sabato 12 aprile 2025

Il germoplasma autoctono italiano.

 

Giuliana Cattarossi, Giovanni Colugnati

Colugnati&Cattarossi, Partner Progetto PER.RI.CON.E.

 

 

          Per cercare di capire quanto complesso il patrimonio vitivinicolo nativo o minore, possiamo dare uno sguardo ai Registri che elencano le varietà di vite coltivate in alcuni importanti Paesi viticoli mediterranei, come Italia, Francia, Grecia e Spagna. Tali registri indicano che i vitigni da vino ufficialmente registrati nel nostro Paese, considerando solo quelli autoctoni (dunque escludendo quelli provenienti da altre nazioni o ottenuti per incrocio), sono circa il doppio di quelli catalogati in Francia ed in Grecia e quasi il triplo di quelli riportati per la Spagna.


Se si considerano invece i vitigni autoctoni nel loro insieme, ovvero presenti sul territorio o in collezione, ma non necessariamente riconosciuti ufficialmente, questi sono circa 400 in Francia (Lacombe, 2002) e intorno ai 2000 o forse più nel nostro Paese (Schneider, o.c.), basata sul cospicuo numero di vitigni minori, rari e in via di abbandono (oltre 300) recuperati negli ultimi 15 anni nella sola Italia Nord-Occidentale.

Ci si potrebbe chiedere perché proprio l’Italia, tra i numerosi altri Paesi viticoli europei, è forse il più ricco di “ampelo-diversità”. Le ragioni sono numerose, ma tra le principali va ricordata la posizione geografica della nostra penisola che, protesa al centro del Mediterraneo, è sicuramente servita da ponte, da zona di passaggio tra Nord e Sud, tra Est ed Ovest, per le diverse specie alimentari mediterranee e per le loro varietà, portate dai numerosi popoli che hanno occupato o percorso il nostro Paese.

Anche la frammentazione ecologica dell’Italia, un territorio orograficamente complesso, formato da ambienti spesso molto diversi, ha svolto un ruolo importante (Colugnati et al., 2015) nella differenziazione di forme adattate a situazioni differenti; e lo stesso si può dire per la frammentazione socio-economica e politica italiana, durata ben più a lungo che negli altri Paesi viticoli. Va ricordato ancora uno sviluppo tecnico ed economico più lento ed una ritardata affermazione dell’economia di mercato (soprattutto in certe regioni), unitamente all’avvento più tardivo dei parassiti della vite di origine neartica, che hanno invece colpito i Paesi d’Oltralpe, e soprattutto la Francia, in modo repentino e violento, determinando un’improvvisa e rapida evoluzione dell’assortimento varietale.

Quanto alla ripartizione delle superfici delle poco più di 300 varietà di vite autoctone iscritte nel Registro italiano, un centinaio di esse sono coltivate su più di 1.000 ha ciascuna, mentre ben 185 non raggiungono singolarmente i 1.000 ha di superficie e per molte di esse si sono registrate aree colturali di pochi ettari soltanto (ISTAT, Censimento Agricoltura 2000).

Si può allora affermare che l’Italia è una vera e propria “miniera a cielo aperto” di vitigni autoctoni, ma la maggior parte di essi, di modestissima importanza colturale, sono in generale assai poco conosciuti.

Uno sforzo deve dunque essere rivolto alla conoscenza dei vitigni autoctoni italiani, fra cui i minori, i locali, sono certamente quelli su cui le informazioni sono più limitate e frammentarie, anche se molte sono le iniziative in atto (il Progetto PER.RI.CON.E: ne è testimonianza).

In un progetto rivolto all’enologia varietale, però, si deve adottare un approccio del tutto originale ed innovativo: si parte dal fatto che ogni territorio ha i suoi vitigni autoctoni (o tradizionali), ed un’azione che porti alla loro riuscita valorizzazione comporta la conoscenza approfondita di quel vitigno (o di quei vitigni) e la ricerca delle tecniche colturali ed enologiche che possano esaltarne le componenti varietali, ottenendone vini che sono, in definitiva, espressione di un territorio.

I fattori genetici, ovvero quelli intrinseci, propri di un vitigno, sono tra gli aspetti che incidono più fortemente sulla composizione delle uve e vanno studiati in relazione alla componente ambientale (adattabilità o reazione all’ambiente), colturale (tecniche di allevamento) e fisiologica (soprattutto riguardante il processo di maturazione).

Gli studi di genomica funzionale in vite, per la verità, sono ancora agli albori, e proprio per questo rivolti a poche cultivar modello (tra cui si hanno normalmente vitigni dello standard internazionale) oppure a mutanti, di solito poco o per nulla utilizzati commercialmente.

I vitigni autoctoni, almeno per ora, sono ancora poco studiati sotto questo profilo, anche se si prevede che le ricerche siano presto estese ad esplorare l’ampia diversità genetica offerta dalle numerose cultivar di vite esistenti, e dunque anche molti vitigni minori.

Aspetti genetici dei vitigni di territorio.

 

Giuliana Cattarossi, Giovanni Colugnati

Colugnati&Cattarossi, Partner Progetto PER.RI.CON.E.

 

 

La specie Vitis vinifera L. possiede un’elevata variabilità varietale, tanto che si stima che esistano tra i 10.000 ed i 20.000 vitigni nel mondo (Ambrosi et al., 1997).

Alcuni di questi sono stati selezionati per vegetare al meglio nelle condizioni climatiche e pedologiche specifiche di determinate regioni, dove sono coltivati con appropriate ed originali tecniche agricole sviluppate in accordo alle possibilità offerte dal luogo.

Questi vitigni sono definiti autoctoni o tradizionali di un territorio. La loro lunga storia agricola, in alcuni casi di secoli, li rende ricchi di fascino e potenzialità produttive, nonché custodi di un patrimonio culturale e storico, al quale senz’altro contribuiscono l’ebbrezza e la mitologia del vino.

