venerdì 22 dicembre 2023

EIP-AGRI Innovation Awards 2024

 

La rete europea della PAC ha lanciato il PEI AGRI Innovation award, con lo scopo di celebrare la grande varietà di Gruppi operativi che hanno lavorato in Europa e i loro risultati. 
Un opportunità anche  per i Gruppi Operativi finanziati dal PSR SICILIA 2014-2022

 

Il concorso è aperto a tutti i GO che abbiano concluso la loro attività o che la concluderanno entro quattro mesi dalla scadenza per la presentazione delle candidature (8 febbraio 2024). La premiazione sarà organizzata come parte integrante della Conferenza “EIP-AGRI Operational Groups: Innovation in practice” che si terrà il 7 maggio a Estoril (Portogallo). 

Sarà possibile candidare il proprio progetto compilando il formulario online, disponibile nel sito internet della Rete europea della PAC, entro l’8 febbraio 2024.

I progetti potranno essere candidati in una delle sei categorie riportate di seguito:

  1. Gestione sostenibile delle risorse naturali nelle pratiche agricole
  2. Modelli di business nelle filiere agroalimentari
  3. Zootecnia e benessere animale
  4. Mitigazione e adattamento del cambiamento climatico
  5. Gestione forestale sostenibile
  6. Digitalizzazione

Un ulteriore riconoscimento è previsto per il progetto preferito dal pubblico.

Il processo di selezione dei progetti si svolgerà in due fasi:

  • La prima fase, con scadenza l’8 febbraio 2024, prevede l’invio delle candidature in una delle sei categorie sopra citate. 30 progetti, tra tutti quelli inviati, saranno selezionati e avranno accesso alla seconda fase.
  • I 30 progetti selezionati dovranno inviare del materiale multimediale, sulla base del quale saranno selezionati i vincitori. I video saranno pubblicati nel sito della Rete europea della PAC e saranno aperte le votazioni del pubblico.
Per maggiori informazioni sul concorso, per scaricare le linee guida per la presentazione e per candidare i progetti dei GO, visitare il sito della rete europea della PAC al seguente link: https://eu-cap-network.ec.europa.eu/eip-agri-innovation-awards-2024_en#paragraph-9059.

giovedì 21 dicembre 2023

gruppo di coordinamento del Patto rurale della Commissione Europea

 

ERP nel  gruppo di coordinamento del Patto rurale della Commissione Europea

 


Il gruppo  di coordinamento del Patto rurale  è istituito come gruppo speciale della Commissione  Europea che guida il processo del patto rurale. La DG principale è la DG Agricoltura e sviluppo rurale e la DG co-principale è la DG Politica regionale e urbana.

Per orientare il processo, le organizzazioni coinvolte nella preparazione del Patto rurale ritengono utile creare un gruppo informale, rappresentativo dei partecipanti al patto per svilupparlo ulteriormente e guidarne il processo.

Il gruppo di coordinamento del patto rurale comprenderà fino a 30 rappresentanti, che insieme rappresenteranno ciascuna categoria di membri del patto rurale in modo proporzionato e mirando a un equilibrio tra tipi di attori (istituzioni e organi dell'UE, autorità pubbliche, rappresentanti delle ONG, rappresentanti delle imprese e rappresentanti dei cittadini), paese di origine, diversità dei contesti rurali e genere.

In particolare, il gruppo sarà composto da:

 - rappresentanti nominati dalle istituzioni e dagli organi europei: il Parlamento europeo (COMAGRI e COMREGI), il trio di presidenze del Consiglio dell'Unione europea (Svezia, Spagna e Belgio per il primo semestre 2023, evoluzione ogni semestre), ciascuno rappresentato da due rappresentanti di diversi settori politici pertinenti, designati dalle autorità nazionali, il Comitato delle regioni (NAT e COTER) e il Comitato economico e sociale europeo (NAT ed ECO)  

rappresentanti  dalle reti che guidano il Parlamento rurale europeo 

https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/24318

- rappresentanti eletti di organizzazioni europee attive in settori pertinenti al Patto rurale e/o che rappresentano la società civile e/o vari settori di attività e/o tipi di zone rurali e rappresentanti di organizzazioni o reti di ricerca, università o innovazione attive nella ricerca e nell'innovazione rurale  

I richiedenti di cui al punto 3 dovrebbero essere persone fisiche che rappresentano organizzazioni che:

-      Adottano  gli obiettivi condivisi della visione rurale unendosi alla comunità del Patto rurale.

-      Si sono impegnati a intraprendere azioni concrete nel Patto rurale attraverso la tela dell'impegno.

-      Rappresentare uno (o più) dei tipi di partecipanti al Patto rurale.

-      Sono attivi/lavorano su uno o più dei temi affrontati nella visione rurale.

