mercoledì 30 aprile 2025

Buon primo maggio

NinoSutera 

"Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro" 

è una frase dello scrittore cileno Luis Sepúlveda che sottolinea l'importanza della memoria collettiva per il futuro di una società. Sepúlveda utilizza questa frase per enfatizzare come la memoria storica sia fondamentale per capire il presente e costruire il futuro,  La memoria non è solo un archivio di eventi passati, ma un elemento attivo. 

                Senza una rivoluzione Contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa. Le due cose si identificano. Il problema meridionale non si risolve dentro lo stato attuale, ne dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno.  Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato dei Contadini; che li liberi dalla loro forzata anarchia e dalla loro necessaria indifferenza.   Carlo Levi

In questi giorni dopo la dipartita del Papa,  in tanti  si sono esercitati nel ricordare la sua opera.

Un pò meno coloro i quali  hanno ricordato il solco tracciato dall'enciclica Laudato Sì (2015) con il quale il Papa assumeva l'ecologia integrale quale paradigma concettuale capace di tenere insieme fenomeni e problemi ambientali (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.

L'enciclica denuncia i danni causati dall'uso irresponsabile dei beni comuni: bisogna fermare il cambiamento climatico, non inquinare le acque, il suolo e l'aria, preservare la diversità biologica, salvaguardare le foreste e i mari.

Ebbene,  in piazza  San Pietro c'erano tutti, compresi quelli che nel corso degli anni hanno ignorato e  avversato le encicliche del Papa, per mero esempio, le  scelte  rappresentate   lo scorso 19 febbraio dal Commissario europeo Hansen, sono  di segno opposto, con buona pace  di quanto rappresentato dall’'enciclica Laudato Sì  da Papa Francesco.   
Il documento della Commissione UE presentato dal  Commissario europeo Hansen non cita mai gli obiettivi delle tre Strategie UE  "Green deal" “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”,forse considerati troppo clericlari,  ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere (dal 2010 al 2020 il numero di aziende agricole è diminuito di ben 487.000 unità).


IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA nell'U.E   UNA VISIONE CHE MANCA DI AMBIZIONE E LUNGIMIRANZA.

 

  Il Commissario europeo Hansen, in una conferenza stampa congiunta, ha presentato la visione a lungo termine dell'UE per l'agricoltura e l’alimentazione, che definisce i piani per il sistema agroalimentare verso il 2040 e oltre. Il documento avrebbe dovuto fare seguito a quanto emerso dal Dialogo strategico per l’agricoltura, firmato anche dalle associazioni agricole.

 La visione ha però cambiato direzione, tradendo l’accordo raggiunto e attirando le critiche delle  associazioni contadine italiane, che unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento che sottovaluta i problemi ambientali e sociali connessi ai sistemi agroalimentari, puntando in modo miope solo sulla competitività delle imprese a breve termine. “Auspicavamo che con questo documento la Commissione promuovesse piani concreti per dare attuazione alle raccomandazioni del dialogo strategico, ma purtroppo questo non è avvenuto. I pochi elementi positivi presenti nella Visione della Commissione non bastano ad avviare il necessario e urgente cambio dei modelli di produzione e consumo nelle filiere agroalimentari della UE. Ancora una volta ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”.  Alcuni aspetti della visione, come l’attenzione al riconoscimento del giusto prezzo per i produttori, al biologico, al ricambio generazionale favorendo l’ingresso dei giovani in agricoltura, l’impegno per un’etichettatura più trasparente e per una reciprocità delle regole ambientali e sociali negli scambi commerciali, insieme al richiamo seppur vago alle soluzioni basate sulla natura, sottolineano come non vengano affrontati i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Il documento della Commissione non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati, come invece indicato nelle conclusioni del dialogo strategico, e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole, ignora la necessità di sostenere gli agricoltori più bisognosi di aiuto e più virtuosi. Il documento non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. “Pur comprendendo il disagio del mondo agricolo rispetto alla grande mole di burocrazia, che va certamente ridotta, non crediamo che l’indebolimento delle regole e degli impegni per la tutela dell’ambiente sia la strada da perseguire”   La visione, infatti propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell'UE.