La diversità genetica e le numerose potenzialità agricole offerte dai vitigni autoctoni sono un tesoro prezioso per la produzione vinicola di qualsiasi epoca, che necessita di essere preservato. La perdita di numerosi vitigni nel corso della storia umana, se da una parte è da considerarsi “naturale”, dall’altra non può non destare preoccupazione: l’erosione genetica, infatti, riduce le possibilità di sviluppo dell’agricoltura e delle conoscenze scientifiche del settore.

La crisi fillosserica è stata senz’altro la maggiore causa documentata di erosione genetica del germoplasma viticolo pressoché universale. L’opera di ricostituzione degli impianti ha eroso invece in particolar modo il germoplasma autoctono e oggi la diversità varietale esistente è messa in pericolo dall’omologazione della produzione vitivinicola a livello mondiale.

E’ probabilmente la necessità umana di semplificazione della realtà, istintiva e rafforzata dalla società contemporanea, che spinge fortemente gli operatori ed i professionisti del settore verso l’omologazione delle tecniche e dei prodotti.

Inoltre l’enfatizzazione delle tecniche enologiche e l’intolleranza verso vitigni e pratiche tecnologiche tradizionali, che non permettono di ottenere prodotti dalle caratteristiche “contemporanee” gradite alla maggioranza dei consumatori, stanno escludendo numerosi vitigni autoctoni dalla produzione. Un’altra recente causa di estinzione di vitigni è dovuta anche alla decisa e forte identificazione produttiva e commerciale di un vitigno con un vino, che conduce alla progressiva scomparsa dei vitigni complementari o alternativi di molte Denominazioni. Le conseguenze possono essere drastiche, in considerazione anche del significativo progresso raggiunto nel campo degli studi genetici. Il germoplasma di una specie è infatti la risorsa genetica utilizzabile che garantisce la sopravvivenza ed il miglioramento produttivo della specie stessa.

Maggiore è la variabilità genetica, maggiori sono pertanto le potenzialità della specie.

Un altro elemento di fondamentale importanza su cui riflettere è la valorizzazione del germoplasma autoctono. Per esempio, all’epoca della crisi fillosserica alcuni paesi non disponevano di un’aggiornata e completa descrizione dei vitigni in coltivazione. Questa carenza ha spesso impedito di operare al meglio le scelte di reimpianto e di guidare la produzione verso obiettivi tecnicamente soddisfacenti.

Le risorse genetiche autoctone, proprie di ogni paese, regione o zona, sono pertanto, per quanto possibile, un patrimonio da studiare e preservare come espressione di un territorio, nel suo insieme di valori artistici, paesaggistici e culturali; i vitigni nativi sono i custodi, ma nel contempo i narratori, il veicolo di un patrimonio culturale locale che si presenta originale, unico, autentico (Schneider, 2006). L’interesse per i vitigni autoctoni, perfino per i meno conosciuti, è ormai tangibile, e si pone pertanto il problema di saper utilizzare, imparando a conoscere e facendolo proprio, un patrimonio biologico che è superfluo definire complesso.

Ricchezza varietale della vite coltivata.

 

 

Giuliana Cattarossi, Giovanni Colugnati

Colugnati&Cattarossi, Partner Progetto PER.RI.CON.E.

 

 

I diversi tipi di ambiente riferibili agli areali di distribuzione del genere Vitis e il processo evolutivo di domesticazione di Vitis vinifera, gli spostamenti antropici e l’interesse commerciale suscitato da questa specie comportarono lo scambio di materiale vegetale tra zone geograficamente lontane ed isolate. Questo ha determinato lo scambio di geni che hanno arricchito ulteriormente la piattaforma varietale viticola in via di costruzione, creando il complesso panorama che oggi osserviamo.


Un ulteriore motivo che ha determinato un aumento delle diversità varietale è certamente il metodo di propagazione utilizzato. Inizialmente la riproduzione sessuale e il reimpianto dei semi ottenuti hanno avuto un ruolo primario nell’espansione della viticoltura e nella generazione di nuovi fenotipi, spesso corrispondenti a genotipi completamente diversi.

La propagazione per seme ha permesso di ottenere la grande variabilità genetica della vite, permettendo la “creazione” delle diverse cultivar, in alcuni casi ancora oggi diffuse. In seguito, l’adozione della propagazione vegetativa (per talea) ha permesso la selezione e diffusione di un elevato numero di piante con caratteristiche identiche per soddisfare i bisogni agronomici dei viticoltori. La propagazione agamica non ha comunque bloccato l’evoluzione di questa specie, tutt’ora in atto, e che viene salvaguardata dall’attività di selezione clonale operata dai viticoltori.

Anche le mutazioni spontanee, se portano ad un miglioramento nel patrimonio genetico della varietà, vengono selezionate come nuovi cloni nell’ambito della varietà, e tale processo, noto appunto come selezione clonale, porta ad un ulteriore incremento della variabilità genetica intravarietale.

La sistematica del genere Vitis è stata oggetto di controversie per più di un secolo. Numerosi botanici hanno classificato e fornito nomi per le differenti viti, e in letteratura si ritrova un numero di nomi superiore all’effettivo numero di specie. La determinazione del numero reale di specie di vite, ha assunto un’importanza significativa per il miglioramento della pianta e il lavoro si è concentrato su un numero relativamente piccolo di specie, quelle che da un punto di vista pratico destavano maggiore interesse; di conseguenza, non si conosce con esattezza la collocazione nel genere Vitis di tutte quelle specie di scarso interesse pratico-economico.

