giovedì 9 gennaio 2025

2025 Sicilia, Regione europea della Gastronomia

 

Con la prestigiosa nomina di “Regione Europea della Gastronomia 2025”  la Sicilia si conferma terra di sapori unici e di grande tradizione culinaria. 




È la prima regione d’Italia a raggiungere l’ambito traguardo, che certifica quanto affascinante sia il nostro territorio, ricco di storia, cultura e natura diversificata, che esprime il suo potenziale anche a tavola. Un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Con i suoi oltre mille chilometri di costa, la Sicilia è l’isola più grande e varia del Mediterraneo. La sua posizione strategica l’ha resa testimone e protagonista di molteplici vicende storiche, che hanno lasciato tracce tangibili nel suo patrimonio culturale e nelle sue tradizioni. È un’Isola con una propria identità, spesso sfaccettata e contrastante, frutto dell’influenza di popoli e civiltà differenti. Tale peculiarità si traduce in una gastronomia unica e raffinata, che si basa su prodotti genuini e locali, derivati da una ricca biodiversità vegetale e animale. 

Al suo interno sono attivi 4 vulcani, 7 aree marine protette, 5 parchi naturali che si estendono per oltre 84 mila ettari in tutta l’isola. E ancora 74 riserve naturali e 30 zone di protezione speciale. Con i suoi 15 parchi archeologici la Sicilia testimonia l’impatto storico delle diverse civiltà che nei secoli si sono avvicendate. Sono inoltre presenti 14 isole minori che compongono gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica, Pantelleria e altre piccole isole. I principali arcipelaghi sono costituiti da isole di origine vulcanica che rendono unico il loro “terroir”, che si traduce in prodotti della terra e del mare che si distinguono per sentori di zolfo e una spiccata salinità.

L’agricoltura siciliana rappresenta circa il 10% dell’intero Sistema agricolo italiano e raggiunge quasi il 20% se si considera l’intero comparto agroindustriale. Con i suoi 427mila ettari è la regione italiana con la maggior quantità di suolo lavorato in biologico e la prima per numero di addetti del settore. L’altissima qualità delle produzioni è provata dal fatto che in Sicilia sono registrati 36 DOP e IGP, 31 vini DOC e DOGC e 59 prodotti a marchio QS Qualità Sicura Garantita per grano e prodotti zootecnici (latte, carne).




La Sicilia vanta una grande tradizione per quanto concerne la produzione di frutta. L’uva da tavola svolge un ruolo da protagonista, con due varietà certificate (l’uva Canicattì IGP e Mazzarone IGP). Anche in bottiglia la Sicilia è protagonista, raccontando la varietà del suo territorio vitivinicolo. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. Inoltre la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico. La zona di produzione della “DOC Sicilia” comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia, le cui denominazioni di origine protetta dei vini siciliani sono 24. Le IGT/IGP sono invece 7.

Menzione particolare meritano gli agrumi siciliani, che all’interno dell’agricoltura nostrana sono parte fondamentale, con oltre 88 mila ettari, di cui 58 mila adibiti ad aranceti, 21 mila a limoneti e 5 mila a mandarineti. Nell’ambito dei prodotti certificati, quelli più rilevanti in tale settore sono l’arancia rossa di Sicilia IGP e Ribera Dop, il limone di Siracusa IGP, il limone dell’Etna IGP e il Limone interdonato di Messina IGP.  Infine i mandarini, le cui varietà più note sono i Cleopatra, l’Avana e il Tardivo di Ciaculli.

La Sicilia è anche l’Isola degli ulivi, un elemento altamente distintivo della vegetazione mediterranea naturale. La produzione media di olio siciliano è di circa 34 milioni di chili. Il valore aggiunto dell’oro verde per l’economia siciliana coinvolge ogni autunno 106 mila produttori e circa 20 milioni di piante su oltre 158 mila ettari di superficie che rappresentano il 13,85% del patrimonio olivicolo nazionale, collocando la Sicilia al terzo posto tra le regioni italiane più produttive, appena dopo Puglia e Calabria.

