giovedì 7 dicembre 2023

In Arabia Saudita il più grande uliveto del mondo

 

Il fatto è che oggi l’Arabia Saudita c’entra con tutto e con tutti. Non ci voleva la straripante vittoria nella corsa per aggiudicarsi Expo 2030 per accorgersene ed è ingenuo e riduttivo pensare che sia solo una questione di petrodollari. 

 

Quella che un tempo era una media potenza locale chiusa al mondo e concentrata solo sulla produzione di petrolio, sta adesso emergendo come il catalizzatore di eventi epocali che segnano la geopolitica, l’economia, lo sport, la religione. Certo, l’Arabia ha ricchezze sterminate e non le nasconde, ma non si incassano 119 voti su 165 in una competizione così delicata e globale semplicemente facendo promesse, né tantomeno comprando favori.

 

Ma ritorniamo all'uliveto più grande del mondo 
Da alcuni anni, il Paese sta investendo nelle colture intensive, è entrato a far parte del Consiglio oleicolo internazionale (Coi) e ha sviluppato una collaborazione fra l'Università di Al-Jouf e l'Ateneo di Jaén, in Andalucia, per promuovere studi, attraverso 21 progetti di ricerca e la nascita di un Centro per lo studio sull'olio di oliva e lo scambio di tecnologie. Nella provincia saudita di Al-Jouf, al confine settentrionale con Giordania e Iraq, sono stati messi a dimora 20 milioni di ulivi. L'anno scorso la produzione di olio di oliva ha raggiunto le 11mila tonnellate. Nella stessa regione si trova l'uliveto più grande del mondo: 5 milioni di alberi piantati su 7.335 ettari di proprietà della Al-Jouf Agricultural development company. Il sistema di coltivazione è quello superintensivo spagnolo con 1.600 alberi per ettaro invece dei 200 possibili con la tecnica tradizionale. 

Le varietà coltivate sono per lo più spagnole (piquel, arbosana e arbequina), non manca qualche varietà greca, come la koroneiki, mentre sono assenti, almeno per il momento, le italiane. La spagnola Grupo GEA e la National Agricultural Development Company (NADEC), il più grande produttore di olio d'oliva ecologico in Arabia Saudita e il Medio Oriente, hanno firmato un accordo per la costruzione del più grande frantoio asiatico.

Il frantoio sarà situato nella provincia di Al-Jouf, che si trova nel nord del paese ed è nelle immediate vicinanze di   NADEC  La maggior parte degli ulivi piantati sarà Picual, in quello che dovrebbe essere il più grande oliveto del mondo, che presenta una coltivazione super intensiva con moderni sistemi di irrigazione a goccia.Il frantoio all'avanguardia, che dovrebbe essere operativo tra sei mesi, è un progetto chiavi in mano con un costo che supera i 3 milioni di euro (3.41 milioni di dollari).Il progetto rappresenta una nuova tappa nel rapporto tra NADEC e GEA, che nel 2016 ha completato la prima fase di questo progetto. Con la seconda fase, GEA fornirà un frantoio che offre una soluzione integrata che comprende ingegneria civile e di automazione, lavorazione, formazione e le attrezzature industriali richieste.Le linee di lavorazione sono state costruite per rispondere alle diverse esigenze, a seconda delle tradizioni nazionali e delle dimensioni del raccolto. Questi fattori determineranno il tipo di metodi di produzione scelti. GEA fornisce linee di lavorazione complete dall'accoglienza e pulizia delle olive alla molitura, al malaxing (continuo o discontinuo), alla separazione e decantazione. Una volta ottenuto l'olio, le linee di lavorazione possono gestire anche il trattamento di vinacce e acqua. I sistemi su misura sono stati inoltre progettati per ottenere la massima resa e qualità possibili, riducendo al minimo il consumo di acqua.

Le aree desertiche dividono gli uliveti, situati a nord ea sud dell'Arabia Saudita, dove gli ulivi vengono gestiti con grande rispetto a causa del loro valore spirituale nell'Islam. La maggior parte dell'Arabia Saudita ha un clima desertico con precipitazioni estremamente basse e differenze di temperatura estreme tra il giorno e la notte. Al-Jouf è considerata la località olivicola del regno, con un ricco patrimonio culturale e un ambiente naturale diversificato che la rende una delle principali destinazioni turistiche dell'Arabia Saudita. L'Arabia Saudita ospita tre dei più grandi uliveti moderni del mondo in termini di densità, dimensioni e tecniche di coltivazione. La coltivazione nel paese è completamente meccanizzata. Quasi il 80 percento della coltivazione dell'olivo del Regno è orientato alla produzione di olio d'oliva e il restante 20 percento alle olive da tavola

La costruzione di questo frantoio è una nuova tappa in un rapporto di lavoro tra Spagna e Arabia Saudita verso il consolidamento delle industrie olivicole e olearie di quest'ultima. L'Università di Al-Jouf e l'Università di Jaén stanno collaborando su temi di ricerca relativi al settore olivicolo per migliorare la capacità di produzione. Un totale di progetti di ricerca 21 sono previsti nell'ambito di questo accordo responsabile della creazione di un Centro avanzato per gli studi sull'olio di oliva e di oliva e il trasferimento di tecnologia e conoscenze tecniche.

martedì 5 dicembre 2023

Luca Vullo?...un personaggio !

