sabato 23 agosto 2025

In AKIS c'è molto di EC

 NinoSutera

In Sicilia, l’Assessorato all’Agricoltura ha istituto con DDG n. 2639   del 17-7-2021 la Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura,  coordinata dall'Osservatorio Neorurale  

La Rete è lo strumento finalizzato alla “concertazione tecnica”, il punto di incontro e di scambio fra le esigenze dell’intero sistema (tecnico, scientifico ed economico) di un determinato settore e gli attori della ricerca scientifica e dello sviluppo rurale con l’obiettivo di recepire le esigenze del settore, condividere, indirizzare e predisporre nuove attività di ricerca e innovazione, formazione e aggiornamento tecnico, nonché della divulgazione; elaborare strategie finalizzate al miglioramento della competitività e allo sviluppo rurale. Fondamentale è l’incontro con le imprese (focus, forum, tavolo specifico) al quale è essenziale che partecipino non solo le rappresentanze, ma anche i singoli imprenditori: dall’incontro devono emergere le priorità di intervento percepite dalla base produttiva in termini di ricerca, innovazione e sviluppo rurale. (tratto da Linee guida Innovazione e ricerca per l’agricoltura e lo sviluppo rurale L’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA (EC) Competitività, Reddito e Occupazione- Dario Cartabellotta Luglio 2008)
  L’economia della conoscenza è un’espressione coniata da Peter Drucker, economista di fama mondiale, con la quale si intende l’utilizzo delle informazioni per generare valore, con particolare attenzione a natura, creazione, diffusione, trasformazione, trasferimento, e utilizzo della conoscenza in ogni sua forma. La conoscenza da un punto di vista aziendale è una risorsa scarsa che consente, a chi la possiede, di trarre un vantaggio competitivo. È considerata una risorsa, se applicata alla risoluzione di problemi, perché può essere una fonte di guadagno.L’economia della conoscenza evidenzia i legami tra i processi di apprendimento, l’innovazione e la competitività, sempre più basata sulla conoscenza e di conseguenza sulle risorse intangibili, sul know-how e sulle competenze distintive. Alla base della conoscenza vi sono i processi cognitivi e di apprendimento dell’uomo e l’economia è uno dei risultati delle scelte compiute su tali basi.

C’è da dire però, che non tutte le regioni ne sono consapevoli,  c'è chi   ritiene (sbagliando) che investire in termini di risorse immateriali -AKIS- rappresentano un opzional (basta vedere le risorse che hanno previsto )

Allora che fare?

Far finta che il problema non esiste? ...d'altronde nessuno si pone la domanda, ma come è possibile che regioni che hanno una PLV più corposa  destinano più risorse per AKIS, mentre regioni che hanno una PLV più bassa meno risorse ? dovrebbe essere l'inverso.

 Oppure intervenire, per esempio  il MISAF visto che non è più PSR ma PSP,  potrebbe farsi carico di strategie adeguate per così dire "di alfabetizzazione per AKIS",    (non solo curare le iniziative di chi si  occupa di predisporre i bandi, la rendicontazione e il monitoraggio finanziario, ect.)

Il MISAF potrebbe delegare  a  CREA- RETE Rurale,  progetti obiettivi anche interregionali, capaci di far germinare il seme del cambiamento, anche in prospettiva futura.


 

              In Europa da sempre la valutazione del PSR prima e del PSP ora, si fa in considerazione delle risorse allocate negli investimenti immateriali AKIS 