-      Per le organizzazioni europee sono attivi preferibilmente in 10 Stati membri dell'UE o più.

Perché aderire? Quali sono i vantaggi dell'adesione?

-      svolgere un ruolo chiave nella gestione del Patto rurale presentando proposte alla Commissione europea sul programma di lavoro annuale dell'Ufficio di sostegno del Patto rurale.

-      Essere regolarmente informati e consultati sugli sviluppi politici riguardanti le aree rurali per fornire le loro opinioni su come le voci rurali possono essere sollevate per influenzare questi sviluppi.

-      Essere invitati a tutti gli eventi del Patto rurale organizzati dall'ufficio di sostegno del Patto rurale.

-      Hanno un accesso privilegiato ai canali di comunicazione del Patto rurale e alla piattaforma collaborativa del Patto rurale per diffondere informazioni sulle attività delle loro reti di interesse per la comunità del Patto rurale.

 



 

Dall’Ambrosia al Nettare: la straordinaria metamorfosi del Miele - progetto DRAPE

 

 

Il progetto DRAPE, intitolato "Dall’Ambrosia al Nettare: la straordinaria metamorfosi del Miele", rappresenta un'innovativa iniziativa collaborativa che coinvolge diversi partner, tra cui Nettare di Sicilia S.A.S, Azienda Fadda Flavia, Maltese Angelo, RED SHELL Società Semplice Agricola, Ruralia Società Agricola, Azienda Cannizzaro Vincenzo, Monaco Santo, Organizzazione Produttori: Rossa di Sicilia Società Cooperativa Agricola, Consorzio CORFILCARNI e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE).



L'obiettivo primario di questo progetto ambizioso è rivoluzionare il settore apistico, passando dalla tradizionale produzione di miele a una serie di processi innovativi, focalizzandosi sull'ottenimento di idromele e sottoprodotti derivati dai residui di allevamento delle api.

Il progetto si articola in diverse azioni strategiche, ognuna delle quali mira a raggiungere obiettivi specifici. La prima azione è dedicata al coordinamento tecnico/amministrativo, fornendo un sistema di gestione adatto alle esigenze particolari del progetto. Questa azione, fondamentale per il successo complessivo, si basa su procedure consolidate e tecniche affinate attraverso l'esperienza nella gestione di progetti precedenti.

La seconda azione si concentra sull'addestramento e l'introduzione dell'innovazione presso i diversi partner. Attraverso un quadro formativo teorico e pratico, il personale coinvolto acquisirà conoscenze sulle metodologie innovative, gestionali e sui sistemi di tracciabilità di filiera. L'obiettivo è promuovere una maggiore consapevolezza e governance del sistema, affrontando le criticità legate all'introduzione di nuovi prodotti sul mercato.

La terza azione prevede l'applicazione di protocolli di coltivazione basati su pratiche virtuose di "agricoltura conservativa". Saranno realizzate parcelle sperimentali per coltivare piante mellifere, come la "sulla" e specie officinali, mantenendo la biodiversità vegetale spontanea.

La quarta azione mira a introdurre metodi di allevamento dell'ape mellifera con elevata valenza ecologica, agricola e di benessere animale. Nuove metodiche, inclusa l'uso di arnie naturali innovative, ridurranno l'uso di fitofarmaci per ottenere prodotti apistici di alta qualità.

La quinta azione è dedicata alla produzione di idromele. Saranno applicati specifici protocolli per ottenere un prodotto con elevate qualità organolettiche e chimico-fisiche, includendo la caratterizzazione delle materie prime e l'ottimizzazione di fasi cruciali come fermentazione e affinamento.

La sesta azione si focalizza sul reimpiego dei residui dell'allevamento delle api, come il miele da opercoli e da sceratrice, per ottenere sottoprodotti come aceto e distillati. L'uso di arnie naturali innovative contribuirà a generare miele residuale destinato a nuove commercializzazioni. 

La settima azione riguarda la creazione di un sistema di tracciabilità di filiera "dal campo alla tavola", garantendo coerenza tra i processi produttivi. I protocolli specifici di ciascuna azione saranno consolidati in un Manuale di Produzione di Filiera, garantendo il rispetto degli standard ISO 22005:2008.

La ottava azione si propone di delineare l'identikit del consumatore di idromele attraverso indagini dirette e questionari, analizzando le preferenze dei consumatori.

La nona e ultima azione si occupa della comunicazione, promozione e diffusione dei risultati, coinvolgendo un Comitato di Gestione della Divulgazione per implementare una strategia efficace. La creazione di una forte immagine coordinata e l'implementazione di un piano di comunicazione, inclusi newsletter e un portale web dedicato, contribuiranno a diffondere con successo i risultati del progetto.