 NinoSutera

"Non immaginavo di diventare un collaboratore Rai e di portare tutta la mia esperienza internazionale anche nelle tv italiane. E invece eccoci qui ogni domenica negli storici studi di via teulada a Roma.

Credere nei propri sogni con temerarietà, costanza e passione, prima o poi porta i suoi frutti."

Luca Vullo


Caro Luca, noi qualche anno addietro (2016) c'è ne eravamo accorti, ...infatti ti abbiamo insignito del prestigioso riconoscimento di "Ambasciatore dell'Identità Territoriale"



  Luca Vullo Ambasciatore dell'Identità Territoriale"


In una serata memorabile come tante altre, ma questa  molto di più, ben organizzata e bel riuscita.

Un luogo,  Lido Fiori a Menfi, pregiatissimo mare e spiaggia,  un locale   il Playamar  di Melchiorre Bilà, e tanti amici, il Maestro Piero Mangiaracina che brillantemente ha animato e moderato la serata, come sempre, Marilena Taffari, Lidia  Friscia.

Riavvolgiamo il nastro, per comprendere meglio,  Melchiorre, Lidia e Marilena,   qualche settimana prima mi avevano contattato, ...sai stiamo organizzando un evento con ospite Luca Vullo, sei invitato!

Ora,  ormai da quasi vent'anni, quando mi invitano a un evento a una manifestazione, per deformazione professionale, al di là di quello che mi raccontano, chiedo sempre al mio amico virtuale google, ...se lo conosce?

 Bene, digitando Luca Vullo, già all'epoca,  è venuta fuori un enciclopedia, ed ecco che abbiamo ritenuto opportuno di insignirlo del prestigioso riconoscimento di "Ambasciatore dell'Identità Territoriale"  per l'occasione c'era anche il Sindaco.



         Da qualche mese Luca è diventato collaboratore RAI,... che dire, congratulazioni vivissime!

 

venerdì 1 dicembre 2023

L'inibizione di ALDH2 da parte del glucuronide della quercetina suggerisce una nuova ipotesi per spiegare il mal di testa da vino rosso


 
Il consumo di vino rosso induce mal di testa in alcuni soggetti che possono bere altre bevande alcoliche senza soffrirne.  
La causa di questo effetto è stata attribuita a una serie di componenti, spesso l’alto livello di fenoli nel vino rosso, ma il meccanismo è rimasto sfuggente. Alcuni consumatori di alcol presentano vampate di calore e avvertono mal di testa, e questo è attribuito a una variante disfunzionale dell'ALDH2, l'enzima che metabolizza l'acetaldeide, permettendole di accumularsi. Il vino rosso contiene livelli molto più elevati di quercetina e dei suoi glicosidi rispetto al vino bianco o ad altre bevande alcoliche. Mostriamo che la quercetina-3-glucuronide, un tipico metabolita circolante della quercetina, inibisce ALDH2 con un IC50 di 9,6 µM. È stato segnalato che il consumo di vino rosso risulta in livelli comparabili in circolazione. Pertanto, proponiamo che la quercetina-3-glucoronide, derivata dalle varie forme di quercetina nei vini rossi, inibisca l'ALDH2, determinando livelli elevati di acetaldeide e la conseguente comparsa di mal di testa in soggetti sensibili. Per testare questa ipotesi sono necessari test su soggetti umani.

 

Il mal di testa è un disturbo comune che colpisce quotidianamente circa il 16% della popolazione mondiale  . Le principali cefalee sono le cefalee primarie, vale a dire la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo e l'emicrania. Il mal di testa, in particolare gli attacchi di emicrania, sono una causa significativa di disabilità. L'emicrania rimane la seconda causa di disabilità nel mondo e la prima tra le giovani donne  .

Le bevande alcoliche (birra, vino, superalcolici) sono gli agenti alimentari più comunemente associati al mal di testa, con scatenamenti almeno occasionali nel 37% dei pazienti 
  Secondo l’International Headache Society (IHS), le bevande alcoliche sono associate a due tipi di mal di testa indotti dall’alcol. La prima cefalea, immediata o primaria (8.1.4.1 della Classificazione internazionale delle cefalee [ICHD]-III) inizia entro 3 ore dall'ingestione di alcol e si risolve entro 72 ore dall'interruzione dell'ingestione di alcol. In secondo luogo, la cefalea ritardata indotta dall'alcol o da postumi di una sbornia (8.1.4.2 dell'ICHD-III beta) si sviluppa entro 5-12 ore dall'ingestione di alcol e si risolve entro 72 ore 

