito – su prenotazione – organizzato dall’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani (A.R.A.S.), in programma venerdì 31 maggio alle ore 10:00, presso l’Istituto Zootecnico Sperimentale per la Sicilia, in via Roccazzo 85, a Palermo.



Questo appuntamento vuole essere molto più di un incontro divulgativo: è un’esperienza immersiva tra i profumi del miele millefiori siciliano, le virtù del polline d’api e la creatività della cucina naturale. Un’occasione per lasciarsi guidare tra benessere e sapori da chi ha fatto dell’apicoltura una vera e propria vocazione.

I segreti dell’alveare raccontati da chi vive tra le api

A guidarci in questo viaggio sarà Giovanni Caronia, apicoltore esperto e grande conoscitore del mondo delle api. Con la sua passione e competenza ci svelerà i segreti del polline d’api, un vero superfood naturale, e del miele millefiori, ricco di proprietà benefiche e profondamente legato al territorio siciliano.

Quando il benessere incontra la creatività in cucina

Ma non finisce qui. L’evento offrirà anche un momento dedicato al gusto grazie alla partecipazione della chef Rosi Napoli, che preparerà dal vivo alcuni piatti sani, creativi e ispirati alla tradizione, ovviamente utilizzando miele e polline come protagonisti.

 Dettagli dell’evento

  • Data: Venerdì 31 maggio
  • Orario: Dalle ore 10:00
  • Luogo: Istituto Zootecnico Sperimentale per la Sicilia, via Roccazzo 85 – Palermo
  • Ingresso gratuito: È necessaria la prenotazione

🔗 ISCRIVITI QUI

📞 Info: (+39) 328 413 7366
📧 Email: info@territorioeturismo.it

Evento promosso da A.R.A.S. – Associazione Regionale Apicoltori Siciliani
Cofinanziato dal Ministero dell’Agricoltura e dall’Unione Europea
(Campagna apistica 2024–2025)

giovedì 22 maggio 2025

Licata celebra il Melone Cantalupo

                                     NinoSutera 

 

Licata – Dal 23 al 25 maggio, Licata ospiterà la Sagra del Melone Cantalupo, un evento che celebra una delle eccellenze agricole del territorio e promuove la cultura enogastronomica siciliana.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Meditrerranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.


 

Il melone Cantalupo è un frutto simbolo di qualità e tradizione, coltivato nelle campagne di Licata da oltre 40 anni. Le condizioni climatiche e il terreno fertile della zona conferiscono a questo frutto caratteristiche uniche, rendendolo un simbolo dell’agricoltura licatese. Negli ultimi anni, il Comune di Licata ha intrapreso un percorso di valorizzazione del Melone Cantalupo, volto all’ottenimento del riconoscimento IGP.

L’evento si terrà nella rinnovata Via Principe di Napoli e si articolerà in tre giorni ricchi di attività per grandi e piccini:

  23 maggio 2025: Inaugurazione della Sagra con un Convegno scientifico al Teatro Re e Apertura Mostra Fotografica. Inaugurazione Food Village con un’ampia offerta gastronomica, laboratori per bambini e spettacoli musicali dal vivo con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Alberghiero Re Capriata.

    24 maggio 2025: Food Village con un’ampia offerta gastronomica, laboratori per bambini e spettacoli musicali dal vivo con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Alberghiero Re Capriata. Esposizione dei migliori meloni Cantalupo, degustazioni guidate e incontri con esperti del settore agricolo.

    25 maggio 2025: Food Village con un’ampia offerta gastronomica, laboratori per bambini e spettacoli musicali dal vivo con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Alberghiero Re Capriata. Esposizione dei migliori meloni Cantalupo, degustazioni guidate e incontri con esperti del settore agricolo. Chiusura dell’evento con concerto finale.

La Sagra del Melone Cantalupo rappresenta un’importante occasione per promuovere il territorio di Licata, valorizzare le tradizioni locali e sostenere l’economia agricola. L’evento mira a rafforzare il legame tra comunità, produttori e visitatori, creando un’opportunità di crescita culturale ed economica per la città.

