lunedì 28 aprile 2025

Castronovo di Sicilia celebra il patrimonio rurale con la manifestazione del 4 maggio 2025


                      L’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea patrocinerà  la manifestazione che si terrà il prossimo 4 maggio 2025 a Castronovo di Sicilia, nell’ambito dei festeggiamenti in Onore del SS Crocifisso.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Castrum APS in collaborazione con realtà associative e produttive locali è volta  a promuovere lo sviluppo locale di tipo partecipativo.

La giornata si aprirà con un corteo storico che vedrà la partecipazione di gruppi provenienti da tutta la Sicilia Occidentale, in abiti tradizionali e con rappresentazioni legate alle identità locali. Il corteo farà da cornice alla sfilata di cavalli, evento di grande richiamo che attraverserà le vie del centro storico, rievocando le radici agricole e rurali del territorio.


In questo contesto, sarà allestita un’area dedicata alla promozione e degustazione dei prodotti tipici castronovesi, dove i visitatori potranno scoprire e assaporare le eccellenze enogastronomiche locali, grazie alla partecipazione attiva dei produttori e delle aziende agricole del territorio.

Il programma sarà arricchito dalla presenza di stand espositivi, laboratori artigianali e momenti musicali, con l’esibizione di live band che animeranno la manifestazione in un clima di festa e condivisione.

L’iniziativa si propone come un’esperienza immersiva nella cultura rurale siciliana, in cui tradizione, identità e innovazione si incontrano per raccontare il valore di un territorio ricco di storia, competenze e visioni di futuro.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.


 

Per informazioni:
Associazione CASTRUM APS
[cell. +39 320 9773 697]

cs a cura dell'associazione

Promuovere l’agrobiodiversità attraverso le NUCs. Il progetto DIVINFOOD

 

Francesca Benedetta Felici, Università di Roma La Sapienza

Luca Colombo, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica  

Il  progetto  DIVINFOOD  “Co-constructing  interactive  short  and  midier  food chains to value agrobiodiversity in healthy plant-based food”  è un'iniziativa di ricerca finanziata dall'Unione Europea che si concentra sulla promozione  della  diversità  alimentare  e  lo  sviluppo  di  modelli  sostenibili  di  agricoltura  e  consumo  alimentare. 

Con  un  focus  particolare  sulla  valorizzazione  delle  colture  tradizionali  e  locali,  cereali  minori  e  legumi  da  granella  sottoutilizzati  in  particolare,  DIVINFOOD  mira  a  riscattare  e  qualificare la biodiversità di interesse agrario e a promuovere la resilienza dei sistemi agroalimentari europei. Il progetto è parte integrante degli sforzi dell'UE per sostenere un'agricoltura sostenibile, promuovere una maggiore inclusione sociale e rispondere alle sfide ambientali. Finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020, il progetto è iniziato nel  marzo  2022  e  si  concluderà  nel  febbraio  2027.  Coinvolge  una  vasta  rete di partner scientifici e del sistema socioeconomico provenienti da tutta Europa, ovvero organizzazioni di sette Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Tra i principali attori figura INRAE (Francia), leader europeo nella ricerca agronomica, affiancato da CREA (Italia) per lo sviluppo dell'innovazione agricola. Dall'Italia, partecipa anche FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), che contribuisce con la sua esperienza nella ricerca e nella promozione  dell'agricoltura  biologica  e  sostenibile.  Altri  partner  chiave  includono l'Università di Pisa (Italia), FiBL (Svizzera) e OMKI (Ungheria), tutti  impegnati  in  progetti  di  ricerca  sulla  sostenibilità  e  l'agroecologia.  SLU (Svezia) e UEvora (Portogallo) apportano competenze in biodiversità, mentre BioCivam11 e mPmC (Francia) si focalizzano sulla promozione dei prodotti locali. La rete comprende anche organizzazioni per la trasparenza alimentare come Open Food France e Open Food Facts (Francia). 