È noto che l’alcol provoca mal di testa se consumato in grandi quantità. Le cefalee indotte dall'alcol sono state variamente attribuite all'effetto diretto degli alcoli, al metabolismo dell'alcol, alla composizione genetica e alla presenza di congeneri  . L'alcol viene metabolizzato nel fegato in acetato in un processo in due fasi: l'alcol (etanolo) viene convertito in acetaldeide dall'alcol deidrogenasi (ADH) seguito dalla conversione dell'acetaldeide in acetato da parte dell'aldeide deidrogenasi (ALDH). A concentrazioni più elevate di etanolo, si verifica una rapida conversione dell'etanolo con conseguente accumulo di acetaldeide. L'acetaldeide può produrre effetti avversi quali nausea, diaforesi, rossore al viso e mal di testa a concentrazioni più elevate  Infatti, farmaci come il disulfiram che inibiscono l'aldeide deidrogenasi (ALDH) e causano l'accumulo di acetaldeide se si consuma alcol, vengono utilizzati come trattamento per l'alcolismo causando il disagio sopra menzionato, incluso il mal di testa  per scoraggiare il consumo. Gli enzimi ALDH hanno diverse isoforme, quindi hanno diverse affinità per i substrati. Le isoforme citosoliche ALDH1 e mitocondriali ALDH2 sono le più importanti nel metabolismo dell'acetaldeide in acetato. ALDH1 ha una Km bassa (circa 30 µM) mentre ALDH2 ha una Km alta ( 0,2 µM) per l'acetaldeide. Pertanto, ALDH2 elimina rapidamente l'acetaldeide, mantenendo concentrazioni di 3 µM o inferiori nel flusso sanguigno, circa 1000 volte inferiori ai livelli nel fegato . Esistono due isoforme dell'enzima ALDH2: ALDH2*1 che è più comune nella maggior parte della popolazione mondiale e una variante disfunzionale ALDH2*2, presente in ca. Il 40% degli asiatici orientali comprende cinesi Han, giapponesi e coreani   . Nessuna attività ALDH2 è esibita negli omozigoti ALDH2*2 mentre gli eterozigoti riportano un'attività ridotta dell'enzima. La maggior parte degli studi che correlano un basso alcolismo tra gli asiatici con ALDH2*2 riportano concentrazioni di acetaldeide nel sangue notevolmente più elevate (da 30 a 75 µM o superiori, 10 volte superiori ai livelli normali) dopo il consumo di alcol. Questo livello elevato di acetaldeide provoca rossore al viso, mal di testa, tachicardia e nausea, in modo simile al trattamento con disulfiram. Questa somiglianza tra questi due scenari e l’accumulo di acetaldeide suggerisce una relazione tra l’accumulo di acetaldeide e il mal di testa causato dalle bevande alcoliche.

In una revisione meta-analitica sui disturbi da uso di alcol (AUD) nella cefalea primaria, il 28% degli studi ha indicato il vino rosso come fattore scatenante, seguito da superalcolici (14%), vino bianco (10%) e spumante/birra (10% )  . Il mal di testa da vino rosso (RWH) non richiede quantità eccessive di vino come fattore scatenante. Nella maggior parte dei casi, il mal di testa viene indotto entro 30 minuti o 3 ore dopo aver bevuto solo uno o due bicchieri di vino  . I costituenti del vino come ammine biogene, solfiti, flavonoidi fenolici o tannini sono stati segnalati come possibile causa di mal di testa da vino. Tuttavia, nessun costituente chimico è stato chiaramente implicato come fattore scatenante primario della cefalea da vino rosso (RWH), né è stato proposto un meccanismo per provocare la cefalea.

             La maggiore quantità di composti fenolici, in particolare flavonoidi, nel vino rosso, dieci volte rispetto al vino bianco, li rende uno dei principali contendenti responsabili dell'RWH   Tuttavia, i composti fenolici e gli alimenti ad alto contenuto fenolico non sono stati collegati al mal di testa. È interessante notare che è stato segnalato che alcuni composti fenolici del vino rosso, come la quercetina e il resveratrolo, influenzano l'attività dell'ALDH. La quercetina è stata segnalata come potente inibitore dell'aldeide deidrogenasi citosolica (ALDH1) a bassa concentrazione (< 1 mM) di acetaldeide e del cofattore NAD+ . Tuttavia, questi studi sono stati condotti per correlare l'attività dell'ALDH con le proprietà antitumorali e i difetti congeniti e non con il metabolismo dell'acetaldeide. Inoltre, nessuno degli studi citati ha riportato l’effetto della quercetina sull’aldeide deidrogenasi mitocondriale (ALDH2). Uno studio di Keung e Vallee  ha riportato l'effetto di diversi flavonoidi, inclusa la quercetina, sull'attività dell'ALDH1 e dell'ALDH2. Non hanno trovato alcun effetto della quercetina e di altri flavonoidi del vino rosso (kaempferolo, rutina e miricetina) su entrambe le aldeidi deidrogenasi. Ma il test enzimatico nello studio è stato eseguito a pH 9,5 e quindi ha un significato marginale a pH fisiologico. In un altro studio Orozco et hanno riportato l’inibizione dell’ALDH citosolico e mitocondriale del lievito da parte della quercetina durante la fermentazione del vino rosso. Pertanto, la valutazione dei flavonoidi del vino rosso sull’attività ALDH2, con possibili effetti sul metabolismo dell’acetaldeide, potrebbe fornire indizi sull’RWH.