Degna di nota, con 8,2 mila ettari e una produzione complessiva di oltre 147 mila tonnellate nel 2020 è la coltivazione del fico d’India. Ha due varietà certificate: il Fico D’India dell’Etna Dop e quello di San Cono Dop. Altre produzioni di valore, sia in termini quantitativi che di varietà sono quelle delle nespole e delle pesche.



Anche la frutta secca gode di notevole prestigio, come le mandorle e il pistacchio di Bronte, noto per le sue proprietà gustative.

La Sicilia vanta anche un’ampia produzione di ortaggi: pomodori, carciofi, cipolle, cavoli, patate, zucchine e carote. In questa categoria spiccano due prodotti certificati: il Pomodoro di Pachino e la Carota novella di Ispica IGP.  

Di grande importanza è la varietà e la produzione dei formaggi siciliani, molti dei quali definiti “storici”. La biodiversità casearia siciliana registra numerose tipologie di formaggi, prevalentemente ovini, ma anche caprini e bovini. Le produzioni certificate comprendono 5 formaggi a Denominazione di Origine: il Pecorino siciliano DOP, il Ragusano DOP, il Piacentinu Ennese DOP, la Vastedda della valle del Belice DOP, la Provola dei Nebrodi DOP.

Storicamente, sin dai tempi dell’Impero romano, la Sicilia è stata considerata il granaio d’Italia. D’altronde, la coltivazione del grano occupa gran parte della superficie dell’Isola: il grano duro copre una superficie di 264 mila ettari, mentre il grano tenero copre 110 ettari.

Anche il mare ha un ruolo fondamentale per la costruzione dell’identità gastronomica siciliana. La pesca e l’industria ittica costituiscono uno dei più importanti settori produttivi in continua e costante crescita anche nell’ambito delle iniziative di promozione enogastronomica. Il comparto rappresenta tuttora uno dei settori trainanti dell’economia della Regione. Ogni anno rappresenta circa un quarto delle catture italiane e un terzo dei ricavi complessivi del settore. Inoltre, la Sicilia ha la flotta più grande tra le regioni italiane, sia in termini di unità che di stazza. La Sicilia vanta il maggior numero di imprese di conservazione del pesce in Italia (32%) e posti di lavoro in questo settore (27%). L’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione totale italiana ed è costituita quasi esclusivamente dalla produzione di spigole e orate.

Le acque dello Stretto di Messina sono note per la pesca del pesce spada, ma anche per sardine, acciughe e sgombri, ovvero il tipico pesce azzurro del Mar Mediterraneo. Menzione particolare per storia (con l’ex stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica) e tradizione merita il tonno rosso siciliano. Introdotta dagli arabi intorno all’anno 1000, la pesca del tonno si è tramandata nei secoli, fino ai giorni nostri. Uno dei beni ittici più rinomati e iconici della Sicilia è anche il gambero rosso di Mazara del Vallo, che da scarto delle battute di pesca è diventato un frutto di mare tra i più apprezzati e ricercati.

La Sicilia gode anche di una straordinaria tradizione di Street Food. Il cibo di strada che nasce povero, adesso è tra i più ricercati anche in chiave gourmet. Ricco di varietà e di proposte, lo street food siciliano (e in particolare quello di Palermo) è stato collocato dal network americano Virtual Tourist, al 5° posto tra i migliori produttori di “street food” al mondo. Pane panelle e crocchè (cazzilli), arancine, carduna, cacuocciuli e vruocculi (cardi, carciofi e broccoli fritti nel burro), milinciani fritte (melanzane fritte), pesce cicireddu (pesciolini fritti), sfinciuni (un tipo di pizza), pane ca meusapane cunzatu e stigghiola, sono alla base di un variegato ventaglio di sapori e odori che affondano le loro radici nell’incontro di diverse culture. 


