mercoledì 30 aprile 2025

Buon primo maggio

NinoSutera 

"Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro" 

è una frase dello scrittore cileno Luis Sepúlveda che sottolinea l'importanza della memoria collettiva per il futuro di una società. Sepúlveda utilizza questa frase per enfatizzare come la memoria storica sia fondamentale per capire il presente e costruire il futuro,  La memoria non è solo un archivio di eventi passati, ma un elemento attivo. 

                Senza una rivoluzione Contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa. Le due cose si identificano. Il problema meridionale non si risolve dentro lo stato attuale, ne dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno.  Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato dei Contadini; che li liberi dalla loro forzata anarchia e dalla loro necessaria indifferenza.   Carlo Levi

In questi giorni dopo la dipartita del Papa,  in tanti  si sono esercitati nel ricordare la sua opera.

Un pò meno coloro i quali  hanno ricordato il solco tracciato dall'enciclica Laudato Sì (2015) con il quale il Papa assumeva l'ecologia integrale quale paradigma concettuale capace di tenere insieme fenomeni e problemi ambientali (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.

L'enciclica denuncia i danni causati dall'uso irresponsabile dei beni comuni: bisogna fermare il cambiamento climatico, non inquinare le acque, il suolo e l'aria, preservare la diversità biologica, salvaguardare le foreste e i mari.

Ebbene,  in piazza  San Pietro c'erano tutti, compresi quelli che nel corso degli anni hanno ignorato e  avversato le encicliche del Papa, per mero esempio, le  scelte  rappresentate   lo scorso 19 febbraio dal Commissario europeo Hansen, sono  di segno opposto, con buona pace  di quanto rappresentato dall’'enciclica Laudato Sì  da Papa Francesco.   
Il documento della Commissione UE presentato dal  Commissario europeo Hansen non cita mai gli obiettivi delle tre Strategie UE  "Green deal" “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”,forse considerati troppo clericlari,  ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere (dal 2010 al 2020 il numero di aziende agricole è diminuito di ben 487.000 unità).


IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA nell'U.E   UNA VISIONE CHE MANCA DI AMBIZIONE E LUNGIMIRANZA.

 

  Il Commissario europeo Hansen, in una conferenza stampa congiunta, ha presentato la visione a lungo termine dell'UE per l'agricoltura e l’alimentazione, che definisce i piani per il sistema agroalimentare verso il 2040 e oltre. Il documento avrebbe dovuto fare seguito a quanto emerso dal Dialogo strategico per l’agricoltura, firmato anche dalle associazioni agricole.

 La visione ha però cambiato direzione, tradendo l’accordo raggiunto e attirando le critiche delle  associazioni contadine italiane, che unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento che sottovaluta i problemi ambientali e sociali connessi ai sistemi agroalimentari, puntando in modo miope solo sulla competitività delle imprese a breve termine. “Auspicavamo che con questo documento la Commissione promuovesse piani concreti per dare attuazione alle raccomandazioni del dialogo strategico, ma purtroppo questo non è avvenuto. I pochi elementi positivi presenti nella Visione della Commissione non bastano ad avviare il necessario e urgente cambio dei modelli di produzione e consumo nelle filiere agroalimentari della UE. Ancora una volta ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”.  Alcuni aspetti della visione, come l’attenzione al riconoscimento del giusto prezzo per i produttori, al biologico, al ricambio generazionale favorendo l’ingresso dei giovani in agricoltura, l’impegno per un’etichettatura più trasparente e per una reciprocità delle regole ambientali e sociali negli scambi commerciali, insieme al richiamo seppur vago alle soluzioni basate sulla natura, sottolineano come non vengano affrontati i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Il documento della Commissione non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati, come invece indicato nelle conclusioni del dialogo strategico, e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole, ignora la necessità di sostenere gli agricoltori più bisognosi di aiuto e più virtuosi. Il documento non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. “Pur comprendendo il disagio del mondo agricolo rispetto alla grande mole di burocrazia, che va certamente ridotta, non crediamo che l’indebolimento delle regole e degli impegni per la tutela dell’ambiente sia la strada da perseguire”   La visione, infatti propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell'UE.

 

Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell'UE promuovano un'agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024.  Se è vero che nella visione si propone di migliorare le norme sul benessere degli animali e di eliminare gradualmente le gabbie negli allevamenti, il settore zootecnico viene in gran parte assolto dal suo impatto sul clima e sulla salute dei cittadini europei. Il documento non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale, attraverso la promozione di diete sane ed equilibrate.

“La visione rimane ancora troppo vaga su come incoraggiare uno spostamento a diete più sostenibili e salutari. Se non si affronta seriamente una strategia che miri alla modifica del modello alimentare, i buoni propositi rimarranno, di nuovo, solo sulla carta”

 Il documento della Commissione UE è disponibile al link: https://agriculture.ec.europa.eu/visionagriculture-food_en




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