Spesso le difficoltà che si incontrano nel risalire all’origine delle varietà sono anche dovute al cambiamento che il nome del vitigno subisce passando da Paese a Paese, subendo nel contempo una sorta di vernacolizzazione che lo fa diventare locale attraverso l’uso di espressioni dialettali. Le varietà locali assumono spesso nomi che derivano da caratteri specifici della loro morfologia o produttività (nome vernacolare) quale il colore della bacca, il portamento della vegetazione, la forma del grappolo, la caratteristica aromatica del frutto o del vino che ne deriva, l’epoca di maturazione, oppure possono derivare dal luogo d’origine (toponimo), o ancora da un sinonimo religioso o dal metodo di propagazione.

Questo perché la selezione di questi vitigni, siano essi di origine locale o introdotti, era fortemente integrata con il sistema agrario tradizionale (cultura ben tradizioni locali) e fatta oggetto di pratiche colturali particolari e locali, determinando così molti errori di sinonimie ed omonimie nell’identificazione del vitigno.

Il patrimonio di diversità genetica della vite è stimato intorno alle 5000 varietà. Tuttavia i grandi cambiamenti di natura sociale e tecnologica intervenuti nel secondo dopoguerra, hanno coinvolto profondamente anche la viticoltura, e soprattutto, dagli anni Settanta in poi, si è proceduto in direzione dell’abbandono e della successiva irreparabile perdita di vitigni considerati minori, davanti alla diffusione di pochi vitigni internazionali.

venerdì 11 aprile 2025

FOOD VILLAGE IL 25 APRILE 2025 A SANT’AGATA DI MILITELLO “SCHITICCHIO”

 

IL 25 APRILE 2025 RITORNA A SANT’AGATA DI MILITELLO “SCHITICCHIO” CHE SI ARRICCHISCE CON UN VERO E PROPRIO FOOD VILLAGE

 

Il 25 aprile 2025, il comune di Sant'Agata di Militello, situato sulla splendida costa settentrionale della Sicilia, ospiterà la quarta edizione di “Schiticchio” che si trasforma in FOOD VILLAGE. L’evento, che inizia alle ore 12:00, rappresenta una vibrante celebrazione della cultura enogastronomica locale, intrecciando sapori tradizionali, musica e intrattenimento in una formula di street food capace di catturare e deliziare tutti i sensi.

 


"Schiticchio" è molto più di una semplice manifestazione gastronomica: è un’occasione per celebrare l’identità e la cultura di Sant'Agata di Militello, riscoprendo e valorizzando le tradizioni attraverso il cibo, la musica e la convivialità.

 

Uno degli aspetti più significativi di "Schiticchio" è il forte coinvolgimento della comunità locale. L’evento, infatti, vede la partecipazione attiva di produttori e ristoratori del territorio, che avranno l’opportunità di presentare i propri prodotti, contribuendo così alla promozione e allo sviluppo economico della zona.

Questa iniziativa è finanziata dall’assessorato regionale dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.

 

Origini e Intenti della Manifestazione

La manifestazione nasce con un obiettivo chiaro e ambizioso: valorizzare il territorio di Sant'Agata di Militello e delle aree circostanti attraverso un viaggio gastronomico che esalta le eccellenze culinarie siciliane.

Il nome stesso dell'evento richiama un termine dialettale che evoca convivialità e condivisione, riflettendo la natura sociale e festosa dell'iniziativa. In un contesto storico e naturale di straordinaria bellezza, "Schiticchio" vuole essere un punto di incontro tra tradizione e innovazione, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e indimenticabile. Una festa dei sensi e dello spirito, dove ogni visitatore potrà sentirsi parte di una comunità accogliente e vibrante.


Percorsi Enogastronomici

Il cuore pulsante di "Schiticchio" è rappresentato dai percorsi enogastronomici, pensati per offrire un’ampia varietà di specialità locali in una formula street food che permette di gustare i piatti tipici mentre si passeggia sul lungomare. Quest’anno si aggiunge uno spazio dedicato allo show cooking, facendo degustare gratuitamente le pietanze preparate.


Intrattenimento Musicale

"Schiticchio" ha saputo conquistare, fin dalla sua prima edizione, il cuore di migliaia di persone, attirando una folla crescente di visitatori ogni anno. Sul palco allestito per l'occasione, si alterneranno gruppi musicali e DJ che suoneranno dal vivo, creando un’atmosfera festosa e coinvolgente. La selezione musicale spazierà tra diversi generi, dal folk siciliano alla musica pop e rock, fino ad arrivare a ritmi più contemporanei e dance.


Accessibilità e Informazioni Utili

L’accesso a "Schiticchio" è gratuito e l’evento è stato progettato per essere accessibile a tutti, anche per le persone con disabilità. Per facilitare l’afflusso dei visitatori, sono state predisposte anche delle navette dai principali comuni limitrofi. Inoltre, lungo il percorso della manifestazione saranno presenti punti informativi dove sarà possibile ricevere dettagli sugli stand gastronomici, il programma degli spettacoli e le attività collaterali.

 

Antifungino-resistenza in agricoltura: un allarme globale

 


L’uso improprio di antibiotici, i cambiamenti climatici e la globalizzazione possono favorire l’insorgenza di micosi secondarie, contribuire al fenomeno delle resistenze e rendere le infezioni fungine difficilmente controllabili.