La crisi del vino continua ad agitare la scena sociale e politica in Francia

 


6.000 produttori in piazza a Narbonne. Il Ministro Fesneau annuncia altre misure,



Il vino continua ad agitare la scena sociale e politica in Francia: nei giorni scorsi, oltre 6.000 viticoltori, chiamati a raccolta dal Syndicat des Vignerons de l’Aude, per dare continuità alla protesta di una parte del vino di Francia che è di fronte ad una crisi epocale. 
Il Ministro dell’Agricoltura francese, Marc Fesneau, in una intervistagià prima della manifestazione, ha promesso diversi interventi per il settore, oltre a quelli già messi in campo, dalla distillazione di crisi al piano di estirpo a Bordeux, di cui vi abbiamo reso conto in queste settimane. Fesneau ha ammesso la crisi del settore, sottolineando come si arrivi da una serie di eventi geopolitici e climatici che non hanno aiutato: “abbiamo iniziato con i dazi di Trump, poi il Covid, poi l’inflazione generata dalla guerra in Ucraina, poi la siccità, o il gelo, o la grandine ... insomma, si tratta di un settore particolarmente colpito dagli sconvolgimenti economici, geopolitici e climatici”, ha detto Fesneau. Che ha annunciato anche altre misure, definite “complementari”.


In primo luogo, la diffusione dei prestiti garantiti dallo Stato. Siamo riusciti a mettere in piedi un sistema di prestiti agevolati mirati. Ora ci rivolgeremo alle banche, in conformità con l’impegno assunto dal Presidente della Repubblica la scorsa primavera. Il secondo elemento è che, in particolare nelle zone colpite dalla siccità, penso all’Aude e ai Pirenei Orientali, abbiamo messo a punto un sistema di riduzione dell’onere per coprire le difficoltà (con 4 milioni di euro). Il terzo elemento è il fondo di emergenza annunciato nel quadro di bilancio, che alleggerirà il flusso di cassa per un importo di 20 milioni di euro”. Ma, come si evince dalla parole del Ministro, c’è anche una visione più a medio termine, nell’arco di 10-15 anni, su temi come la resilienza dei vigneti, il cambiamento climatico, ma anche il cambiamento dei consumi, dove si dovrà lavorare di concerto con la filiera, trovando anche fondi adeguati. Ma si parla anche di nuove forme assicurative, di ulteriori investimenti nella promozione per riprendere le quote di mercato perse, sottolinea Fesnau, spesso conquistate da Italia e Spagna, ma anche di Paesi del nuovo mondo, e dell’ipotesi, per ora soltanto tale, di una “Denominazione di Origine Sostenibile”, proposta dal professore di diritto Ronan Raffray, al fine di portare “standard di origine e qualità ambientale, finora portati avanti solo dall’agricoltura biologica”. E su questo Fesneau ha un posizione molto chiara: “molte delle nostre aziende agricole sono biologiche o Hve (Alto Valore Ambientale): se questi non sono standard di sostenibilità, cosa sono? I vini italiani non hanno standard sulla sostenibilità e guadagnano fette di mercato su di noi. Il problema non è se abbiamo un’agricoltura sostenibile che non è nota ai consumatori. L’obiettivo è quello di esportare e promuovere l’eccellenza dei vini francesi. Questo è il lavoro che deve essere fatto. Tutto ciò che può essere fatto per la sostenibilità è una buona cosa, ma come fa a portare più consumatori? L’argomento principale è l’evoluzione dei modelli di consumo nei mercati. Le denominazioni d’origine celebrano l’incontro tra il savoir-faire umano, un terroir e un clima. Non proviamo a mettere tutto nella Dop. La diminuzione del consumo di vino non è una questione ambientale, è prima di tutto un cambiamento nelle pratiche di consumo”.
Intanto, mentre è in corso di svolgimento il Sitevi di Montpellier, salone dedicato alle tecnologie in vigna, dove Fesnau sarà presente domani, in Parlamento riporta sempre Vithispere, i Socialisti hanno proposto la creazione di un fondo da 60 milioni di euro, soprattutto per far fronte alle difficoltà di liquidità economica legate soprattutto agli effetti del clima. In una dichiarazione congiunta, la Confederazione Nazionale dei Produttori di Vini e Acquaviti di Vino a Denominazione di Origine Controllata (Cnaoc), i Vignerons Cooperators, la Federazione Nazionale dei Sindacati degli Agricoltori (Fnsea), i Viticoltori Indipendenti di Francia, l’Associazione Generale della Produzione Vitivinicola (Agpv) e la Federazione dei Vini Igp chiedono l’attuazione dell’emendamento “per agire rapidamente di fronte ai rischi non assicurabili” e per “coprire l’entità dei danni associati alla peronospora come conseguenza diretta del riscaldamento globale, che non è considerato un rischio assicurabile ad oggi”. Per l’industria vitivinicola è necessario dotarsi di un nuovo strumento per sostenere i vigneti che sono stati messi in crisi: “dobbiamo reagire oggi e con tempestività per evitare che un intero settore si trovi domani con le spalle al muro!”

