venerdì 12 gennaio 2024

Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura

 ADERISCI  ALLA RETE

Rete Regionale Sistema della Conoscenza

 

 La PAC 2024-2027 attribuisce un ruolo centrale al “sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura” (AKIS, ovvero Agriculture Knowledge and Innovation Systems) che definisce come “organizzazione di persone e istituzioni che utilizzano e producono conoscenza e innovazione per l’agricoltura e per i settori correlati”. L’AKIS è pensato con un approccio sistemico e con maggiore interconnessione tra i soggetti coinvolti e gli ambiti di attività (formazione, consulenza, ricerca e trasferimento tecnologico) rispetto a quanto previsto nella precedente programmazione europea. A livello di programmazione europea, l’AKIS è considerato quale elemento fondamentale e trasversale per il raggiungimento di tutti gli obiettivi della PAC e, pertanto, diventerà “il perno di un’azione finalizzata a rafforzare il modello interattivo di innovazione quale strumento efficace per promuovere la condivisione delle conoscenze, la digitalizzazione e l’innovazione” (Reg. 2115/2021). In Italia, ogni Regione dovrà organizzare il proprio AKIS, tenendo conto degli attori e delle esigenze del proprio territorio.  

 

Dopo una lunga gestazione, delicate trattative e inaspettate crisi, come la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, all’inizio di quest’anno è stata varata la nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) che sarà il cardine del sostegno e dello sviluppo del settore primario europeo per il periodo 2024- 2027. È evidente la forte impronta ambientale della nuova PAC, necessariamente allineata al Green Deal europeo e alle strategie Farm to fork e Biodiversity che mirano, rispettivamente, alla riduzione dell’impatto ambientale della filiera agroalimentare ed alla tutela della biodiversità.

SERVIZI DI BACK-OFFICE PER L’AKIS 

Per questo, le misure di sostegno al reddito diventano sempre più selettive e orientate alla sostenibilità ambientale, prima ancora di quella economica per le aziende agricole. La PAC prevede strumenti che premiano i comportamenti virtuosi degli agricoltori dal punto di vista ambientale tramite gli ecoschemi, la condizionalità “rafforzata”, l’aumento delle risorse per l’agricoltura biologica. Un altro elemento caratterizzante della nuova Pac è il ruolo strategico e trasversale attribuito al sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (Agriculture Knowledge and Innovation Systems o AKIS) per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e sviluppo perseguiti. La ricerca applicata, il trasferimento dell’innovazione, la digitalizzazione, la divulgazione, la formazione e la consulenza alle imprese agro-alimentari e forestali sono gli assi strategici e interconnessi dell’AKIS. Tutte le norme che regoleranno le attività degli agricoltori italiani e la distribuzione dei fondi a livello nazionale sono compendiate nel corposo documento (di 3.654 pagine) del Piano Strategico PAC (PSP). Una novità è che nel PSP sono già previste le politiche di sviluppo delle regioni le quali, in quell’alveo, adottano il Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale (CSR). Quindi, per ogni tipologia di intervento previsto a livello nazionale, ogni singola regione decide quale impegno attivare. Anche la Sicilia è chiamata a cogliere le opportunità del PSP nel prossimo quinquennio e tradurle in azioni adatte ed adattabili al proprio territorio ed al contesto  del settore agricolo e degli attori a diverso titolo coinvolti. Indubbiamente gli imprenditori agricoli saranno i protagonisti primari della Pac ma la resilienza, la sostenibilità e la crescita dell’agricoltura e del mondo rurale potranno avvenire solo con l’azione coordinata e sinergica.








































 

 

martedì 9 gennaio 2024

Agenda 2030. Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS 22)

 

 
L’aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS 22) ha avuto come obiettivo primario quello di proporre un quadro strategico di riferimento per le attività di programmazione, monitoraggio e valutazione della sostenibilità delle politiche pubbliche, ai diversi livelli territoriali, a supporto dell’attuazione dell’Agenda 2030 e degli SDGs in Italia.