In conclusione, il progetto DRAPE rappresenta una pietra miliare nell'evoluzione del settore apistico, puntando a una produzione più sostenibile, consapevole e innovativa. La sua realizzazione promette di influenzare positivamente l'intera filiera e di ispirare progetti futuri nel panorama agricolo e agroalimentare.

 

martedì 19 dicembre 2023

"Sagra del vino e dei prodotti De.Co e P.A.T. , dei Colli Sicani del Comune di Racalmuto, dei prodotti tipici locali e Regionali 2023"




















L'Associazione Regionale Rifermenti Civici della Sussidiarietà (A.R.R.C.S.) Organismo di Volontariato con il patrocinio del Comune di Racalmuto (AG) in collaborazione con;

Associazione Culturale "Consorzio Turistico Città di Racalmuto" e la ProLoco NeaPolis di Racalmuto organizzano l'evento "Sagra del vino e dei prodotti De.C.O. e P.A.T. , dei Colli Sicani del Comune di Racalmuto, dei prodotti tipici locali e Regionali 2023" che si svolgerà nei giorni 20/21/22 Dicembre 2023. L'iniziativa ha l'obiettivo di valorizzare i prodotti di eccellenza De.Co e P.A.T. della tradizione ultra decennale del territorio. Ad arricchire le giornate ci saranno; banchi di assaggio di vini pregiati, convegni, workshop, spettacoli a teatro, esposizione di auto storiche, passeggiate programmate guidate (su prenotazione) per le vie della città. Si scopriranno gli scorci di una incantevole città medioevale, mostre d'arte, musiche e Novene, tanta cultura sotto le sfavillanti luci degli addobbi natalizi del centro città. In due delle tre giornate sono previsti vari appuntamenti di degustazione di prodotti del territorio magistralmente esposti e offerti sotto la maestosità del Castello Chiaramontano, presso Piazza Umberto I°. Il Taglio del nastro inaugurale apertura sagra degustazioni avverrà Giovedì 21/12 alle ore 18.30.

lunedì 18 dicembre 2023

Progetto InSole

 Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la

coltivazione sostenibile di piante officinali e la

produzione di oli essenziali di qualità.

 

 

Proseguono le attività del progetto InSole, nato con l’obiettivo di promuovere la

diversificazione colturale e la creazione di nuove filiere produttive ad alto valore, per la

conservazione della biodiversità.



Finanziato dal PSR Sicilia 2014/2022 e rivolto, nella sua fase sperimentale, ad aziende

florovivaistiche, interviene in Sicilia, in particolare nel territorio ibleo di Scicli (Ragusa) al

fine di:

- promuovere la coltivazione sostenibile di piante officinali, anche con specie endemiche

o ecotipi locali, per diversificare le attività aziendali e conservare la biodiversità locale

- adottare tecnologie innovative anche nell’ambito dell’estrazione degli oli essenziali per

ottimizzarne la resa, migliorare la qualità e ridurre l’uso dell’energia

- sviluppare strategie di marketing e comunicazione ai fini di un efficace inserimento sul

mercato del prodotto finito, così strettamente legato al territorio di produzione

Le fasi del progetto sono ormai ad uno stadio avanzato. Dopo uno studio sulla specificità

delle essenze da coltivare, principalmente rosmarino e lavanda, condotto dalla Scuola

Superiore Sant’Anna di Pisa, sono state coinvolte una decina di aziende agricole per

l’applicazione di pratiche sostenibili di coltivazione (agricoltura biologica o integrata) e

sono state condotte le indagini relative alle capacità di adattamento delle specie ai diversi

ambienti e agli stress fisiologici.

Lo sviluppo di un prototipo innovativo di estrattore in corrente di vapore, con

l’inserimento di antenne coassiali a microonde, realizzato dall’Istituto Nazionale di Ottica

del CNR di Pisa, ha consentito di ottimizzare la quantità degli oli essenziali prodotti e

minimizzare l’uso di energia.

Oltre alla resa ciò che risulta significativo è la qualità degli oli essenziali ottenuti grazie al

progetto InSole. Il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa ha evidenziato la

presenza di molecole molto interessanti per le loro proprietà antifungine, antivirali,

antibatteriche, antitumorali, antiossidanti e antinfiammatorie, quali geraniolo, timolo,

mirtenale, pinene, borneolo.

Nei prossimi mesi sarà indagato il mercato di riferimento e saranno proposte strategie di

marketing e comunicazione per caratterizzare il prodotto e raccontarne l’alto valore. È

previsto inoltre uno studio che valuti l’impiego di biomasse aziendali o scarti di altre filiere,

come ad esempio la filiera degli agrumi, per realizzare oli essenziali originali ed unici da

promuovere attraverso mercati alternativi.