 

Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell'UE promuovano un'agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024.  Se è vero che nella visione si propone di migliorare le norme sul benessere degli animali e di eliminare gradualmente le gabbie negli allevamenti, il settore zootecnico viene in gran parte assolto dal suo impatto sul clima e sulla salute dei cittadini europei. Il documento non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale, attraverso la promozione di diete sane ed equilibrate.

“La visione rimane ancora troppo vaga su come incoraggiare uno spostamento a diete più sostenibili e salutari. Se non si affronta seriamente una strategia che miri alla modifica del modello alimentare, i buoni propositi rimarranno, di nuovo, solo sulla carta”

 Il documento della Commissione UE è disponibile al link: https://agriculture.ec.europa.eu/visionagriculture-food_en




Insediato l’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura sociale


Si è insediato l’osservatorio Regionale sull’agricoltura sociale, istituito con il D.A. n. 36/2021.  L’Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale, e della pesca mediterranea, Prof. Salvatore Barbagallo ha evidenziato l’importanza dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale ed ha affermato che la Regione Siciliana si dota di uno strumento di ascolto e di elaborazione che coinvolge le associazioni di rappresentanza, i vari assessorati regionali, i centri di ricerca che hanno competenze sull’A.S.

 


Il dott. Dario Cartabellotta ha ripercorso l’iter complesso che ha portato alla nascita dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale e ha elencato le competenze e le funzioni dell’Osservatorio Una priorità  individuata è  modifica al D.A. n.36/2021 al fine di rendere più ampia la platea delle aziende agricole che praticano l’agricoltura sociale in Sicilia. Sottolinea il ruolo propositivo svolto in questi anni dalla Rete Fattorie Sociali Sicilia, dal CREA e, più in generale, dai vari soggetti del terzo settore di rappresentanza del mondo agricolo.   «Finalmente siamo davanti a una realtà concreta e operativa», sottolinea Dario Cartabellotta, il dirigente generale dell’assessorato all’Agricoltura che ha preso a cuore le esigenze di chi opera nel settore, tagliando questo importante traguardo, «facendo in modo che le aziende che fanno agricoltura sociale si possano accreditare secondo le linee guida indicate dalla Regione. Il compito dell’Osservatorio sarà quello di dare loro serenità regolamentando tutto. Per esempio, partendo dai bandi, che prima erano pensati solo per l’agriturismo e le attività didattiche, mentre ora potremo guardare alla funzione terapeutica e riabilitativa della campagna, all’educazione ambientale, ma non solo». C’è un’area del disagio di cui si occupa l’agricoltura sociale che, grazie all’Osservatorio regionale, potrà essere maggiormente riconosciuta «Disagio che va trattato con competenza», aggiunge il dirigente regionale. «È chiaro, quindi che investiremo nella formazione. Del resto, un agricoltore che sa produrre il formaggio fa già un’operazione didattica. Nel caso dell’agricoltura sociale, per avere una funzione terapeutica e riabilitativa, in azienda bisogna che ci siano professionalità. Penso, per esempio, anche a quella scienza professionale nella quale si sviluppano i sensi, le terapie, gli aromi e gli odori della natura. Questo è il percorso che ci siamo dati da seguire, rinforzando le realtà in maniera tale che questi servizi, possibilmente poi in collegamento con tutti gli interventi che propongono l’assessorato alla Famiglia o quello alla Salute, possano portare all’interno dell’azienda agricola nuove opportunità di reddito e di occupazione».

