mercoledì 12 giugno 2024

L'innovazione tecnologica nel settore delle produzioni animali

 

 

Dipartimento Scienze Agrarie Alimentari e Forestali
Università degli Studi di Palermo


L’innovazione tecnologica è un processo di crescita degli strumenti teorici e materiali in grado di generare progresso sociale. Il livello e la capacità di diffusione e penetrazione nl tessuto produttivo, in altri termini il successo dell’innovazione tecnologica dipende da diversi fattori tra cui:
i) il livello di accettazione degli strumenti teorici e materiali di cui si compone da parte del libero mercato o dei fruitori se trattasi di servizi; 
ii) il livello di crescita economica che l’I.T. è in grado di generare; 
iii) il livello di maturità tecnologica (TRL) dell’I.T. nella scala da 1 a 9 (1 = Ricerca di base, 9 = Sistema reale provato in ambiente operativo (produzione competitiva, commercializzazione). 
Pertanto, non c'è innovazione tecnologica se non c'è conoscenza. Di fatto l'attività che genera la conoscenza e quindi nuove tecnologie e di conseguenza innovazione è la ricerca e lo sviluppo. La ricerca non può d'altra parte prescindere dall'apprendimento individuale e organizzativo così come l'innovazione tecnologica non può prescindere dalla trasformazione della conoscenza tacita "implicita" a codificata "esplicita". Solo così la conoscenza diventa accessibile a tutti e facilmente scambiabile sul mercato dell'innovazione tecnologica. L'I.T sarà Fattore di Crescita economica solo se sarà in grado di fare sentire il suo peso su variabili macroeconomiche. Questa valutazione potrà basarsi sul fatto che l'I.T. deve consentire un aumento dei consumi, della produttività e dell'occupazione, rispondendo a precise e puntuali esigenze del tessuto produttivo del territorio. È a questo punto che l'I.T. diventa un bene economico. È solo a questo punto che si può comprendere quale sarà il successo dell'I.T. 

L’I.T. può assumere diverse forme, i) Innovazione di prodotto: a) nuovo prodotto; b) prodotto sensibilmente migliorato; ii) Innovazione di processo: a) Nuovo processo, b) processo sensibilmente migliorato, c) Nuovo modello di gestione, d) Modello di gestione sensibilmente migliorato, e) Nuova strategia di impresa. Alcuni esempi di I.T. nelle produzioni animali sono, i) sistemi di identificazione e localizzazione dei capi, ii) misura di parametri fisiologici, produttivi e rilevatori di funzioni vitali, iii) Misuratori elettronici della produzione di latte, iv) Robot di mungitura, v) misuratori delle caratteristiche del latte, vi) sistemi di gestione aziendale computerizzata.  Un ulteriore esempio di I.T. nel settore delle produzioni animali, finalizzata alla valorizzazione economica e commerciale del sistema razza, territorio e prodotto è la tracciabilità genetica/autenticazione delle produzioni lattiero casearie nel caso, in particolare delle produzioni a marchio DOP così come pure le strategie di impiego di sottoprodotti dell’agricoltura nell’alimentazione degli animali con la finalità di incrementare o migliorare sensibilmente la sostenibilità delle attività zootecniche o ancora la gestione informatizzata dei pascoli e/o dell’alimentazione del bestiame.

Tuttavia, se l’I.T. non è accompagnata da una adeguata conoscenza e formazione da parte dei potenziali fruitori talora, stenta a diffondersi nel tessuto produttivo imprenditoriale. Le principali cause delle difficoltà di penetrazione dell’I.T. nel tessuto produttivo imprenditoriale possono essere le più diverse ma le più comuni sono la presenza di una barriera culturale nei confronti dell’innovazione per una non chiara descrizione e comprensione dei benefici conseguibili così come l’immaturità da parte degli attori dell’offerta, in alcuni casi la dimensione aziendale e soprattutto la considerazione che molto spesso ci si limita a valutare come beneficio solo la riduzione dei costi. Infine, occorrerebbe acquisire consapevolezza che i vantaggi dell’I.T. in zootecnica ma più in generale in agricoltura si esprimono con un ritardo fisiologico che in alcuni casi può anche essere superiore a diversi anni, soprattutto in funzione del livello di maturità tecnologica (TRL) dell’Innovazione stessa.



