giovedì 30 novembre 2023

“Strategic Framework 2022-31”

 

 Il rapporto Quadro Strategico della FAO 2022-2031 mira a supportare la realizzazione dell’Agenda 2030 attraverso una trasformazione dei sistemi agroalimentari per renderli più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili in un’ottica di miglioramento della produzione, della nutrizione, dell’ambiente e condizioni di vita , senza lasciare indietro nessuno. I quattro miglioramenti guidano il modo con cui la FAO intende contribuire direttamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) 1 (eliminazione della povertà), 2 (zero fame) e 10 (riduzione delle disuguaglianze), nonché al raggiungimento degli SDG nel loro insieme, che è cruciale per realizzare la visione complessiva dell’Organizzazione

Dal 2010 tutto il lavoro della FAO è guidato da un quadro strategico preparato per un periodo da dieci a quindici anni, rivisto ogni quattro anni. 

  E' stato sviluppato nel contesto delle principali sfide globali e regionali nelle aree del mandato della FAO, inclusa la pandemia di COVID-19. È stato sviluppato attraverso un processo inclusivo e trasparente che prevede ampie consultazioni interne ed esterne, riunioni dell’organo direttivo e consultazioni informali.  

quattro migliori  e non lasciare nessuno indietro

Il Quadro strategico 2022-31 della FAO mira a sostenere l’Agenda 2030 attraverso la trasformazione verso sistemi agroalimentari PIÙ efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili per  una migliore produzione ,  una migliore nutrizione , un  ambiente migliore e una  vita migliore , senza lasciare indietro nessuno.

Migliore produzione

Migliore produzione

Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili, attraverso catene di approvvigionamento alimentare e agricolo efficienti e inclusive a livello locale, regionale e globale, garantendo sistemi agroalimentari resilienti e sostenibili in un clima e un ambiente in cambiamento.

Aree prioritarie del programma:
Innovazione per una produzione agricola sostenibile / Trasformazione blu / One Health / Accesso equo alle risorse da parte dei piccoli produttori / Agricoltura digitale

Una migliore alimentazione

Una migliore alimentazione

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione in tutte le sue forme, compresa la promozione di alimenti nutrienti e un maggiore accesso a diete sane.

Aree prioritarie del programma:
Diete sane per tutti / Nutrizione per i più vulnerabili / Alimenti sicuri per tutti / Riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari / Mercati e scambi trasparenti

Ambiente migliore

Ambiente migliore

Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e marini e combattere il cambiamento climatico (riduzione, riutilizzo, riciclo, gestione dei residui) attraverso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili.

Aree prioritarie del programma:
Mitigazione dei cambiamenti climatici e sistemi agroalimentari adattati / Bioeconomia per un'alimentazione e un'agricoltura sostenibili / Biodiversità e servizi ecosistemici per l'alimentazione e l'agricoltura / Realizzazione di sistemi alimentari urbani sostenibili 

Vita migliore

Vita migliore

Promuovere una crescita economica inclusiva riducendo le disuguaglianze (aree urbane/rurali, paesi ricchi/poveri, uomini/donne).

Aree prioritarie del programma:
Parità di genere ed emancipazione delle donne nelle zone rurali / Trasformazione rurale inclusiva / Agricoltura ed emergenze alimentari / Sistemi agroalimentari resilienti / Iniziativa Hand-in-Hand (HIH) / Aumento degli investimenti

 quattro migliori  rappresentano un principio organizzativo su come la FAO intende contribuire direttamente all’SDG 1 (eliminazione della povertà), SDG 2 (zero fame) e SDG 10 (ridurre le disuguaglianze), nonché a sostenere il raggiungimento dell’agenda più ampia degli SDG, che è cruciale per realizzare la visione globale della FAO.  

 quattro migliori  riflettono le dimensioni economiche, sociali e ambientali interconnesse dei sistemi agroalimentari. Incoraggiano inoltre un approccio strategico e orientato al sistema in tutti gli interventi della FAO.

La FAO applicherà quattro “acceleratori” trasversali: (i) tecnologia, (ii) innovazione, (iii) dati e (iv) elementi complementari (governance, capitale umano e istituzioni) in tutti i suoi interventi programmatici per accelerare l’impatto riducendo al minimo i compromessi. La FAO terrà inoltre conto dei tre temi trasversali di genere, gioventù e inclusione al fine di garantire il raggiungimento del principio di programmazione delle Nazioni Unite di non lasciare indietro nessuno.