 A tal fine, attraverso un lungo processo di confronto istituzionale ai diversi livelli territoriali e con gli attori non statali, il quadro di riferimento del 2017 si è arricchito in termini di obiettivi, valori obiettivo (target) e indicatori. Per contribuire appieno alla restituzione del potenziale contributo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, la SNSvS22 contiene l’analisi delle relazioni di ciascuna missione del PNRR con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, definita attraverso tavolo interministeriale, oltre che l’identificazione di indicatori comuni PNRR/SNSvS individuati attraverso la collaborazione operativa tra MASE e Unità di Missione PNRR della Ragioneria Generale dello Stato. Sin dal 2020. 



Con il medesimo obiettivo applicato alle politiche di coesione, il MASE ha collaborato con il Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per correlare la programmazione 2021/27 alla SNSvS. La matrice di correlazione che ne è derivata è stata condivisa con Regioni, Province autonome e Città metropolitane divenendo un quadro di riferimento per la definizione e valutazione dei documenti programmatici regionali e delle agende strategiche metropolitane presenti e futuri. La disponibilità di indicatori e strumenti di valutazione condivisi consente di semplificare e velocizzare enormemente i processi valutativi per la sostenibilità, ormai centrali a livello nazionale ed europeo, come testimoniato dall’esperienza di diverse regioni e dalla costruzione del Programma di Azione Nazionale per la Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo Sostenibile (PAN PCSD), allegato e strumento principale di attuazione della SNSVS 2022. Il ruolo dei territori e degli attori non statali è centrale in questo percorso. La SNSvS22 riconosce dunque il lavoro condotto sin qui e lo rilancia, approvando anche un nuovo regolamento per il Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, con l’obiettivo di rafforzare e rendere continua l’interazione tra istituzioni e attori non statali verso la sostenibilità delle politiche pubbliche.

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sabato 6 gennaio 2024

“Lu cucciddatu” di Anna Scovazzo

 
L'Amministrazione comunale, nel 2014 guidata dal Sindaco Nicola Catania, oggi Deputato all’ARS, ha adottato il   percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” della Libera Università Rurale –  con apposita delibera della Giunta municipale   –  che mette al centro il territorio e le specificità che lo contraddistinguono. 

Un azione senza dubbio lungimirante, destinata a essere consegnata alla storia di questa terra.

“Lu cucciddatu” è il titolo della pubblicazione a cura di Anna Scovazzo dedicata a uno dei prodotti identitari di Partanna. 

         
La presentazione del libro si è svolta a  Partanna, in provincia di Trapani,   negli spazi dell’ex Monastero delle Benedettine con una platea tanto copiosa quanto attenta.
L’Autrice, profonda conoscitrice dei luoghi, degli usi e dei costumi del lembo del Belice in cui Partanna sorge, è stata insignita del   prezioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”, proprio in occasione dell’iniziativa. 
A conferire il titolo sarà Nino Sutera – che ha firmato anche la prefazione dell’opera  – coordinatore nazionale Borghi Genius Loci De.Co. e animatore della Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori.  

 


L’ ESEMPIO VIRTUOSO DI PARTANNA 

“Mantenere vivo il fuoco che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, e alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti”.
Con queste parole, Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra austriaco del periodo tardo-romantico, definiva il concetto di tradizione.
“Tradizione – sosteneva – non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco, e omaggiarla non è chinare il capo al passato o lasciare alle ceneri del ricordo il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo ormai andato”.
“Una visione precisa –  specifica  Nino Sutera – che ben si adatta all’azione del Borgo Genius Loci De.Co.”. 
Nel caso specifico di Partanna, il tutto è avvenuto a seguito dell’adozione, da parte dell’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Nicola Catania, oggi Deputato all’ARS,  del percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” della Libera Università Rurale –  con apposita delibera della Giunta municipale nel 2014 –  che mette al centro il territorio e le specificità che lo contraddistinguono. 