Questa collaborazione, estesa anche a istituti gastronomici di prestigio come l'Institut Paul Bocuse e enti cittadini come il Comune di Budapest, garantisce che DIVINFOOD possa integrare ricerca, innovazione e azioni concrete per sviluppare catene del valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto include una serie di azioni chiave che mirano a promuovere la biodiversità e a migliorare i sistemi agroalimentari attraverso colture tra-scurate e poco utilizzate (Neglected and Underutilized Crops - NUCs) (Ali & Bhattacharjee, 2023). Con una logica di disegno del sistema alimentare che parte dal raccogliere indicazioni dal quadro di consumo per poi tra-sferirle a ritroso agli altri segmenti di filiera fino alle attività di selezione varietale, le principali attività del progetto sono le seguenti:

-  pilota  e  cooperative  sociali,  incaricate  della  gestione,  propagazione  e promozione delle NUCs, animate tramite l’attivazione di Living Lab volti a raccogliere una varietà di attori intorno alla coltura NUC di interesse.  Inoltre,  verranno  formulate  raccomandazioni  politiche  per  replica queste iniziative su più larga scala.

• Disseminazione: DIVINFOOD si impegnerà a diffondere i risultati ottenuti a una vasta gamma di stakeholder, ottimizzando le strategie per la valorizzazione e l'adozione delle innovazioni proposte2 .Come anticipato, il progetto riconosce l'importanza delle colture trascurate e poco utilizzate (NUCs) per affrontare la resilienza dei sistemi agrari e l'insicurezza alimentare e nutrizionale, che colpisce oltre un miliardo di persone  a  livello  globale.  Queste  colture,  spesso  ignorate  dall'agricoltura  moderna,  hanno  il  potenziale  per  migliorare  la  sicurezza  alimentare  grazie alla loro capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali. 

DIVINFOOD  si  concentra  su  alimenti  vegetali  sani  e  su  prodotti  con  identità  locale  o  regionale,  con  l'obiettivo  di  sviluppare  catene  del  valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto esplorerà cereali e legumi minori in tre macro-regioni europee climaticamente vulnerabili (scandinava, continentale e mediterranea), affrontando anche le sfide socio-economiche  legate  all'agrobiodiversità.  Inoltre,  attraverso  il  coinvolgimento diretto dei consumatori, verranno sviluppate nuove modalità di marketing interattivo per promuovere questi prodotti. Infine, il progetto punta a migliorare le varietà locali di queste colture, per renderle più resistenti e adatte ai cambiamenti climatici. Infine, il coinvolgimento attivo delle comunità locali è un elemento essenziale dell’iniziativa. Il progetto è organizzato in nove Living Labs (Figura 1), ovvero ambienti di innovazione aperta in cui diversi stakeholder—cittadini, aziende, ricercatori e amministratori—collaborano per affrontare 

• Co-sviluppo: DIVINFOOD lavora con i consumatori per creare nuove modalità interattive di marketing e canali di vendita che valorizzino la biodiversità e i suoi benefici. Questo processo è supportato da sistemi  di  garanzia  partecipativa  e  strumenti  digitali,  favorendo  un  maggiore coinvolgimento del pubblico nel riconoscimento del valore delle NUCs

.• Co-produzione:  Il  progetto  mira  a  sviluppare  nuovi  prodotti  alimentari vegetali sani e appetibili derivati dalle NUCs. L'obiettivo è creare ricette  e  formulazioni  con  un'elaborazione  alimentare  minima,  per  massimizzare  il  potenziale  nutrizionale  e  gustativo  delle  colture  utilizzate.

• Benchmark: DIVINFOOD valuterà diversi sistemi agricoli agroecologici e tecniche che migliorano le prestazioni delle NUCs. Questo include l'integrazione della biodiversità interspecifica e il miglioramento dei servizi ecosistemici, garantendo al contempo benefici socio-economi-ci per le comunità.

• Selezione varietale: Il progetto promuoverà la creazione di cultivar di cereali e legumi più performanti, adatte a contesti locali, con una maggiore tolleranza agli stress biotici e abiotici e un potenziamento delle proprietà nutrizionali e organolettiche.

