venerdì 14 marzo 2025

Workshop Politiche Locali del cibo: Costruiamo Territori Sostenibili


28 Marzo 2025 ore 9:00 -

 Dipartimento di Scienze della Formazione 

- Palazzo Ingrassia, Via Biblioteca 4, Catania

 

                  In un contesto caratterizzato da sfide globali sempre più complesse, si evidenzia con crescente interesse la necessità di ripensare i sistemi alimentari e le politiche che ne regolano il funzionamento nell’ottica di costruire territori sostenibili.

Il workshop “Politiche locali del cibo: costruiamo territori sostenibili” che si terrà venerdì 28 marzo ore 9:00, presso l’aula 1 della sede di Palazzo Ingrassia del Dipartimento di Scienze della Formazione, si configura come un’importante occasione di confronto interdisciplinare, mirata ad approfondire il ruolo cruciale dell'interazione tra ricerca scientifica, politiche pubbliche e partecipazione sociale nella definizione di nuovi modelli di governance alimentare.


L'iniziativa, organizzata nell’ambito delle attività di ricerca del progetto PRIN 2020 Emplacing Food. Narratives, Policies and Spaces in Italy di cui l’Unità di Catania è partner, intende promuovere una riflessione sul ruolo delle politiche locali del cibo come elemento strategico della governance territoriale, incoraggiando il confronto per pratiche innovative, sostenibili e partecipative. In particolare, si pone l’accento sulla centralità dei sistemi alimentari urbani, e sulla necessità di un approccio collaborativo e integrato finalizzato all’ideazione di politiche locali, che coinvolga istituzioni pubbliche, attori privati, organizzazioni del terzo settore e comunità locali.

Questo incontro si propone, dunque, come uno spazio di dialogo inclusivo, finalizzato alla condivisione di esperienze, buone pratiche e visioni strategiche per la trasformazione dei sistemi alimentari e delle relative politiche, affinché possano rispondere efficacemente alle sfide della sostenibilità.

Il workshop inizierà con i saluti istituzionali di Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania, Loredana Cardullo, direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, Luigi Scrofani, direttore del centro di ricerca ProGeo, Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Salvatore Barbagallo, assessore dell’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca Mediterranea della Regione Sicilia, Enrico Trantino, sindaco della città Metropolitana di Catania.

Ad aprire i lavori sarà la responsabile scientifica dell’unità locale del progetto, Donatella Privitera, docente di Geografia del DISFOR, che introdurrà la relazione di Egidio Dansero, Principal Investigator del progetto e Responsabile della Rete Italiana delle Politiche locali del cibo.

Seguirà la prima tavola rotonda sulle sfide alimentari urbane coordinata da Giaime Berti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a cui parteciperanno Andrea Guzzardi, assessore del comune di Catania, Elena Alonzo, direttrice dell’UOC Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Asp Catania, Fabio Di Francesco, presidente Slow food Sicilia, Nicola Purrello, presidente Urban Vineyards Association e Giuseppe Strano, presidente dell’Associazione dei Mercati Contadini Siciliani.

La seconda tavola rotonda, coordinata da Alessandro Scuderi, Responsabile OnFOODS Spoke 1 dell’Università di Catania, si incentrerà sulle prospettive delle politiche locali del cibo. Interverranno Federica Argentati, componente direttivo Consulta nazionale Distretti del Cibo, Salvatore Cacciola, presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia, Teresa Gasbarro, direttrice del Consorzio di Tutela Vini ValdiNoto, Pietro Maugeri, presidente Banco Alimentare della Sicilia, Andrea Passanisi, presidente provinciale Coldiretti Catania, Antonino Sutera, responsabile Osservatorio Neorurale, Assessorato Regionale all’Agricoltura.

 

lunedì 10 marzo 2025

“Siciliasfruttazero”

  

“Siciliasfruttazero” è il nome di una campagna sociale contro lo sfruttamento del lavoro e il caporalato in agricoltura che è stata presentata giovedì 6 marzo alla sala Gialla dell’Ars.