Un azione senza dubbio lungimirante, destinata a essere consegnata alla storia di questa terra.

 

VALORI IDENTITARI, TURISMO E SENSO DI APPARTENENZA AL TERRITORIO 

 Il riconoscimento, dunque, è destinato non solo a chi promuove la tradizione dei territori in chiave identitaria, ma anche ai soggetti che mettono in atto un’efficace comunicazione del patrimonio enogastronomico autoctono.
Si tratta di un’azione prioritaria, che consente alle varie realtà territoriali di acquisire maggiore incisività sotto il profilo turistico ma anche nei confronti dei visitatori e dei viaggiatori.
Proprio questi ultimi, infatti, ritrovano nel cibo un insieme di valori,  spesso di carattere identitario. 
Come spiega lo stesso Nino Sutera, non a caso al francese “terroir” si preferisce il latino “Genius Loci” e non si tratta soltanto di una precisazione terminologica o di carattere linguistico. 
“La seconda espressione – sottolinea il coordinatore nazionale Borghi Genius Loci De.Co. – indica un equilibrio di forze ed energie che connota un luogo ben definito e una memoria irripetibile”. 
Elementi che si esprimono attraverso il legame affettivo verso un ricordo o un luogo che rimanda all’infanzia
Ma anche per un dolce o un piatto che sanno di “folklore” e si collegano a una precisa dimensione etno-antropologica.
“L’effetto Genius Loci – precisa Nino Sutera – attiene dunque alla capacità, propria di un territorio, di produrre grazie all’abilità dell’uomo che ne riconosce le specificità, l’unicità e la singolarità”.
In sintesi, il valore.

“NARRARE” L’ANIMA DEI LUOGHI: IL COMPITO DEI CUSTODI DELL’ IDENTITÀ TERRITORIALE 

Appare chiaro, dunque, che in una simile ottica le prelibatezze gastronomiche non siano soltanto un piacere per il palato ma pure un’occasione per esaltare gli elementi storici e culturali dell’area di provenienza. 
“Tuttavia – avverte Nino Sutera – il processo deve essere inteso anche e soprattutto come narrazione di un frammento di civiltà“.
Ovvero, quel Genius Loci che Luigi Veronelli,  giornalista e ideologo delle De.Co., definiva quale intimo e imprescindibile legame tra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. 
Ecco che in tal senso il ruolo di ciascun “Custode dell’Identità Territoriale” assume una valenza focale nel percorso di valorizzazione dei simboli della terra, in connessione profonda con le bellezze ambientali e le tradizioni popolari. 
Le parole d’ordine, per quanto concerne il territorio, sono comunicazione e promozione
 “Il Genius Loci – osserva Nino Sutera – è insieme territorio della memoria e patrimonio collettivo, il valore più profondo della cultura mediterranea ed europea”.
“L’unico anticorpo che abbiamo – conclude – rispetto alla cultura dell’indefinitezza globale”.

  







Le classificazioni degli alimenti in base al livello di processazione

   Negli ultimi anni si è andata sempre più affermando, diventando popolare, una terminologia che classifica   gli alimenti in base al grado (livello) di processazione con conseguente associazione fra l’alimento processato/ultra-processato e il concetto di cibo non salutare.