Anche la tradizione pasticcera siciliana gode di notevole prestigio all’interno del panorama gastronomico, non solo nostrano: il cioccolato di Modica, con la sua secolare lavorazione che affonda le sue radici nel XVIII secolo, grazie ai segreti di artigiani cioccolatieri che amalgamavano il cacao con lo zucchero e le spezie; il cannolo e la cassata siciliana sono alcuni dei prodotti dolciari più apprezzati e iconici della nostra terra; proprio la cassata, con la sua base di ricotta, pan di spagna e glassa di zucchero è l’emblema del sincretismo culturale siciliano. Con le sue origini arabe, continua ad essere uno dei baluardi gastronomici della sicilianità nel mondo.

Questo panorama articolato di prodotti di qualità, uniti a storia, territorio, archeologia, tradizioni, ha dato vita al ricco e articolato patrimonio gastronomico che oggi consegna alla Sicilia la nomina di Regione europea della gastronomia 2025. Un traguardo autorevole, che celebra l’eredità culinaria dell’antica Trinacria, offrendo un viaggio gastronomico unico, fatto di autenticità, passione e sapori indimenticabili. Il piano strategico per il 2025 è volto a promuovere il brand Sicilia nel mondo, utilizzando come attrattore l’enogastronomia, la cui valorizzazione è determinante anche in chiave di un turismo sempre più sostenibile. Se il cibo ha una forte valenza economica, sociale e culturale, la Sicilia ha molto da raccontare.



PAC 2024-2027 - la nuova sfida


Nella PAC  2024-2027 la  Sicilia ha a disposizione   1.474.613.117  euro rappresentando la prima regione italiana per dotazione finanziaria assegnata. Bisognerà capitalizzare l'esperienza degli ultimi anni, per farsi trovare pronti alle nuove sfide.  

               

            «C’è stata una grande condivisione degli obiettivi e una compattezza nelle scelte: puntiamo su quelle che servono: agricoltura biologica, giovani e investimenti,   afferma  Dario Cartabellotta. L’obiettivo è arrivare a quello che da vent’anni viene sostenuto nei regolamenti comunitari, cioè il trasferimento di valore aggiunto agli agricoltori. Negli ultimi tempi con i contratti di filiera di certo abbiamo iniziato ad andare in questa direzione».  «Vogliamo attrarre nuove realtà   perché la Sicilia può produrre praticamente tutto, compresi i frutti tropicali, aggiunge. Secondo l’ultimo rapporto di Unicredit l’agrifood Sicilia è arrivato a 9,3 mld di euro di fatturato, 20 anni fa eravamo  a due.

       Per spendere i soldi nei tempi previsti? «Bisognerà passare dalla proroga alla premura. Il fattore velocità diventa fondamentale, come amministrazione abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo fare bandi veloci in tempi veloci altrimenti regaleremo soldi alle Regioni più virtuose»  conclude il Direttore del Dipartimento Agricoltura

                               Nutrire la crescente popolazione europea richiede una produzione alimentare più sostenibile, ma un'altra estate di condizioni meteorologiche estreme, insieme a catene di approvvigionamento gravemente interrotte, hanno evidenziato ancora una volta la necessità di passare a un sistema alimentare più resiliente e rigenerativo e alla prossima Politica agricola comune (PAC) ( 2023-2027) vedrà gli Stati membri dell'UE riorientare la politica sui risultati attraverso nuove aspettative di monitoraggio e valutazione.

                     Ancora più che in passato le amministrazioni regionali dovranno essere in grado di spendere le risorse in tempi brevi, dato che ci sarà un anno in meno di tempo per farlo. Infatti, si passa dalla regola del disimpegno automatico N+3 all’N+2.

Mettere in atto gli elementi di valutazione è fondamentale per valutare i risultati della prossima PAC, così come il ruolo degli Stati membri dell'UE nel dimostrarne l'impatto. 