 


Tuttavia, si ritiene che l’acquisizione della resistenza ad antifungini abbia anche un’origine ambientale conseguente all’uso massivo in agricoltura di fungicidi omologhi a quelli utilizzati in ambito clinico. Pertanto, la problematica dell’antifungino-resistenza può coinvolgere anche il settore occupazionale e, in particolare, gli ambiti agricolo e zootecnico. Il documento intende promuovere una maggiore consapevolezza circa questa tipologia di rischio e fornire un supporto per lo sviluppo di piani di sorveglianza.


https://www.inail.it/portale/it/inail-comunica/pubblicazioni/catalogo-generale/catalogo-generale-dettaglio.2025.03.antifungino-resistenza-in-agricoltura-un-allarme-globale.html

 

giovedì 10 aprile 2025

GdL prosperità : Roberto Sauerborn vice coordinatore

 MINISTERO AMBIENTE E SOSTENIBILITA’ ENERGETICA

RICOSTITUITO IL  FORUM NAZIONALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE


Roberto Sauerborn, ricevuta la comunicazione dal MASE che ne confermava la nomina a vice coordinatore del Gruppo di Lavoro ha dichiarato: “Ringrazio il GdL Prosperità per avermi indicato tra i Vice Coordinatori del Gruppo e Isa Maggi, coordinatore del gruppo, per il grande lavoro che costantemente fa per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Spero di essere all’altezza del compito che tenterò di svolgere con l’entusiasmo di sempre e con il massimo impegno a favore di quanti mi hanno accordato la loro fiducia e di quanto altri vorranno partecipare alla costruzione di un mondo migliore”.

Il prossimo 15 aprile presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Sala Auditorium, Via Capitan Bavastro 174, Roma)si terrà l’Assemblea plenaria del Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, durante i lavori saranno trattati gli esiti del processo di riconfigurazione del Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – Gruppo di lavoro MASE e la presentazione dei nuovi  Coordinatori dei sei Gruppi di lavoro del Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile: Gdl Persone; Gdl Pianeta; Gdl Prosperità; Gdl Pace; Gdl Cultura per la sostenibilità; Gdl Giovani per la sostenibilità.

Le funzioni istituzionali del Forum sono:

  • supporto al processo di attuazione, monitoraggio e aggiornamento triennale della SNSvS (di cui all’art.3 del D.lgs. 221/2015);
  • raccolta di raccomandazioni, suggerimenti e pareri sulla Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo Sostenibile come previsto nel PAN PCSD;
  • elaborazione di documenti di posizionamento e propri contributi in preparazione delle posizioni nazionali per i principali processi negoziali europei e internazionali sullo sviluppo sostenibile;
  • contributo alla preparazione della Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

La “Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile” (SNSvS) in Italia rappresenta il quadro di azione orientato alla promozione di uno sviluppo che armonizzi aspetti economici, sociali e ambientali, declinando per il contesto nazionale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delineati dall’ONU. La SNSvS intende integrare i principi dell’Agenda 2030 nel tessuto socio-economico e politico italiano, offrendo una road map per affrontare sfide pressanti come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali e la promozione di un’economia circolare. 

Istituita per garantire un futuro prospero e resiliente per le generazioni attuali e future, la Strategia coordina le iniziative a livello nazionale e locale, promuovendo collaborazioni tra enti governativi, organizzazioni non governative, aziende e cittadini, al fine di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. L’obiettivo finale è quello di creare una società più equa e inclusiva, dove ogni individuo possa godere di un alto livello di benessere senza compromettere le risorse e le opportunità per le future generazioni.

Il processo di revisione triennale attraverso il quale è stato elaborato il nuovo documento di Strategia ha coinvolto in un esercizio partecipativo un ampio numero di attori istituzionali e non, e la società civile. Per quanto riguarda questi ultimi, il coinvolgimento è avvenuto attraverso il Forum nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (Forum SvS). 

Sulla base del Regolamento del Forum SvS e in attuazione dello stesso (Art. 5), il MASE nell’ambito degli aderenti del Forum SvS ha raccolto le indicazioni espresse per il rinnovo delle cariche di Coordinatore/trici o di Vice del Gruppo di Lavoro di appartenenza in risposta alla Manifestazione di interesse indetta dal MASE.

A seguito di tale manifestazione di interesse i Gruppi di lavoro aderenti al Forum Nazionale hanno espresso i rispettivi coordinatori nell’ambito degli aderenti nel precedente periodo di vigenza del Forum.

Il Gruppo di lavoro Prosperità, all’unanimità, ha riconfermato coordinatrice la dott.ssa Isa Maggi, degli Stati generali delle Donne, ed espresso tra i vice coordinatori l’arch. Roberto Sauerborn, direttore del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi. 

Già nella passata fase il Gdl Prosperità ha, tra l’altro, redatto il Position Paper(https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/sviluppo_sostenibile/SNSvS_eventi/gdl_prosperita_position_paper.pdf) ed il Glossario della Sostenibilità(https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/sviluppo_sostenibile/SNSvS_eventi/glossario_sostenibilita_gruppo_prosperita_fnsvs.pdf),  un dizionario delle parole, un alfabeto delle PMI, come soluzione innovativa capace di aiutare nel concreto le PMI in termini di comprensione e consapevolezza per affrontare la sfida della sostenibilità e dell’innovazione, favorendo sempre più sinergie tra il sistema delle imprese, i giovani, gli enti pubblici e i cittadini e le cittadine, nel cui ambito l’arch. Roberto Sauerborn ha collaborato curando la definizione di uno dei termini del Glossario stesso.




XI SAGRA DELL’ARANCIA ROSSA DI SICILIA IGP A CENTURIPE

                         ...UN EVENTO DA NON PERDERE  

 

 Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della tradizione, della cultura e del buon cibo: torna a Centuripe la Sagra dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, giunta alla sua undicesima edizione, che si terrà da venerdì 25 a domenica 27 aprile 2025. Tre giorni di festa, scoperta e valorizzazione di un prodotto che è simbolo del territorio e della qualità siciliana, l’Arancia Rossa di Sicilia IGP, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per la sua unicità e il suo sapore inconfondibile.