 La terminologia è scaturita dalla prima classificazione NOVA, codificata nel 2009 dal prof. Monteiro, che vede gli alimenti suddivisi in 4 cluster, in funzione del grado di lavorazione, partendo da alimenti non o minimamente processati (alimenti sottoposti a lavorazioni fisiche, taglio, essiccatura, ecc.), primo gruppo, passando per gli ingredienti culinari processati (come olio e zucchero) secondo gruppo, per arrivare agli ultimi due gruppi che vengono definiti alimenti processati e ultra-processati (UPF) in funzione dell’entità e della tipologia di lavorazione industriale subita. Successivamente alla classificazione NOVA, sono state sviluppate ulteriori classificazioni (SIGA, FOOD COMPASS) che hanno preso in considerazione non solo il livello di processazione ma anche altri aspetti quali, il profilo nutrizionale, la tipologia degli ingredienti utilizzati e/o il contenuto di determinate sostanze/marcatori. L’assioma fra alimento processato/ultra-processato e danni/rischi per la salute non è supportato scientificamente dal momento che le suddette classificazioni sono affette da numerosi vizi/errori sostanziali: i) Non rispecchiano il grado/intensità del processo dal momento che prodotti che subiscono numerose e drastiche operazioni di processo (vedi olii raffinati/idrogenati) sono categorizzati come prodotti minimamente processati e al contrario prodotti ottenuti con processi delicati/mild (come estrusione/formatura/cottura) risultano inseriti fra i prodotti ultra-processati ii) Il processo appare un fattore marginale rispetto ad altri fattori considerati; in particolare nella categoria ultra-processati sono contemplati numerosi fattori estranei al processo (formulazioni, ingredienti, composizione, non nutrienti) con effettive ricadute sulla salute iii) Assenza di nesso di causalità fra grado di processazione dell’alimento e salute iv) Non considerano aspetti fondamentali quali porzione (quantità assunta) e frequenza di consumo e di conseguenza disattendono il concetto di dieta globale.

POSITION PAPER

venerdì 5 gennaio 2024

RAPPORTO TRA VINO E STILE DI VITA SANO

 

E'  un documento  che vede il contributo di ricercatori provenienti da diverse aree culturali e da diverse istituzioni. Affronta le caratteristiche storico culturali relative alla produzione e al consumo del vino, anche in relazione al modello mediterraneo, gli aspetti di ricerca in campo enologico nel promuovere una migliore qualità della produzione, la valutazione del rischio in ambito sanitario e le problematiche epidemiologiche e funzionali associate al consumo di bevande alcoliche, senza tralasciare alcuni degli effetti positivi delle molecole bioattive del vino, nonché le indicazioni che le linee guida nazionali e internazionali forniscono rispetto al consumo di vino e di bevande alcoliche. Le conclusioni intendono fornire alcune indicazioni per un consumo responsabile e in dosi moderate, individuando comportamenti particolarmente rischiosi e gruppi di popolazione da considerare con maggiore attenzione, ma anche la considerazione di come il consumo di vino “responsabile e a dosi moderate”, che è da sempre parte integrante del Modello Mediterraneo, sia più che accettabile se associato a un rischio minimo per la salute, in rapporto a una componente edonistica e in considerazione delle nostre tradizioni socio-culturali, storiche, economiche e ambientali.



Il consumo di cibo, bevande e altre sostanze da parte degli esseri umani ha una lunga storia. Affonda in quella dei nostri antenati antropomorfi bipedi, che si differenziarono milioni di anni fa nelle foreste dell’Africa orientale e meridionale e da cui emerse una primordiale forma di umanità. I primi Homo avevano caratteristiche ecologiche, biologiche e comportamentali nuove rispetto agli altri primati bipedi dell’epoca, essendosi adattati, in primo luogo, a una prevalente nicchia trofica da animale saprofago. Il seguito della storia, per oltre due milioni di anni, si sviluppa in contesti paleolitici e in un arco di tempo incommensurabile rispetto ai tempi storici; ne sono protagoniste piccole bande di cacciatori-raccoglitori che, fino a pochi millenni dal presente, hanno rappresentato l’unica modalità di interazione degli esseri umani con l’ambiente naturale. In questo scenario, la comparsa evolutiva di Homo sapiens rappresenta un vero e proprio “salto quantico”, non tanto per le esigenze nutrizionali e metaboliche che il nostro Bauplan bio-ecologico richiede e che sostanzialmente mantiene rispetto ad altre specie del genere Homo, quanto piuttosto per le facoltà cognitive che Homo sapiens mostra sul piano della trasmissione culturale e del pensiero razionale, immaginativo e simbolico, a loro volta riconducibili al nuovo assetto della scatola cranica e del voluminoso contenuto encefalico che tutt’oggi ci caratterizzano. 