Evento “DEGUSTANDO PEDALANDO”

 

 

Domenica 16 Giugno 2024 ROSOLINI (SR)





 - La bicicletta consente di avvicinarsi con estrema leggerezza e rispetto al territorio e di scoprire i luoghi nella loro totalità, con il minimo impatto ambientale. La bicicletta è un prodigio meccanico che sa creare emozioni. È una macchina perfetta per creare relazioni sociali e, nella sua dinamicità, permette di ridisegnare il territorio. Con la sua agilità, inventa itinerari e percorsi inediti, creando infinite e nuove configurazioni anche dei luoghi a noi più conosciuti. Questo è il senso della bicicletta per il territorio. L’obiettivo è quello di promuovere e far conoscere i prodotti agricoli e agroalimentari legati al territorio valorizzando identità, storia e cultura siciliana, finanziato dal Dipartimento all’Agricoltura dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. L’obiettivo dell' evento “DEGUSTANDO PEDALANDO”, è quello di promuovere e valorizzare la qualità dei prodotti siciliani tipici locali svolgendo un’attenta attività di informazione concentrando l’attenzione su un target ben preciso quale i bambini e le famiglie. Valorizzando i prodotti locali e la loro qualità, con “DEGUSTANDO PEDALANDO” promuoveremo contestualmente l’utilizzo della bicicletta e la conoscenza del territorio con itinerari che facciano riscoprire luoghi e storia che spesso vengono sottovalutati e/o abbandonati. Grazie alla bici andremo a scoprire il territorio rurale, le varie strutture architettoniche e i beni storici che incontreremo durante la “ciclo turistica”. Lo scopo è quello di selezionare azioni di animazione rurale che possano migliorare la conoscenza dei territori e la loro identità culturale legata alle tradizioni agricole, incentivare lo sviluppo enogastronomico del territorio siciliano nonché la valorizzazione dei territori. In un’ottica di salvaguardia del mondo rurale che orienti la ricerca di collaborazioni tra i diversi comparti, si vuole sostenere il settore agroalimentare siciliano connesso in maniera efficiente ad altri settori come il turismo, la cultura, l’ambiente e soprattutto allo sport e al tema della salute. La promozione della grande ricchezza e varietà di prodotti alimentari della regione si traduce in azioni ed interventi che esprimano sempre più il tratto comune di una cultura alimentare e gastronomica molto ricca di storia, cultura, paesaggi e conoscenze. La promozione andrà mirata a valorizzare la qualità dei prodotti siciliani presenti nel nostro territorio tra le due Provincie di Siracusa e Ragusa. Alcuni dei prodotti che andremo a valorizzare sono: Pane cunzatu (pane di casa) con Olio evo bio, Torrone di produzione artigianale locale, Cannoli artigianali con ricotta e creme varie, Mandorle, Salsiccia secca di suini locali, altri prodotti tipici locali

Programma dettagliato dell’evento

- ore 08:00 --- Accoglienza dei partecipanti e presentazione dell’evento in Piazza Garibaldi;

- ore 09:00 --- Distribuzione del KIT omaggio con Prodotti tipici locali e atri gadget;

- ore 09:30 --- Partenza per la “ciclo turistica” e la visita dei vari monumenti storici presenti in

città: il Castello e gli Uffici del Principato di Rosolini (XVIII-XIX secolo), la Fontana del Tritone,

l’Abbeveratoio di via Eloro, il Castello Platamone e la Basilica Ipogeica Bizantina (IV- V sec. d.C.);

- ore 11:00 --- Degustazione dei prodotti tipici locali itinerante;

- ore 13:00 --- Rientro in Piazza Garibaldi per animazione e ristoro dei partecipanti e degustazione

dei prodotti tipici locali in Piazza Garibaldi: Pane cunzatu (pane di casa) con Olio evo bio, Torrone

di produzione artigianale locale, Cannoli artigianali con ricotta e creme varie, Mandorle, Salsiccia

secca di suini locali, altri prodotti tipici locali;

- ore 17:00 --- Conclusione della giornata con premiazione e animazione

 

lunedì 10 giugno 2024

Innovazioni Colturali per le produzioni erbacee mediterranee

Prof.  Salvatore Luciano Cosentino
Di3A
Università di Catania

 

L’innovazione colturale per le produzioni erbacee mediterranee assume aspetti cruciali per la sopravvivenza di un comparto che per effetto di fattori diversi come la concorrenza dei mercati esteri, il cambiamento climatico, la riduzione della fertilità dei suoli si trova ad affrontare sempre nuove sfide.