Il dott. Salvatore Cacciola (presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia BioAS condivide la proposta di modificare e semplificare il D.A. 36/2021 e afferma la necessità di attuare pienamente gli obiettivi della Legge Quadro nazionale 141/2015.  “La vivacità e il dinamismo delle aziende agricole e delle cooperative sociali siciliane che fanno agricoltura sociale è a tutti evidente. Abbiamo bisogno di migliorare il dialogo istituzionale e di fare diventare l’agricoltura sociale un’opportunità concreta per i giovani e le fasce svantaggiate della popolazione.

Dalla lettura delle progettualità emerse con i bandi della misura 16.9, il dott. Bruno Lo Bianco ritiene particolarmente diversificata l’esperienza delle aziende agricole che praticano agricoltura sociale. L’O.Re.A.S. potrebbe contribuire a una migliore conoscenza e strutturazione del fenomeno in ambito regionale.  La dott.ssa Claudia Cardillo evidenzia la particolare vivacità dell’agricoltura sociale siciliana e la forte integrazione con i soggetti del terzo settore (Associazioni, cooperative sociali, fondazioni e organizzazioni di volontariato).  I compiti e le funzioni dell’ORAS sono veramente molteplici quali:

a)        monitoraggio delle attività, al fine di facilitare la raccolta e la diffusione di informazioni e l’individuazione di buone pratiche regionali;

b)        proposizione di iniziative finalizzate alla promozione della diversificazione delle attività agricole in agricoltura sociale, comprese quelle per la costituzione di reti regionali degli operatori di agricoltura sociale;

c)        inquadramento di modelli efficaci di intervento e divulgazione delle buone prassi individuate;

d)        integrazione dei dati relativi alle esperienze di agricoltura sociale con l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, afferente all’Assessorato regionale della famiglia, politiche sociali e lavoro;

e)        proposizione di azioni di comunicazione e di animazione territoriale finalizzate al supporto delle iniziative della Regione e degli Enti locali;

f)         proposizione di azioni finalizzate al coordinamento e ad una migliore integrazione dell’agricoltura sociale con le politiche regionali di sviluppo rurale;

g)        raccolta, valutazione e diffusione dei risultati delle attività di sperimentazione di nuovi modelli di welfare regionale per lo sviluppo e la qualità dell’offerta dei servizi sociali.

 

 

 

martedì 29 aprile 2025

GAL Terre di Aci

 

Soluzioni innovative per cambio climatico e food security: ad Acireale proposte applicate di IA per l’indotto delle Aci

Anna Privitera: “grazie al GAL Terre di Aci, possibili progetti e connessioni con aziende tecnologiche per i nostri territori”

Acireale – Si è svolto nel tardo pomeriggio del 28 aprile, nei locali dell’Ufficio IAT di Acireale, il convegno intitolato da “Soluzioni innovative sugli effetti del cambio climatico e per la food security mondiale”, promosso dalla Pro Loco Acireale e dal GAL Terre di Aci. L’iniziativa puntava a riflettere sull’importanza di saper prevenire e intervenire per adattare sempre al meglio i territori ai cambiamenti climatici, alla presenza di istituzioni ed esperti nel settore dell'innovazione.




Introdotto dai saluti istituzionali del Presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e moderato dal giornalista Giovanni Iozzia, l’incontro era inserito nel ricco programma del Mese dell’ambiente cui l’amministrazione di Acireale ha dedicato le settimane di Aprile. Tra i temi affrontati, la centralità dell’intelligenza artificiale applicabile all’agricoltura a proposito della quale, proprio in queste settimane, il GAL Terre di Aci offre la possibilità fino a 50 aziende agricole di ottenere gratuitamente strumentazioni di IA per l’efficientamento idrico.

Riflessioni sono state altresì esposte in merito a potenziali strategie per la sovranità alimentare e le soluzioni energetiche integrate, con l’obiettivo di affrontare con strumenti concreti e visione sistemica la crisi climatica in atto, purtroppo non solo più una minaccia futura, ma già gravemente tangibile nel suo impatto sull’approvvigionamento alimentare e l’equilibrio ambientale.