POSITION PAPER

Reimpiego dei Residui di Allevamento delle Api

 La Giornata di Campagna del 5 dicembre 2023 si è rivelata un'importante tappa, con un focus particolare sull'Azione N6 dedicata al "Reimpiego dei Residui di Allevamento delle Api". Questo evento si è svolto offrendo un'opportunità unica per esplorare un processo innovativo volta alla creazione di sottoprodotti derivanti dalla lavorazione del miele, con particolare attenzione al miele da opercoli e da sceratrice.





Tra i partecipanti la dott.ssa Federica Bonello, Partner CREA, che ha condiviso le ultime ricerche nel campo apistico, fornendo una prospettiva scientifica sul reimpiego dei residui di allevamento delle api. Mario Cirrito, Capofila di Nettare di Sicilia S.A.S., è stato il portavoce dell'azienda, sottolineando l'importanza dell'iniziativa e presentando la visione di Nettare di Sicilia S.A.S. nella creazione di un modello sostenibile di produzione apistica.

Nicolò Cirrito, esperto nell'allevamento delle api, ha approfondito la gestione dei residui e le tecniche impiegate per ottenere sottoprodotti di alta qualità. L'evento è stato arricchito dall'intervento di Andrea Cirrito, che ha condiviso le sfide e i successi nel processo di reimpiego dei residui, evidenziando l'impegno dell'azienda nella riduzione degli sprechi e nell'ottimizzazione delle risorse.

Il programma dell'evento ha preso il via con una presentazione dettagliata dell'azione N6. La dott.ssa Federica Bonello ha introdotto gli interventi con una panoramica sulle recenti scoperte scientifiche nel campo apistico, sottolineando l'importanza del reimpiego dei residui per una gestione sostenibile delle api.

Mario Cirrito ha successivamente illustrato la missione e la visione dell'azienda, evidenziando l'approccio innovativo nel trattamento dei residui apistici. Nicolò Cirrito ha condiviso dettagli pratici sulle tecniche adottate per ottenere miele da opercoli e da sceratrice, mettendo in luce la qualità e l'efficienza del processo. Andrea Cirrito ha concluso con esperienze pratiche e sfide incontrate durante l'implementazione dell'azione N6, offrendo agli agricoltori e apicoltori presenti approcci pratici e strategie per adottare processi simili nelle loro attività.

La Giornata di Campagna del 5 dicembre 2023 presso l'Azienda Nettare di Sicilia S.A.S. si è rivelata un momento stimolante di apprendimento e condivisione di conoscenze. Il reimpiego dei residui di allevamento delle api si configura come una pratica promettente per ridurre gli sprechi e generare sottoprodotti di valore. L'evento mira a ispirare altri operatori del settore a esplorare soluzioni innovative, contribuendo così a promuovere la sostenibilità e l'efficienza nelle pratiche apistiche.

La visione di Nettare di Sicilia S.A.S. di creare un modello sostenibile potrebbe aprire la strada a nuove frontiere nel settore apistico, guidando la transizione verso pratiche più ecocompatibili e orientate al futuro. La collaborazione tra esperti scientifici e operatori del settore è essenziale per continuare a sviluppare strategie innovative e promuovere una gestione apistica responsabile, a beneficio delle api e dell'ambiente.

 

mercoledì 3 gennaio 2024

Sostenibilità e Benessere dell'Ape Mellifera Siciliana


L'Azienda Nettare di Sicilia S.A.S, situata a Contrada Cammarella, Caltavuturo (PA), è stata il palcoscenico di una significativa giornata di campagna dedicata all'azione N4 del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia 2014/2022. Questo evento ha raccolto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Federica Bonello del CREA_VE, Silvia Lazzara e Maria Carola Fiore del CREA-DC, i capofila di Nettare di Sicilia S.A.S: Mario Cirrito, Nicolò Cirrito, e Andrea Cirrito, oltre ad Ambra Di Rosa del partner Corfilcarni.