 

  E’ un’iniziativa targata Associazione Penelope, Flai Cgil Sicilia, Centro Pio La Torre, Legacoop Sicilia, Rete Fattorie sociali Sicilia e Arci che  hanno fatto cartello per proporre una piattaforma regionale di proposte per contrastare lo sfruttamento ma anche per la presa in carico e l’inclusione sociale delle vittime. Secondo l’Istat il lavoro irregolare riguarda in Sicilia 280 mila persone in tutti i settori. Nel settore agricolo l’irregolarità colpisce 62 mila lavoratrici e lavoratori di cui oltre 47 mila italiani e più di 14 mila stranieri. Secondo l’osservatorio Placido Rizzotto in Sicilia sono 53 le aree dove si concentrano i fenomeni di sfruttamento lavorativo e del caporalato e i luoghi individuati come insediamenti informali sono 102 (progetto Supreme). I promotori dell’iniziativa puntano a creare una grande alleanza “ che contrasti lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che metta in discussione un sistema produttivo guidato dalla bandiera del profitto e  che ha messo da parte il rispetto e il benessere delle persone”. In via preliminare le organizzazioni promotrici chiedono che la regione siciliana recepisce le “Linee guida nazionali in materia di identificazione, protezione e assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura”. 





 

Roberto Barbagallo, eletto presidente della Rete Rurale Siciliana

                               

           Il presidente del GAL Terre di Aci, Roberto Barbagallo, eletto presidente della Rete Rurale Siciliana, organismo che rappresenta la politica comune di sviluppo di tutti i Gruppi di Azione Locale (GAL) della Sicilia Acireale – Il presidente del GAL Terre di Aci, Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, è stato eletto presidente dell’associazione “Rete Rurale Siciliana”, organismo che rappresenta la politica comune di sviluppo di tutti i Gruppi di Azione Locale (GAL) della Sicilia, in base agli indirizzi strategici che l’Unione Europea traduce sui territori tramite la Regione siciliana.
Si tratta di un riconoscimento evidentemente connaturato non solo alle capacità amministrative mostrate da Barbagallo, ma anche alle encomiabili capacità di progettazione ed ottimizzazione delle risorse condotte in questi anni dal gruppo di lavoro del GAL Terre di Aci diretto da Anna Privitera. “E’ un onore rappresentare tutti i GAL della Regione Sicilia e tutti i territori rurali – dichiara Barbagallo. - L’elezione a rappresentante dei GAL della Sicilia è stata contraddistinta da un forte senso di unità tra i rappresentanti dei GAL delle tre aree Siciliane. Assoluta coesione, territorialità e obiettivi chiari da raggiungere, saranno i cardini di questo gruppo di lavoro, che ha espresso subito la forte esigenza di essere operativo. Abbiamo già fissato il primo incontro a Palermo giorno 25 marzo per costituire il comitato tecnico e fissare gli obiettivi da raggiungere. Sono tante le iniziative da avviare per far diventare i GAL strumenti di lavoro sempre più utili allo sviluppo dei territori. Ringrazio i colleghi sindaci e presidenti dei GAL siciliani, per la piena fiducia e sono certo che insieme potremo fare un ottimo lavoro per l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale e per la crescita della nostra Regione”. Il Consiglio Direttivo eletto è inoltre composto dal vicepresidente Francesco Aiello, presidente del GAL Valli del Golfo e sindaco di Vittoria, e dal segretario Mario Cicero, sindaco di Castelbuono e presidente del GAL Isc Madonie, che hanno espresso piena fiducia nei confronti di Barbagallo. Il CDA del GAL Terre di Aci e l’ufficio di piano si congratulano con il neo presidente della rete e con tutto il consiglio direttivo, certi dell’ottimo lavoro che svolgeranno per lo sviluppo dei territori siciliani.

domenica 9 marzo 2025

IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA nell'U.E UNA VISIONE CHE MANCA DI AMBIZIONE E LUNGIMIRANZA.