Un modello di business rinvigorito e adatto allo scopo

Il Quadro strategico della FAO 2022-31 evidenzia anche l'importanza di un cambiamento nel paradigma di lavoro della FAO. Il modello di business rinvigorito e adatto allo scopo della FAO mira a garantire un'organizzazione inclusiva e agile che sia trasparente, aperta, innovativa, responsabile, efficace e di grande impatto per garantire il cambiamento trasformazionale necessario. 


REPORT








Il sole nel Bicchiere

 

Una meravigliosa “favola” che riguarda la Storia di Menfi e del suo territorio. Il vino rappresenta l’epilogo al quale giungeranno i protagonisti dell'ultimo libro di Peppino Bivona "Il sole nel Bicchiere", attraverso il succeder­si di travagliati accadimenti, come in molti confronti e scontri che caratterizzarono le scelte più decisive della comunità menfitana. La storia delle cantine Settesoli è intimamente legata al territorio. Negli anni a cavallo di questo secolo, Menfi è stata protagonista di una rivoluzione nel settore vitivinicolo.


 

La presentazione del libro avverrà sabato 2 dicembre presso Maharia, alle ore 17e30. A conversare con l’autore la giornalista Antonella Giovinco. Previsti gli interventi di Giuseppe Barbera, Giuseppe Bursi e Nino Sutera. 

video 

L’Autore, Peppino Bivona nasce a Menfi, Sicilia, nel 1948. È laureato in Scienze Agrarie. Insegna materie professionali presso istituti agrari e dal 1976 è di ruolo nell’Assistenza Tecnica dell’Ente di Sviluppo Agricolo, Direttore Generale in quiescenza dello stesso Ente, Giornalista, ha scritto diversi articoli per Sicilia Agricola. Attualmente pubblica articoli sul sito della Libera Università Rurale di cui è il Presidente. Per i Quaderni di Neoruralità ha pubblicato nel 2018 Diario dell'ulivo saraceno e nel 2021 Chicco di sole.


mercoledì 29 novembre 2023

Veronelli, ricordo nell'anniversario della dipartita.

 Veronelli, Gino per gli amici , è stato un gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico italiano. Viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. 

Vogliamo ricordalo così nell'anniversario della dipartita.

Ideo le De.Co. 

 Antesignano di espressioni e punti di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione agricola e alimentare, attraverso la creazione delle De.Co. (Denominazioni Comunali), le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al dettaglio. 

Veronelli, ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei loro prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria che fa di lui l’antesignano della sovranità alimentare. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli, tra le sue battaglie: “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo la sua onestà”.

 Già nel lontano 1956 Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico, ossia quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”.

“Come io ammiro Picasso perché lo riconosco, così posso apprezzare un vino o qualsiasi altra cosa che viene dalla terra, se la riconosco. Trovo che questo sia un recupero di civiltà, di intelligenza e di libertà estremamente importante. Per questo non mi piacciono i prodotti tipici. Sono diventati un marchio commerciale. Non mi piacciono le tradizioni imbalsamate.  Ma voglio sapere dove nasce un prodotto. Mi fido dell’autocertificazione del produttore che mi spiega come è fatto il suo vino o i suoi ortaggi”.

Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità e di contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel contesto storico in cui sono stati enunciati.  Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita non hai mai smesso di  essere curioso e attento a cogliere le novità, nel rispetto delle identità territoriali.




 

martedì 28 novembre 2023

LA "BASELINE" NELLA PAC 2023 -2027

 

 NORME, CRITERI, REQUISITI MINIMI E CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ PER ACCEDERE AGLI INTERVENTI DELLA NUOVA PAC E RELATIVO SISTEMA DI GESTIONE E CONTROLLO

 

                  Il Piano Strategico della PAC 2023-2027, approvato con decisione della Commissione europea del 2 dicembre 2022, prevede un'articolata strategia, che fonda le sue basi su un insieme di criteri, norme, requisiti minimi e condizioni di ammissibilità - denominato baseline - che deve essere rispettato dai beneficiari che intendono accedere agli interventi della PAC.




Al fine di condividere le principali novità normative sulla baseline del nuovo periodo programmatorio, la Rete Rurale Nazionale ha organizzato uno specifico incontro informativo   per fornire agli addetti ai lavori indicazioni utili sulle modalità di attuazione della nuova condizionalità "rafforzata" 2023-2027, anche in regime di deroga alle norme BCAA 7 e BCAA 8 per l'annualità 2023, le altre parti della baseline, le modalità di transizione dalla condizionalità 2014-2022 alla nuova condizionalità 2023-2027, che coesisteranno fino al 2025, nonché il sistema di gestione e di controllo.

video della conferenza


 

lunedì 27 novembre 2023

il 28 novembre masterclass dello chef Giuseppe Costa, tra i Bib Gourmand d’Italia 2024

 

   


                                                                                            



                                              Marianna La Barbera  



Istituto di Istruzione Superiore  “Ignazio e Vincenzo Florio” di Erice, il 28 novembre masterclass dello chef Giuseppe Costa, tra i Bib Gourmand d’Italia 2024

 

                É la Sala Convegni di Palazzo Sales, a Erice Centro Storico, negli spazi dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ignazio e Vincenzo Florio”, a ospitare un prestigioso evento  formativo che vede protagonista lo chef Giuseppe Costa.