La focalizzazione della giornata è stata sull'introduzione di metodi di allevamento dell'ape mellifera caratterizzati da elevata valenza ecologica, agricola e di benessere animale. Questo approccio mira non solo a migliorare la produttività apistica, ma anche a promuovere la sostenibilità ambientale e il benessere delle api mellifere siciliane, preservando così un elemento essenziale per l'ecosistema agricolo. 

Le attività della giornata hanno compreso presentazioni dettagliate da parte dei capofila e dei partner, che hanno condiviso esperienze, ricerche e best practices nel campo dell'apicoltura sostenibile. In particolare, si è discusso dell'impatto positivo che l'adozione di nuove tecniche di allevamento può avere sull'ambiente circostante, sull'agricoltura e sul benessere delle api.

Tra le tematiche affrontate, l'attenzione è stata rivolta alle pratiche e alle tecnologie volte a migliorare il benessere dell'Apis mellifera siciliana. Si è discusso dell'importanza di fornire un ambiente favorevole, con particolare attenzione a fattori quali la qualità dell'alimentazione, la gestione degli alveari e il controllo delle malattie.

La giornata ha inoltre creato un'opportunità unica per la collaborazione tra i partecipanti, facilitando la formazione di reti e la condivisione di conoscenze. La diversità delle competenze presenti ha contribuito a una prospettiva olistica sull'apicoltura, incoraggiando la creazione di strategie integrate per affrontare le sfide attuali e future.

L'obiettivo finale di questa iniziativa è stato quello di promuovere la sostenibilità dell'apicoltura in Sicilia. Il miglioramento delle pratiche apistiche non solo influisce positivamente sulla produzione di miele, ma anche sulla conservazione di un ecosistema vitale. L'attenzione alla valenza ecologica e al benessere animale riflette l'impegno dell'industria apistica verso una gestione responsabile e orientata al futuro. Attraverso iniziative come questa, la Sicilia può diventare un faro di buone pratiche, ispirando altre regioni a perseguire modelli simili per un futuro sostenibile dell'apicoltura.

Nasce "Donnafugata Farmuseum", il museo del prodotto contadino al Castello di Donnafugata

 

Gianna Bozzali

             Dare la possibilità di scoprire elementi della storia passata della civiltà contadina, da cui tutti proveniamo, per guardare al futuro e all’evoluzione del presente. Si prefigge questo il “Donnafugata Farmuseum”, il museo del prodotto contadino allestito all’interno del Castello di Donnafugata, a Ragusa, nei locali recentemente ristrutturati tramite fondi del Psr. Si tratta di un museo-mercato: accanto agli oggetti che venivano utilizzati da contadini e massari durante la loro attività, dagli aratri alle tinozze per la lavorazione del latte, dalla “caurara” ai campanacci, dalla “mastredda” allo “stacciu” per la produzione del formaggio, c’è l’esposizione e la possibilità di vendita di prodotti dell’agroalimentare di qualità, dalle conserve alla pasta, dal miele al vino, all’olio. A realizzare l’allestimento, curato dal designer Luca Giunta e con la collaborazione dall’architetta Federica Schembri, è stata la società Squeti che gestirà la struttura ottenuta in comodato d’uso dopo aver vinto un bando pubblico promosso dal Comune di Ragusa. 


 

Gli obiettivi sono la diffusione della cultura e dei saperi contadini, abbracciando iniziative di promozione, collaborazioni con enti locali ed associazioni e un'offerta museale in continua evoluzione perché si arricchirà di altri elementi che i cittadini vorranno concedere per valutare l’eventuale esposizione. Gli oggetti in mostra sono infatti frutto di alcune donazioni effettuate in passato dai ragusani al Comune oppure sono stati concessi da collezioni private, come quelle di Angelo Licitra e Pina Neri. Ma già dopo l’inaugurazione altri cittadini hanno manifestato l’intenzione di voler contribuire implementando l’esposizione.