 Secondo la legge di esecuzione recentemente pubblicataCerca le traduzioni disponibili del link precedenteIT •••dalla Commissione europea, gli Stati membri dell'UE devono valutare l'efficacia, l'efficienza, la pertinenza, la coerenza, il valore aggiunto dell'UE e l'impatto di ogni obiettivo specifico affrontato nel contesto dei loro piani strategici della PAC, in un momento opportuno durante il periodo di attuazione. In tal modo, possono raggruppare, in un'unica valutazione, più obiettivi specifici, assicurando che il contributo degli interventi sottostanti a ciascun obiettivo specifico sia stimato in modo chiaro e separato.

Oltre a valutare le prestazioni rispetto a obiettivi specifici, gli Stati membri dell'UE devono anche effettuare valutazioni su argomenti specifici, come l'architettura ambientale e climatica, il valore aggiunto di LEADER, i sistemi di conoscenza e informazione agricola (AKIS) o le reti della PAC. Infine, una valutazione completa dei piani strategici della PAC e del contributo agli obiettivi generali della PAC deve essere effettuata ex post da ciascuno Stato membro dell'UE e completata entro la fine del 2031.

Misurare l'impatto nel mondo reale è fondamentale per mostrare il successo di una politica nel raggiungere i suoi obiettivi, in particolare quando l'obiettivo è quello di affrontare una serie di fattori economici, ambientali e sociali. La prossima politica agricola comune (PAC) sta quindi allontanando gli Stati membri dell'UE dalla conformità e spostandoli maggiormente verso risultati e prestazioni, sperando che possa mostrare come i loro settori agricoli e le loro zone rurali si trovino su un percorso sostenibile.

I risultati saranno ancorati in termini di come gli Stati membri dell'UE contribuiscono agli obiettivi della PAC, dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in agricoltura alla stabilità o all'aumento del reddito agricolo e alla crescita delle imprese rurali. Il regolamento su come gli Stati membri dell'UE dimostreranno esattamente l'impatto della PAC su questi obiettivi si basa su un nuovo quadro che fornisce una comprensione comune sul monitoraggio delle prestazioni e sulla valutazione dell'attuazione dei piani strategici.

Il quadro per il monitoraggio e la valutazione delle prestazioni (PMEF) " consentirà di riferire, monitorare e valutare le prestazioni" durante l'attuazione dei piani strategici della PAC degli Stati membri dell'UE dal 2023 al 2027. Fisserà le basi per monitorare i progressi degli Stati membri dell'UE verso il raggiungimento degli obiettivi dei piani strategici della PAC, valutare l'impatto, l'efficacia, l'efficienza, la pertinenza e la coerenza degli interventi dei piani strategici della PAC e il valore aggiunto dell'UE della PAC e sostenere un processo di apprendimento comune per il monitoraggio e la valutazione.

Il PMEF contiene anche una serie di indicatori comuni per il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione annuale della performance, come gli indicatori di output per monitorare l'attuazione della PAC, gli indicatori di risultato per monitorare i progressi degli Stati membri dell'UE verso gli obiettivi prefissati e gli indicatori di contesto e di impatto valutare i risultati complessivi delle politiche rispetto agli obiettivi della PAC. Queste informazioni varieranno a seconda di come ciascuno Stato membro dell'UE elabora e attua il proprio piano strategico nazionale della PAC, poiché copre le diverse misure disponibili nell'ambito dei pagamenti diretti e dei programmi settoriali, finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), nonché gli interventi di sviluppo rurale , finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)

gruppo tematico Valuing Farmers' Wider Contributions to Society

 La Rete europea della PAC ha istituito il gruppo tematico Valuing Farmers' Wider Contributions to Society,  con lo scopo di avviare una riflessione sul valore sociale dell'agricoltura e di offrire l'opportunità di condividere idee, esperienze e buone pratiche su come aumentare la consapevolezza in merito ai molteplici ruoli degli agricoltori nelle comunità rurali.