 

L’iniziativa, che unisce cultura, gastronomia e tradizione, è organizzata dal Comune di Centuripe con la partecipazione di numerosi partner locali e regionali e si svolgerà nel centro storico del paese, un incantevole borgo situato in provincia di Enna, che ogni anno accoglie migliaia di visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Durante la manifestazione, i visitatori potranno assaporare le delizie culinarie preparate con l’Arancia Rossa di Sicilia IGP, partecipare a eventi culturali, visitare mostre e stand espositivi, e scoprire i segreti della produzione di questo pregiato agrume, che cresce nei fertili terreni della zona etnea, dove il clima unico e la vulcanicità del suolo creano un habitat ideale per la sua coltivazione. Il programma della Sagra include un ricco calendario di eventi, tra cui degustazioni show cooking con chef stellati, degustazioni di prodotti a base di arancia rossa, visite guidate alla scoperta delle bellezze naturali e storiche di Centuripe. Non mancheranno momenti di intrattenimento con gruppi folcloristici, carretti siciliani, sbandieratori, gruppi di contraddanza, attività di animazione per famiglie e spettacoli serali ai piedi del Duomo che arricchiranno l’atmosfera e l’offerta della manifestazione. Saranno giornate intense che restituiranno ai visitatori un vero e proprio viaggio nel cuore della Sicilia. La Sagra dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP è l’occasione perfetta per riscoprire la cultura siciliana attraverso il suo prodotto più iconico, un frutto che da sempre rappresenta l’eccellenza agricola della nostra isola. L’evento è anche un’opportunità per valorizzare il territorio di Centuripe e incentivare il turismo, contribuendo così alla crescita economica e allo sviluppo locale. Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale Dell’Agricoltura Dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale Dell’Agricoltura, un contributo fondamentale per la realizzazione di questo evento che promuove la Sicilia nel mondo e sostiene la filiera agricola regionale. “La Sagra dell’Arancia Rossa è uno degli eventi più importanti della nostra tradizione e rappresenta una vetrina di eccellenza per la nostra terra – afferma il Vice Sindaco di Centuripe, Salvatore Longo – Siamo felici di poter offrire a residenti e turisti un’occasione unica per vivere il nostro territorio, gustare i nostri prodotti tipici e conoscere le nostre tradizioni. Questo evento non è solo una festa, ma un’opportunità di crescita per la nostra economia locale e per tutti i produttori dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP.”

Essenza Mediterranea


Dal 14 al 15 Aprile 2025 – Prizzi e Bisacquino (PA)
Tre eventi per celebrare la Dieta Mediterranea attraverso gusto, cultura e formazione

QUESTA INIZIATIVA È FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE DELL'AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA - DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA.

Nel cuore della Sicilia rurale, la Dieta Mediterranea si fa esperienza viva e condivisa. “Essenza Mediterranea” è un progetto promosso dalla Fondazione Myra in collaborazione con enti locali, scuole agrarie e associazioni del territorio, che mette in rete cultura, tradizione e sostenibilità. Tre appuntamenti – tra Prizzi e Bisacquino – coinvolgeranno studenti, cittadini e turisti in un viaggio multisensoriale alla scoperta delle eccellenze agricole e gastronomiche siciliane.


📍 Primo Evento

🗓️ 14 Aprile 2025 – ore 9:00
🏫 IISS Lercara Friddi – Sede di Prizzi (PA)
🎓 Formazione e Showcooking per studenti

Durante il seminario del mattino, rivolto agli studenti dell’Istituto Agrario, saranno presenti esperti di enogastronomia, turismo e valorizzazione del territorio che offriranno una visione concreta e stimolante su come tradizione e innovazione possano incontrarsi.

  • Dott.ssa Elisa Gatto, esperta in enogastronomia e storia siciliana, guiderà un dialogo interattivo con gli studenti per esplorare le loro passioni, parlando di storia gastronomica e possibilità di valorizzazione dei prodotti locali secondo le nuove esigenze del turismo esperienziale.
  • Dott.ssa Sabrina Lauricella, professionista del settore turistico, illustrerà le opportunità emergenti nel turismo rurale e agroalimentare, con particolare attenzione al ruolo degli agriturismi, alle nuove forme di ospitalità, e agli aspetti normativi legati all’integrazione tra agricoltura e turismo.
  • Dott. Manfredi Mercadante, proporrà una riflessione su come costruire un futuro sostenibile e innovativo attraverso la promozione di imprese agroalimentari basate sui prodotti cardine della dieta mediterranea.


📍 Secondo Evento

🗓️ 14 Aprile 2025 – ore 17:00
📍 Pro Loco Hippana – Prizzi (PA)
🎶 Seminario, Showcooking e spettacolo aperti al pubblico “Essenza Mediterranea”

Nel pomeriggio, il borgo di Prizzi si anima con una manifestazione pubblica all’insegna del gusto e della tradizione. Dopo un’introduzione sulla cultura alimentare mediterranea, spazio a degustazioni, showcooking en plein air e momenti musicali con artisti locali. Un’occasione unica per vivere la convivialità e la ricchezza della dieta mediterranea nei suoi elementi essenziali: gusto, stagionalità, territorio e comunità.

Nell’ambito dell’evento pomeridiano, accessibile a tutta la cittadinanza, i relatori approfondiranno le prospettive economiche e culturali che scaturiscono dall’unione tra turismo, enogastronomia e produzione locale.

  • Dott.ssa Elisa Gatto introdurrà la ricchezza della tradizione culinaria siciliana, analizzando come essa possa diventare volano di sviluppo economico per le giovani generazioni, grazie alla creazione di esperienze autentiche e progetti innovativi.
  • Dott.ssa Sabrina Lauricella offrirà spunti pratici su come costruire attività economiche legate al turismo rurale, analizzando la domanda turistica e i nuovi modelli di accoglienza che coinvolgano il mondo agricolo.
  • Dott. Manfredi Mercadante spiegherà come la Dieta Mediterranea non sia solo uno stile alimentare, ma un sistema culturale e imprenditoriale che può diventare la base di nuove imprese giovanili nel comparto agroalimentare.