L’analisi dei progetti che mi sono stati affidati per questo settore sulle misure 16.1 e 16.2 del PSR Sicilia 2014-2022 hanno riguardato sia colture tradizionali che colture di nuova introduzione. Nell’ambito delle colture graminacee sono stati recuperati i primi cereali coltivati come il grano monococco e il farro e popolazioni più recenti come i ‘grani antichi siciliani’ (Perciasacchi, Timilia, Russello, Bidì, Margherito, Maiorca); miscugli di grani teneri adatti ai climi aridi e avena nuda. Inoltre, è stata valutata anche la possibilità della coltivazione di un pseudocereale come la quinoa. Nel comparto delle colture leguminose sono state trattati il cece e la lenticchia. Tra le colture di nuova introduzione due progetti hanno valutato la possibilità di coltivare la canapa anche per la produzione innovativa di seme e olio, due progetti hanno preso in considerazione le colture da olio ricino, cartamo e lentisco. Un gruppo di 5 progetti ha valutato la possibilità di introdurre coltivazioni di colture aromatiche e officinali per usi nutraceutici, officinali e medicinali. Fra queste specie annoveriamo Lavanda, Rosmarino, Timo, Origano, Timo arbustivo, Salvia e Zafferano.

Nel complesso l’attenzione dei proponenti è stata posta su tematiche che si sono imposte ormai da più di un decennio che pongono grande attenzione alla salute del consumatore e dell’ambiente. In quest’ultimo caso alla produzione di sostanze biocide di origine biologica per la sostituzione dei prodotti chimici di sintesi, alla produzione di bioenergie utili per le comunità energetiche rinnovabili sia per la produzione di bricchette per combustione che di biogas. È opportuno sottolineare inoltre che l’attenzione alle problematiche ambientali ha indotto tutti i progetti a basare le attività colturali sulla riduzione degli input chimici ed energetici e sulle tecniche di agricoltura sostenibile o biologica.

In rapporto alla attenzione al consumatore è stato trattato Il tema della tracciabilità del prodotto sia attraverso metodi informatici come la blockchain, sia attraverso metodi genetici come il fingerprint. L’uso degli strumenti digitali è stato anche richiamato per la definizione dell’impronta ecologica dei prodotti alimentari.

Con riferimento alla crescente attenzione del produttore agricolo verso le esigenze salutistiche del consumatore il sopracitato grano monococco è stato proposto perché ricco in fibre, in elementi minerali, vitamine e povero in glutine. La migliore digeribilità, assieme alla maggiore resilienza, è stata richiamata anche per tutte le popolazioni di ‘grani antichi’ su cui è stata posta l’attenzione, in un caso anche per la preparazione di paste con sostanze antiossidanti come il licopene ricavato da colture tradizionali seccagne di pomodoro. E’ stata studiata la formulazione di nuovi prodotti, quali bulgur e sfarinati integrali, derivati da macinazione a pietra di landraces siciliane di frumento duro e di frumento tenero biologici e funzionali, ad elevato valore nutraceutico, così come la formulazione di panetti per pizza ad alto valore nutrizionale.

Attenzione alla biodiversità è emersa nella proposta di un miscuglio di centinaia di genotipi di frumento tenero provenienti da ambienti aridi che si può adattare ecologicamente alle condizioni mediterranee e che può affrontare modificazioni climatiche repentine valorizzando la resilienza tipica dei sistemi biologici naturali ad elevata biodiversità.

Interessanti risultati sono stati ottenuti individuando le più adatte varietà monoiche di canapa, piuttosto che le dioiche, per la produzione di olio, le più idonee tecniche colturali e la definizione di una filiera che consenta anche di estrarre le numerose sostanze a valenza nutraceutica e farmaceutica nell’ambito di una produzione a basso impatto ambientale e sostenibile.

Sulla scorta dei recenti incrementi del consumo di birra artigianale è stato proposto lo studio della filiera per la produzione di birra artigianale ‘born in Sicily’ attraverso la coltivazione di orzi distici e grani per la maltazione, in condizioni di limitati input energetici e sostenibile. La preparazione di sfarinati innovativi a base di cereali diversi o combinati con leguminose, sfarinato mix multicereale e sfarinato High Protein per la panificazione e la pastificazione; sfarinato Low Glycaemic Index e sfarinato maltato di grano duro per la panificazione ha rappresentato anche una possibile proposta salutistica.

La proposta delle colture officinali ha riguardato fra l’altro la possibile estrazione di principi attivi per mezzo di tecniche innovative di estrazione come la tecnologia ad ultrasuoni e la tecnologia con microonde per la produzione di sostanze con proprietà antiossidanti e antimicrobiche, biocide, batteriostatiche e battericide.

Dall’analisi dei progetti è possibile mettere in evidenza che la fattibilità di molte soluzioni tecniche innovative è stata ampiamente confermata e che sarebbe opportuno che ulteriori studi vengano condotti su questi argomenti per consolidare, ampliare e diffondere i risultati ottenuti. La sempre crescente attenzione del consumatore ai temi salutistici e dell’ambiente fa ben sperare che le aziende che decidono di innovare in questa direzione possano trovare riscontro alle loro scelte. L’intervento del decisore politico, infine, potrà indirizzare la comunicazione e il sostegno a queste filiere che rappresentano una grande opportunità per il territorio siciliano.

























