di
Guaschino / Favaretto / Chitarra / Nerva
La viticoltura moderna affronta una sfida cruciale: coniugare
produttività e qualità del vino con la sostenibilità ambientale. In questo
contesto, il progetto Micro4Life sta rivoluzionando il modo in cui comprendiamo
l’interazione tra vite e microbioma, ponendo le basi per una viticoltura più
resiliente e rispettosa dell’ambiente.
Micro4Life
Progetto agroalimentare e ricerca: Ager; 36 mesi; Fondazioni
in rete per la ricerca agroalimentare; CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche
CREA UPO Università Piemonte Orientale e USS Università degli Studi di Sassari;
Obiettivo: utilizzo di consorzi micorbici specifici per migliorare la
resilienza ambientale, socio-economica dei sistemi agroalimentari Italiani; Il
progetto consiste nella realizzazione di soluzioni innovative per la produzione
delle piante e la loro protezione.
L’importanza del microbioma per la vite
Le piante, incluse le viti, vivono in simbiosi con una vasta
comunità di microrganismi, il cosiddetto microbioma. Il microbioma delle
piante, come quello umano, caratterizza diversi apparati (es. microbioma delle
radici, delle foglie, della rizosfera). Questo ecosistema microbico gioca un
ruolo fondamentale nella salute della pianta, influenzando la sua capacità di
assorbire nutrienti, difendersi dai patogeni e resistere agli stress
ambientali, come siccità o variazioni climatiche. Tuttavia, la selezione delle
varietà di vite nel corso dei secoli ha privilegiato la produttività e la
qualità dell’uva, spesso trascurando le interazioni benefiche con i
microrganismi.
Il team del CREA Viticoltura ed Enologia che lavora al
progetto Micro4Life si propone di comprendere i meccanismi genetici che
regolano il reclutamento di microrganismi benefici da parte della vite. Per
farlo, i ricercatori hanno analizzato la risposta di dieci diversi portinnesti
all’applicazione di una comunità microbica appositamente selezionata in
laboratorio (SynCom), per le sue capacità di migliorare la crescita e la
resilienza della pianta. Successivamente, le analisi su piante sono state
condotte attraverso metodiche di fenotipizzazione (studio del
fenotipo), trascrittomica (espressione dei geni) e sequenziamento del DNA
microbico (identificazione degli organismi), consentendo di ottenere dati
dettagliati sulla risposta della vite alla presenza di microrganismi
selezionati.
I primi risultati dello studio
Lo studio ha evidenziato differenze significative tra i vari
portinnesti analizzati. Tra i risultati più rilevanti si evidenziano:
Efficienza d’uso dell’acqua (iWUE): si è osservato un calo
significativo in due portinnesti (420A e K5BB), mentre per un altro genotipo
(M4) si è osservato un incremento significativo.
Fotosintesi e crescita: l’applicazione della SynCom ha
generalmente migliorato la fotosintesi netta e l’efficienza del processo
biochimico della fotosintesi (nello specifico della carbossilazione apparente),
con aumenti significativi in diversi portinnesti (110R, 41B, 420A e M4).
Composizione del microbioma: l’effetto della SynCom varia a
seconda del portinnesto. Un dato interessante riguarda il genere batterico
Pseudomonas, noto per il suo potenziale come agente di biocontrollo e come
promotore della crescita delle piante, che è aumentato in tutte le piante
trattate.
Implicazioni per la viticoltura
Questi risultati confermano che il microbioma gioca un ruolo
cruciale nella fisiologia della vite e che il suo utilizzo mirato può
rappresentare una strategia innovativa per migliorare la resilienza della
pianta. L’approccio di Micro4Life potrebbe quindi aprire la strada a nuove
tecniche agronomiche basate sull’uso di microrganismi alleati, riducendo la
dipendenza da fertilizzanti e pesticidi chimici. Grazie ai risultati ottenuti,
il progetto continuerà a valutare i genotipi di vite più adatti alla simbiosi
con microrganismi benefici, con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie per
una viticoltura più sostenibile e produttiva.
Conclusioni
Il lavoro svolto dal CREA nel progetto Micro4Life sta
contribuendo in modo significativo alla transizione verso una viticoltura più
sostenibile, fornendo strumenti innovativi per sfruttare al meglio il
potenziale del microbioma. Grazie a questi studi, sarà possibile selezionare
varietà di vite più resistenti agli stress ambientali e meno dipendenti da
input chimici, favorendo una produzione vitivinicola di alta qualità e a basso
impatto ambientale.
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