Fino al 12 gennaio sarà possibile partecipare al confronto, inviando un contributo a questa pagina. 

mercoledì 8 gennaio 2025

Il Progetto SIC.A.RI.B.: un nuovo paradigma per un’agricoltura sostenibile e di valore

 

  • dr. Luca Colombo
  • dr.ssa Francesca De Donatis
  • dr.ssa Federica Consentino


Il progetto SIC.A.RI.B., acronimo di Sicilia Agroecologica Rigenerativa Biologica, rappresenta e vuole stimolare una significativa innovazione nel panorama agricolo siciliano. Finanziato nell'ambito del PSR Sicilia 2014/2022, il progetto si propone di introdurre e adattare, nel contesto siciliano, modelli agroecologici di pratiche agricole biologiche rigenerative, già sperimentati con successo in altri ambiti nazionali.

Nel contesto agricolo siciliano oltre il 60% dei terreni agricoli manifesta segni di perdita di fertilità organica, con una diminuzione annua di carbonio organico stimata a 0,5 t/ha. Questo fenomeno, causato da pratiche agricole intensive e cambiamenti climatici, minaccia seriamente la sostenibilità produttiva dell’isola. Parallelamente, si osserva una riduzione allarmante della biodiversità, sia a livello del suolo che del complessivo agroecosistema, dove si assiste alla scomparsa di specie spontanee funzionali compromettendone la resilienza. Un tale quadro richiede approcci profondamente innovativi ispirati alla rigenerazione dei suoli e del sistema agrario quali quelli di SIC.A.RI.B., esempio di molti di quelli che si confronteranno a giugno ad Agrigento nel contesto del primo Congresso di Agroecologia del Mediterraneo.

Il partenariato vede coinvolte la Damiano Società Agricola (Capofila), la Dara Guccione Biofarm, I Locandieri Soc. Coop., Balsi Azienda Agricola Bio e Azienda Agricola Cusenza. Tali aziende sono rappresentative delle produzioni regionali, sia cerealicole che frutticole (mandorleti), ed adottano metodi di coltivazione biologica. A queste si aggiungono partner scientifici come l’ente di ricerca FIRAB e due società di consulenza: l’innovation broker, Società Cooperativa Speha Fresia, e la Società Benefit Arca Srl. Tale rete multidisciplinare è stata messa a punto al fine di garantire un approccio integrato e utile allo sviluppo e applicazione delle innovazioni proposte.

L’obiettivo generale di SIC.A.RI.B. è ambizioso e raggiungibile: promuovere pratiche agricole agroecologiche, biologiche e rigenerative, che aumentino la biodiversità e migliorino la qualità del suolo, garantendo la performance produttiva.

Le azioni del progetto riguardano l’introduzione di tecniche innovative come l’intercropping nei seminativi e le cover crop nei mandorleti, confrontate con pratiche tradizionali per valutarne l’efficacia. I risultati al primo anno hanno fornito prime indicazioni quali la maggiore resilienza produttiva e il più efficace controllo della flora spontanea della coltura consociata rispetto alla coltura pura di cece.

Un’ampia gamma di materiale divulgativo è stata prodotta dal partenariato, tra cui pubblicazioni tecnico-scientifiche, layman report, post sui social media, newsletter di aggiornamento, roll-up di progetto, articoli all’interno del blog di Arca Srl Benefit e un sito web dedicato[1]. Inoltre, sono stati organizzati eventi dimostrativi come open days e convegni, che hanno facilitato la condivisione delle conoscenze e dei risultati. Tali eventi hanno promosso il confronto tra operatori e portatori di interesse in modalità che richiamano i living lab, e, non ultimo, hanno permesso di valutare l’efficacia degli ecoschemi della PAC, applicati in modo pratico nelle aziende pilota.

SIC.A.RI.B. si distingue come un esempio virtuoso di come innovazione e sostenibilità possano confluire in un approccio agricolo moderno e responsabile. Grazie al supporto del PSR Sicilia e alla collaborazione tra i partners, il progetto non solo affronta le sfide climatiche e produttive attuali, ma pone anche solide basi per un’agricoltura di valore, capace di guardare al futuro con fiducia e determinazione.



Consociazione cece e frumento tenero in fase di sviluppo ad inizio primavera e in prossimità della raccolta.

 



Momento d’incontro e partecipazione in occasione dell’evento in campo del 4 luglio 2024, presso I Locandieri Soc. Coop.