“Il cambiamento climatico è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti e affrontarlo richiede un cambio di paradigma guidato dall’innovazione – ha affermato l’ingegnere Alessio Bucaioni, CEO di Wes Trade, azienda maltese con sede anche a Catania. – Ma uno degli strumenti più promettenti per trasformare il settore agricolo oggi è l’intelligenza artificiale, capace di analizzare dati e prendere decisioni in tempo reale in base a input ambientali e agronomici: può essere applicata tanto alla creazione di droni in grado di catturare anidride carbonica, come alla pulizia delle acque mediante robot intelligenti”. Bucaioni ha presentato sistemi avanzati per il rimboschimento assistito in cui l’intelligenza artificiale elabora mappe per identificare le aree più adatte alla piantumazione, favorendo interventi mirati e sostenibili, come del resto può fare la blockchain, “catena di blocchi” capace di garantire trasparenza e tracciabilità nelle catene di fornitura alimentari.

La direttrice del GAL Terre di Aci, Anna Privitera, ha evidenziato quindi l’impegno del GAL per agevolare l’accesso alla facilitazione digitale gratuita tramite una campagna in pieno svolgimento, così come importanza della collaborazione tra il GAL e aziende tecnologicamente innovative. “La nuova programmazione del GAL che potremo definire già dopo l’Estate punterà a focalizzarsi, soprattutto dopo gli incendi che hanno colpito diverse aree del territorio, con l’obiettivo di implementare strategie di sviluppo locale che tengano conto delle nuove sfide ambientali, promuovendo un’agricoltura resiliente e sostenibile - ha affermato Privitera. - La nuova strategia ha infatti un obiettivo specifico interamente dedicato alla transizione ecologia e al ripristino degli ecosistemi, con interventi volti al recupero di habitat, rimboschimento, recupero dei terrazzamenti e muretti a secco, vasche, laghetti e punti di osservazione. Ma anche il ripristino di sentieri e tratti identitari naturali.

La promozione di agricoltura 4.0 sarà un must delle prossime progettazioni, legate all’attenzione alla digitalizzazione e alle comunità educanti. Il nostro impegno – ha proseguito - è pertanto quello di continuerà questo processo di innovazione sociale procedendo attraverso il coinvolgimento della cittadinanza tramite l’impostazione di smart village e smart communities. Il GAL proseguirà inoltre ad organizzere eventi enogastronomici mirati a valorizzare i prodotti tipici locali, come il limone dell'Etna IGP e il Cavolo trunzo di Aci. Queste iniziative non solo promuovono le eccellenze del territorio, ma mirano anche ad attrarre giornalisti e turisti, contribuendo alla riscoperta di un cibo autentico e sostenibile”.

“Il tema della Food Security è strettamente connesso a quello dell’Energy Security – ha fatto seguito alle dichiarazioni Alberto Mangione, direttore di Serra Archimede SRL. - Nell’agricoltura in ambiente protetto, come la coltivazione in serra, soprattutto in condizioni climatiche particolari, l’impiego di sistemi ad alta intensità energetica è essenziale per l’ottimizzazione dell'uso delle risorse, in primis quelle idriche - Serra Archimede propone un approccio innovativo: la creazione di isole agroenergetiche in cui l'approvvigionamento energetico è garantito h24, rendendo l'attività agricola indipendente dalle fluttuazioni delle politiche energetiche globali, che incidono sui costi e l'accesso delle risorse stesse. Abbiamo progettato una serra che integra sistemi fotovoltaici senza compromettere la qualità della luce necessaria per la crescita delle colture più esigenti in termini di irraggiamento solare. Questo è solo un punto di partenza, ma è un presupposto fondamentale per poter sviluppare un ambiente in grado di ospitare tutte le tecnologie utili a ridurre i rischi produttivi, legati proprio all'elevato fabbisogno energetico dell’agricoltura”.

"41°EDIZIONE DELLA SAGRA DELLE NESPOLE".