L’ex alunno della scuola, accompagnato dal suo staff composto da Roberta Garitta e Daniele Stabile, incontrerà gli studenti alle 10:30 di martedì 28 novembre.

Il suo ristorante, “Il Bavaglino” di Terrasini, nel 2014 ha ricevuto la stella della Guida Michelin.

Giuseppe Costa, inoltre,   è entrato nel novero dei Bib Gourmand d’Italia 2024 con il suo “Salotto sul Mare”.

Ovvero, tra i migliori ventinove ristoranti per rapporto tra qualità e prezzo.

A premiare Giuseppe Costa sarà l’assessore alla Formazione e all’Istruzione della Regione Siciliana Mimmo Turano che, già nei giorni scorsi, aveva manifestato apprezzamento per il riconoscimento allo chef.

Una soddisfazione condivisa dalla dirigente scolastica Pina Mandina, che sottolinea l’orgoglio per i risultati conseguiti dall’ex allievo.



“Siamo felici – afferma – di averlo ancora una volta a scuola, per raccontare la sua esperienza di crescita partita dai banchi”.

Un percorso reso ancora più importante dall’ingresso nella Guida Michelin, che racconta la determinazione e l’impegno dello chef pluripremiato, con il suo studio continuo fatto di ricerca e sperimentazione.

“Lo chef stellato è qui a casa –aggiunge la dirigente scolastica – e la sua storia rappresenta una grande motivazione per tutti gli studenti che intraprendono lo stesso percorso”.

“Per l’occasione – prosegue Pina Mandina – Giuseppe presenterà, nell’ambito della masterclass, i piatti che lo hanno visto protagonista nell’ultima stagione”.

Un successo che ha riguardato sia “Il Bagaglino” che “Il Salotto sul Mare”.

“Sarà un momento di alta formazione – conclude -  e, al contempo, una festa per tutti noi”.

 


 

 

 

sabato 25 novembre 2023

Progetto Ebioscart Plus

 


PSR SICILIA 2014/2022 PROGRAMMA DI SVILIPPO RURALE MISURA 16 - COOPERAZIONE SOTTOMISURA 16.1 

“Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” 

AVVIO DEL PROGETTO “Progetto Ebioscart Plus per la creazione di nuovi beni “mangime” e “compost” dagli scarti del ficodindia, oltre, a corollario, l’applicazione del “bioprodotto indicaxantina” su trasformati del ficodindia” AZIONE 1 Attività di Kick off meeting e Formazione sull’innovazione (coinvolgimento di tutti i partners, dei prestatori di servizi e professioni)


presentazione

Progetto Ebioscart Plus

venerdì 24 novembre 2023

individuati 131 nuovi presunti cloni delle varietà di vite siciliane

 

Dal 2003, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia ha affidato alle Università di Palermo e di Milano ed all’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma il coordinamento scientifico ed il monitoraggio delle azioni operative del Progetto di selezione clonale: attraverso numerose tappe.

Questo progetto così sfidante e complesso ha portato nel 2018 al grande traguardo di iscrivere nuove varietà nel Registro Nazionale delle Varietà della Vite. Si è trattato di un nuovo punto di partenza da cui sono sfociati due importanti progetti, che hanno come comun denominatore lo scopo di fornire, nel tempo, alle aziende siciliane, la possibilità di acquistare presso i vivaisti locali materiale certificato, per poter poi utilizzarlo nell’impianto dei nuovi vigneti”. Un valore immenso dal punto di vista biologico, dunque, ma anche una risorsa culturale ed economica importante quella che attraverso questi filoni progettuali la Sicilia del vino sta portando avanti.

Nel progetto scientifico di selezione clonale e di recupero dei vitigni antichi della Sicilia, a fronte dei test condotti sia in laboratorio che sul campo, sono stati individuati 131 nuovi presunti cloni delle diverse varietà di vite oggi in fase di omologazione. È l’importante novità, rivelata dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, impegnato nell’azione di tutela e conservazione della biodiversità generata dagli oltre 3.000 anni di storia della viticoltura in Sicilia, per proteggere e valorizzare la ricchezza ampelografica dell’Isola, ma anche per sviluppare un approccio all’enologia siciliana capace di coniugare tradizione e alta qualità in uno scenario in continua trasformazione.



“Si tratta di uno straordinario passo in avanti di un percorso che parte da lontano”, racconta il presidente del Consorzio, Antonio Rallo. 