 


[1] Link al sito web dedicato:

https://www.sicarib.it/

 

giovedì 2 gennaio 2025

Rete Nazionale Borghi GeniusLoci De.Co

 NucciaVona

Presidente di Paideia


La De.Co. (Denominazione Comunale) nasce da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così affermava: - Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale e, soprattutto, un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali.   

 La Denominazione Comunale (De.Co.) è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che afferma il suo primato nel territorio, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro.

Al fine di valorizzare i prodotti identitari e i loro territori meritevoli della Denominazione Comunale (De.Co.), la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. è un’iniziativa rivolta ai Comuni che hanno adottato il percorso per la De.Co. o che hanno i requisiti per farlo.   

Esaltare la nozione di identità nei prodotti del territorio, siano essi pietanze, dolci, saperi, eventi o lavori artigianali è l’obiettivo per cui nasce l’associazione “Borghi Genius Loci De.Co.”, come una nuova opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, quali espressioni identitarie dei luoghi di provenienza.  

 Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico che, se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.

Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, a cui si deve l’ideazione delle De.Co., ha rappresentato, e rappresenta ancora, il rinascimento dell’ ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni; ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei prodotti identitari.

Il suo impegno è stato una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria.

Divenendo l’antesignano della sovranità alimentare, Veronelli ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

È in questo scenario che 20 anni addietro è stato ideato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.. Un percorso culturale che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.


 La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, ecc.), con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie. Deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica, capace di muovere un target di viaggiatori, che la letteratura internazionale definisce “foodies”, viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario, per diventare esperienza sociale e storica.

Ogni cibo coinvolge immediatamente quattro sensi: vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente l’espressione di una terra tocca anche l’udito e la mente, perché si racconta e racconta quel luogo con la sua storia e le sue tradizioni.

Quando arriva nel piatto, quel cibo ha detto tante cose e quando lo si assapora diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo.  

 Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo e caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione oltre all’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia.

Il “Genius Loci” è definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima e cultura produttiva.


È, pertanto, quell’unicum che caratterizza  quella particolare atmosfera che rende un posto speciale agli occhi del visitatore: l’ effetto Genius Loci, ossia  la capacità di un territorio di produrre, grazie al saper fare dell’uomo, l’anima del territorio nella quale si riconosce, in modo permanente, la singolarità ed il valore del luogo stesso. 

Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi, di eccezionalità e di unicità.

Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale di un pensiero innovativo, volto alla difesa delle peculiarità territoriali.

Bisogna dire, infine, che non è un percorso per tutti e non tutti i Comuni hanno i requisiti necessari.

Per garantire la sostenibilità del percorso per ottenere la Denominazione Comunale di un prodotto, occorrono dei principi inderogabili e non barattabili: la storicità, l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso a burocrazia zero.

Il  percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” si configura, quindi, come un’irrinunciabile opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, espressione dei luoghi di provenienza e la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. ne ottimizza i risultati

https://www.youtube.com/watch?v=oMJzupSW2OE 

 In sintesi:

Cos'è un Borgo Genius Loci De.Co.?

Un Borgo Genius Loci De.Co. è molto più di un semplice paese. È un luogo dove storia, cultura, tradizioni e prodotti locali si intrecciano in un'unica, inconfondibile identità. Il termine "genius loci" (spirito del luogo) evoca l'anima profonda di un posto, il suo carattere unico e irripetibile. 


Perché sono così importanti?

 

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare e un patrimonio culturale da tutelare. I progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

 

Perché è importante la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co.?

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette, tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare, un patrimonio culturale da tutelare e i progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

Coloro che, con passione e dedizione, promuovono e valorizzano le caratteristiche uniche di un luogo sono custodi delle tradizioni, promotori dei prodotti identitari e locali e narratori delle storie che hanno forgiato un territorio.