Il “Donnafugata Farmuseum” abbraccia una molteplicità di esperienze per coinvolgere un vasto pubblico. C’è infatti un’area destinata a convegni, incontri ed eventi, che potrà essere utilizzata anche da organizzazioni esterne. Spazio, inoltre, ai laboratori di cucina con un’area attrezzata che sarà dedicata alle produzioni locali, dalla focaccia alla pasta, dal pane ai dolci così anche da fornire su prenotazione, secondo uno specifico calendario, esperienze sensoriali ai turisti. Un altro elemento è l'area dedicata ai bambini, concepita non solo come luogo ludico ma anche come risorsa educativa per le scuole che saranno coinvolte anche per la colazione con i prodotti contadini, puntando alla buona alimentazione. 

Due collaborazioni particolarmente significative contribuiscono a valorizzare il “Donnafugata Farmuseum”. La prima riguarda l'associazione "Giovanni Virgadavola APS” nata di recente e dedicata al cantastorie vittoriese scomparso un anno fa. Il museo ospita un bellissimo carretto siciliano e due cartelloni interamente dipinti proprio dal cantastorie. La seconda importante collaborazione coinvolge Slow Food Ragusa, che attraverso una convenzione potrà fare rete nella realizzazione di convegni e laboratori del gusto.

Infine, il “Donnafugata Farmuseum” si configura come spazio espositivo, per mostre fotografiche e artistiche.

Gli orari della struttura sono in linea con quelli del castello, mentre maggiori informazioni si possono ottenere sui canali social e sul sito www.farmuseum.it

martedì 2 gennaio 2024

Lu Cucciddatu di Partanna

 

Anna Scovazzo, profonda conoscitrice dei luoghi sarà insignita del prestigioso riconoscimento di  Custode dell’Identità Territoriale.
E' stata  ispiratrice dell’avvio del percorso Borghi GeniusLoci De.Co. già nel 2014. 
Il riconoscimento verrà consegnato in occasione della sua presentazione della pubblicazione lu  Cucciddatu  con la prefazione di Nino Sutera  Coordinatore Nazionale Borghi GeniusLoci De.Co. in programma il prossimo 5 gennaio a Partanna


 







 
"Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco. Omaggiare la tradizione non è chinare il capo al passato, non è lasciare alle ceneri del ricordo il compito di portare  fino a noi le immagini di un tempo ormai andato. 
Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel fuoco, che brucia vispo nei solchi  lasciati dalle vite di chi abita questa terra, e alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti.” 
Gustav Mahler

 

         

Nel corso dei secoli la Sicilia è stata dominata da diversi popoli  fra cui gli arabi che hanno lasciato una impronta particolare  nella preparazione di dolci utilizzando prodotti nuovi per la  cucina siciliana come lo zucchero raffinato, la cannella, il pistacchio, che mescolati con prodotti tipici locali come le mandorle, la ricotta, il miele e uva passa, hanno dato vita a a dolci incredibilmente buoni e che oggi sono ancora il simbolo delle feste familiari come i cannoli, le cassate ed i torroni. Nei paesi siciliani ed in particolare nella zona del Belìce, già da tempi remoti nel periodo natalizio che va dal primo Dicembre fino al Natale inizia un periodo di novene dedicate alla Madonna Immacolata ed alla santa Natività di Gesù. Giornate di preghiera quando la gente si riuniva nelle case per pregare e le donne, in segno di ospitalità, preparavano diverse pietanze ed in particolare dolci da offrire ai convenuti. Si preparava quello che era ed ancora oggi è il dolce Natalizio per eccellenza lu “cucciddatu”. Ma perché “cucciddatu”? L’origine di questa parola risale al latino “buccellatum” cioè pane da convertire in buccelli, cioè piccoli tozzi o bocconi.