11 associazioni italiane denunciano nel documento sulla visione dell’agricoltura e l’alimentazione presentato dalla Commissione UE il 19 febbraio la mancanza di una chiara spinta al cambiamento e una pericolosa sottovalutazione dei problemi ambientali e sociali


 

Lo scorso 19 febbraio il Commissario europeo Hansen, in una conferenza stampa congiunta con il vicepresidente Fitto, ha presentato la visione a lungo termine dell'UE per l'agricoltura e l’alimentazione, che definisce i piani per il sistema agroalimentare verso il 2040 e oltre. Il documento avrebbe dovuto fare seguito a quanto emerso dal Dialogo strategico per l’agricoltura, firmato anche dalle associazioni agricole. La visione ha però cambiato direzione, tradendo l’accordo raggiunto e attirando le critiche di 11 associazioni italiane, che unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento che sottovaluta i problemi ambientali e sociali connessi ai sistemi agroalimentari, puntando in modo miope solo sulla competitività delle imprese a breve termine. Il documento della Commissione UE non cita mai gli obiettivi delle due Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere (dal 2010 al 2020 il numero di aziende agricole è diminuito di ben 487.000 unità). “Auspicavamo che con questo documento la Commissione promuovesse piani concreti per dare attuazione alle raccomandazioni del dialogo strategico – affermano le Associazioni italiane – ma purtroppo questo non è avvenuto. I pochi elementi positivi presenti nella Visione della Commissione non bastano ad avviare il necessario e urgente cambio dei modelli di produzione e consumo nelle filiere agroalimentari della UE. Ancora una volta ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”. Le Associazioni, pur apprezzando alcuni aspetti della visione, come l’attenzione al riconoscimento del giusto prezzo per i produttori, al biologico, al ricambio generazionale favorendo l’ingresso dei giovani in agricoltura, l’impegno per un’etichettatura più trasparente e per una reciprocità delle regole ambientali e sociali negli scambi commerciali, insieme al richiamo seppur vago alle soluzioni basate sulla natura, sottolineano come non vengano affrontati i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Il documento della Commissione non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati, come invece indicato nelle conclusioni del dialogo strategico, e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole, ignora la necessità di sostenere gli agricoltori più bisognosi di aiuto e più virtuosi. Il documento non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. “Pur comprendendo il disagio del mondo agricolo rispetto alla grande mole di burocrazia, che va certamente ridotta, non crediamo che l’indebolimento delle regole e degli impegni per la tutela dell’ambiente sia la strada da perseguire” continuano le Associazioni. La visione, infatti propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell'UE. 

Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell'UE promuovano un'agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024. Poco incisivo per le Associazioni anche l’approccio al sistema zootecnico. Se è vero che nella visione si propone di migliorare le norme sul benessere degli animali e di eliminare gradualmente le gabbie negli allevamenti, il settore zootecnico viene in gran parte assolto dal suo impatto sul clima e sulla salute dei cittadini europei. Il documento non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale, attraverso la promozione di diete sane ed equilibrate. “La visione rimane ancora troppo vaga su come incoraggiare uno spostamento a diete più sostenibili e salutari. Se non si affronta seriamente una strategia che miri alla modifica del modello alimentare, i buoni propositi rimarranno, di nuovo, solo sulla carta” concludono le Associazioni. Il documento della Commissione UE è disponibile al link: https://agriculture.ec.europa.eu/visionagriculture-food_en

 

Le 11 Associazioni: AIAB, ACU-Associazioni Consumatori Utenti – AIDA-Associazione Italiana di Agroecologia, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, FIRAB, GreenPeace Italia, Lipu, ProNatura, Rete Semi Rurali, Terra!, WWF Italia

crescere in europa


 

Cianciana, Borgo GeniusLoci De.Co.

  La Denominazione Comunale (De.Co.) è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che afferma il suo primato nel territorio, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro.




Al fine di valorizzare i prodotti identitari e i loro territori meritevoli della Denominazione Comunale (De.Co.), la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. è un’iniziativa rivolta ai Comuni che hanno adottato il percorso per la De.Co. o che hanno i requisiti per farlo.

Esaltare la nozione di identità nei prodotti del territorio, siano essi pietanze, dolci, saperi, eventi o lavori artigianali è l’obiettivo per cui nasce la Rete “Borghi Genius Loci De.Co.”, come una nuova opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, quali espressioni identitarie dei luoghi di provenienza.

Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, a cui si deve l’ideazione delle De.Co., ha rappresentato, e rappresenta ancora, il rinascimento dell’ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni; ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei prodotti identitari.