Il concetto di Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura, noto con l’acronimo inglese AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System), indica il sistema di riferimento per la crescita del capitale umano del settore e per la diffusione dell’innovazione in tutte le sue accezioni. La definizione dell’OCSE1 recita «Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura». 
Si tratta di una descrizione ancora molto attuale, utilizzata a livello internazionale e divenuta un elemento fondamentale anche nella programmazione della Politica Agricola Comune (PAC) europea, soprattutto negli ultimi decenni. Nel 2010 lo Standing Committee for Agricultural Research (SCAR), organo creato nel 1974 per fornire supporto e consulenza alla Commissione Europea (CE) in materia di ricerca in agricoltura, ha istituito un gruppo di lavoro strategico (Strategic Working Group – SWG) sull’AKIS, a testimonianza della rilevanza che il sistema della conoscenza e innovazione ha iniziato a rivestire nei primi due decenni di questo secolo in relazione alla programmazione della PAC. 
Questo rinnovato interesse per il concetto dell’AKIS e soprattutto la volontà di rafforzare il sistema ha portato all’applicazione dello strumento del Partenariato europeo dell’innovazione alla materia agricola, con il lancio, nel 2012, del Partenariato Europeo dell’Innovazione in materia di produttività e sostenibilità in agricoltura (PEI AGRI), che aveva e ha tuttora l’obiettivo di favorire la diffusione e adozioni delle innovazioni. 
Il PEI AGRI è finanziato dalla PAC, attraverso l’attuazione dei Gruppi Operativi (GO), e dalla politica della ricerca europea, attraverso l’attuazione dei progetti multi-attore e le reti tematiche previsti dai programmi quadro della ricerca (Horizon 2020, Horizon Europe). In parallelo, nell’ambito della PAC è aumentata l’attenzione verso gli interventi tradizionalmente considerati fondamentali per il rafforzamento dell’AKIS, ovvero quelli a supporto della consulenza, dei servizi di supporto all’innovazione e della formazione degli imprenditori e degli addetti, nonché dei tecnici e consulenti. La maggiore attenzione nei confronti del rafforzamento dell’AKIS attraverso la PAC e la politica per la ricerca è apparsa evidente già nei periodi di programmazione 2007-2013 e, soprattutto, 2014-2022 con la prima attuazione del PEI AGRI. Questa tendenza si è rafforzata nell’attuale periodo di programmazione (2023-2029), nel cui regolamento di riferimento (Reg. UE 2021/2115) il sostegno al sistema della conoscenza e l’innovazione è divenuto un obiettivo trasversale all’attuazione della PAC. 
Inoltre, il capitolo 8 del PSP dal titolo “Modernizzazione: AKIS e digitalizzazione” descrive le caratteristiche dell’AKIS in Italia e le azioni e interventi programmati al fine di rafforzarlo, incluse le azioni a supporto dell’integrazione dei consulenti, sia pubblici sia privati, nel sistema e dell’organizzazione dei servizi di supporto all’innovazione a favore di imprenditori agricoli e territori rurali. Il sistema della conoscenza e innovazione italiano presenta una pluralità di attori e livelli, dovuti principalmente all’organizzazione amministrativa su base regionale e per province autonome. Le competenze in materia di agricoltura, consulenza, istruzione e formazione professionale sono infatti assegnate alle regioni/province autonome, mentre quelle in materia di istruzione scolastica e universitaria sono assegnate allo Stato centrale. 
La ricerca è invece materia di competenza concorrente tra regioni/province autonome e Stato. Questa organizzazione amministrativa è alla base della presenza di 19 AKIS regionali, due provinciali (Province Autonome di Trento e Bolzano) e un AKIS nazionale, che sono i principali destinatari delle azioni di rafforzamento descritte nel PSP. Oltre a questi sistemi della conoscenza identificati su base amministrativa, vi sono una molteplicità di sistemi organizzati intorno a settori, filiere agro-alimentari e distretti. 
La presenza di numerosi AKIS, organizzati su base regionale/provinciale/nazionale e su base tematica, comporta una corrispondente molteplicità di attori e competenze, considerati come un importante punto di forza dei sistemi della conoscenza italiani. Partendo dagli elementi positivi, il Piano Strategico della PAC (di seguito PSP), attraverso le sue azioni e interventi, promuoverà lo sviluppo di soluzioni per le principali criticità del sistema, ovvero, la difficoltà di coordinamento tra i soggetti coinvolti e la scarsa diffusione delle innovazioni verso le imprese e i territori rurali. La difficoltà di rilevamento dei fabbisogni in materia di consulenza, formazione e innovazione delle imprese agricole è un’altra importante criticità da risolvere attraverso gli interventi del PSP. 
Il PSP prevede nove interventi  a diretto supporto dell’AKIS, tre relativi alla “Cooperazione” (art. 77, Reg UE 2021/2115) e sei allo “Scambio di conoscenze e informazioni (art. 78, Reg Ue 2021/2115). Tutti i nove interventi privilegiano un approccio sistemico e territoriale, con il coinvolgimento di tutti gli attori dell’AKIS riferibili al tema, o settore o territorio oggetto delle azioni.    

giovedì 21 agosto 2025

VALVERDE FOOD 2025

 

  UNA SETTIMANA DI GUSTO, CULTURA E IDENTITÀ SICILIANA

VALVERDE (CT) – Dal 25 al 31 agosto 2025, il cuore del paese etneo si trasformerà in un palcoscenico di profumi, sapori e tradizioni con la prima edizione di “Valverde Food 2025”, la manifestazione promossa dal Comune di Valverde con il sostegno dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento regionale dell’Agricoltura.