Innovazioni nel settore ortoflorofrutticolo e vitivinicolo



Alessandra Gentile 

 Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente,   Università di Catania

 

       L’innovazione nel settore ortoflorofrutticolo gioca un ruolo fondamentale per il raggiungimento di alcuni obiettivi importanti, indispensabili per il mantenimento dell’attività agricola e agroalimentare e per la sua sostenibilità.

L’analisi dei progetti nel settore ortoflorofrutticolo presentati a valere sulle misure 16.1 e 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020 e 2020-2024 ha evidenziato che le tematiche affrontate dai gruppi operativi hanno riguardato sia specie consolidate (agrumi, drupacee, ortive, ecc.), sia specie in fase di sviluppo (avocado, mango, ecc), sia specie minori (carrubo, nespolo, ecc.). Nell’insieme i diversi progetti prendono in considerazione innovazioni di prodotto, anche con riferimento alla valutazione e costituzione di nuovi materiali genetici, e di processo, dai metodi di propagazione all’utilizzo di materiali edibili nel post-raccolta.

La vite e il pomodoro, rispettivamente per le specie arboree e per quelle ortive, si confermano come specie leader e apripista per numerose tematiche.

La sostenibilità è risultato un tema trainante. Questo tema è stato declinato sotto diversi aspetti che spaziano dalla scelta del materiale vegetale, sia come varietà che come portinnesti più resistenti agli stress di natura biotica e abiotica, alla gestione di campo, inclusa la valutazione di metodi di controllo biologico di patogeni e parassiti e del ruolo delle api quali indicatori delle condizioni di salute degli agroecosistemi, sino alla fase di postraccolta. Particolare attenzione è stata riservata alla tematica della risorsa idrica e alla gestione della fertilizzazione (dal risparmio all’utilizzo di acque reflue alla valutazione della efficienza di uso di specie e portinnesti).

E’ emerso anche il tema della tracciabilità come approccio per la qualificazione dei prodotti. Questo tema è stato declinato attraverso la valutazione di materiali genetici riconosciuti come superiori per tratti qualitativi o di resistenza che necessitano però di un «recupero di identità» o di una certificazione  (anche sanitaria). La tracciabilità viene anche perseguita attraverso l’utilizzo del fingerprinting, in particolare attraverso lo studio dell’analisi del DNA, per l’identificazione in maniera univoca delle produzioni tipiche.

In altri casi i progetti presentati sono risultati in maniera chiara come «market oriented». Una esigenza che il mondo della ricerca è stato in grado di riscontrare, è stata quella del miglioramento della qualità dei prodotti e della loro innovazione (anche attraverso il recupero degli scarti di lavorazione). Alcuni progetti sono stati sviluppati in un’ottica di filiera, dal campo fino all’analisi delle scelte del consumatore.

Nel complesso le innovazioni trasferibili per il comparto ortoflorofrutticolo possono essere individuati anche operando su quelle innovazioni già esistenti, messe a punto in altri Paesi, per altri obiettivi e pertanto, in alcuni casi occorre trasferire ed adattare alle specifiche condizioni innovazioni già collaudate in altri Paesi; questo è per esempio il caso dell’utilizzo di portinnesti resistenti al virus della tristezza che, costituiti negli Stati Uniti con obiettivi diversi, hanno consentito, attingendo a quella innovazione straniera, di salvare l’agrumicoltura italiana. Ma l’innovazione deve essere in grado di precorrere i tempi, di cogliere le sfide dell’agricoltura del domani, le sfide dell’alimentazione, della sostenibilità e della multifunzionalità, nella consapevolezza che l’innovazione di oggi è certamente la tradizione di domani. Certamente va ricordato anche come il primo luogo per il trasferimento delle innovazioni sono le aule dell’Università dove si formano i tecnici (in primo luogo gli agronomi) del futuro.

Il settore ortoflorofrutticolo comunque soffre al momento di alcuni limiti e sfide che riguardano la competizione globale, il mutato scenario economico, il cambiamento climatico, la disponibilità di risorse limitate, le sfide della transizione ecologica, gli aspetti connessi ai vincoli normativi, all’evoluzione dei sistemi di vendita, e le aspettative dei consumatori, in continua evoluzione. Al tempo stesso, però, bisogna considerare che si dispone oggi di strumenti a supporto dell’innovazione, soprattutto nella fase produttiva, che riguardano l’adozione di metodi di agricoltura di precisione per gestione e monitoraggio, la possibilità di costituire rapidamente e in maniera efficiente nuovi genotipi, la messa a punto di sistemi di irrigazione e di fertirrigazione intelligente, la produzione di prodotti ad alto valore aggiunto o funzionalità d’uso e di prodotti market-oriented, la disponibilità di metodologie, chimiche e molecolari, per la tracciabilità dei prodotti.