• Dimostrazione di nuovi modelli di business: DIVINFOOD intende sviluppare modelli di business innovativi che diversifichino le fonti di reddito  per  agricoltori  e  piccoli  trasformatori.  Questi  modelli  si  ba-sano sull'uso sostenibile dell'agrobiodiversità e su attività produttive che coinvolgano le comunità locali.

• Co-progettazione:  Il  progetto  prevede  la  creazione  di  reti  territoriali  del  Cibo le sfide dei sistemi alimentari. Utilizzano una metodologia interattiva che prevede il coinvolgimento attivo, l'ideazione collettiva, la prototipazione e il feedback, promuovendo così un approccio dinamico alla co-creazione (Massari et al., 2023). Questi laboratori struttureranno reti territoriali multi-attoriali per gestire i germoplasmi, moltiplicare sementi e promuovere l’agrobiodiversità, integrando catene del valore e società. I nove Living Labs serviranno come cluster regionali e spazi centrali di co-in-novazione, facilitando la collaborazione tra agricoltori, consumatori e ri-cercatori. La co-creatività è un fattore fondamentale, in quanto favorisce l'apprendimento collaborativo e genera soluzioni innovative, permettendo di affrontare problemi complessi in modo sistemico. Questo modello dimostra  come  la  collaborazione  possa  portare  a  risultati  sostenibili  e  trasformativi  nel  settore  agro-alimentare,  evidenziando  l'importanza  di  monitorare e valutare l'efficacia dei processi di co-creazione nel tempo. Il Living Lab italiano/svizzero3, composto da FiBL, FIRAB, UNIPI e CREA, si  concentra  sul  lupino  bianco,  studiando  le  sue  potenzialità  agronomiche, tecnologiche e nutrizionali. Punta in particolare a valorizzare il ruolo agroecologico di questa leguminosa e a individuare percorsi innovativi di trasformazione alimentare della granella, ricca in proteine e diversi fatto-ri nutrizionali, analizzandone al contempo le barriere allo sviluppo, quali la presenza di alcaloidi nel seme e la sua presenza nella lista degli allergeni che ne frena l’interesse delle aziende alimentari. In Italia, il Living Lab concentra le sue dinamiche interattive nell’area tosco-laziale con la partecipazione di diverse aziende biologiche e a trazione agroecologica

domenica 27 aprile 2025

Di e con Luigi Veronelli, Viaggio sentimentale nell'Italia dei vini

 Qualche mese addietro la Rai   con Report si è occupata di vino, ebbene taluni di "quasi addetti ai lavori" hanno gridato allo scandalo, non per il contenuto dell'inchiesta giornalistica, ma perchè così facendo si contribuisce a ...ridurre i consumi!

Vi proponiamo un originale  d'autore, all'epoca necessariamente ci doveva essere  libertà di stampa e di pensiero, altrimenti non l'avrebbero mai messo in onda.  Una descrizione del mondo contadino insuperabile, che se pur  è trascorso quasi mezzo secolo, è ancora di grande attualità

         Luigi Veronelli, considerato il padre del giornalismo enogastronomico italiano e annoverato tra i più grandi enologi del Novecento, si dedicò per tutta la vita alla difesa delle produzioni locali, della cultura contadina, delle etichette controllate e del    Genius Loci  Rai Teche porta  su RaiPlay il suo “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”   un itinerario alla scoperta dei vitigni e dei viticultori italiani, girato nel 1979 e andato in onda in 4 puntate nella primavera del 1980 con la regia di Mario Mariani e le musiche originali di Gino Negri interpretate da Nadia Furlon. Scritto da Veronelli con Nichi Stefi, il programma offre uno sguardo sulla realtà contadina di quegli anni, percorrendo la penisola e presentando i “vini bandiera”: quelli che, frutto di piccoli vigneti lavorati da contadini secondo la tradizione, sono di qualità tale da meritare di rappresentare l’Italia nel panorama enologico internazionale. Nel suo viaggio-inchiesta Veronelli attraversa vigneti e locande incontrando contadini, vignaioli, grappaioli ed enotecnici che diventeranno nomi di spicco del panorama enologico italiano (da Franco Colombani a Renato Ratti e Gianfranco Bolognesi, da Mario Schiopetto a Giuseppe Lipari). L’autore raccoglie testimonianze e tradizioni, assaggia con “amorosa attenzione” da Barolo e Barbera a Vin Santo e Sangiovese, commenta con sapiente profondità filosofica e analizza lucidamente le carenze e le inadeguatezze della legge italiana nella tutela delle piccole etichette, fino a denunciare le truffe e le frodi nella produzione e nel commercio vinicolo. Il tutto con il fine di fornire prove del suo pensiero: “il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria”. 