L’evento, inserito nell’ambito della Linea B del D.A. n.54/GAB/2024, è pensato per celebrare e valorizzare le eccellenze agroalimentari siciliane attraverso un percorso enogastronomico che unisce cultura, musica e identità territoriale. Una settimana ricca di appuntamenti che coinvolgerà produttori locali, aziende agricole, associazioni e cittadini in un’esperienza immersiva e partecipata.

Nel centro storico saranno allestiti stand espositivi dedicati ai prodotti tipici, laboratori del gusto, mostre tematiche e spazi dedicati alla narrazione del territorio. Ogni sera, spettacoli e concerti animeranno la piazza centrale, culminando con l’attesissimo live de I Cugini di Campagna, band simbolo della musica italiana.

Valverde Food 2025 rappresenta un’opportunità concreta di rilancio per la nostra comunità – ha dichiarato il Sindaco Domenico Caggeci –. Siamo felici di portare avanti un progetto che promuove il territorio attraverso le sue risorse più autentiche: la cultura contadina, la qualità dei prodotti e il calore delle nostre tradizioni. Ringrazio l’Assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, i dirigenti regionali e tutto il personale degli uffici per la disponibilità e l’attenzione riservata alla nostra proposta. Questo evento nasce dal lavoro di squadra tra istituzioni, cittadini e realtà produttive locali.”

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento regionale dell’Agricoltura.

La manifestazione sarà accompagnata da una campagna di comunicazione sui principali media regionali e da attività promozionali su scala locale e provinciale, con l’obiettivo di attrarre visitatori, turisti e operatori del settore.

mercoledì 20 agosto 2025

La cucina italiana è candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO

                                                          Daniela Torcina

 

Mangiare è un atto agricolo, così  il  poeta-agricoltore americano Wendell Berry, parlava di cibo, che  è diventato ormai uno stile di vita, per cui la gente mangia come vorrebbe vivere e si identifica nelle proprie scelte alimentari quotidiane, o almeno prova a farlo, non sempre però i risultati sono soddisfacenti per tutti.
 


La  Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co., IDIMED  e altri,  sostengono  la Candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell'Umanità promossa dal Governo,  insieme quanti sono impegnati e dedicati alla divulgazione culturale, all’educazione alimentare, alla formazione e alla promozione del territorio, in Italia e all’estero. Con un obiettivo chiaro: tutelare e valorizzare la cultura alimentare e i prodotti agroalimentari di qualità, ponendo particolare attenzione al patrimonio identitario delle produzioni agroalimentari  

PARTECIPA


Un accordo di partnership con  quanti vogliono promuovere questo percorso per la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco attraverso la cultura alimentare



Un’intesa che punta, attraverso iniziative condivise, a sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità   rafforzando così il legame tra cultura, territorio, qualità,   sottolinea come la cucina italiana sia un elemento identitario, un mosaico di tradizioni regionali e un esempio di sostenibilità e biodiversità. La cucina italiana, infatti, non è solo cibo, ma anche pratiche, gestualità e rituali legati al momento del pasto, che contribuiscono a definire l'identità culturale del paese. 

La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità,   a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità.

  La candidatura mira a riconoscere il valore della cucina italiana non solo come insieme di ricette, ma anche come pratica sociale, momento di condivisione e patrimonio di tradizioni tramandate di generazione in generazione.  

 La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità,   a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità.

 

Promuovere la cultura del cibo significa valorizzare la nostra storia, le tradizioni e l’economia locale. I nostri prodotti  dell’elaioenogastronomia sono un patrimonio straordinario, frutto del lavoro delle comunità e delle imprese agroalimentari e degli artigiani del gusto,  che rappresentano un valore non solo economico, ma anche sociale e culturale.

 Il logo della candidatura della “cucina italiana” a patrimonio dell’Unesco,  una mano che spadella cose, fra cui classici ingredienti della cucina italiana e alcuni monumenti celebri nostrani.

Un logo dal design semplice, con la mano di uno chef che spadella sul fuoco un mix di ingredienti della cucina italiana (fra cui figurano il vino, l’olio di oliva, la pizza, il pesce e la pasta) e diversi monumenti italiani (fra cui notiamo la Mole Antonelliana, i Templi di Agrigento, la Torre di Pisa, il Colosseo e diversi altri), il tutto su sfondo azzurro e corredato di scritta “Io amo la cucina italiana candidata a patrimonio Unesco”.