Nel complesso bisogna sottolineare che il successo (passato, presente, e auspicabilmente futuro) delle misure dei Programmi di Sviluppo Rurale è legato anche al clima di fiducia e di conoscenza reciproca tra il settore della ricerca, la realtà imprenditoriale con la regia dell’amministrazione regionale, clima che nasce molti anni fa (2007) ma che nel corso del tempo si è consolidato riuscendo ad intercettare una platea notevole delle aziende agroalimentari del territorio siciliano, favorendo anche l’aggregazione delle stesse.

PRESENTAZIONE

sabato 8 giugno 2024

Filiera Brassicola

 Intervista a Katya Carbone, primo ricercatore CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura e coordinatrice progetti CREA dedicati.

L’impegno della ricerca CREA, a fianco delle imprese, per la costruzione di una filiera di eccellenza, quella della birra artigianale italiana.  

La filiera è una delle più indicate tra i partecipanti alla Rete regionale Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura 


Sinonimo di convivialità e relax, ma anche di tradizioni locali, biodiversità e diversità culturali, la birra è una bevanda adatta in ogni contesto, che piace ugualmente a giovani, donne e uomini senza distinzione di età, provenienza o stili di vita e che rappresenta anche uno strumento per raccontare il territorio e le materie prime locali, in un bicchiere. Proprio per questo, anche in Italia, ormai da più di un ventennio è esploso il fenomeno della produzione della birra artigianale, prodotto unico e apprezzato in tutto il mondo, che vede come protagonisti in prevalenza gli under 35, che hanno saputo intercettare la domanda di un prodotto artigianale e di qualità. Negli ultimi anni, però, la corsa del settore sta rallentando, a causa delle difficoltà legate al complicato momento storico-politico internazionale ed è sempre più insistente e sentita l’esigenza d’innovazione e di sostenibilità lungo l’intera filiera, per la produzione di birra artigianale 100% Made in Italy e per aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati esteri. Cosa sta facendo la ricerca del CREA per supportare una filiera della birra che sia autenticamente italiana?

1. Raccontaci il progetto LOB.IT: in cosa consiste e perché è nato?

Il progetto LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità ITaliana da valorizzare” è un progetto nazionale di ricerca scientifica, finanziato dal Masaf e coordinato dal CREA con la partecipazione dei colleghi del Dip. di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università degli studi di Parma, che ha l’obiettivo di trasferire agli operatori di settore, imprenditori agricoli in primis, strumenti utili per valorizzare le proprie produzioni brassicole artigianali/agricole, attraverso l’implementazione di materie prime a forte connotazione territoriale, per costruire una filiera brassicola 100% made in Italy.

A fine 2020, la Lg. 178/2020 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”, all’art. 1, comma 138 istituì un “Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere minori” (e.g. apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio), con una dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro per l’anno 2021. Per quanto concerne il settore brassicolo, il Fondo di rilancio prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di un progetto di ricerca a sostegno dello sviluppo della filiera brassicola italiana legata alle materie prime, in particolare il luppolo, e, in misura minore, cereali da malto, orzo e lieviti da birra, limitatamente al genere Saccharomyces, per implementare, all’interno della filiera stessa, materie prime in grado di connotare territorialmente (effetto terroir) il prodotto birra, artigianale e agricolo, spingendo verso la realizzazione di un prodotto finito 100% made in Italy.

Il progetto è diviso in tre linee di ricerca monotematiche dedicate al luppolo, all’orzo e ai cereali alternativi per impiego brassicolo e ai lieviti da birra, a cui si aggiungono due linee di ricerca trasversali. Una dedicata alla comunicazione, che sfruttando il più possibile i diversi canali social del progetto cerca di contribuire attivamente alla crescita e all’espansione della cultura birraria in Italia, che si traduce anche in un consumo più consapevole e responsabile, e una linea di ricerca dedicata all’analisi statistico economica e allo studio dei modelli organizzativi della filiera.