Li cucciddati o cosi duci, sono dolci tipici che si preparano per il Natale ma in realtà la loro preparazione inizia sotto il caldo sole di Agosto quando le cicale cantano ed il vento marino arriva in collina aiutando la maturazione degli ingredienti che faranno nascere un capolavoro di gusto e bellezza.

In Agosto, infatti, giungono a maturazione i fichi che le nostre donne raccolgono dall’albero e pongono in cesti di vimini o di canne intrecciate perché il fiore-frutto si mantenga intatto. Fiore -frutto che verrà tagliato in due e posto ordinatamente in più file sulla “cannara”.  


L’effetto Genuis Loci è la capacità che deve avere un territorio  di produrre grazie al saper fare degli abitanti che possiedono il  gusto del territorio nel quale si riconoscono.

Come diceva il compianto Luigi Veronelli, definendo il “Genius Loci” esso è da intendere come “intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva”  pertanto il Genius Loci si visita nel territorio e si assapora nel  piatto.

Il cibo è infatti un intimo e profondo legame tra l’uomo ed il  territorio.

Il percorso Genius Loci, fortemente voluto dalla Signora Anna  Scovazzo funzionaria del Comune di Partanna facente parte dell’ufficio di Staff S.U.A.P, inizia a Partanna il 17/11/2014  con un convegno di presentazione del progetto svoltosi nelle  scuderie del Castello Grifeo,organizzato dal Gal Elimos e dal Comune di Partanna. Il percorso “Genius Loci-De.Co” elaborato dalla Libera Università Rurale Saperi & Sapori, mette al centro del territorio  con le sue tradizioni legate alla tipicità dei prodotti ed alla loro tracciabilità.

La De.Co serve a difendere e salvaguardare l’identità del territorio e certifica la provenienza del prodotto della terra dell’identità del territorio, delle usanze e tradizioni in cui il Partannese si riconosce e fanno si che egli stesso sia parte integrante  del territorio stesso con i suoi modi di fare e di agire che lo assemblano alla sua terra e di cui egli sarà sempre testimone in  qualunque spazio e tempo si trovi.

Quante volte infatti ,ovunque ti trovi nel mondo , il profumo di  un cibo nell’aria ti porta indietro a “casa tua “ e mille ricorditi  affollano la mente di te ,di tua madre, del tuo paese, di come il  cibo veniva preparato, con quanto amore ed attenzione veniva  posto sulla tavola affinché fosse non solo nutrimento per il corpo ma anche per l’anima.

Fra questi ricordi, profumi,s tati d’animo, appartenenza, forse il più forte è quello che ci lega al Natale.

In un periodo imprecisato che va dal 1 al 24 Dicembre nelle

case dei Partannesi si compie un rito arcaico le cui tradizioni si perdono nella notte dei tempi. La preparazione dei cucciddati  o cosi duci.

L’auspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Boghi GeniusLoci De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia,  che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel”territorio.

Obiettivo non secondario è costruire spirito di squadra per la tutela dell’identità dei luoghi e il recupero dell’unicità territoriale come opportunità.

La Rete dei Borghi GeniusLoci De.Co. è un iniziativa rivolta  ai Comuni che hanno adottato il percorso per la De.Co. (Denominazione Comunale) o che hanno i requisiti per farlo.                    

Partners privilegiati della Rete  sono:  Associazioni che, a vario titolo, si occupano di enogastronomia e di sviluppo locale,    chef,   giornalisti, sommelier,    pro-loco, intenditori ed appassionati. Tutti candidati ideali a divenire  Custodi dell’Identità Territoriale, come appunto Anna Scovazzo, profonda conoscitrice, custode dell’identità locale e ispiratrice dell’avvio del percorso Borghi GeniusLoci De.Co. già nel 2014, che ha trovato riscontro nella Delibera di Giunta municipale del 22/10/2014 n° 203.



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