            Il prossimo fine settimana, 3 e 4 maggio sarà allestita nelle due piazze centrali di Calatabiano la 41° edizione della “Sagra della Nespola di Calatabiano”, un frutto pregiato che acquisito nel nostro territorio proprietà organolettiche specifiche tali da renderlo particolarmente dolce e polposo, unico nel suo genere. L’evento sarà inaugurato alle 17,30 di sabato con l’apertura degli stands espositivi nella piazza San Filippo, tenuti dai coltivatori locali delle nespole e da diversi artigiani che espongono anche dei prodotti derivati, quali “Il Nespolino”, un dolce liquore derivato dall’infusione dei noccioli delle nespole, o delle marmellate e creme, realizzate invece con la polpa del frutto. Durante le due giornate di festa saranno somministrati in assaggio e gratuitamente ai visitatori il Gelato e la Granita alla Nespola di Calatabiano. Quest’anno ci sarà una novità culinaria con la preparazione da parte degli Chef locali, di un “Risotto alla Nespola” anche questa prelibatezza sarà somministrata ai turisti e visitatori gratuitamente la domenica dopo mezzogiorno nella piazza centrale V. Emanuele. Novità assoluta sarà la collaborazione dei giovani della Consulta Giovanile Calatabianese che allestiranno uno stand che vorrà attirare anche i giovani del comprensorio attraverso l’offerta del “Nespoljito”, un mojito alla nespola con musica live.


 

Le due giornate saranno allietate con eventi artistici e musicali e con laboratori tecnici, spettacoli e canti popolari della tradizione siciliana, presentazione di un libro di uno scrittore locale, una estemporanea di pittura e la sfilata di carretti Siciliani. Un tripudio di tradizioni e di arte culinaria, per l’esaltazione dei prodotti agricoli locali. Il clou della manifestazione si svolgerà la sera di domunica, dopo le 19,00, allorquando i Maestri Pasticceri calatabianesi, dopo aver dimostrato, durante il pomeriggio, la preparazione della tradizionale torta con crema pasticcera alle nespole, in collaborazione con le associazioni dei produttori locali, ne distribuiranno un assaggio a tutti i visitatori. Ci corre l’obbligo evidenziare che QUESTA INIZIATIVA E’ STATA FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE ALL’AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA – DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA.

Per questo ringraziamo l’Assessore Regionale prof. Salvatore Barbagallo per l’attenzione dimostrata al nostro territorio.


COMUNICATO STAMPA a cura del Comune


Giosuè Catania è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio

 Eletto all’unanimità dal Consiglio nazionale

Il delegato della CCIAA Sud Est Sicilia entra nella governance della rete dei territori olivati italiani