2. Cosa significa e ha significato per la filiera brassicola e per le aziende? Quali benefici/vantaggi competitivi?

La birra, dopo il vino, è la bevanda alcolica maggiormente bevuta in Italia, con livelli pro-capite sempre più prossimi a quelli del vino. È, inoltre, un prodotto che genera valore condiviso (stimato in più di 10 miliardi di euro nel 2022) lungo tutta la filiera e un importante gettito fiscale (stimato in più di 4 miliardi di euro nel 2022) per il nostro Paese, ma, soprattutto, la birra è un prodotto della terra, dove malto, luppolo, lievito e acqua ne definiscono l’impronta digitale, caratterizzandola, insieme alla maestria del mastro birraio, in modo univoco. Queste caratteristiche si ritrovano e sono esaltate specialmente quando parliamo di birra artigianale e agricola. Tuttavia, questi settori negli ultimi anni, complice la congiuntura negativa legata alla pandemia e alla crisi economica e geopolitica internazionale, stanno facendo registrare, dopo il boom della decade passata, uno stallo del tasso di crescita e la necessità di imporsi sui mercati rispetto ai loro diretti competitors esteri.

LOB.IT vuole cercare di offrire alle aziende italiane, siano esse quelle dei produttori agricoli sia de i trasformatori finali, soluzioni tecnologiche innovative e trasferire conoscenze, che possano aumentare la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. La ricerca che portiamo avanti con LOB.IT è una ricerca applicata, che ha l’obiettivo di trasferire i risultati scientifici e tecnologici direttamente alle aziende e agli operatori di settore, favorendo la competitività e la sostenibilità delle imprese del comparto, valorizzando le produzioni agricole locali e rendendo la filiera capace di confrontarsi con le sfide della globalizzazione dei mercati. L’obiettivo è partecipare allo sviluppo di filiere corte, in grado di garantire ai piccoli e medi produttori una migliore redditività, nonché un più facile accesso dei consumatori a prodotti di qualità.

3. In cosa consiste il suo valore innovativo?

L’innovazione tecnico – scientifica del progetto consiste principalmente nell’avvio di un “percorso sostenibile” per la coltivazione di materie prime brassicole, tramite l’adozione di modelli virtuosi per la gestione della filiera. Le attività sperimentali che stiamo portando avanti hanno obiettivi concreti: ad esempio cercare di fornire agli agricoltori che coltivano luppolo indicazioni sul momento migliore per la raccolta, ai vivaisti materiale di propagazione sano per l’avvio di un vivaismo di qualità e ai trasformatori estratti funzionali innovativi per migliorare la qualità dei prodotti, contribuendo a ridurne l’impatto ambientale. Promuoviamo, inoltre, la coltivazione del luppolo anche per fini officinali, aprendo ad un impiego multisettoriale della pianta, che è annoverata tra quelle con un potenziale fitochimico importante per settori quali quello farmaceutico, nutraceutico e cosmeceutico. Un aspetto assolutamente innovativo è, indubbiamente, quello legato allo studio delle interazioni tra luppolo e lievito, con lo scopo di fornire ai mastri birrai italiani strumenti nuovi per ampliare le proprie produzioni. La ricerca di lieviti spontanei, legati al territorio, in grado di influenzare positivamente il profilo metabolico e il grado alcolemico del prodotto finale, potrebbe rivelarsi un metodo efficace sia per individuare un ceppo, con caratteristiche specifiche, adatto alla produzione di birre aromatiche, sia per ottenere tramite fermentazione e senza l’uso di procedure di dealcolizzazione birra a basso tenore alcolico, sempre più gradite al consumatore moderno. I risultati che conseguiremo in questa fase saranno di sicuro interesse per un settore che è ancora molto poco esplorato non solo in Italia, ma a livello internazionale.

C’è poi un altro aspetto innovativo, quello forse più ambizioso, che cerca di far conoscere LOB.IT anche ad un pubblico più ampio ed eterogeneo, che cerca di far uscire la ricerca e i ricercatori dai laboratori per far conoscere un po’ più da vicino il nostro lavoro anche a chi di questo lavoro è in qualche modo il fruitore finale. Abbiamo dedicato, in particolare, un canale IG (https://www.instagram.com/progetto.lob.it/) al progetto per avvicinare a LOB.IT gli appassionati di birra e non solo, mentre il canale LinkedIn del coordinatore del progetto (www.linkedin.com/in/katyacarbone), dai contenuti più tecnici, ha l’obiettivo di divulgare le attività progettuali ad una rete di professionisti appartenenti a settori diversi.

4. Questo non è il primo progetto coordinato CREA dedicato alla filiera della birra…

No, questo è il terzo progetto nazionale finanziato dal Masaf che coordiniamo, a cui si affiancano una serie di progettualità nazionali, come ad esempio il primo progetto che abbiamo coordinato BIRRAVERDE sulla gestione circolare dei residui di birreria, e regionali, che ci hanno permesso di diventare uno dei punti di riferimento per la ricerca, non solo italiana, nel settore delle materie prime d’interesse brassicolo, luppolo in particolare. L’attività del CREA in questo settore è ormai più che decennale e le ricerche e i risultati raggiunti in questi anni ci hanno permesso, su alcune tematiche in particolare, di ottenere anche una certa credibilità a livello internazionale.