Per saperne di più   www.insolesicilia.com

il progetto TOMATRACK

 

La tecnologia digitale a servizio della produzione integrata del pomodoro in serra: il progetto TOMATRACK

La Sicilia offre un territorio unico, caratterizzato da una ricca diversità di ambienti e condizioni pedoclimatiche, che la rendono una delle regioni più interessanti dal punto di vista delle produzioni agricole. Tra le colture principali, il pomodoro emerge come vera eccellenza del territorio siciliano, coltivato principalmente in serra nelle aree costiere. Le particolari condizioni ambientali e l'utilizzo di acqua ad elevata salinità per l'irrigazione conferiscono al pomodoro caratteristiche organolettiche uniche, quali dolcezza e mineralità. Questo prodotto rappresenta un fiore all'occhiello per l'agricoltura siciliana, con una produzione sotto serra che si estende dall'autunno alla primavera, grazie al clima mite.

Paradossalmente, il periodo estivo rappresenta la sfida più difficile per la coltivazione del pomodoro, a causa delle temperature eccessive che provocano gravi problemi di allegagione e traspirazione delle piante. Tuttavia, l'alta specializzazione nella produzione del pomodoro in serra ha portato a problematiche sempre più complesse da gestire. Inizialmente coltivato in suolo, il pomodoro ha presto ceduto il passo alla coltivazione fuori suolo a causa dei nematodi del terreno. Questa transizione, sebbene abbia alleviato temporaneamente le problematiche legate alla coltivazione intensiva del pomodoro, ha introdotto nuove sfide legate alla sostenibilità, come la gestione della soluzione nutritiva, l'aumento dell’incidenza dei patogeni che ha determinato un sempre più crescente utilizzo di prodotti fitosanitari.

Un ulteriore aspetto critico è la sostenibilità economica dei sistemi fuori suolo, dipendenti dai prezzi volatili dei nutrienti per i sistemi di fertirrigazione, spesso legati alle quotazioni del petrolio. La recente crisi energetica ha reso evidente la fragilità di questi sistemi, come sottolineato da un agricoltore coinvolto nel progetto TOMATRACK: "Quello che spendevo per comprare i sali necessari per la fertirrigazione per un intero anno ora è sufficiente per coprire solo tre mesi, mentre i prezzi di vendita dei pomodori sono rimasti pressoché invariati".

È evidente la necessità di cambiare il paradigma di produzione del pomodoro in serra in Sicilia. In questo contesto, il progetto TOMATRACK (finanziato dalla regione Sicilia tramite fondi PSR 2014-20, sottomisura 16.1) si propone di rendere più sostenibili le aziende agricole che coltivano pomodoro in serra, intervenendo sull'efficientamento strutturale delle serre, l’applicazione di pratiche agroecologiche e l’utilizzo di sensori per prevedere l'insorgenza di malattie e gestire in modo ottimizzato la fertirrigazione.

L'efficientamento strutturale delle serre è stato realizzato attraverso la costruzione di una serra tecnologica presso l'azienda agricola Causarano. Questa struttura innovativa presenta un'altezza in gronda maggiore rispetto alle serre normalmente utilizzate sul territorio, consentendo una migliore regolazione della temperatura e dell'umidità all'interno della serra, specialmente durante il periodo estivo, in cui le temperature elevate rappresentano spesso un fattore limitante per la produzione del pomodoro. La serra tecnologica è dotata anche di un sistema automatizzato per l'apertura e la chiusura di pannelli sul tetto, regolando l'umidità all'interno della serra e riducendo così il rischio di malattie legate a un ambiente eccessivamente umido.

Un altro aspetto innovativo riguarda l'utilizzo di sensori di umidità e temperatura, sia nel suolo che nell'aria all'interno della chioma delle piante. Questi sensori consentono un monitoraggio continuo dei parametri ambientali, comunicando con un modello previsionale per l'insorgenza di malattie fungine, come la peronospora (Phytophthora infestans) e il ciclo di insetti dannosi come la mosca bianca (Aleurodidi) e la tignola (Tuta absoluta). Per gli agricoltori, la gestione diventa molto più semplice. Oltre a monitorare la situazione in tempo reale tramite l'applicazione scaricabile sullo smartphone AGRICOLUS, ricevono avvisi via e-mail in caso di elevate probabilità di pericolo, fornendo indicazioni su quando trattare, quale prodotto utilizzare e le dosi consigliate. Questo approccio consente di ridurre significativamente l'uso di prodotti fitosanitari, con evidenti vantaggi economici e ambientali.