Divenendo l’antesignano della sovranità alimentare, Veronelli ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, ecc.), con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicà e caratteristiche identitarie. Deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica, capace di muovere un target di viaggiatori, che la letteratura internazionale definisce “foodies”, viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario, per diventare esperienza sociale e storica.


Ogni cibo coinvolge immediatamente quattro sensi: vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente l’espressione di una terra tocca anche l’udito e la mente, perché si racconta e racconta quel luogo con la sua storia e le sue tradizioni.

Quando arriva nel piatto, quel cibo ha detto tante cose e quando lo si assapora diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo.

Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo e caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione oltre all’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia.

Il “Genius Loci” è definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima e cultura produttiva.


È, pertanto, quell’unicum che caratterizza quella particolare atmosfera che rende un posto speciale agli occhi del visitatore: l’effetto Genius Loci, ossia la capacità di un territorio di produrre, grazie al saper fare dell’uomo, l’anima del territorio nella quale si riconosce, in modo permanente, la singolarità ed il valore del luogo stesso.

Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi, di eccezionalità e di unicà.

Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo Genius Loci De.Co. all’interno di un percorso culturale di un pensiero innovativo, volto alla difesa delle peculiarità territoriali.

Bisogna dire, infine, che non è un percorso per tutti e non tutti i Comuni hanno i requisiti necessari.


Per garantire la sostenibilità del percorso per ottenere la Denominazione Comunale di un prodotto, occorrono dei principi inderogabili e non barattabili: la storicità, l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso a burocrazia zero.

Il percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” si configura, quindi, come un’irrinunciabile opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, espressione dei luoghi di provenienza e la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. ne ottimizza i risultati.


I Borghi Genius Loci De.Co. non sono solo un’iniziativa di tutela e valorizzazione, ma anche un modello di sviluppo sostenibile. Grazie al turismo enogastronomico, questi borghi attraggono visitatori da tutto il mondo, generando un’economia locale fiorente e sostenibile.

L’opera di Luigi Veronelli  rappresenta un esempio di come la valorizzazione delle specificità locali possa diventare un motore di sviluppo culturale, sociale ed economico. Grazie al loro impegno, i Borghi Genius Loci De.Co. sono oggi un simbolo di identità e orgoglio per l’Italia.

               

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Un educational tour con il cibo della Valle del Belice

  

Il tour educational mira a “far vivere” il comprensorio della Valle del Belice e dei suoi prodotti di eccellenza, ambasciatori di sostenibilità, di cultura e di territorio. Con la finalità di celebrare l’enogastronomia, la cultura dei luoghi, la bellezza dei paesaggi e lo stile di vita che è proprio della Dieta Mediterranea, all’interno della cornice di “Sicilia Regione gastronomica 2025”.

 


Il progetto CIVABE è finanziato    dal GAL Valle del Belice (PSR SICILIA 2014-2020, sottomisura 19.2/16.4 ambito tematico Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali, Bando “Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali” pubblicato il 20/04/2023 C.U.P F19G23000320006) all’Associazione Temporanea di Scopo Ci.Va.Be. che ha come capofila l’Azienda Agricola Futura di Nicola Clemenza insieme a Tenute Caracci, l'arte dei curatoli società cooperativa, Leonarda Tardi di Mazzara Calogero, l’Istituto per la promozione e valorizzazione della dieta mediterranea e l’associazione strada del vino Terre Sicane.  Una squadra  che si pone come obiettivo la promozione e la valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e sostenibili, collegandole alle tradizioni culinarie e storiche, per rafforzare la brand identity  del “sistema Belice” rinforzando il legame  con le eccellenze culturali e identitarie del  territorio e proponendo ai turisti destinazioni esperienziali capaci di mettere in comunicazione l’attrazione turistica con la gastronomia di qualità, che persegue il rispetto della salute dell’ambiente, dell’uomo e della Comunità.

L’evento è inserito all’interno della cornice della Sicilia “European Region of Gastronomy 2025” che mira a promuovere una cultura di valorizzazione delle produzioni locali e del valore storico e sociale del patrimonio enogastronomico e culinario tipico nonché a facilitare l'integrazione tra le numerose risorse gastronomiche e agroalimentari e il sistema turistico.