5. Da LUPPOLO.IT e INNOVA.LUPPOLO: cosa abbiamo imparato? Come questo know how acquisito si inserisce e si fonde all’interno di LOB.IT? C’è continuità fra i progetti, che toccano diversi aspetti della filiera?

Da LUPPOLO.IT e INNOVA.LUPPOLO, la cosa forse più importante che abbiamo imparato è l’importanza del networking e di accogliere l’esigenza di ricerca del mondo produttivo, cercando di fornire le risposte necessarie allo sviluppo e al consolidamento della filiera.

La ricerca che portiamo avanti in questo settore, ormai da diversi anni, è sicuramente all’insegna della continuità, come sarebbe sempre auspicabile per il raggiungimento di risultati concreti, utili e trasferibili. La ricerca per propria natura, infatti, ha tempi lunghi e noi siamo stati fortunati perché sebbene la luppolicoltura e la birra artigianale rappresentino dei fenomeni di nicchia nel panorama agricolo e agroindustriale italiano, abbiamo potuto contare, fino ad oggi, su finanziamenti, che, seppur nella maggior parte dei casi contenuti, ci hanno permesso di non interrompere le nostre ricerche e di contribuire fattivamente allo sviluppo della filiera delle materie prime agricole. Tutto ciò ci ha consentito di massimizzare il know acquisito negli anni, che ci ha portato con LOB.IT a lavorare su tematiche attenzionate a livello internazionale, in linea con gli obiettivi di ricerca, che si stanno perseguendo in Paesi con una tradizione brassicola sicuramente più consolidata della nostra. La continuità ci ha poi permesso di non far mancare il supporto alle aziende, che si sono cimentate con la coltivazione di queste materie prime, con un’azione di networking nazionale tra tutti gli operatori della filiera, coinvolgendo anche gli stakeholder istituzionali, a livello regionale e nazionale, contribuendo fattivamente allo sviluppo della normativa di settore.

Micaela Conterio
Ufficio stampa CREA

Giornalista pubblicista dalla comprovata professionalità sia come addetto stampa, con particolare riguardo ai social media (relations, strategy, event e content) e al web, sia come redattrice di articoli presso diverse redazioni di testate giornalistiche nazionali. Fotografa e scrittrice per passione.



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“Visit NaturaItalia”

 Foto, informazioni, itinerari da percorrere e mappe interattive dei 24 Parchi nazionali e delle 31 Aree Marine Protette italiane: è disponibile sugli store dei principali sistemi operativi l’app “Visit NaturaItalia”. 

 


Realizzata assieme al portale web Naturaitalia, la nuova applicazione è stata sviluppata attraverso l’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rivolto alla digitalizzazione delle Aree Protette, gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Per ogni Parco di interesse, ciascun cittadino potrà scoprirne le caratteristiche, accedere alle informazioni sugli itinerari da percorrere, scaricare la mappa con i sentieri e consultare le previsioni meteo delle località da visitare. Attraverso le sezioni dedicate e le schede informative, si possono conoscere gli ecosistemi di ogni area protetta, con le specie floristiche e faunistiche che la caratterizzano. Il visitatore viene accompagnato a scoprire storia, tradizioni, peculiarità geologiche e paesaggistiche del territorio. Per le aree marine potranno visualizzare su mappa i punti di immersione, le aree di ancoraggio, i campi boa, i punti di interesse e le zone a diverso livello di protezione e tutela in cui l’AMP è suddivisa.

 

Visit NaturaItalia è fruibile anche offline: scaricando le schede informative con le mappe del Parco nazionale o dell’area marina protetta, queste potranno essere consultate in qualsiasi momento e anche in assenza di rete. L’app e il portale sono stati realizzati da Sogei. 

 

 Portale Naturaitalia: NaturaItalia.mase.gov.it

 - App (Android): https://play.google.com/store/apps/details?id=it.mase.visitnaturaitalia

- App (IOS): https://apps.apple.com/it/app/id6468267088





 

venerdì 7 giugno 2024

Carbon and Water Footprint

 

Terzo webinar del ciclo "Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte" - "Carbon and Water Footprint: strumento di calcolo dell’impronta idrica e di carbonio nel biologico"



Il terzo webinar del ciclo "Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte" dal titolo "Carbon and Water Footprint: strumento di calcolo dell’impronta idrica e di carbonio nel biologico" si terrà il 18 giugno 2024 dalle 16:00 alle 17:00. Durante il webinar sarà presentato un applicativo realizzato nell’ambito del progetto Smart Future Organic Farm   finalizzato al calcolo dell’impronta idrica e di carbonio della granella di frumento duro al fine di valutarne i benefici ambientali. 
Con questo applicativo è possibile stimare l'impatto ambientale del sistema colturale in termini di emissioni di gas serra e di consumo idrico lungo la filiera produttiva del frumento duro e, di conseguenza, l'impronta idrica e di carbonio, qualificando ulteriormente le aziende biologiche anche dal punto di vista commerciale.  