In sostanza, sono ambasciatori di un'eredità culturale, che va preservata e tramandata alle future generazioni. Possono, quindi, essere definiti i Custodi dell’identità Territoriale e, pertanto, sono gli attori principali del percorso Borghi GeniusLoci De.Co., elaborato dalla Libera Università Rurale dei Saperi&Sapori Onlus

 

Il ruolo dei Custodi dell’identità Territoriale è cruciale per:

·         Preservare il patrimonio culturale: Tramandare tradizioni, dialetti, ricette, mestieri antichi e storie locali, feste popolari, evitando che vadano perdute nel tempo.

·         Valorizzare le produzioni locali: Promuovere i prodotti identitari, sostenere i produttori locali e far conoscere le eccellenze del giacimento enogastronomico   di un territorio.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: Rendere un luogo più interessante agli occhi dei visitatori, offrendo loro esperienze autentiche e indimenticabili.

·         Rafforzare il senso di comunità: Creare un legame più profondo tra le persone e il territorio in cui vivono, favorendo lo sviluppo di un senso di appartenenza.

·         Il paesaggio: Salvaguardare l'ambiente naturale, i paesaggi rurali, i borghi antichi e i centri storici.

Perché è così importante essere custodi dell'identità territoriale?

Preservare l'identità territoriale è fondamentale per:

·         Rafforzare il senso di appartenenza: L'identità territoriale fornisce alle persone un senso di appartenenza a una comunità e un legame con il proprio passato.

·         Promuovere lo sviluppo sostenibile: Valorizzando le risorse locali e le tradizioni, si contribuisce a creare un modello di sviluppo economico più equo e sostenibile.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: I luoghi che conservano la propria identità sono più attraenti per i turisti, che cercano esperienze autentiche e originali.

·         Contrastare l'omologazione: La tutela dell'identità territoriale aiuta a contrastare l'omologazione culturale e a preservare la diversità dei luoghi.

 


Esempi di Custodi dell'Identità Territoriale:

 

·         Sindaci: Mettono in atto politiche di valorizzazione del territorio e di tutela del patrimonio culturale, per tramandarlo alle generazioni future.

·         Cuochi e pasticcieri: Raccontano e salvaguardano la storia e le tradizioni culinarie di un territorio.

·         Scrittori, poeti  e giornalisti: Celebrano la bellezza di un luogo attraverso le loro inestimabile opere.

·         Associazioni culturali: Organizzano eventi e manifestazioni per promuovere le tradizioni locali.

·         Agricoltori e allevatori: Coltivano e allevano con metodi tradizionali e/o biologici rispettando l'ambiente.

·         Artigiani: Mantengono vive le antiche tecniche artigianali locali.

 

Come diventare Custode dell'Identità Territoriale?

Ognuno di noi può contribuire a valorizzare il proprio territorio in molti modi:

·         Condividere le proprie conoscenze: Raccontare le storie della propria famiglia, le tradizioni del proprio paese, le ricette della nonna.

·         Acquistare prodotti locali: Sostener l'economia locale e contribuire alla salvaguardia delle tradizioni alimentari.

·         Sostenere le imprese locali: Acquistando prodotti   identitari e locali e frequentando le botteghe artigiane.

·         Partecipare alla vita della comunità: Aderire a associazioni culturali, partecipare a eventi locali e collaborare con le istituzioni.

·         Promuovere il proprio territorio sui social media: Condividere foto, video e storie che raccontino la bellezza del proprio luogo.

·         Organizzare eventi: Creare occasioni di incontro e scambio per far conoscere le tradizioni locali.

·         Tramandare le tradizioni: Condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze con le nuove generazioni.

·         Diffondere la conoscenza del territorio: Parlare del proprio luogo di origine con orgoglio e promuoverlo all'esterno. 

 

Perché è importante essere Custodi dell'identità territoriale?

In un mondo sempre più globalizzato e omologato, preservare l'identità di un luogo significa:

·         Avere un'identità forte: Un territorio con una forte identità è più resiliente di fronte ai cambiamenti e alle sfide del futuro.

·         Offrire un'esperienza unica: I turisti sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e originali.