CiVaBe rappresenta il Belice, una Fenice capace di rinascere dalle sue ceneri, proprio a pochi mesi dalla ricorrenza del terremoto, ma anche dalla nomina di Gibellina come Capitale italiana dell'Arte contemporanea 2026. Il tour mette insieme il cibo buono che fa crescere in salute, il comparto agroalimentare e la comunità che sa condividere strumenti e opportunità. Facendo sposare il gusto con la salute e lo sviluppo locale, seguendo la strategia farm to fork e il modello bottom-up. Alleanze strategiche capaci di generare empowerment di Comunità.

L’evento è infatti realizzato in partenariato con alcune importanti realtà associative tra cui: Associazione Nazionale cavalieri al merito della Repubblica Italiana, Tour Partanna Valle del Belice, Sapori in vigna, Sicilytobike, Biodistretto Terre degli Elimi, Ciboturista di Francesco Caravello, Associazione Sicilia-Catalunya APS. Il tour comincia il 22 marzo alle ore 10,00 con la visita alla Masseria Caseificio Interrante, contrada de cinquanta a Menfi, in provincia di Agrigento. Dove sarà possibile assistere alla filatura della Vastedda a cura di Calogero Interrante e degustare prodotti identitari come: la Vastedda della valle del Belice D.O.P, primo sale farciti con spezie, pecorino siciliano D. O. P; la zabbina. Si continua alle ore 15,00 con la visita all’Azienda Agricola Futura in contrada Latomie snc a Partanna, in provincia di Trapani. Infine, appuntamento presso la sede del GAL Valle del Belice via G. Garibaldi, n. 63 per un momento di riflessione e dialogo con le istituzioni e le imprese, presentato e coordinato dal Cav. Prof. Attilio Ludovico Vinci, dal titolo “Enogastronomia, turismo, sviluppo sostenibile”. I lavori prenderanno il via alle 16,30 con i saluti istituzionali: Francesco Livigni – Sindaco di Partanna Trapani, Salvatore Sutera - Presidente Gal Valle del Belice, Cav. Gen. Renato Giovannelli – Delegato nazionale ANCRI in Sicilia. Seguiranno gli interventi tematici: Nicola Clemenza - Azienda Agricola Futura, capofila ATS Ci.Va.Be.; Sandro Ippolito, Sicilytobike – la Sicilia su due ruote; Josephine Ingoglia - Tour Partanna Valle del Belice;; Filippo Salerno – Biodistretto Terre degli Elimi; Pietro Scalia - Consorzio di Tutela Vini Doc di Salaparuta; Danilo La Rocca – Sicilia Catalunya APS; Francesco Caravello – responsabile Ciboturista Francesca Cerami - Istituto Dieta Mediterranea; Alessandro La Grassa - Gal Valle del Belice.

Il tour continuerà il 23 marzo, alle ore 09.30 con la visita agli impianti di avocado e pistacchio, uliveto e vigna, delle tenute Caracci in contrada miracoli e ciafaglione a Partanna. Per poi concludersi con il tour della vigna dell’azienda Scalia Oliva in contrada Canna Masca a Salaparuta in provincia di Trapani, ospiti dell’evento “Sapori in vigna”, con gli abbinamenti enogastronomici ideati e realizzati dall’oste Giuseppe Avvocato con i vini del Consorzio di Tutela Doc di Salaparuta

Ulteriori informazioni nel sito https://cibobelice.it/

venerdì 7 marzo 2025

il Parco dell’anima, tra arte contemporanea, natura e sostenibilità

 

 

50 ettari di terreno nelle campagne della barocca Noto si trasformano in un museo d’arte contemporanea a cielo aperto, che ruota attorno ai temi dell’ecologia e della biodiversità.

Il Parco dellAnima: dalla Mezzaluna Fertile allIntelligenza Artificiale; una pluralità di linguaggi, per la conservazione e la valorizzazione della Biodiversità.