Non vogliamo, ne influenzare il Vostro convincimento, ne orientare il vostro giudizio. Buona visione

 


https://www.raiplay.it/programmi/viaggiosentimentalenellitaliadeivini

 

Luigi Veronelli
Luigi Veronelli

Ed è sorprendente constatare come alcuni concetti suonino straordinariamente attuali: dalle norme sul vino che al tempo non consentivano l'indicazione in etichetta del vigneto (cru) - mentre oggi impongono di dichiarare la presenza di solfiti senza poter esplicitarne la quantità - alle rese eccessivamente generose concesse dai disciplinari, che di fatto danneggiavano le Denominazioni di Origine favorendo le frodi (il “commercio delle bollette”) ed una minore qualità. 

Particolarmente toccante il passaggio in cui alle immagini di Veronelli, avvolto in un pesante pastrano mentre cammina solitario tra le vigne, si sovrappongono quelle di gruppi di anziani contadini che potano e legano i tralci affondando le caviglie nella neve: «Il contadino non ha tradito la terra» sentenzia Gino «perché questa è l'espressione del luogo che l'ha cresciuto». 

Gli fa eco una frase di Bruno Giacosa: «Se i vigneti dalla bassa Langa non sono noccioleti, lo dobbiamo solo ai vecchi. I vecchi sono maestri senza eredi». Ed ancora Veronelli: «Il peggiore vino contadino è migliore del miglior vino d'industria», perché - e qui ritorna il parallelo con i giorni nostri - un vino di facile beva, accattivante e piacevole può avere una personalità che non lo renderà mai banale e standardizzato.

 

L'ultima parte del video si chiude su un acceso dibattito di un trio ormai epico: con Gino ci sono gli amici Gianni Brera e Mario Soldati, intenti a discutere sul disciplinare del Chianti. 
Per Soldati la tradizione non dovrebbe essere intaccata dalle nuove concezioni, mentre Brera opta per un rinnovamento che veda l'uscita delle uve bianche; Veronelli addirittura critica l'utilizzo del colorino e suggerisce l'impiego in purezza del Sangiovese (che venne introdotto solo molti anni dopo). 

La risposta ideale a questa discussione arriva dalle ultime immagini: dalle proprietà dei Marchesi Antinori, direttamente dalla vigna Tignanello (uno dei c.d. "vini bandiera" italiani, che in realtà sfuggiva proprio al disciplinare dell’allora Chianti DOC a causa dell'utilizzo di cabernet, sauvignon e franc), il Maestro Veronelli sferra l'arringa finale all'anonimo contestatore, congedando gli spettatori con il sunto della sua filosofia enoica: «Diffida delle etichette: cerca tu stesso i vini migliori. Inizia come in amore, con gli occhi. Poi ne percepirai il profumo. Entra nel vino ed il vino entrerà in te. Interpretalo ed ascoltalo».  

Silvio Garattini, il fumo, il vino e ...

 

Vi siete mai chiesto perchè ultimamente anche il vino è diventato divisivo? Si da una parte c'è la ricerca scientifica, che sostiene la propria tesi, dall'altra il mondo politico che sostiene che ...anche l'acqua fa male.!