Il logo vuole riportare alla mente l’atto di cucinare come   un rito e un patrimonio alimentare/culturale. Il logo è stato realizzato dagli allievi della Scuola della medaglia dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato.

 L'obiettivo è di valorizzare  i prodotti  identitari e dell'arte culinaria   dell’  ElaioEnoGastronomia    Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario e diventa esperienza totale. In questo modo coinvolge immediatamente i quatto sensi, vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente ancorato ad un territorio tocca anche l’udito, perché si racconta e racconta il territorio. Quando arriva nel piatto, quel cibo ti ha detto tante cose e quando lo assapori diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo. Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo è caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione e l’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia. 


"In molti sostengono che la cucina italiana non esiste perché è una somma di cucine regionali. altri che esiste eccome, e non è una somma, ma una moltiplicazione di saperi che si incontrano, si contaminano e si trasformano”.

La cucina italiana esiste, è un patrimonio di valori, di passione, di gesti, di saperi e di creatività, e non di ricette specifiche o di materie prime, per sua natura mutevole, aperto alle contaminazioni e inclusivo, già amato e condiviso dall’umanità. Il riconoscimento a Patrimonio Immateriale Unesco, che potrebbe arrivare nel 2025, sarebbe importante, e sarebbe un’operazione culturale, di affermazione e di orgoglio della cucina italiana d’Italia e del mondo, ben prima e molto di più di un’operazione commerciale, con effetti positivi diretti ed indiretti potenzialmente enormi. Un obiettivo che è alla portata, a patto che enti culturali, istituzioni e chef facciano sistema davvero, e non a parole, guardando al riconoscimento Unesco non tanto come un traguardo, quanto come un nuovo punto di partenza, e come ad uno stimolo per scrollarsi di dosso quel “modus pensandi” tutto italiano, di paragonarsi alla Spagna nella cucina come alla Francia nel vino, quando invece il Belpaese è ricco di identità, unicità e qualità eccellenti amate nel mondo.




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Città e cibo sostenibile: cosa resta della dimensione partecipativa?

Il prossimo seminario organizzato dal tavolo Consumi, stili di vita e sostenibilità della Rete Italiana Politiche Locali del Cibo si terrà giovedì 18 settembre 2025, alle ore 17:30, in modalità online.

Il seminario, dal titolo “Città e cibo sostenibile: quali spazi per la dimensione partecipativa?”, sarà aperto dalla relazione di Cecilia Cornaggia, con avvio della discussione a cura di Alessandra Manganelli, Liana Simmons e Vincenzo Vasciaveo.


In calce trovate l’abstract e in allegato la locandina: vi invitiamo a condividere l’iniziativa nelle vostre reti.

Cecilia Cornaggia è assegnista di ricerca in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il centro ModaCult dell’Università Cattolica di Milano. I suoi principali interessi riguardano il consumo sostenibile e gli studi di genere. È co-fondatrice di SiD – Sociologhe in Dialogo, un gruppo di ricerca nato per riscoprire e valorizzare il contributo femminile agli studi sociali.

Link al seminario: https://meet.google.com/zqa-tghm-gqo
La partecipazione è libera, non è richiesta iscrizione.