Il Comune di Licata invita cittadini, turisti e appassionati di enogastronomia a partecipare numerosi alla Sagra del Melone Cantalupo, per scoprire e apprezzare una delle eccellenze del nostro territorio.


mercoledì 21 maggio 2025

Letojanni THE SICILY INTERNATIONAL FOLK FESTIVAL

NinoSutera 

 DOMENICA 25 MAGGIO A LETOJANNI LA PROMOZIONE DEI PRODOTTI DELLA NOSTRA ISOLA GRAZIE ALL'INIZIATIVA “SAPERI E SAPORI” IN OCCASIONE DELLA GIORNATA FINALE DEL “THE SICILY INTERNATIONAL FOLK FESTIVAL”.

 Valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli, alimentari ed enogastronomici. Questi gli obiettivi sui quali nasce “Saperi e sapori”, iniziativa che si svolgerà domenica 25 maggio a Letojanni in occasione della manifestazione “The Sicily International Folk Festival”.

 

Per un'intera giornata questa splendida località marinara del comprensorio turistico di Taormina che conta circa 3 mila abitanti, diventerà la capitale del folk in Europa e delle prelibatezze della cucina siciliana, facendosi apprezzare da quanti ancora non hanno avuto la possibilità di vedere di presenza questa piccola cittadina della Sicilia. All'interno del Palazzo Polifunzionale in Piazza Corrado Cagli, saranno preparate per gli ospiti una serie di isole gastronomiche dove sarà possibile degustare le nostre specialità, mentre all'esterno della struttura, saranno allestiti dei mercatini espositivi. Sarà un viaggio per tutta la Sicilia quello che il visitatore compirà, attraverso l'arte culinaria che vanta influenze culturali delle diverse dominazioni che hanno attraversato l'isola nel corso della storia. Si potranno degustare tipiche prelibatezze che possono essere inserite nella categoria street food come arancini, crispelle, scacciate, dolci tipici isolani, anche questi conosciuti in tutto il mondo, come i cannoli, le paste di mandorla, la granita, la pignolata, le cassatelle. In questo viaggio ci si potrà imbattere anche nella degustazione di vini e liquori. Un arcobaleno di colori e di sapori che saranno esaltati dalle spiegazioni di chef stellati ed enologi qualificati. In questo viaggio di degustazione delle varie prelibatezze tra un momento danzante e l'altro, saranno coinvolti anche circa 400 partecipanti al festival del folklore internazionale “The Sicily International Folk Festival”, provenienti da Malta, Lituania, Estonia, Austria, Germania, Valle D'Aosta, Sardegna e naturalmente Sicilia che proprio a Letojanni chiuderanno la tre giorni del festival. Ogni gruppo avrà la possibilità di coinvolgere il pubblico in piazza con le loro diverse esibizioni, creando una sinergia tra musica, danza, colori e nel frattempo fare una pausa assaggiando qualcosa di tipico. Tutti insieme per celebrare l'arte, anche quella culinaria e l'identità dei popoli in una Sicilia da millenni luogo per eccellenza di incontro fra diverse culture e ancora una volta si presta in maniera egregia a fare da cornice a questa manifestazione. Insomma un appuntamento al quale non si può mancare per chi vuole trascorrere una domenica all'insegna del mare, del buon cibo, facendosi travolgere dai passi di danza che si rifanno alle tradizioni popolari. L'iniziativa “Saperi e Sapori” è finanziata dall'Assessorato Regionale dell'Agricoltura e della Pesca Mediterranea Dipartimento Agricoltura. Ad organizzarla l'associazione MediterraneArtè con la collaborazione di EuroArt Production e con il patrocinio del Comune di Letojanni.