I ricercatori della Scuola Sant'Anna del gruppo di Agroecologia, insieme ai tecnici informatici di AGRICOLUS, hanno condotto dal 7 al 9 novembre 2023 corsi di formazione individuali per agricoltori e tecnici coinvolti nel progetto TOMATRAK sull'utilizzo di questi sensori. Durante i corsi, gli agricoltori hanno acquisito familiarità con l'applicazione di Agricolus, simulando situazioni di pericolo. Gli agricoltori del consorzio TOMATRACK si sono resi disponibili a gestire un settore dell'azienda con il supporto dei sensori e l'utilizzo dei modelli previsionali di Agricolus, mentre il resto dell'azienda segue una gestione ordinaria. Saranno quindi confrontati i due sistemi di gestione, valutando gli effetti sulla produzione e la potenziale riduzione dell'uso di input chimici per la gestione fitosanitaria del pomodoro.

Figura 1: Calibrazione della sensoristica per il monitoraggio in tempo reale di umidità e temperatura dell’aria e del substrato di crescita.




Figura 2: Registrazione dei sensori nell’app di AGRICOLUS per il funzionamento dei modelli previsionali di malattie fungine e insetti dannosi per il pomodoro.




Figura 3: Gestione integrata del pomodoro in serra grazie all’utilizzo della zucca serpente di Sicilia (Lagenaria longissima Fam. Cucurbitaceae) che ospita insetti utili per il controllo della tignola del pomodoro (Tuta absoluta)




sabato 16 dicembre 2023

Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura

Adesione 

RETE REGIONALE AKIS

    La definizione maggiormente condivisa di sistema della conoscenza e dell’innovazione per l’ambito agricolo (inteso in senso esteso anche alle foreste e alla prima trasformazione) è quella utilizzata da un documento OCSE del 2012: “Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura  è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura”.

scarica le presentazioni 

Lo sviluppo del territorio passa anche dalla conoscenza 

Tuttavia, uno degli aspetti che gli esperti della materia evidenziano sempre quando si tratta di descrivere e valutare l’AKIS è la grande variabilità nel tempo e nello spazio, in quanto esso è mutato con l’evoluzione dell’agricoltura e del sapere e ha numerose modalità di espressione e di organizzazione nei diversi territori rurali. Uno degli approcci più tradizionali per descrivere l’AKIS è quello che ne individua i due principali livelli organizzativi: quello legato alle istituzioni che ne promuovono lo sviluppo mediante interventi di politica e di finanziamento, quello legato ai contenuti e quindi ai soggetti attuatori degli interventi che competono al sistema. Nell’attuale periodo di programmazione è stato fatto uno sforzo notevole per aumentare la consapevolezza dell’importanza del sistema della conoscenza e di alcune sue componenti e per sottolineare la necessità di una maggiore diffusione di soluzioni innovative tra le aziende agricole.

L’attuazione del Partenariato Europeo dell’Innovazione per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura (PEI AGRI) con il sostegno dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) e il sostegno del Programma Quadro della ricerca Horizon 2020 all’attuazione di progetti di ricerca multi-attoriali ha creato le basi per l’adozione di modelli di innovazione interattiva sia a livello nazionale/locale sia a livello transnazionale. Attraverso questi interventi sono stati rafforzati i legami tra ricerca e pratica e si è cercato di potenziare i servizi di consulenza. La proposta legislativa della Commissione per la PAC post 2020, conferma l’attuale indirizzo. Agli obiettivi di redditività e sostenibilità ambientale e sociale è stato aggiunto un obiettivo trasversale, che promuove la conoscenza, l’innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo e nelle aree rurali, considerato fondamentale per conseguire l’ammodernamento del settore.

La proposta sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal sistema della conoscenza e innovazione in agricoltura (AKIS secondo la denominazione inglese) per raggiungere l’obiettivo suddetto e sottolinea l’importanza di includere nel processo di programmazione – l’analisi SWOT e il Piano strategico nazionale – una descrizione dettagliata dell’AKIS, dei suoi attori, con particolare riferimento ai servizi di consulenza aziendale (art. 13 proposta di regolamento), e delle sue strutture e modalità di funzionamento. Questa descrizione rappresenterà il punto di partenza per la definizione della strategia di sviluppo e rafforzamento dell’AKIS. La composizione dell’AKIS e i singoli servizi in esso compresi hanno subito, negli anni, modifiche dovute a interventi istituzionali (norme, regolamenti, articolazioni degli enti locali, ecc.), a cambiamenti strutturali del settore produttivo, allo spostamento di obiettivi e funzioni fra le organizzazioni coinvolte nel sistema, all’evoluzione delle tecnologie dell’informazione. Nuovi soggetti sono intervenuti per coprire ambiti di attività̀ specifici in sostituzione o in aggiunta ad attori già̀ presenti, così come nuove funzioni sono state attivate per far fronte a nuove e diverse esigenze degli agricoltori e degli altri attori del territorio, sempre più coinvolti nel sistema agricolo.