📍 Terzo Evento

🗓️ 15 Aprile 2025 – ore 9:00
🏫 IISS Don Calogero Di Vincenti – Bisacquino (PA)
🎓 Seminario e Showcooking per studenti

L’evento finale del progetto si svolge nella scuola superiore di Bisacquino. Una mattinata dedicata alla formazione sull’identità e i benefici della Dieta Mediterranea, con l’intervento di esperti, nutrizionisti e rappresentanti del mondo agricolo. Il seminario culmina in uno showcooking con gli studenti dell’ultimo anno, che cucineranno piatti basati su prodotti locali, guidati da chef e produttori del territorio.

Evento scolastico – Tema: L’agricoltura come motore d’innovazione culturale e imprenditoriale

Nella sede dell’Istituto, il seminario formativo sarà occasione per riflettere sul futuro della Sicilia rurale e sull’importanza dell’integrazione tra educazione, territorio e lavoro.

  • La Dott.ssa Elisa Gatto accompagnerà gli studenti in un percorso di conoscenza storico-gastronomica, aiutandoli a immaginare progetti imprenditoriali che mettano al centro la cultura e i prodotti del territorio.
  • Con la Dott.ssa Lauricella, gli studenti esploreranno come modelli turistici alternativi, come l’agriturismo e il turismo esperienziale, possano diventare sbocchi professionali concreti, con uno sguardo anche a strumenti normativi e incentivi disponibili.
  • Il Dott. Manfredi Mercadante si concentrerà su cosa significa oggi "azienda agroalimentare" e come la Dieta Mediterranea possa offrire idee di business sostenibili e innovativi, partendo dalle eccellenze produttive locali e dalla valorizzazione del territorio.



 

📧 COMUNICATO STAMPA
📍 Fondazione Myra – Ufficio Progetti e Comunicazione







martedì 8 aprile 2025

Il diritto al cibo

 Roma ospita un vivace sistema alimentare locale, con 70 mercati territoriali, oltre 55 gruppi di acquisto solidali e numerosi mercati agricoli. Poiché le aree urbane e periurbane svolgono un ruolo sempre più importante nel garantire cibo adeguato per tutti, la città offre una prospettiva unica per esplorare come la politica e la pratica possano promuovere congiuntamente il diritto al cibo.




Questo evento, co-organizzato dalla FAO e dall'Osservatorio sull'insicurezza alimentare e la povertà di Roma (CURSA) , riunirà esperti, decisori politici, società civile e mondo accademico per esaminare quadri giuridici, strutture di governance e meccanismi partecipativi che modellano il panorama alimentare urbano.

I partecipanti si impegneranno in un dialogo su come il sistema alimentare in evoluzione di Roma possa fungere da modello per promuovere un accesso equo e sostenibile al cibo, contribuendo al contempo a una conversazione più ampia sulla realizzazione del diritto al cibo nelle città.

 Link di registrazione: https://fao.zoom.us/webinar/register/WN_kT5KJqDGTomr8DbxMKsdiQ#/registration

Link alla pagina web dell'evento: https://www.fao.org/right-to-food/news-and-events/events/event-detail/the-right-to-food-in-rome/en

Sarà fornita l'interpretazione in inglese e in italiano. 

Moderatrice: Lavinia Ferrari, Public Affairs Advisor, Futuritaly
Punto all'ordine del giorno e relatore 
Intervento di apertura di Maurizio Martina , Vice Direttore Generale, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO)
Aspetti chiave sul diritto al cibo e sulla governance alimentare urbana e periurbana di Juan Echanove , Responsabile del team per il diritto al cibo, Divisione per la trasformazione rurale e l'uguaglianza di genere, FAO 
I dati essenziali sul diritto al cibo a Roma di Francesca Felici , Ricercatrice, Osservatorio sulla Povertà e l'Insicurezza Alimentare di Roma, CURSA

Tavola rotonda: 

  • Antonella Melito , Consigliere del Comune di Roma 
  • Tiziana Biolghini , Consigliera Metropolitana della Città Metropolitana di Roma 
  • Davide Marino , Direttore Scientifico, Osservatorio sulla Insicurezza Alimentare e la Povertà di Roma
  • Fabio Ciconte , Presidente, Consiglio Alimentare di Roma 
  • Mario Marino , Funzionario tecnico, Segreteria del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura (ITPGRFA), FAO 
Voci da altre città d'Europa e Q&A  
Conclusioni di Sabrina Alfonsi , Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma  

Castronovo di Sicilia celebra il patrimonio rurale con la manifestazione del 4 maggio 2025


                      L’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea patrocinerà  la manifestazione che si terrà il prossimo 4 maggio 2025 a Castronovo di Sicilia, nell’ambito dei festeggiamenti in Onore del SS Crocifisso.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Castrum APS in collaborazione con realtà associative e produttive locali è volta  a promuovere lo sviluppo locale di tipo partecipativo.

La giornata si aprirà con un corteo storico che vedrà la partecipazione di gruppi provenienti da tutta la Sicilia Occidentale, in abiti tradizionali e con rappresentazioni legate alle identità locali. Il corteo farà da cornice alla sfilata di cavalli, evento di grande richiamo che attraverserà le vie del centro storico, rievocando le radici agricole e rurali del territorio.


In questo contesto, sarà allestita un’area dedicata alla promozione e degustazione dei prodotti tipici castronovesi, dove i visitatori potranno scoprire e assaporare le eccellenze enogastronomiche locali, grazie alla partecipazione attiva dei produttori e delle aziende agricole del territorio.

