giovedì 25 settembre 2025

PAC, il nuovo pacchetto Omnibus: agricoltori tra speranze e timori

 


📌 COSA CAMBIA PER I PICCOLI AGRICOLTORI

  • Pagamento annuo: fino a 5.000 euro (invece dei 2.500 proposti dalla Commissione).

  • Contributo una tantum: fino a 75.000 euro per lo sviluppo aziendale.

  • Maggiore centralità: i piccoli agricoltori vengono riconosciuti come presidio del territorio, non solo come operatori economici.


🌱 NOVITÀ AMBIENTALI IN PILLOLE

  • BCAA: conformità automatica non solo per aziende totalmente biologiche, ma anche per quelle parzialmente bio e in aree protette.

  • Prati permanenti: allungato il periodo minimo prima di poterli convertire; nuova definizione che include terreni non arati/coltivati da almeno 7 anni.

  • Obiettivo: conciliare tutela della biodiversità e flessibilità per le aziende agricole.


⚠️ GESTIONE DELLE CRISI

  • Aiuti: niente nuovo pagamento diretto, ma sostegni dai fondi per lo sviluppo rurale.

  • Eventi coperti: calamità naturali ed epidemie animali.

  • Soglia di accesso: abbassata dal 20% al 15% di perdita annua (produzione o reddito).


⏱️ TEMPI PIÙ RAPIDI PER I PIANI STRATEGICI

  • Bruxelles dovrà rispondere entro 2 mesi (non più 3) alle richieste degli Stati membri di modifica ai Piani strategici nazionali.


  





Ridurre la burocrazia, dare più respiro ai piccoli agricoltori e garantire regole ambientali più eque. Sono questi i pilastri della posizione adottata il 24 settembre dalla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo sul cosiddetto “Omnibus III”, il pacchetto di semplificazioni proposto a maggio dalla Commissione UE.

Per gli addetti ai lavori si tratta di un passaggio molto atteso. Troppo spesso, negli ultimi anni, il settore agricolo ha avuto la sensazione di dover combattere due battaglie: quella con il clima, con le calamità naturali che hanno compromesso raccolti e redditi, e quella con la burocrazia, sempre più fitta e complicata.

La relazione presentata da André Rodrigues (S&D, Portogallo), approvata con 38 voti favorevoli, 8 contrari e 2 astensioni, nasce proprio dall’urgenza di “liberare gli agricoltori dalle carte” e restituire loro il tempo e le energie per coltivare, allevare e produrre. «Vogliamo permettere agli agricoltori di tornare a fare ciò che sanno fare meglio: produrre cibo sicuro, di qualità, accessibile» ha spiegato Rodrigues.


Ambiente e produzione: un equilibrio da trovare

Uno dei fronti più delicati riguarda i requisiti ambientali. Da un lato, l’Europa ribadisce l’impegno a tutelare suoli e biodiversità; dall’altro, cerca di non ingabbiare chi lavora nei campi con norme percepite come rigide e poco aderenti alla realtà quotidiana.

Il compromesso proposto dalla Commissione AGRI è quello di introdurre maggiore flessibilità: non solo le aziende biologiche “pure”, ma anche quelle parzialmente biologiche e quelle situate in zone di conservazione speciale, dovrebbero essere considerate conformi ad alcuni standard della PAC.

Un’altra misura riguarda i prati permanenti: si vuole allungare il periodo minimo che un terreno deve restare a prato prima di cambiare destinazione, per scoraggiare l’aratura “strategica” fatta solo per rientrare nei parametri. Una mossa che, nelle intenzioni, dovrebbe premiare chi preserva prati e pascoli come veri serbatoi di biodiversità.


Crisi climatiche ed emergenze: come cambiano i sostegni

Non c’è agricoltore che non abbia fatto i conti, negli ultimi anni, con grandinate improvvise, siccità prolungate o piogge torrenziali. A questi eventi si aggiungono le emergenze sanitarie, come le epidemie animali. Per questo la Commissione AGRI propone un nuovo quadro di sostegni, con aiuti erogati non attraverso i pagamenti diretti, ma tramite i fondi per lo sviluppo rurale, ritenuti più adatti a gestire le crisi.

Un segnale concreto è l’abbassamento della soglia di perdita necessaria per accedere agli indennizzi: dal 20% al 15%. Una riduzione che, per molte piccole aziende agricole, può fare la differenza tra il sopravvivere e il chiudere i cancelli.


Piccoli agricoltori: più centralità, più fiducia

Il cuore della riforma, però, riguarda i piccoli agricoltori, da sempre il tessuto vitale delle campagne europee. Per loro, il pacchetto Omnibus prevede un sostegno annuo fino a 5.000 euro, raddoppiando la proposta iniziale della Commissione. Non solo: viene introdotto anche un contributo una tantum fino a 75.000 euro per sostenere lo sviluppo aziendale.

È un segnale politico forte: la piccola agricoltura non deve essere trattata come un “residuo” del passato, ma come un presidio di territorio, cultura e qualità.


Verso il voto in plenaria

La relazione sarà discussa in plenaria dal 6 al 9 ottobre. Subito dopo si aprirà la fase negoziale con gli Stati membri, con l’obiettivo di arrivare a un accordo definitivo già a novembre.

Sul tavolo rimangono due visioni: quella di chi chiede più libertà, meno burocrazia e più sostegni immediati, e quella di chi teme che le deroghe possano allentare troppo gli impegni ambientali.

La sfida sarà tenere insieme entrambe le esigenze: perché senza agricoltori non ci sono prodotti, ma senza terreni fertili e biodiversità non c’è futuro per l’agricoltura stessa.


  

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