La relazione di apertura propone una riflessione sull’evoluzione delle pratiche di consumo alimentare sostenibile nelle aree urbane, con particolare attenzione al passaggio da una dimensione collettiva a una più individualizzata. Le considerazioni si basano su una ricerca quali-quantitativa condotta tra il 2021 e il 2022 nella città di Milano, assunta come caso di studio.
Com’è noto, il consumo sostenibile di cibo nei Paesi occidentali ha iniziato a svilupparsi negli ultimi decenni del Novecento, in risposta a una crescente consapevolezza dei limiti socio-ambientali associati alle filiere lunghe della Grande Distribuzione Organizzata. La sua lenta diffusione è stata sostenuta da nicchie di consumo alternative, note in letteratura come Alternative Food Network (Goodman et al., 2012; Martindale et al., 2018) – o Civic Food Network (Renting et al., 2012) quando si pone l’accento sulla dimensione civica e partecipativa che caratterizza alcune di queste esperienze.
In Italia, la forma più consolidata di Civic Food Network è rappresentata dai Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS), che hanno svolto un ruolo chiave nel promuovere relazioni dirette tra produttori e consumatori, oltre ad attivare percorsi di apprendimento collettivo (Forno et al., 2013). Tuttavia, la ricerca qui presentata evidenzia come, negli ultimi anni, pur continuando a operare, i GAS abbiano progressivamente perso centralità nella città di Milano. 
Parallelamente, l’offerta di cibo sostenibile si è ampliata e diversificata attraverso una pluralità di canali: il biologico si è diffuso nella grande distribuzione, sono emersi numerosi punti vendita specializzati, si è registrato un aumento dei mercati agricoli e, soprattutto negli ultimi anni, sono nate diverse piattaforme digitali di spesa online sostenibile. Confrontando i dati della ricerca con quelli raccolti da Demaldè (2014), si rileva un lieve calo nel numero di GAS attivi a Milano, passati da 81 nel 2013 a 72 nel 2022, e parallelamente un aumento significativo dei mercati agricoli settimanali, saliti da 15 a 25. 
Negli ultimi dieci anni, inoltre, si sono affermate numerose piattaforme digitali per l’acquisto di cibo sostenibile, che riprendono alcuni dei valori storicamente associati ai GAS (Corvo & Matacena, 2018; Oncini et al., 2020): alcune mettono l’accento sul biologico (es. Bioexpress), altre sulla filiera corta (es. Cortilia), altre ancora sulla giusta remunerazione dei produttori (es. L’Alveare che dice Sì!). Anche produttori storicamente legati ai GAS hanno adattato le proprie pratiche di vendita, avviando forme di “vendita diretta digitalizzata” (es. Mercato Contadino a Milano, Agrimi.bio).
Nel complesso, la diffusione di mercati, piattaforme e punti vendita specializzati sembra indicare una tendenza verso la crescente individualizzazione delle pratiche di consumo di cibo sostenibile. Il contributo invita a interrogarsi sulle implicazioni di questo cambiamento, ponendo l’attenzione sia su possibili trasformazioni nei significati attribuiti al consumo sostenibile, sia sull’eventuale emergere di nuovi spazi in cui la dimensione partecipativa e i discorsi critici intorno al cibo continuino a essere coltivati.




martedì 19 agosto 2025

“Menzel el Emir e i sapori del Mediterraneo: cous cous e bollicine”

 NinoSutera

 Al via la seconda edizione a Misilmeri

 

Appuntamento mercoledì 4 settembre, ore 20 presso l’azienda agricola La Dispensa

(Misilmeri, Palermo) - Dopo il successo della precedente edizione, torna a Misilmeri, in provincia di Palermo, un appuntamento che intreccia cultura, storia e sapori. Mercoledì 4 settembre alle ore 20, presso l’azienda agricola biologica La Dispensa in Contrada Segretaria 12, la Pro Loco di Misilmeri organizza la seconda edizione di “Menzel el Emir e i sapori del Mediterraneo: cous cous e bollicine”, un evento che celebra il piatto simbolo del Mediterraneo accompagnato alle bollicine di alcune tra le più prestigiose cantine siciliane.

Misilmeri, il cui nome deriva dall’arabo Menzel el Emir (“villaggio dell’emiro”), alle porte di Palermo, custodisce una storia che affonda le radici nella cultura araba, ben visibile ancora oggi nel toponimo e nel castello dell’Emiro che dall’alto della collina sovrasta il paese. È un territorio a vocazione agricola, ricco di giardini, uliveti e agrumeti, che attraverso le buone pratiche e le iniziative culturali e gastronomiche intende rilanciare la propria identità e offrire nuove opportunità di valorizzazione.

“L’evento ritorna dopo il successo della precedente edizione per diventare una tappa importante che celebra la cultura gastronomica del Mediterraneo in un paese come il nostro, in cui le tracce della cultura araba sono ancora evidenti. La Pro Loco si fa parte attiva di una serie di iniziative che nel corso dell’anno cercano di promuovere il territorio, e questa rientra pienamente tra esse. Ci auguriamo che possa crescere sempre di più e richiamare sempre più gente a partecipare a una serata di fine estate che unisce convivialità e identità, degustando il cous cous preparato da importanti chef e sorseggiando le bollicine siciliane”, dichiara Pippo Sucato, presidente della Pro Loco di Misilmeri.