Il programma sarà arricchito dalla presenza di stand espositivi, laboratori artigianali e momenti musicali, con l’esibizione di live band che animeranno la manifestazione in un clima di festa e condivisione.

L’iniziativa si propone come un’esperienza immersiva nella cultura rurale siciliana, in cui tradizione, identità e innovazione si incontrano per raccontare il valore di un territorio ricco di storia, competenze e visioni di futuro.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.


 

Per informazioni:
Associazione CASTRUM APS
[cell. +39 320 9773 697]

cs a cura dell'associazione

“Red Orange Fest 2025 una spremuta di sicilianità”

  Scordia presenta il “Red Orange Fest 2025 una spremuta di sicilianità” 3 ^ Edizione Tra cultura, folklore e messaggi di pace È stata presentata questa mattina, a Scordia, la nuova edizione del Red Orange Fest 2025, in programma dall’11 al 13 aprile.

 

Un evento che torna a celebrare l’arancia rossa, simbolo d’eccellenza del territorio etneo, attraverso un ricco programma che intreccia tradizione, cultura, enogastronomia, spettacoli e riflessioni sui temi dell’attualità. Il cuore pulsante della manifestazione sarà, ancora una volta, l’arancia rossa di Sicilia, protagonista di degustazioni, show cooking, esposizioni di prodotti tipici, momenti artistici e laboratori per grandi e piccoli. Ma quest’anno il Red Orange Fest si carica anche di un forte valore simbolico e sociale. Il tema scelto è infatti ispirato a ciò che sta accadendo nel mondo: guerre, conflitti e tensioni internazionali che non possono lasciarci indifferenti. «Abbiamo ritenuto doveroso – spiegano gli organizzatori – lanciare un messaggio di pace e di convivenza tra i popoli. Per questo, la giornata di domenica sarà interamente dedicata all’inclusione e alla multiculturalità, con la creazione di un vero e proprio Music Village all’interno del centro storico di Scordia.» Il villaggio musicale ospiterà artisti provenienti da diversi Paesi e culture, che si alterneranno sul palco per raccontare, attraverso la musica, le radici e le speranze dei propri popoli. Tra le presenze più attese spicca quella di Faisal Taher, voce storica del gruppo Kunsertu, che rappresenterà simbolicamente la Palestina. Accanto a lui, artisti provenienti da Africa, India, Brasile e altre realtà etniche daranno vita a una grande festa interculturale, dove la musica diventa linguaggio universale di fratellanza. Il Red Orange Fest si conferma così non solo un momento di promozione del territorio e delle sue eccellenze, ma anche un’occasione di riflessione e apertura verso il mondo, in un clima di gioia, colori e contaminazioni positive. QUESTA INIZIATIVA È FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE DELL'AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA - DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA. Per ulteriori informazioni e per ricevere il programma completo dell’evento è possibile contattare l’organizzazione tramite i canali ufficiali.

 

Promuovere l’agrobiodiversità attraverso le NUCs. Il progetto DIVINFOOD

 

Francesca Benedetta Felici, Università di Roma La Sapienza

Luca Colombo, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica  

Il  progetto  DIVINFOOD  “Co-constructing  interactive  short  and  midier  food chains to value agrobiodiversity in healthy plant-based food”  è un'iniziativa di ricerca finanziata dall'Unione Europea che si concentra sulla promozione  della  diversità  alimentare  e  lo  sviluppo  di  modelli  sostenibili  di  agricoltura  e  consumo  alimentare. 

Con  un  focus  particolare  sulla  valorizzazione  delle  colture  tradizionali  e  locali,  cereali  minori  e  legumi  da  granella  sottoutilizzati  in  particolare,  DIVINFOOD  mira  a  riscattare  e  qualificare la biodiversità di interesse agrario e a promuovere la resilienza dei sistemi agroalimentari europei. Il progetto è parte integrante degli sforzi dell'UE per sostenere un'agricoltura sostenibile, promuovere una maggiore inclusione sociale e rispondere alle sfide ambientali. Finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020, il progetto è iniziato nel  marzo  2022  e  si  concluderà  nel  febbraio  2027.  Coinvolge  una  vasta  rete di partner scientifici e del sistema socioeconomico provenienti da tutta Europa, ovvero organizzazioni di sette Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Tra i principali attori figura INRAE (Francia), leader europeo nella ricerca agronomica, affiancato da CREA (Italia) per lo sviluppo dell'innovazione agricola. Dall'Italia, partecipa anche FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), che contribuisce con la sua esperienza nella ricerca e nella promozione  dell'agricoltura  biologica  e  sostenibile.  Altri  partner  chiave  includono l'Università di Pisa (Italia), FiBL (Svizzera) e OMKI (Ungheria), tutti  impegnati  in  progetti  di  ricerca  sulla  sostenibilità  e  l'agroecologia.  SLU (Svezia) e UEvora (Portogallo) apportano competenze in biodiversità, mentre BioCivam11 e mPmC (Francia) si focalizzano sulla promozione dei prodotti locali. La rete comprende anche organizzazioni per la trasparenza alimentare come Open Food France e Open Food Facts (Francia). 

Questa collaborazione, estesa anche a istituti gastronomici di prestigio come l'Institut Paul Bocuse e enti cittadini come il Comune di Budapest, garantisce che DIVINFOOD possa integrare ricerca, innovazione e azioni concrete per sviluppare catene del valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto include una serie di azioni chiave che mirano a promuovere la biodiversità e a migliorare i sistemi agroalimentari attraverso colture tra-scurate e poco utilizzate (Neglected and Underutilized Crops - NUCs) (Ali & Bhattacharjee, 2023). Con una logica di disegno del sistema alimentare che parte dal raccogliere indicazioni dal quadro di consumo per poi tra-sferirle a ritroso agli altri segmenti di filiera fino alle attività di selezione varietale, le principali attività del progetto sono le seguenti:

-  pilota  e  cooperative  sociali,  incaricate  della  gestione,  propagazione  e promozione delle NUCs, animate tramite l’attivazione di Living Lab volti a raccogliere una varietà di attori intorno alla coltura NUC di interesse.  Inoltre,  verranno  formulate  raccomandazioni  politiche  per  replica queste iniziative su più larga scala.