 

 Il fumo è un nemico giurato della salute. Così come l’alcool. Che non è meno pericoloso, eppure «a nessuno viene in mente di organizzare un festival della sigaretta, invece ogni settimana c’è un festival dedicato al vino». Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri Irccs di Milano, ha parlato di sanità a Brescia all’auditorium Santa Giulia su invito dell’associazione Asd Rosa running team.

 Il professor Silvio Garattini  parla dei numeri del Vinitaly e del settore. Spiegando che si tratta di una produzione di «4,1 miliardi di litri contenenti 492 milioni di litri di alcol etilico». Ovvero: «Una quantità spaventosa di alcol che contribuisce in modo significativo allo sviluppo di tumori». E che è «responsabile di molte malattie e, fra l’altro, di molti incidenti stradali».

Garattini spiega che per tutelare la salute bisognerebbe scrivere sulle bottiglie di vino «“questo prodotto è dannoso alla salute”, come avviene in Nuova Zelanda, come suggerito recentemente dall’Irlanda e come richiesto da vari appelli della comunità scientifica». Invece succede l’esatto contrario. Ovvero    di non accettare la cancerogenicità dell’alcol   che bisogna rompere la criminalizzazione del vino, nonché le follie ideologiche attraverso l’aiuto della scienza  . È veramente imbarazzante che si neghi l’evidenza, conclude il Prof Garattini 

giovedì 24 aprile 2025

"GAS – PRONTO A TAVOLA": UN’INIZIATIVA PER UN’AGRI-CULTURA SOSTENIBILE

 


Sabato 10 maggio 2025, presso l’Hotel Garden di Pergusa (Enna), si terrà l’evento “GAS – Pronto a Tavola”, una giornata interamente dedicata alla promozione dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e al valore dell’agricoltura sostenibile e dei prodotti del territorio siciliano.


La manifestazione, promossa dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura, si pone come obiettivo quello di rafforzare la cultura della sostenibilità alimentare attraverso momenti informativi, degustazioni, show cooking e spazi di partecipazione attiva per cittadini e produttori locali.

Il programma della giornata prevede:

·         Ore 10:00 – Conferenza di apertura con la presentazione dell’opuscolo e della piattaforma digitale “GAS – Pronto a Tavola”

·         Ore 12:30 – Apertura dell’area Show Cooking, a cura degli chef del Garden Restaurant di Enna

·         Ore 13:30 – Degustazione di prodotti tipici e pausa pranzo

·         Ore 15:30 – Spazio aperto GAS con possibilità di adesione per nuovi partecipanti

·         Ore 17:00 – Spettacoli e chiusura dell’evento

L’iniziativa rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare la comunità sul valore delle filiere corte, del consumo consapevole e della valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale.

 


Paradossi politici: nel giorno del Made in Italy la Camera sceglie McDonald’s come testimonial

 

Prima di pubblicare l'articolo, ho chiesto ai miei collaboratori di verificarlo, perchè certo non possiamo pubblicare notizie false e prive di fondamento.

Vi assicuro che l'articolo è stato pubblicato su una fonte autorevole qual'è  gamberosso.

Com'è   nostro stile, non orientiamo il convincimento dei nostri assidui  frequentatori del blog, ognuno di noi,  ne trarrà le proprie considerazioni


La multinazionale dei fast food è protagonista della celebrazione della Giornata del "Made in Italy" in parlamento.  

di

Stefano Polacchi

 

15 aprile, 1452: nasce Leonardo Da Vinci, simbolo del genio italico nel mondo. 15 aprile 2025: la seconda edizione della Giornata del made in Italy, alla Camera dei deputati, celebra McDonald’s come uno dei protagonisti, dei volti, del “made in Italy” nel mondo. La prima considerazione spontanea, rispetto alla scelta della data di nascita di Leonardo come Giornata del made in Italy, è se non sarebbe stato meglio aspettare il 2 maggio, data della morte dello scienziato italiano, per celebrare McDonald’s. Questo non per motivi ideologici, ma perché se il made in Italy è rappresentato dal modello Mc, allora sembra davvero che l’Italian Style abbia più poco da dire. Tanto più dopo aver sentito le considerazioni del ministro Lollobrigida (Fratelli d’Italia) sulla bontà del nostro cibo contro lo spam made in Usa. Ma riavvogliamo un po’ il nastro della giornata di celebrazione…

Può McDonald’s essere un simbolo del made in Italy?