È quindi un ambito complesso di difficile analisi anche perché non esistono statistiche ufficiali sulle sue attività e sulle sue componenti (tranne per la ricerca scientifica) e sono stati realizzati pochissimi studi specifici. Nella proposta di regolamento al Capo II denominato “Contenuto del Piano strategico della PAC”, l’articolo 102 relativo alla Modernizzazione descrive quanto dovrebbe essere riportato nel suddetto Piano: “(a) una panoramica del modo in cui il piano strategico della PAC contribuirà all’obiettivo generale trasversale relativo alla promozione e alla condivisione delle conoscenze, dell’innovazione e della digitalizzazione che ne incoraggia altresì l’utilizzo di cui all’articolo 5, secondo comma, in particolare attraverso: i) la descrizione della struttura organizzativa degli AKIS, concepiti come organizzazione combinata e flussi di conoscenze tra persone, organizzazioni e istituzioni che utilizzano e producono conoscenza nel settore dell’agricoltura e in quelli correlati; ii) la descrizione del modo in cui i servizi di consulenza di cui all’articolo 13, la ricerca e le reti della PAC collaboreranno nel quadro degli AKIS e del modo in cui sono prestati i servizi di consulenza e sostegno all’innovazione; (b) la descrizione della strategia per lo sviluppo di tecnologie digitali nel settore dell’agricoltura e nelle zone rurali e per il loro utilizzo al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi del piano strategico della PAC”.

 

venerdì 15 dicembre 2023

I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile Rapporto ASviS 2023

 


 

 

  Il “Rapporto AsviS sui Territori 2023” illustra, attraverso dati e grafici, il posizionamento di Regioni, Province, e Comuni rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. Inoltre si trovano una rassegna di esperienze internazionali di territorializzazione degli SDGs, l’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, il tema della coerenza delle politiche, il sistema di Strategie e Agende territoriali per lo sviluppo sostenibile, le disuguaglianze tra territori e i rischi naturali e antropici, la selezione di buone pratiche e le proposte dell’ASviS sui temi prioritari.

Quest’anno il Rapporto dedicato ai territori giunge alla quarta edizione, e rappresenta sempre più uno strumento fondamentale per approfondire l’andamento del nostro Paese rispetto allo sviluppo sostenibile.   Per aiutare a raggiungere gli ambiziosi obiettivi,   con questo Rapporto l’ASviS mette a disposizione dei decisori politici e della società civile uno strumento che, attraverso indicatori statistici elementari e compositi, raccoglie e analizza il posizionamento di regioni, province, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Questi sono corredati da proposte concrete per rispondere alle esigenze più urgenti. L’importanza dei territori è evidente nell’ottica di sostenere dal basso la spinta verso la transizione di sostenibilità, come indicato in passato dalle Nazioni unite, dall’Unione europea e dall’Ocse. Regioni, province e comuni rappresentano i livelli più vicini ai cittadini e sono responsabili dei servizi fondamentali offerti alle loro comunità. Nella ricerca di uno sviluppo sostenibile, questi offrono un luogo dove i processi di trasformazione possono essere avviati con più efficienza. Infatti, l’Agenda 2030 ha avuto la grande intuizione di considerare necessarie le azioni di tutti i livelli di governo, e quindi anche quelle delle istituzioni locali.   Bisogna accelerare gli sforzi per conseguire l’Agenda 2030 nei sette anni che ci rimangono, e allo stesso tempo portare avanti le riflessioni su cosa dovrà avvenire dopo il 2030. Su questi due aspetti i territori italiani, ma anche in tutto il resto del mondo, possono giocare un ruolo fondamentale. Il nostro augurio è che questo Rapporto possa aiutare anche nei prossimi mesi, quando a valle dall’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile le regioni e le città metropolitane potranno procedere ad aggiornare le proprie strategie. Questo processo rappresenterà un passo in avanti cruciale per il nostro Paese e un’occasione per i territori di allineare le proprie priorità con quelle definite a livello nazionale.

  SCARICA IL RAPPORTO

 

 

 

 

StayOn è un progetto di cooperazione dell’Unione Europea

EVENTO FINALE 

  WORLD CAFE 

December 14 2023 – Giardini del Massimo Piazza G. Verdi Palermo inside Teatro Masssimo

  FINAL CONFERENCE

December 15 2023 – Giardini del Massimo, Piazza G. Verdi, Palermo, inside Teatro Masssimo

StayOn è un progetto che vede la cooperazione di 7 paesi dell’Unione Europea (Grecia, Italia, Irlanda, Polonia, Portogallo, Germania e Slovenia), con l’obiettivo di creare condizioni favorevoli affinché i giovani vengano impiegati nei loro territori, offrendo loro opportunità, benefici e servizi. Il partenariato si focalizza principalmente sulle zone rurali in cui una percentuale significativa della popolazione è esposta al rischio di esclusione sociale e in cui vi è una percentuale più elevata di giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training), ovvero giovani che sono disoccupati e non stanno ricevendo un’istruzione o una formazione professionale.