·         Creare un futuro migliore: Valorizzare il patrimonio culturale significa investire nel futuro delle nuove generazioni.

 

In conclusione, progetti come Borghi Genius Loci De.Co.  sono un esempio concreto di come sia possibile valorizzare l'identità di un luogo attraverso la promozione dei prodotti locali e delle tradizioni.

 

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Un viaggio senza tempo

 Paolo Salanitro e Benedetto Rotelli

  Hanno fatto tappa  ad Acquedolci  in questi giorni,  Kristen e Pierangelo.  Il loro non è un viaggio qualunque, su treni ad alta velocità o aerei, bensì hanno scelto di muoversi su una carrozza azzurra di dieci metri quadrati trainata da due cavalli bretoni, Thelma e Volcane, per scaldarsi usano una stufa a legna e per l'energia i pannelli solari. Ad accompagnarli tre galline, Caroline, Aurelia e Celine, sei pulcini e una cane, Pipo.

 

Per motivi di praticità e di logistica, durante la stagione estiva sostano nelle zone di montagna mentre nella stagione invernale in zone marine, perché così facendo è più facile trovare l'acqua e l'erba per i cavalli.

Un viaggio che racconta una scelta di vita, fatta di semplicità, di quotidianità, di un tempo scandito lentamente, di contatto con la natura e soprattutto lontano dai social media, per godersi completamente il presente.

Partiti nel settembre del 2019 da Finisterre (in Francia), la coppia ha varcato, nel maggio 2022, il valico alpino della Maddalena. Arrivati in Italia, sono arrivati in Sicilia, dopo aver attraversato l’interra penisola rigorosamente  con l’intera compagnia

Sul territorio  tra S.Agata Militello ed Acquedolci, Benedetto Rotelli e Paolo Salanitro due Referenti e animatori del Gruppo Tematico Regionale BIODIVERSITÀ, Gruppo attivato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, e coordinato da Nino Sutera, responsabile dell' Osservatorio Neorurale, nel condividere come obbiettivi del Gruppo Tematico la valorizzazione di una vita più ecosostenibile, utilizzando materiali meno impattanti per l'ambiente naturale, ed uno sfruttamento delle risorse nell'ambito di un'economia circolare, hanno portato i saluti del Gruppo Tematico e nello stesso tempo consegnato dei simboli del territorio, quali un culmo della Canna da Zucchero, una foglia di Agave sisalana semidecorticata con a vista la fibra tessile che si estrae dalla lavorazione, ed infine uno Zuccaro o forma di zuccaro in miniatura ed in terracotta, realizzato con argilla estratta ad Acquedolci.

Partiti il 24 settembre 2019, da Finisterre (Francia)  Kristen gia Responsabile ufficio stampa e gestione agrituristica e Pierangelo, biologo esperto in agricoltura in pensione, genitori di quattro figli, si sono messi in viaggio con una carrozza azzurra di dieci metri quadrati, con impressa la loro tappa finale in Sicilia,  trainata da due cavalli bretoni, Thelma di 12 anni e Volcane di 16 anni, per scaldarsi usano una stufa a legna e per l'energia i pannelli solari. Ad accompagnarli quattro galline, Monia, Sabrina, Claudia e Brunella, e una cane Pipo. La carrozza ha varcato, nel maggio 2022, il Valico alpino della Maddalena. Arrivati in Italia, sono scesi verso la Calabria, in questi anni di viaggio Per motivi di praticità e di logistica, durante la stagione estiva hanno sostato nelle zone di montagna mentre nella stagione invernale in zone marine, così facendo è più facile trovare l'acqua e l'erba per i cavalli. In diverse parti d'Italia durante le loro soste hanno collaborato con Associazioni di Volontariato nella pulizia di spiagge, si fermeranno ancora alcuni mesi in Sicilia per poi proseguire in Grecia. I Referenti del Gruppo Tematico Biodiversità ringraziano per la collaborazione la Rangers International OdV per il supporto prestato. 

A Palermo è prevista una conferenza stampa sulla Mission e Vision del viaggio.


 

 


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