martedì 10 giugno 2025

Agrobiodiversità, e i tuttologi della domenica

              NinoSutera 

 

 

                        ...si, lo sò,  il titolo è un pò aggressivo, forte, improprio, ma cercherò di argomentare il perché.

Cercherò di esplicitare perché in italia una volta, quando giocava la nazionale come per magia si materializzavano 50 milioni di commissari tecnici,in Sicilia mentre sembrerebbe quasi, che tutti possono scrivere di tutto, anche di tematiche che conoscono poco, come dire non è il loro "campo da gioco", ne tanto meno per sentito dire, o per aver letto un articolo dove le agroindustrie del nord europa criticano le politiche UE, sia sufficiente a diventare "esperto"

Chi come me, Divulgatore Agricolo,  aveva  una mission e una vision,  azionare le leve del cambiamento,  ha vissuto e forse è stato anche artefice dell’attuazione dei regolamenti comunitari agroambientali degli anni 90, con intense attività divulgative e informative, non può far finta di niente, o peggio,  sconfessare quella filosofia, quella strategia, che con dati alla mano è stata più che mai azzeccata e lungimirante.

Perché vedete, se oggi la Sicilia è la prima regione d’Europa con maggior superficie a biologico, se oggi la Sicilia ha quasi raggiunto gli obiettivi del gree deal,  non è per caso, ma è frutto di un’intensa attività sinergica tra politica, tecnica e burocrazia, che ha consentito di raggiungere risultati straordinari, riconosciuti da più parti.

Per non parlare della L.R. 21 del 29 luglio 2021, sull’Agroecologia, in continuità con le attività poste in essere negli anni, certo che aggiungono anche nuovi vincoli, traguardati però a nuovi obiettivi.

Vi invito a leggere un estratto contenuto in una pubblicazione dell’INEA, del 1997, proprio a dimostrazione del fatto, delle due,  una,  o abbiamo sbagliato tutto noi, oppure quelli che sposano a priore le argomentazioni delle agroindustrie del nord europa, vivono fuori del tempo in cui viviamo.

L’ATTUAZIONE DELLE MISURE AGROAMBIENTALI IN SICILIA*

 1 Il programma agroambientale La Regione Siciliana ha predisposto il “Programma Pluriennale Regolamento CEE 2078/92” in attuazione del reg. 2078, che è stato approvato dalla Commissione Europea nell’ottobre del 1994. La redazione del piano siciliano è stata curata da funzionari regionali assistiti da esperti tecnici, dalle Organizzazioni Professionali e dalle Sezioni Operative di Assistenza Tecnica. La Sicilia non ha messo a punto una zonizzazione del territorio, considerando più efficace una strategia di intervento a carattere integrato sulla base di un unico programma a valenza regionale in quanto ha ritenuto che le differenziazioni strutturali del tessuto produttivo, seppur di notevole rilevanza, non giustificassero un’applicazione diversificata del regime di aiuti. L’eventuale differenziazione nella localizzazione degli interventi è stata addirittura ritenuta controproducente. Il piano zonale, dopo aver illustrato le caratteristiche del territorio e le problematiche dei principali comparti agricoli (cereali, foraggere, ortaggi e fiori, vite, agrumi, frutta), definisce gli obiettivi da perseguire, che riproducono essenzialmente quelli del regolamento, schematizzati come di seguito: - promuovere l’impiego di metodi di produzione a basso impatto ambientale; - incoraggiare metodi di utilizzazione dei terreni compatibili con le esigenze dell’ambiente; - promuovere il miglioramento delle risorse naturali e genetiche; - incentivare la cura dei terreni abbandonati; - favorire il ritiro a lungo termine dei seminativi e la loro utilizzazione a fini ambientali; - curare la formazione degli agricoltori, educandoli ai problemi dell’ambiente. In questa ottica, con la concessione dei finanziamenti si vuole agire, contemporaneamente, in due diverse direzioni. Da un lato si punta alla riduzione delle produzioni accompagnata da un concreto miglioramento dell’aspetto qualitativo con conseguente possibile apertura di nuovi spazi di mercato, visto che oggi il consumatore diventa sempre più esigente in fatto di qualità e tutela della propria salute. Dall’altro lato si vuole sostenere il reddito degli agricoltori, evitando l’abbandono delle aree rurali, garantendo modi di produzione rispettosi dell’ambiente e frenando i fenomeni di dissesto idrogeologico. Con le suddette finalità sono state attivate, nel quadriennio 1994-97, le misure elencate in tabella 12. Il piano prevedeva anche attività formative, con l’attuazione di 18 corsi e 30 seminari annuali, e progetti dimostrativi, con la realizzazione di circa 360 campi sperimentali per la divulgazione delle tecniche di produzione ecocompatibili e di tutela del paesaggio. Negli anni successivi sono state apportate alcune integrazioni e modifiche3, che hanno riguardato in particolare l’adeguamento dei disciplinari degli interventi ammessi per realizzare una sensibile riduzione nell’impiego dei fitofarmaci (misura A1) e l’introduzione di nuove procedure nei sistemi di controllo e di alcune sanzioni previste in caso di mancato assolvimento degli impegni assunti

INEA

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