• Disseminazione: DIVINFOOD si impegnerà a diffondere i risultati ottenuti a una vasta gamma di stakeholder, ottimizzando le strategie per la valorizzazione e l'adozione delle innovazioni proposte2 .Come anticipato, il progetto riconosce l'importanza delle colture trascurate e poco utilizzate (NUCs) per affrontare la resilienza dei sistemi agrari e l'insicurezza alimentare e nutrizionale, che colpisce oltre un miliardo di persone  a  livello  globale.  Queste  colture,  spesso  ignorate  dall'agricoltura  moderna,  hanno  il  potenziale  per  migliorare  la  sicurezza  alimentare  grazie alla loro capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali. 

DIVINFOOD  si  concentra  su  alimenti  vegetali  sani  e  su  prodotti  con  identità  locale  o  regionale,  con  l'obiettivo  di  sviluppare  catene  del  valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto esplorerà cereali e legumi minori in tre macro-regioni europee climaticamente vulnerabili (scandinava, continentale e mediterranea), affrontando anche le sfide socio-economiche  legate  all'agrobiodiversità.  Inoltre,  attraverso  il  coinvolgimento diretto dei consumatori, verranno sviluppate nuove modalità di marketing interattivo per promuovere questi prodotti. Infine, il progetto punta a migliorare le varietà locali di queste colture, per renderle più resistenti e adatte ai cambiamenti climatici. Infine, il coinvolgimento attivo delle comunità locali è un elemento essenziale dell’iniziativa. Il progetto è organizzato in nove Living Labs (Figura 1), ovvero ambienti di innovazione aperta in cui diversi stakeholder—cittadini, aziende, ricercatori e amministratori—collaborano per affrontare 

• Co-sviluppo: DIVINFOOD lavora con i consumatori per creare nuove modalità interattive di marketing e canali di vendita che valorizzino la biodiversità e i suoi benefici. Questo processo è supportato da sistemi  di  garanzia  partecipativa  e  strumenti  digitali,  favorendo  un  maggiore coinvolgimento del pubblico nel riconoscimento del valore delle NUCs

.• Co-produzione:  Il  progetto  mira  a  sviluppare  nuovi  prodotti  alimentari vegetali sani e appetibili derivati dalle NUCs. L'obiettivo è creare ricette  e  formulazioni  con  un'elaborazione  alimentare  minima,  per  massimizzare  il  potenziale  nutrizionale  e  gustativo  delle  colture  utilizzate.

• Benchmark: DIVINFOOD valuterà diversi sistemi agricoli agroecologici e tecniche che migliorano le prestazioni delle NUCs. Questo include l'integrazione della biodiversità interspecifica e il miglioramento dei servizi ecosistemici, garantendo al contempo benefici socio-economi-ci per le comunità.

• Selezione varietale: Il progetto promuoverà la creazione di cultivar di cereali e legumi più performanti, adatte a contesti locali, con una maggiore tolleranza agli stress biotici e abiotici e un potenziamento delle proprietà nutrizionali e organolettiche.

• Dimostrazione di nuovi modelli di business: DIVINFOOD intende sviluppare modelli di business innovativi che diversifichino le fonti di reddito  per  agricoltori  e  piccoli  trasformatori.  Questi  modelli  si  ba-sano sull'uso sostenibile dell'agrobiodiversità e su attività produttive che coinvolgano le comunità locali.

• Co-progettazione:  Il  progetto  prevede  la  creazione  di  reti  territoriali  del  Cibo le sfide dei sistemi alimentari. Utilizzano una metodologia interattiva che prevede il coinvolgimento attivo, l'ideazione collettiva, la prototipazione e il feedback, promuovendo così un approccio dinamico alla co-creazione (Massari et al., 2023). Questi laboratori struttureranno reti territoriali multi-attoriali per gestire i germoplasmi, moltiplicare sementi e promuovere l’agrobiodiversità, integrando catene del valore e società. I nove Living Labs serviranno come cluster regionali e spazi centrali di co-in-novazione, facilitando la collaborazione tra agricoltori, consumatori e ri-cercatori. La co-creatività è un fattore fondamentale, in quanto favorisce l'apprendimento collaborativo e genera soluzioni innovative, permettendo di affrontare problemi complessi in modo sistemico. Questo modello dimostra  come  la  collaborazione  possa  portare  a  risultati  sostenibili  e  trasformativi  nel  settore  agro-alimentare,  evidenziando  l'importanza  di  monitorare e valutare l'efficacia dei processi di co-creazione nel tempo. Il Living Lab italiano/svizzero3, composto da FiBL, FIRAB, UNIPI e CREA, si  concentra  sul  lupino  bianco,  studiando  le  sue  potenzialità  agronomiche, tecnologiche e nutrizionali. Punta in particolare a valorizzare il ruolo agroecologico di questa leguminosa e a individuare percorsi innovativi di trasformazione alimentare della granella, ricca in proteine e diversi fatto-ri nutrizionali, analizzandone al contempo le barriere allo sviluppo, quali la presenza di alcaloidi nel seme e la sua presenza nella lista degli allergeni che ne frena l’interesse delle aziende alimentari. In Italia, il Living Lab concentra le sue dinamiche interattive nell’area tosco-laziale con la partecipazione di diverse aziende biologiche e a trazione agroecologica

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