         La biodiversità è il fondamento della vita sulla Terra, essenziale per la stabilità degli ecosistemi, la sicurezza alimentare e la salute dellUomo. La sua tutela è una sfida cruciale, resa ancora più urgente dai cambiamenti climatici e dalla progressiva perdita di varietà vegetali. Sulla base di questi presupposti, lavvocato Alessia Montani ha fondato il Parco dellAnima, con lobiettivo di proteggere e valorizzare la biodiversità spontanea e le antiche sementi agricole, molte delle quali rischiano lestinzione. Tra queste, grani antichi, cereali, ortaggi, frutta, brassicacee, oleaginose, erbe officinali e vitigni reliquia, fondamentali non solo per la resilienza degli ecosistemi, ma anche per la conservazione della memoria culturale.



         Il Parco dellAnima opera attraverso una pluralità di linguaggi: diritto, arte, scienza, agricoltura e cultura, strumenti essenziali per sensibilizzare il pubblico sullimportanza della biodiversità. Si tratta di un progetto educativo e di sensibilizzazione che prende vita attraverso la collaborazione tra scienziati, artisti, agricoltori e contadini custodi, per raccontare il legame profondo tra lUomo e le sementi, testimoni della storia delle civiltà.

         Questa diversità vegetale non è soltanto un patrimonio ecologico, ma anche una testimonianza delle tradizioni agricole tramandate per millenni. Gli agricoltori custodi hanno svolto un ruolo fondamentale nella conservazione dei semi antichi, selezionandoli e coltivandoli in purezza per generazioni, evitando così la loro scomparsa. Il Parco dellAnima è stato arricchito fino a oggi con la reintroduzione di oltre 8.000 piante autoctone, contribuendo alla rigenerazione del paesaggio in linea con i principi della Nature Restoration Law. Oltre ad essere uno spazio dedicato alla tutela della biodiversità, il Parco è anche un museo a cielo aperto. Larte contemporanea qui diventa un linguaggio universale per raccontare la bellezza e la fragilità della natura. Artisti di fama internazionale come Michelangelo Pistoletto, Sebastião Salgado, Davide Rivalta, JR e molti altri hanno concepito le loro opere non come semplici elementi decorativi, ma come strumenti di divulgazione e sensibilizzazione, capaci di trasmettere, attraverso lemozione, lurgenza della tutela ambientale.

         Nel Parco dellAnima si vogliono ora realizzare due progetti fondamentali, confidando nel supporto di istituzioni pubbliche e private:

1. La Banca dei Semi del Mondo, con finalità educative.

2. Il Museo immersivo della Storia delle Civiltà attraverso i semi.

La Banca dei Semi del Mondo

         La biodiversità agricola non è solo un tesoro da conservare, ma una risorsa da coltivare. Da questa idea nasce il progetto di una Banca dei Semi del Mondo, ispirata alla Svalbard Global Seed Vault, ma con una missione divulgativa e sperimentale. A differenza delle banche genetiche tradizionali, che archiviano semi in condizioni di conservazione statica, il Parco dellAnima mira a far vivere queste sementi, coltivandole nei campi sperimentali in situ e studiandone ladattabilità ai cambiamenti climatici, permettendo ai visitatori di osservare direttamente le coltivazioni e comprendere limportanza della biodiversità agricola.  Questo modello si basa sulla collaborazione con agricoltori custodi, istituti di ricerca e università, affinché le varietà vegetali possano essere non solo preservate, ma anche valorizzate attraverso la conoscenza e la sperimentazione.

         Il Parco richiede quindi la collaborazione di enti pubblici e privati, contadini e coltivatori custodi, per ricevere le sementi necessarie a creare piccoli campi campione sperimentali.

Il Museo immersivo della Storia delle Civiltà attraverso i semi

         Accanto alla Banca dei Semi, il Parco dellAnima ambisce a realizzare un Museo immersivo virtuale, utilizzando tecnologie avanzate per raccontare il viaggio millenario delle sementi e il loro intreccio con le civiltà umane. Grazie allintelligenza artificiale e alla realtà aumentata, il Museo permetterebbe ai visitatori di esplorare la storia dellagricoltura, dal sorgere della Mezzaluna Fertile oltre 10.000 anni fa fino ai giorni nostri. Attraverso una narrazione interattiva, i semi diventerebbero testimoni del passato e custodi del futuro, mostrando il loro ruolo nella nascita e nellevoluzione delle civiltà egizia, greca e romana. Il pubblico potrebbe comprendere come la biodiversità abbia influenzato lalimentazione, la cultura e lo sviluppo delle società, e come la sua tutela sia oggi più che mai necessaria per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare. Leducazione è il pilastro fondamentale del Parco, con lobiettivo di creare consapevolezza attraverso la conoscenza. Preservare le antiche sementi per le future generazioni è un dovere che si colloca perfettamente in linea con gli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione, che impongono la protezione del paesaggio e promuovono modelli di produzione sostenibile. Per questo motivo, il Parco ospita anche il progetto MAMA.SEEDS, un marchio nato per creare la prima filiera agro-alimentare-culturale dei semi e grani antichi italiani. Questa iniziativa non solo preserva il patrimonio agricolo del passato, ma promuove la diffusione di pratiche sostenibili per il futuro, con un impatto positivo su ambiente, economia e salute.