Ma insomma, al di là di cosa se ne pensi di McDonald’s e fermo restando che non fa certo male all’Italia se un gigante del genere aiuta la filiera del pomodoro di Pachino o delle pere dell’Emilia Romagna Igp (come ricorda Giorgia favaro), una riflessione viene abbastanza spontanea: è possibile pensare di presentare il Big Mac come bandiera del made in Italy? I simboli, si sa, sono importanti: fanno parte dei tasselli che costruiscono il nostro Dna. Che Mac si presenti come il salvatore della patria, può anche starci: è legittimo per chi investe nelle nostre industrie alimentari. ma che sia il Parlamento italiano a farlo, sembra un po’ meno consono! Nel senso: McDonald’s non è solo investimento in manzi e polli, pere o pomodori: è un modello, il fast food di stile statunitense. E cosa c’entra con l’Italian Style?

 


Dal paradosso alla goliardia

Be’, vero che la Giornata è dedicata al made in Italy, ma comunque alla base del nostro prodotto c’è – o dovrebbe esserci – lo stile di vita, quello sì di grande appeal nel mondo. Ma questo negli hamburger di Mac non c’è. Ferme restando tutte le sue qualità, anche positive, per il nostro Paese: dai livelli di occupazione alla sostenibilità dei packaging (erano presenti all’incontro anche Roberto Calugi di Fipe e Andrea D’Amato di Seda, leader nel packaging sostenibile a base di carta), è davvero difficile – per quanto possa essere forte la provocazione e il paradosso – far passare il Chickenburger come una bandiera del made in Italy. Il punto, poi, è che quando è spimto alle streme conseguenze e senza una comprensibilità di fondo condivisa, il paradosso e la provocazione rischiano di diventare goliardia. E sinceramente, nella nostra Storia e all’interno di quella Camera dei Deputati, ne abbiamo vista di goliardia, di quella che forse è meglio non ripetere più

venerdì 18 aprile 2025

Auguri


 

Agricoltura e ambiente Beni pubblici?

riceviamo e pubblichiamo 





“Il Rapporto 2024 sull’agroalimentare italiano di Ismea, presentato nei giorni scorsi, conferma indirettamente   la preoccupante esistenza di squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare e, come al solito, purtroppo, a pagare le conseguenze di questa congiuntura negativa sono i piccoli e medi agricoltori, vero e proprio anello debole di tutta la catena. Piccoli e medi produttori, peraltro penalizzati da un cambiamento climatico sempre più pericoloso e da incrementi dei costi di produzioni che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio il settore.

C’è poi una altra questione fondamentale: lo strapotere economico e contrattuale della grande distribuzione organizzata, che impone di fatto al comparto primario determinati prezzi di vendita, insostenibili per le piccole e medie imprese. E’ chiaro ed evidente che se l’attività primaria non diventa redditizia e profittevole in tempi definiti e veloci, l’intero sistema alimentare rischia letteralmente di collassare: un po’ come un palazzo senza fondamenta. Una ipotesi da evitare con ogni forza e ogni mezzo istituzionale. Cosa fare, dunque? Innanzitutto è necessario incentivare politiche che tutelino la giusta remunerazione del piccolo e medio agricoltore, sinora schiacciato dallo strapotere della grande distruzione organizzata

Luigi Veronelli,  scomparso 20 anni addietro,  più o meno 40 anni fà aveva lanciato un idea semplice, l'introduzione del prezzo sorgente  “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo  la sua onestà” ecco bisogna che la politica avvii una strategia per  portare avanti un principio di equità sociale ed etico, sopra tutto a vantaggio del contadino-agricoltore, che spesso un prodotto della propria terra ceduto a 10 centesimi di euro, lo trova in vendita a oltre quattro euro.