 Dai quattro angoli di Europa si ritroveranno a Palermo per tessere la tela finale del progetto StayOn: i partner coinvolti, provenienti da Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia, Polonia, Slovenia e Germania, hanno dato vita  a due-giorni dedicata ai risultati e all’analisi del progetto internazionale. Nato dall’esigenza di limitare lo spopolamento delle zone rurali di alcuni paesi europei, StayOn ha fornito e continua a fornire strumenti di formazione adeguati per qualificare i NEET locali e per supportare l’economia territoriale con azioni di sostegno alle principali attività professionali tipiche dei paesi coinvolti.



Attraverso i diversi paesaggi d’Europa, le aree rurali in Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia, Polonia, Slovenia e Germania presentano sfide distinte e opportunità. Nonostante siano culle del patrimonio culturale, serbatoi di bellezze naturali e centri di inventiva agricola, queste regioni spesso lottano con problemi come lo spopolamento, l’accesso limitato alle tecnologie moderne e la stagnazione economica, problematiche che fanno parte delle sfide più ampie affrontate dalle zone rurali in Europa.

 

  All’evento  finale  di venerdì 15 hanno preso parte tra gli altri, Tommaso Fontana, AT psrsicilia, Francesca Varia  Crea , e Nino Sutera Coordinatore del  European Rural Parliament Italy,  sono stati presentati  i lavori  del progetto alla presenza dei project manager dei paesi partner, del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana e delle società organizzatrici dei corsi di formazione. L' attività si è conclusa con la descrizione delle principali case history di successo e infine   con la sottoscrizione  il Manifesto finale del progetto e del Manifesto della Neoruralità  del  Italy European Rural Parliament, considerata l'affinità delle due iniziative

ERP-ITALY





















RETE RURALE NAZIONALE


giovedì 14 dicembre 2023

Prošek vicino il riconoscimento Ue

 

Il Comitato per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo ha approvato lunedì sera la proposta di regolamento dell’Ue sulle indicazioni geografiche che definisce le condizioni di protezione dei prodotti con nomi simili, omografi, con 39 voti a favore e 7 contrari.

 

Il Prošek croato si è avvicinato lunedì, 11 dicembre,  verso il riconoscimento dello status di prodotto europeo protetto col suo nome originale, nonostante l’opposizione di numerosi eurodeputati italiani che ritengono che il termine “prošek” danneggi le vendite del vino frizzante italiano Prosecco.

La proposta finale del regolamento, che determinerà se il Prošek potrà essere commercializzato con il suo nome, è stata concordata in un trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento. Dopo il voto in commissione, tutti i deputati si esprimeranno in una delle prossime sedute plenarie. Le decisioni approvate nelle commissioni del PE vengono generalmente adottate anche nelle sedute plenarie, consentendo alla Commissione europea di proteggere il Prošek come altri prodotti autoctoni europei, scrive l’agenzia di stampa croata Hina.

Contrariamente alle anticipazioni italiane, la proposta del nuovo regolamento ha chiaramente indicato che gli omografi possono essere protetti a condizione che esista una chiara differenza nell’uso locale a lungo termine del prodotto e che i consumatori non siano ingannati sulla vera identità del prodotto. La proposta italiana di vietare la protezione di tutti i prodotti che “suggeriscono anche minimamente un altro prodotto” non è stata accettata, ha sottolineato l’ufficio dell’eurodeputato croato Tonino Picula, membro sostituto del Comitato per l’agricoltura.

 

In una lunga disputa tra Italia e Croazia sul nome del dolce vino croato, che dura fin dal processo di adesione della Croazia all’Ue, ricorda l’agenzia Hina, la politica italiana e i produttori del Prosecco si sono opposti fermamente all’uso del nome Prošek, sostenendo che si tratti di una “copia economica” del più pregiato e commercialmente più riuscito Prosecco, sebbene siano due vini completamente diversi. Il Prošek è un vino dolce da dessert, mentre il Prosecco è uno spumante secco.

progetto Celavie

 

Progetto italo-tunisino per la coltura idroponica e in vertical farming con sperimentazione in Sicilia. Potrà servire per produrre in zone desertiche o per finalità umanitarie. Interesse in altre regioni e nel Medio Oriente