         Il Parco dellAnima rappresenta, dunque, una nuova visione della conservazione della biodiversità: non solo tutela genetica, ma anche educazione, sperimentazione, arte e impresa sostenibile. Un luogo in cui il passato e il futuro si incontrano, in un dialogo continuo,  per garantire che le antiche sementi, simbolo della storia delluomo, continuino a germogliare nelle generazioni a venire.


La PAC, non per tutti!!

 

 Dalla formazione del budget della Politica Agricola Comune ai pagamenti,  va aggiunto  anche, che se le aree rurali continuano a spopolarsi, il motivo non va attribuito ad effetti di casualità, ma a una politica agricola incapace di  interpretare le reale esigenze dei territori rurali


    L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste.  

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

 L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

L'introduzione del prezzo sorgente  “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo  la sua onestà” ecco intendiamo portare avanti un principio di equità sociale ed etico, sopra tutto a vantaggio del contadino-agricoltore, che spesso un prodotto della propria terra ceduto a 10 centesimi di euro, lo trova in vendita a oltre quattro euro.

   Lagricoltura           familiare offre        un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla loro saggezza e alla cura per la terra, gli agricoltori familiari sono gli agenti del cambiamento di cui abbiamo bisogno per raggiungere Fame Zero, un pianeta più equilibrato e resiliente e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.


L’agricoltura familiare sostiene sistemi alimentari diversificati che promuovono l’integrazione sostenibile tra aree urbane e rurali. Grazie a soluzioni di mercato innovative, gli abitanti delle città possono godere di alimenti sani, nutrienti e sicuri.

Aumentare l’accesso degli agricoltori familiari alle infrastrutture, alla tecnologia, alla comunicazione e alle innovazioni su misura è fondamentale per il futuro dei sistemi alimentari e può attrarre i giovani nel settore. Ciò influisce positivamente sulla mobilità rurale-urbana, in particolare per le generazioni più giovani.

I giovani sono il futuro dell’agricoltura familiare. Mantenere l’interesse per l’agricoltura come professione è vitale per la futura sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo. I giovani agricoltori sono il ponte tra le conoscenze tradizionali e locali e le idee innovative.

Attraverso la trasformazione dei prodotti, la generazione di servizi e infrastrutture, l’agricoltura familiare crea reali opportunità economiche non solo per gli agricoltori del territorio ma per l’intera comunità.




L’agricoltura familiare può rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Le politiche dovrebbero aiutarli a ridurre le perdite alimentari e a gestire in modo sostenibile ed efficiente le risorse naturali.



Riconoscere le donne rurali come uguali, così come aumentare il loro accesso alla terra e ad altre risorse produttive, agli investimenti, ai prestiti, alla formazione e all’informazione, contribuiranno notevolmente allo sviluppo sostenibile.



Unendo le conoscenze tradizionali con un adeguato know-how tecnico, l’agricoltura familiare promuove sistemi alimentari più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura familiare offre un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.



S A P E V A T E    C H E 


Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  

dell'80% del cibo

nel mondo

Il 90% dei pescatori

opera  su piccola scala

Le fattorie familiari occupano il

70-80% dei terreni agricoli

in tutto il mondo

Le donne detengono solo il 15%

di terreno agricolo, mentre forniscono
quasi il 50% della manodopera agricola

Più 

del 90% delle aziende agricole

sono gestiti da un individuo o una famiglia
che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

Ci sono più di

600 milioni di aziende agricole a conduzione familiare

nel mondo.

 

 

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