La serata si svolgerà in un contesto suggestivo, presso l’azienda agricola La Dispensa, su una terrazza che si affaccia su dolci colline punteggiate da uliveti e agrumeti, offrendo agli ospiti la possibilità di degustare le creazioni di grandi protagonisti della cucina siciliana. Si potranno degustare i cous cous d’autore degli chef Nino Ferreri del Ristorante Limù (1 stella Michelin) di Bagheria, Nicola Bandi dell’Osteria Il Moro di Trapani, Giuseppe Calvaruso, chef resident di Uovo di Seppia a Palermo (bistrot dello chef Pino Cuttaia), Gian Filippo Gatto del ristorante ‘A Cuncuma di Palermo, Fabrizio Di Cara e Bina La Corte dell’Accademia dell’associazione di formazione professionale TED, quest’ultima con un cous cous dolce che arricchirà la proposta gastronomica della serata.

Ad accompagnare i piatti saranno le etichette di alcune tra le cantine più rinomate dell’isola: Alessandro di Camporeale, Brugnano di Partinico, Gurrieri di Chiaramonte Gulfi, Murgo di Santa Venerina, Barraco Antonino di Marsala e l’Azienda Agricola COS di Vittoria.

“Dopo questa seconda edizione, ci prepariamo a una nuova programmazione che riguarderà il 2026, con una rassegna che avrà l’obiettivo di valorizzare Misilmeri, i suoi prodotti tipici e le sue tradizioni. Vogliamo costruire un percorso che non si esaurisca in un singolo appuntamento, ma che diventi parte integrante di un calendario capace di raccontare la nostra identità e di attrarre sempre più visitatori. Sarà un anno importante, in cui la Pro Loco intende rafforzare il legame tra il territorio, le sue radici e le eccellenze dell’agroalimentare siciliano, facendo di Misilmeri un punto di riferimento agricolo e gastronomico nel panorama regionale”, conclude il presidente della Pro Loco di Misilmeri. 

La manifestazione vede il sostegno dell’Associazione TED – Formazione Professionale e di SAGRIM, azienda leader nella fornitura di attrezzature per la ristorazione.

L’iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.

Per partecipare all’evento e per la degustazione di cous cous e bollicine è richiesto il pagamento di un ticket di ingresso di 30 euro. Necessaria la prenotazione scrivendo una mail a prolocomisilmeri@gmail.com.

GODRANO FOOD FESTIVAL- CITTA’ DEL FORMAGGIO 2025

  

 

Grazie al  contributo   di  € 30.000,00 da parte dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea- dipartimento regionale dell’agricoltura, il 23 e 24 Agosto 2025 a Godrano in Piazza Aldo Moro sarà realizzata la Sagra “GODRANO FOOD FESTIVAL- CITTA’ DEL FORMAGGIO 2025” per la valorizzazione di prodotti  agroalimentari identitari della Sicilia e del folklore,  che rappresentano forme di attrazione e richiamo turistico, ed elementi di traino della nostra economia in difficoltà. Infatti, il turismo è  considerato  uno dei  settori in potenziale e costante crescita in tutto il mondo, e questa Amministrazione Comunale intende promuovere, grazie al contributo dell’Assessorato alcuni eventi di richiamo, per promuovere il nostro territorio, i nostri prodotti tipici e le nostre tradizioni.

La manifestazione vedrà come protagonista il nostro prodotto tipico per eccellenza: “IL CACIOCAVALLO DI GODRANO”, rinomato e ricercato formaggio, tutt’oggi realizzato in forma artigianale come secoli fa, tanto che  il Comune di Godrano nel 2023 è stato riconosciuto  da parte dell’ONAF come  “CITTA’ DEL FORMAGGIO 2023 



Le due  serate si svolgeranno con degustazioni eno-gastronomiche e Intrattenimenti musicali,  con i maestri casari  che allestiranno una vera e propria “quarara” dove si preparerà “la Ricotta”, per potere ammirare le varie fasi di lavorazione  e assaporarla e gustarla appena pronta.

Durante la manifestazione, inoltre,  saranno allestiti diversi stand /casette dove le aziende  potranno promuovere i nostri  prodotti  agroalimentari e casearie di eccellenza, al fine di valorizzare l’enogastronomia siciliana.

Paese in Festa – Degustazioni e valorizzazione dei prodotti del territorio

 

22 Agosto 2025 – Contrada Salinà, Comune di Piraino (ME)

Il 22 agosto 2025, la Contrada Salinà, nel Comune di Piraino, ospiterà “Paese in Festa –

Degustazioni e valorizzazione dei prodotti del territorio”, una giornata dedicata alla celebrazione

dei sapori, della cultura e delle tradizioni dei Nebrodi.