Cicli biologici multipli, da tre a otto all'anno a seconda delle specie vegetali, media di attecchimento pari all'86% e una resa produttiva da 1,5 a tre volte più alta rispetto alle normali coltivazioni in campo aperto. Tutto senza uso di fertilizzanti, pesticidi o altre componenti chimiche, senza emissioni inquinanti, con risparmio d'acqua dal 90% in su ed energia autoprodotta da fonti rinnovabili, in un sistema fuori suolo a circuito chiuso dotato di autonomo microclima e quindi adattabile a qualsiasi contesto ambientale. Cifre che fotografano, a fine sperimentazione, i risultati ottenuti con la Cellula della vita, innovativo vivaio tecnologico e trasportabile realizzato a Palermo e a Sfax dal partenariato protagonista del progetto Celavie (acronimo di “CEllule technologique de LA VIE”), co-finanziato dall'Unione Europea attraverso il Programma ENI di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia 2014-2020, di cui il Dipartimento Programmazione della Presidenza della Regione Siciliana è autorità di gestione. Circa 975 mila euro il budget totale, per il 10% coperto dai partner con risorse proprie. I report scientifici sono stati illustrati oggi presso la Lumsa di Palermo, dove si è svolta la conferenza finale.



La cellula della vita è una “capsula” di sei metri per tre, alta due metri e mezzo, nella quale è racchiuso un impianto acquaponico, cioè una comunità biologica in scala ridotta che alla coltura vegetale fuori terra (idroponica) unisce l'allevamento di animali acquatici. Nel prototipo questa metodologia è stata integrata con le dotazioni tecnologiche necessarie per garantire autosufficienza energetica, autonomia climatica, gestione e monitoraggio dei cicli biologici (anche a distanza). Per un anno e mezzo, dopo le fasi di progettazione e costruzione, i test hanno riguardato alcune essenze vegetali nei letti di coltura disposti verticalmente su più livelli, principalmente pomodoro, basilico, lattuga, peperoncino e sedano, e contemporaneamente, nelle vasche sottostanti, specie d'acqua dolce come granchi di fiume, carpe e gambusie. La cellula, è stato spiegato nel corso della conferenza di presentazione dei risultati della ricerca, potrà essere utilizzata come fonte di cibo a chilometri zero per piccole comunità in zone difficili da rifornire, oppure dove scarseggiano risorse idriche, aree coltivabili e mezzi, o per sostenere attività agricole o di acquacoltura, o per ripopolare gli invasi. E ancora, in situazioni di estrema emergenza, per esempio paesi isolati per frane o terremoti, o per finalità umanitarie, per esempio come supporto alimentare nei campi profughi, e poi anche per attività didattiche. Potrà servire ad aziende, scuole, istituzioni, gruppi di lavoratori in zone remote.

Trasportabilità, autosufficienza, versatilità, profilo ecologico e capacità produttiva a costi ridotti hanno attirato verso la Cellula della vita molte attenzioni, in parte maturate nell'ambito del Jazz'Inn, rassegna nazionale dell'innovazione dove il progetto Celavie è stato selezionato tra i casi d'eccellenza. In Campania la Cellula ha riscosso l'interesse di una rete di imprese che si occupano di forniture verso paesi del Medio Oriente. Sono stati aperti contatti con un istituto scolastico di Torino e, sempre in prospettiva didattica, con un'azienda che potrebbe avviare un progetto su più scuole italiane. Un comune della Calabria, inoltre, ha richiesto un adattamento tecnico della Cellula per farla funzionare con acqua di mare all'interno di una riserva naturale. Manifestazioni di interesse sono arrivate anche da organizzazioni non governative che svolgono attività umanitaria nei campi profughi.

“Il vertical farming in ambiente protetto consente di produrre per metro quadrato più di quanto si produca in campo sulla stessa superficie, e ciò senza uso di prodotti che invece sono impiegati nelle coltivazioni tradizionali su suolo o in serra”, ha spiegato Dario Costanzo, coordinatore del progetto, “la Cellula può essere una tecnologia integrativa su cui fare leva per mantenere i livelli produttivi riportando a un uso non intensivo terreni ormai sempre più aridi. Questo è un problema che investe progressivamente la Sicilia, dove ormai è raro che la quota di sostanza organica nel suolo raggiunga il 2%, mentre quella ottimale sarebbe del 4%. Vale, in generale, per vaste aree del pianeta dove tante persone soffrono la fame”. Celavie esplora lo scenario futuro di una popolazione mondiale vicina ai 9 miliardi di persone entro il 2050 con una disponibilità di suoli fertili sempre più ridotta, condizione che imporrà il passaggio da sistemi produttivi intensivi a tecniche conservative in grado di ottimizzare l'uso delle risorse per rendere i processi produttivi efficienti e sostenibili.

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