Il webinar si svolgerà sulla piattaforma Microsoft Teams. Per partecipare occorre registrarsi cliccando sul link seguente.


giovedì 6 giugno 2024

Bianco, Rosso e Vinile…ascolti in calice


                          Gianna Bozzali

venerdì 14 giugno 2024 | Cortile Fondazione Bufalino - Comiso


  Una serata di musica e degustazioni nel cuore barocco di Comiso. È l’evento “Bianco, Rosso e Vinile…ascolti in calice” promosso ed organizzato dal Comune di Comiso che punta a coinvolgere il pubblico guidandolo alla conoscenza del mondo dei vinili e delle eccellenze del territorio come il vino, il formaggio ragusano Dop, l’olio Dop Monti Iblei, ed il Cioccolato di Modica Igp.  

L’appuntamento è in programma per venerdì 14 giugno, presso il Cortile della Fondazione G. Bufalino di Comiso, con ingresso (previo pagamento di un ticket) dalle ore 18.00 alle ore 21.00. Qui, durante la degustazione dei vini e delle altre prelibatezze del territorio ibleo, sarà possibile visitare l’esposizione di vinili e seguire il talk con il cantautore Luca Madonia che parlerà della propria musica e del suo rapporto con Franco Battiato attraverso l’ascolto di alcuni vinili del noto cantautore siciliano.

«Siamo contenti come amministrazione di poter accogliere a Comiso un’altra bella manifestazione – ha commentato l’assessore comunale allo spettacolo, Giovanni Assenza-. Il centro storico farà da cornice ad un evento dove protagonisti saranno principalmente vino e musica. Un grazie, pertanto, al Consorzio di tutela del Cerasuolo di Vittoria Docg che si è fatto promotore dell’iniziativa, insieme alla Strada del vino Cerasuolo di Vittoria Docg e alll’Enoteca regionale della Sicilia sede del sud est, coinvolgendo diverse cantine del territorio. Un grazie anche al Consorzio Olio Dop Monti Iblei, il Consorzio del Cioccolato di Modica Igp ed al Consorzio del Ragusano Dop che saranno presenti per raccontare le peculiarità di prodotti quali l’olio, il formaggio ed il cioccolato che hanno contribuito a rendere famosi gli iblei nel mondo, il tutto in abbinamento ai prodotti da forno di Luca Guastella di Punto Caldo. Insomma, tante eccellenze insieme riunite in un’unica serata che mira a promuovere le bellezze della nostra città e rimarcare la bontà dei prodotti della nostra terra. Un’occasione per vivere il centro storico all’insegna anche della cultura musicale grazie alla preziosa consulenza artistica di Alessandro Nobile».

Dopo la degustazione, alle ore 22.00, sul sagrato della Chiesa Madre (di fronte al cortile) e a ingresso gratuito, si potrà partecipare al concerto in quartetto di Luca Madonia, che presenterà il suo ultimo tour dal titolo “La mia storia”: dagli anni ‘80 con i Denovo, alfieri della new wave italiana, sino agli anni ‘90 con l'esordio da solista. Dieci album fino all'ultimo lavoro dello scorso anno dal titolo "Stiamo tutti ben calmi”, tre inediti e una rilettura acustica dei brani più rappresentativi per festeggiare 40 anni di carriera. Il live attraversa tutte queste stagioni con un ricordo fatto sia da canzoni che da aneddoti del grande Franco Battiato con il quale c’è stato un bel quinto posto al festival di Sanremo nel 2011 con il brano “L’alieno”. Una vita in musica vissuta con grande coerenza e credibilità.

«Sarà una serata incantevole tra musica di altissimo livello, chiacchierate su un grande “poeta-filosofo” quale Franco Battiato e degustazioni di prodotti pregiati – afferma il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari-. La matrice della nostra Sicilia, insomma, ancora una volta unificata in un posto iconico qual è la Fondazione Bufalino e il Sagrato della Chiesa Santa Maria delle Stelle».



PROGRAMMA


Dalle 16.00 alle 21.00: esposizione vinili Best Price Rec

Dalle 18.00 alle 21.00: degustazione vini e vinyl dj set Ciccio Fresco

Ore 20.00: talk con Luca Madonia su “La musica di Franco Battiato in vinile”

Ore 22.00 Luca Madonia in concerto con “La mia storia” nel Sagrato della Chiesa Madre S. Maria delle Stelle.




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