 




 

martedì 20 maggio 2025

Marsala, Vino, Olio e Salute

 

Auditorium Santa Cecilia - Marsala
Sabato 31 Maggio 2025

Vino Olio e Salute

La ricerca scientifica per rilanciare l’agroalimentare siciliano, partendo dai due prodotti cardine e fondamentali dell’alimentazione mediterranea, e proponendo un paniere di prodotti salutistici siciliani. L'evento è ideato da  Giacomo Dugo, Prof. Emerito di Chimica degli Alimenti, Università degli Studi di Messina;

  NinoSutera


 Mangiare è un atto agricolo,  così  il  poeta-agricoltore americano Wendell Berry, parlava di cibo, che  è diventato ormai uno stile di vita, per cui la gente mangia come vorrebbe vivere e si identifica nelle proprie scelte alimentari quotidiane, o almeno prova a farlo, non sempre però i risultati sono soddisfacenti per tutti.

In un mondo in cui mangiare ha assunto molti altri significati rispetto a quello energetico, l’ identità, il conforto, la socialità, l’ etica, la politica e naturalmente  l’ agricoltura, rivestono un ruolo non secondario.

E’ innegabile che il cibo ha un stretto legame con l’agricoltura e la cucina,  definiva e raccontava  la nostra italianità   Una identità che riflette nel bene e nel male la nostra storia millenaria,  e rispecchia fedelmente la nostra geografia: un Paese che si estende per quasi 1300 km di lunghezza, con una ricchezza impressionante di territori, suoli e paesaggi (collina, montagna, pianura, mare, lago, vulcani) nonché di climi ed ecosistemi (da quello gelido alpino/appenninico a quello arido mediterraneo). Recentemente la cucina italiana è stata candidata  a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.


Una cultura alimentare, insomma, che si è sedimentata per secoli sullo scambio tra città e campagna, tra aree geografiche vicine e tra ricchi e poveri; sulla differenza tra Nord e Sud, tra regioni e addirittura tra campanili; sull’assimilazione di stimoli esterni (arabi, francesi, spagnoli, americani, austriaci), rielaborati e reinterpretati con l’italico genius loci. https://terra.regione.sicilia.it/borghi-geniusloci-de-co-legame-fra-uomo-ambiente-clima-e-cultura-produttiva/

Pur tuttavia, va anche detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”  che  peerò non c’è.

 Questa mancanza si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative  da parte dei contadini.


L’esempio della pasta è indicativo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%,  lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador.   Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni. Adesso le importazioni provengono principalmente dal Medio Oriente, Cina, Stati Uniti, Canada,   

Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti ai allevamenti super industriali)   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.

Esiste quindi un tema centrale,  la sovranità alimentare

  Secondo la FAO la sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo; che punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

La cucina italiana  era una volta tradizione,  nata dall’incontro di culture,  la più alta espressione del Made in Italy Agro-Alimentare  era  composta da materie prime rigorosamente autoctone, (la Sicilia era fino a qualche secolo addietro il granaio dell’Impero)  quando perde il legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva, diventa un mero prodotto commerciale, ma perde tutto il suo fascino.

 



sabato 1 marzo 2025

La Dop Monti Iblei al SOL2Expo 2025

 

                          Gianna Bozzali

Il Consorzio Olio Dop Monti Iblei conferma la sua presenza al SOL2Expo 2025 – Full Olive Experience, l'evento di riferimento per l'intera filiera oleicola. Lunedì 3 marzo masterclass sugli oli Dop Monti Iblei a cura del capo panel, dott. Giuseppe Cicero.


  Dal 2 al 4 marzo 2025, presso il Padiglione 2 Sicilia, Stand C3-D3, il Consorzio Olio Dop Monti Iblei, che si appresta a celebrare i 25 anni dalla sua istituzione, avrà l'opportunità di incontrare operatori del settore e appassionati di extravergine di oliva al SOL2Expo 2025 – Full Olive Experience, l'evento di riferimento per l'intera filiera oleicola, che rappresenta l'evoluzione della storica fiera SOL. Durante l'evento, i visitatori potranno scoprire la qualità, la tradizione e l’eccellenza degli oli certificati.