“Data la sua ricchezza e la sua importanza, è utile e doveroso studiare, valorizzare e salvaguardare la biodiversità viticola siciliana - sottolinea Rosario Di Lorenzo, presidente Accademia Italiana della Vite e del Vino - per questo l’obiettivo del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” è quello di produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, e dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Ebbene, i risultati del 2023 individuano rispettivamente 73 per il Nero D’Avola, 29 per il Grillo e 26 per il Lucido, i “cloni candidati” in attesa di una valutazione agronomica, enologica e sanitaria nel corso dei prossimi anni”.

Il risultato è uno step di un processo che, per sua stessa natura, si sviluppa per cicli lunghi e a volte complessi: “ricordiamo - conclude Antonio Rallo - che la diversità biologica della vite è il risultato di migliaia di anni di selezione ed è determinata dalle mutazioni, dalla ricombinazione genica e dall’effetto delle pressioni selettive operate dal clima e dall’uomo. Si tratta dunque di un’eredità che la natura ed i nostri antenati ci hanno lasciato e che una volta distrutta non potrà essere ricostituita. Da qui il nostro impegno per la tutela, ma anche il recupero del ricchissimo patrimonio viticolo siciliano, così come della grande ricchezza intravarietale e genetica dell’Isola”

Frantoi Cutrera, nasce HOL’IO “L’olio con l’IO dentro”

 

                                                     Gianna Bozzali 

 

Dalla collaborazione con l’associazione ViTA21 nasce un olio extravergine speciale. È HOL’IO, l’olio con l’IO dentro. A realizzarlo sono stati i tredici ragazzi con sindrome Down facenti parte dell’associazione che ne hanno ideato l’etichetta.

 

 
Si chiama HOL'IO, ed è un olio tutto speciale perché ha un "IO" dentro. È quello dei ragazzi di ViTA21, l’associazione nata a Catania nel 2013 per volontà di un gruppo di genitori di bambini con sindrome Down. All’interno di quest’olio, realizzato grazie alla collaborazione di Frantoi Cutrera di Chiaramonte Gulfi, vi è un mix di lavoro, creatività, condivisione e passione, la stessa che ha dato vita al progetto di ideazione delle etichette. Sono stati proprio i tredici ragazzi, di età compresa tra i 13 ed i 20 anni, a cimentarsi nella raccolta delle olive per produrre il loro olio extravergine. Insieme ai genitori e ai responsabili di Frantoi Cutrera hanno vissuto una giornata in campagna dedicandosi alla raccolta delle olive di cui, poi, hanno seguito tutto il processo produttivo all’interno del frantoio ipertecnologico dell’azienda. Immancabile l’assaggio dell’olio appena prodotto. Ma non solo. I ragazzi di ViTA21 hanno ideato diverse etichette che hanno poi provveduto ad apporre manualmente a tutte le bottiglie prodotte.



«Ogni etichetta ha una grafica personalizzata – spiega Gianluca Marletta, presidente di ViTA21. È stato chiesto ai ragazzi di rappresentare la loro idea di “amicizia”. Ciascuno ha interpretato il tema a proprio modo e ha dato vita ad una piccola “opera d’arte”. Le etichette sono state realizzate durante uno degli incontri che i ragazzi animano nel fine settimana: sono gli appuntamenti di FreeTime del progetto di ViTA21, una comitiva di preadolescenti che condivide momenti di crescita come tutti i loro coetanei. I ragazzi hanno vissuto questa esperienza con entusiasmo e dedizione – aggiunge Marletta-. L’impegno e la serietà nell’affrontare le attività che vengono loro proposte dimostra la voglia costante di mettersi in gioco e di dimostrare che anche le persone con la sindrome di Down possono riuscire come tutti i loro coetanei…forse con qualche piccolo accorgimento in più».

Il risultato sono delle bottiglie d’olio di 50 cl prodotte in edizione limitata che chiunque può richiedere all’associazione (tramite i canali social Facebook ed Instagram di ViTA21) per regalarsi o fare un regalo originale e ricco di valori a Natale. I proventi della raccolta andranno a finanziare le nostre attività principali: l'XI settimana Estiva in Sicilia per famiglie di bambini con sindrome di Down a Letojanni (ME) dal 29 giugno al 06 luglio 2024 e il progetto FreeTime. Fondamentale in tutto progetto dal grande valore sociale è stata la collaborazione diFrantoi Cutrera. «La loro disponibilità è stata fondamentale, per tanti motivi – dichiara il presidente di ViTA 21-.

 Innanzitutto, è stato bello vedere la gioia nei loro occhi quando abbiamo proposto il progetto e, poi, da sottolineare l’atmosfera di casa e l’accoglienza che abbiamo ricevuto in fase “operativa” da parte di tutta l’azienda. E poi, il supporto tecnico di tutto il personale durante la fase di elaborazione grafica delle etichette ha fatto in modo che questo sogno potesse realizzarsi. Ultima ma non ultima per importanza, la qualità del prodotto finale che rappresenta un’eccellenza produttiva ampiamente dimostrata».

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