La manifestazione, sostenuta dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca

Mediterranea, propone un ricco programma per valorizzare le eccellenze agroalimentari e artigianali

locali, promuovere il turismo rurale ed enogastronomico e favorire l’incontro tra produttori e

visitatori.



Fulcro dell’evento sarà lo Show Cooking con dibattito, durante il quale uno chef preparerà dal

vivo un piatto tipico del territorio, affiancato da produttori e operatori che racconteranno la storia

delle ricette tradizionali e delle materie prime utilizzate. Il pubblico potrà assistere e interagire,

vivendo un’esperienza gastronomica e culturale.

Seguirà la degustazione del piatto realizzato, accompagnata da vini siciliani e pane di grani antichi,

in un momento di convivialità e scoperta del gusto autentico.

Per tutta la durata dell’evento sarà allestita un’area espositiva con prodotti tipici e artigianato

locale: olio, miele, formaggi, conserve, salumi, vini e lavorazioni tradizionali, con possibilità di

acquisto diretto.

Uno stand informativo offrirà materiale e informazioni su percorsi naturalistici, patrimonio storico

e culturale, e proposte di turismo esperienziale legate a Piraino e ai Nebrodi.

La serata si concluderà con uno spettacolo musicale, che animerà la piazza con canti e balli,

creando un clima festoso e di partecipazione.

Programma della giornata:

 Ore 19:00 – Apertura stand espositivi e informativi

 Ore 19:00 – Show Cooking con dibattito

 Ore 19:30 – Degustazione piatto tipico

 Ore 20:30 – Concerto folk e animazione

 Ore 23:00 – Chiusura manifestazione

“Paese in Festa” sarà un momento di incontro e condivisione, un’occasione per riscoprire le

tradizioni gastronomiche, sostenere le produzioni locali e vivere un’esperienza autentica in uno dei

borghi più suggestivi dei Nebrodi.

domenica 17 agosto 2025

FESTIVAL AGROALIMENTARE AMUNI’ 2025

 


 

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura Dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea  - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura

 

Il Comune di Torrenova avvalendosi della collaborazione dell’Associazione Pro Loco Nuova Torrenova A.P.S.,  comunica che nei giorni 5, 6 e 7 settembre 2025, in Piazza Mare, verrà realizzata la terza edizione del Festival Agroalimentare Amunì 2025”.  https://www.facebook.com/Amunifestival/


 

                                                                          foto edizione 2024

Il Progetto della manifestazione è stato finanziato per l’importo di € 50.000,00 dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea Dipartimento Regionale dell’Agricoltura con DRS n. 5071 del16/06/2025. Il Comune comparteciperà alla spesa con fondi del proprio bilancio per l’importo di € 30.000,00. La restante spesa sarà coperta con sponsor privati.

 

Il Festival Amunì è stato concepito sin dalla prima edizione, come un evento innovativo volto alla promozione e valorizzazione della straordinaria cultura agroalimentare siciliana.  Infatti,  lungi dal rappresentare una manifestazione fine a se stessa, essa si caratterizza per la programmazione di alta qualità, in grado di coniugare sinergicamente aspetti educativi, commerciali, ricreativi e culturali. Più precisamente, oltre a convegni, degustazioni, esibizioni artistiche di respiro regionale e nazionale volti alla promozione del territorio, delle eccellenze agroalimentari siciliane e del turismo esperienziale, il Festival prevede altresì l’allestimento di un'area espositiva B2C con produttori  agroalimentari  regionali  nonché  di  un’area  B2B  in  cui  si  svolgeranno  meeting calendarizzati tra le aziende espositrici e Buyer internazionali e  nazionali  provenienti  da Europa, , dal sud America e dell’Oceania, al fine di favorire la valorizzazione dell’export dei prodotti agroalimentari regionali. In tal modo, il Festival riesce a distinguersi dai tradizionali eventi locali, elevandosi a manifestazione fieristica ed enogastronomo proiettata su un orizzonte di respiro internazionale. La presenza dei Buyer italiani ed esteri infatti, rappresenta un prezioso valore aggiunto, unico nel panorama locale. A riprova, si consideri che secondo Unioncamere Sicilia, in uno scenario in cui le relazioni commerciali con l’estero appaiono più spesso in discussione, l'incontro B2B e quindi le fiere internazionali sembrano le principali occasioni per avviare nuovi canali. Attraverso tale innovazione, dunque, il Festiva  riesce sia a risponde   concretamente alle  esigenze  commerciali  dei  produttori  regionali  che  ad  incrementare  l'incoming  turistico nella regione, senza, tuttavia, trascurare le priorità politiche, sociali ed ambientali stabilite  dal Green Deal/ dell’'Unione Europea e dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.