«Anche quest’anno saremo presenti al SOL e non potevamo mancare, visto che ogni anno molti dei nostri consorziati ottengono importanti riconoscimenti», afferma Giuseppe Arezzo, presidente del Consorzio di Tutela. «Il nostro prodotto è ormai riconosciuto e apprezzato a livello internazionale, e non c'è da stupirsi. Nonostante le difficoltà legate alla siccità, alle piogge e al caldo, che mettono a dura prova il settore agricolo, i nostri imprenditori riescono, con enormi sacrifici, a produrre olio di qualità sempre migliore. L’attenzione è anche sulla quantità, ma il clima gioca un ruolo determinante, riducendo talvolta i quantitativi. Tuttavia, la qualità rimane sempre alta e ogni anno riusciamo a primeggiare. Questo è possibile grazie alle innovazioni tecnologiche nei frantoi, alla cura degli oliveti e al supporto della ricerca scientifica. Per noi, è fondamentale la collaborazione con le Università, l'Assessorato regionale all’Agricoltura e, da qualche anno, anche con l’IRVO. Un sentito grazie va anche al Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa, che quest’anno ha supportato in modo particolare la nostra presenza a questo importante evento fieristico».

«Gli ambasciatori della Provincia di Ragusa sono i prodotti tutelati e la loro straordinaria qualità – commenta il direttore del Libero Consorzio dei Comuni, Nitto Rosso-. L’olio extravergine Monti Iblei rappresenta l’apice di questo sistema, è il biglietto da visita del nostro territorio. La migliore azione di marketing territoriale per la provincia è iblea è la valorizzazione e la promozione dei prodotti tutelati e tra questi dell’olio Dop Monti Iblei».

Importante appuntamento con gli oli del Consorzio di Tutela quello di lunedì 3 marzo. Sarà possibile partecipare, infatti, a una masterclass condotta dal capo panel dott. Giuseppe Cicero. Un’esperienza sensoriale di circa due ore che permetterà ai partecipanti di approfondire la conoscenza della Dop Monti Iblei e di apprezzarne le caratteristiche che la contraddistinguono. La degustazione guidata si terrà a partire dalle ore 15.30 presso la sala show cooking del Padiglione 2. Per partecipare è richiesta la prenotazione inviando una mail all’indirizzo segreteriamontiblei@gmail.com

 

 

Il Consorzio Dop Monti Iblei in cifre:

·         N. Soci: 319 suddivisi in olivicoltori, frantoiani, confezionatori, intermediari;

·         Olio certificato:

- campagna 2022-2023: 2.357,36 quintali

- campagna 2023-2024: 2.422,76 quintali

- campagna 2024-2025 (dato al 19 febbraio) 1.672,53 quintali (secondo le previsioni ci assesteremo sui 2.200,00 quintali);

·         Superficie olivicola circa 1.820 ha.

Il Consorzio di tutela dell’Olio Extra Vergine d’Oliva DOP Monti Iblei è stato istituito nel 2000. Si tratta di un importante strumento operativo a servizio dell’olivicoltura di qualità. Alla sua costituzione hanno contribuito diverse figure produttive: produttori, molitori ed imbottigliatori. Il Consorzio permette loro di tutelare e valorizzare la DOP Monti Iblei garantendo al consumatore la qualità e genuinità dell’olio con il marchio proprio del Consorzio.

 

 

SOL2EXPO 2025: INFORMAZIONI UTILI

Dove: Veronafiere, Viale del Lavoro, 8, Verona

Quando: 2-4 marzo 2025

Stand Consorzio Olio Dop Monti Iblei: Pad. 2, Stand B10

Biglietti: www.sol2expo.com

 

ORARI DI APERTURA:

Domenica 2 marzo 2025: 10:00 - 19:00

Lunedì 3 e martedì 4 marzo 2025: 9:30 - 18:00

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