 L’Europa si trova a un bivio cruciale, parliamo di giustizia per i lavoratori, ma non possiamo affrontare questa sfida senza considerare tre questioni centrali e interconnesse: riconoscere l’agricoltura come bene pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, la rigenerazione delle aree rurali e interne. 

“Alle istituzioni europee  chiediamo che riconoscano l’agricoltura come un bene pubblico, investano sul settore agricolo, rafforzino i fondi per le aree rurali, con un occhio più attento ai diritti dei lavoratori, e promuovano un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”.

 Il cambiamento climatico   non è solo una crisi ambientale, ma una minaccia diretta per milioni di lavoratori e produttori agricoli, le loro famiglie, le comunità rurali che essendo spesso già marginalizzate, rischiano di essere ulteriormente impoverite. La giustizia climatica è giustizia sociale: non possiamo lasciare indietro nessuno, né i lavoratori né le comunità che dipendono dalla coltivazione della terra”.

 Dobbiamo favorire l’incontro tra piccoli produttori e consumatori in un’ottica nuova, che riconosca il lavoro della terra come bene pubblico, capace di salvaguardare, tutelare e  sostenere pratiche agricole rigenerative che proteggano i suoli, la biodiversità, la qualità dei prodotti.

Deve essere chiaro che non esiste un’Europa giusta senza una campagna viva e non può esistere una transizione ecologica senza chi lavora la terra, perché gli agricoltori sono il primo presidio della cura del territorio 



    L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste. Noi cittadini, contribuenti, consumatori, siamo obbligati a interrompere questo scempio.

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

 L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

   Lagricoltura           familiare offre        un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla loro saggezza e alla cura per la terra, gli agricoltori familiari sono gli agenti del cambiamento di cui abbiamo bisogno per raggiungere Fame Zero, un pianeta più equilibrato e resiliente e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.


L’agricoltura familiare sostiene sistemi alimentari diversificati che promuovono l’integrazione sostenibile tra aree urbane e rurali. Grazie a soluzioni di mercato innovative, gli abitanti delle città possono godere di alimenti sani, nutrienti e sicuri.

Aumentare l’accesso degli agricoltori familiari alle infrastrutture, alla tecnologia, alla comunicazione e alle innovazioni su misura è fondamentale per il futuro dei sistemi alimentari e può attrarre i giovani nel settore. Ciò influisce positivamente sulla mobilità rurale-urbana, in particolare per le generazioni più giovani.

I giovani sono il futuro dell’agricoltura familiare. Mantenere l’interesse per l’agricoltura come professione è vitale per la futura sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo. I giovani agricoltori sono il ponte tra le conoscenze tradizionali e locali e le idee innovative.

Attraverso la trasformazione dei prodotti, la generazione di servizi e infrastrutture, l’agricoltura familiare crea reali opportunità economiche non solo per gli agricoltori del territorio ma per l’intera comunità.




L’agricoltura familiare può rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Le politiche dovrebbero aiutarli a ridurre le perdite alimentari e a gestire in modo sostenibile ed efficiente le risorse naturali.



Riconoscere le donne rurali come uguali, così come aumentare il loro accesso alla terra e ad altre risorse produttive, agli investimenti, ai prestiti, alla formazione e all’informazione, contribuiranno notevolmente allo sviluppo sostenibile.



Unendo le conoscenze tradizionali con un adeguato know-how tecnico, l’agricoltura familiare promuove sistemi alimentari più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura familiare offre un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.



s a p e v a t e    c h e 


Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  

dell'80% del cibo

nel mondo

Il 90% dei pescatori

opera  su piccola scala

Le fattorie familiari occupano il

70-80% dei terreni agricoli

in tutto il mondo

Le donne detengono solo il 15%

di terreno agricolo, mentre forniscono
quasi il 50% della manodopera agricola

Più 

del 90% delle aziende agricole

sono gestiti da un individuo o una famiglia
che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

Ci sono più di

600 milioni di aziende agricole a conduzione familiare

nel mondo.

 

 

Post in evidenza

C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico

NinoSutera C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico                                               Regione Enogastronomica d’Europa 20...