 

 

lunedì 11 agosto 2025

Sostenibilità e Identità Territoriale

 Alessandra Petix


  il cammino dei Borghi Genius Loci De.Co.

“Soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future” non è solo una formula dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: è un principio etico universale, un impegno verso la Terra e verso la nostra stessa eredità culturale.


 

Quando parliamo di sostenibilità, troppo spesso la limitiamo a un concetto tecnico, legato alla gestione delle risorse. In realtà, essa è anche e soprattutto una questione identitaria: significa custodire e trasmettere, insieme alle risorse naturali, il patrimonio di saperi, tradizioni e paesaggi che rendono unico un territorio.



Origini e senso di un concetto

Già nel 1798 Thomas Malthus, in An Essay on the Principle of Population, metteva in guardia dall’equilibrio fragile tra popolazione e risorse. Da allora, il dibattito si è arricchito di contributi fondamentali: dal Rapporto Brundtland (1987) al pensiero visionario di Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, che nei Limiti dello sviluppo (1972) denunciava i pericoli di una crescita incontrollata.

Ma c’è una riflessione parallela che merita di essere ricordata: quella di Luigi Veronelli, che vedeva nel cibo e nel vino non semplici prodotti, ma “beni culturali” radicati in un luogo, frutto di una comunità e della sua storia. Per Veronelli, la tutela del territorio e delle sue specificità non era un atto di nostalgia, ma una condizione imprescindibile di sostenibilità: senza comunità vive e consapevoli, nessun paesaggio rurale può sopravvivere.



Dal concetto globale alla pratica locale

Oggi la FAO individua cinque principi chiave per una transizione sostenibile dell’agricoltura: uso efficiente delle risorse, tutela della natura, benessere delle comunità rurali, resilienza e buona governance. Ma la vera sfida è calare questi principi nei contesti concreti, nei paesi e nei borghi dove si produce il cibo, dove il paesaggio è modellato dalla mano dell’uomo e dalla saggezza delle generazioni.

Qui entra in gioco la visione dei Borghi Genius Loci De.Co.: un modello che unisce la salvaguardia dell’ambiente con la valorizzazione del patrimonio culturale e immateriale. Il genius loci, lo spirito del luogo, non è un concetto astratto: è la sintesi viva di natura, storia e comunità. Preservarlo significa garantire che lo sviluppo non cancelli ciò che ci rende unici.



Come ricorda Nino Sutera, ideatore di questo percorso  nel 2005, “non c’è sostenibilità senza identità”: un’agricoltura sostenibile deve essere anche culturalmente sostenibile, ossia capace di mantenere e valorizzare il legame tra prodotto, territorio e comunità. La Denominazione Comunale (De.Co.) diventa allora uno strumento di tutela e di promozione, capace di coniugare economia locale, salvaguardia ambientale e trasmissione dei saperi.

Il territorio come capitale

La PAC europea e il Green Deal parlano di biodiversità, innovazione e resilienza. Ma nei Borghi Genius Loci De.Co. questi obiettivi si traducono in azioni concrete: recupero delle coltivazioni storiche, filiere corte, agricoltura di precisione applicata a piccola scala, educazione alimentare, turismo esperienziale. Ogni borgo diventa così un laboratorio di sostenibilità integrale, dove il cibo non è solo merce, ma “narrazione del territorio”.

In quest’ottica, la sostenibilità non è solo “fare meno danni” all’ambiente, ma generare valore positivo per il paesaggio, l’economia e la cultura. È un equilibrio dinamico tra passato e futuro, tra innovazione e tradizione, tra tutela e sviluppo.

Conclusione: un patto tra generazioni

La sostenibilità globale avrà successo solo se radicata nelle comunità locali. E i Borghi Genius Loci De.Co. rappresentano un modello per farlo: un patto tra generazioni, dove i bisogni di oggi si soddisfano senza compromettere le possibilità di domani, e dove la memoria collettiva diventa la risorsa più preziosa.

Come direbbe Veronelli, “camminare la terra” significa conoscerla, amarla e rispettarla.
Come ribadisce Sutera, significa anche farlo insieme, come comunità che custodisce e rinnova il proprio genius loci.


 

 



    


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