Giosuè Catania, delegato della CCIAA Sud Est Sicilia, è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio, l’associazione nazionale che riunisce oltre 520 Enti e città a vocazione olivicola di tutta Italia. Ad eleggerlo all’unanimità su proposta del Presidente Michele Sonnessa è stato il Consiglio nazionale riunitosi lo scorso lunedì 28 aprile.
Con questo riconoscimento la Sicilia ottiene una rappresentanza forte che premia il lavoro prezioso realizzato dal coordinamento regionale sul territorio per dare slancio al settore olivicolo e promuovere l'oleoturismo attraverso la partecipazione a grandi eventi come la Camminata tra gli olivi e la Merenda nell’Oliveta.
“Congratulazioni a nome di tutta l’associazione a Giosuè Catania a cui accordiamo tutta la nostra fiducia convinti che darà un contributo fondamentale alla crescita della nostra associazione in questo nuovo ruolo di responsabilità – ha dichiarato il Presidente delle Città dell’Olio Michele Sonnessa – la Sicilia è una regione strategica per noi e proprio a partire dalle sinergie che si stanno creando su questo territorio e con la Regione, continueremo a lavorare per raccontare non solo gli oli EVO di qualità del nostro territorio ma anche le Comunità dell’Olio e cioè il paesaggio, le tradizioni e i mestieri legati a questo straordinario prodotto. L’olio non ha solo un valore economico ma culturale e sociale, per questo davanti a noi abbiamo sfide importanti: la lotta all’abbandono olivicolo e il recupero del paesaggio, l’educazione al consumo consapevole delle nuove generazioni attraverso programmi educativi per le scuole come “Olio in Cattedra”, progetti ambiziosi come la Carta degli Oli e il Club di prodotto e grandi eventi di promozione dell’oleoturismo come la Camminata tra gli Olivi e la Merenda nell’Oliveta. Costruendo sinergie forti, scambiando buone pratiche le nostre Città dell’Olio posso crescere insieme e diventare interlocutori credibili nell’attuazione di politiche a sostegno dell’olivicoltura”.
“Sono orgoglioso di questa nomina di cui sento la responsabilità e sono grato a tutta l’associazione nazionale e in particolar modo al Presidente Michele Sonnessa per la fiducia che intendo ricambiare con il lavoro che andremo a svolgere nell’esclusivo interesse dell’associazione. È un onore e, al tempo stesso, una grande sfida quella di rappresentare gli amministratori siciliani con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’olio e sostenere l’olivicoltura locale. Intorno ai nostri uliveti si possono costruire strategie di crescita da sviluppare su più fronti: produzione e ristorazione, turismo dell’olio e valorizzazione del paesaggio olivicolo. semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e Le Città dell’Olio sono ambasciatrici di un nuovo modo di interpretare l’olio come alimento nutraceutico e non come semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e risorsa fondamentale per l’ambiente” ha dichiarato il neoeletto Vicepresidente Giosuè Catania.

lunedì 28 aprile 2025

La rivoluzione verde di Ebioscart Plus: innovazione e sostenibilità nell’agricoltura siciliana

 


a cura di Carmelo Danzi, Innovation Broker

 

         L’agricoltura, tradizionalmente fulcro dell’economia siciliana, oggi è chiamata a rispondere a sfide globali sempre più urgenti: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, riduzione degli sprechi e utilizzo più efficiente delle risorse naturali. In questo contesto nasce Ebioscart Plus, evoluzione naturale del progetto Ebioscart, che aveva già gettato le basi per la valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dal ficodindia, una pianta simbolo della Sicilia. Ebioscart Plus amplia gli obiettivi iniziali, proponendosi di trasformare gli scarti agricoli, in particolare le bucce esauste di ficodindia, in due nuovi prodotti destinati al mercato: mangimi per ruminanti e compost di alta qualità. In questo modo, il progetto punta non solo a ridurre drasticamente i rifiuti agricoli, ma anche a dare piena attuazione ai principi dell’economia circolare, dove ogni scarto è una risorsa e nulla viene sprecato.



L’approccio adottato da Ebioscart Plus integra innovazione tecnologica, ricerca scientifica e collaborazione tra aziende, enti di ricerca e comunità locali. I risultati già ottenuti con il progetto precedente hanno dimostrato che è possibile gestire in modo più efficiente gli scarti agricoli, riducendo l’impatto ambientale e generando nuove opportunità economiche per i territori rurali. La missione è ambiziosa ma chiara: trasformare l’agricoltura siciliana in un modello di sostenibilità replicabile altrove, affrontando con pragmatismo le sfide ambientali ed economiche dei nostri tempi. Con Ebioscart Plus, la Sicilia si candida a diventare un laboratorio di innovazione agricola, un punto di riferimento internazionale per le pratiche di economia circolare applicate al settore agroalimentare. Carmelo Danzi, Innovation Broker del progetto, sottolinea: “Attraverso l’innovazione e il lavoro congiunto di tutti noi, possiamo costruire un futuro agricolo più sostenibile e responsabile. Con Ebioscart Plus vogliamo dimostrare che è possibile conciliare produttività, rispetto per l’ambiente e sviluppo economico locale, offrendo alla Sicilia e al mondo un modello virtuoso da seguire”. Il valore aggiunto di Ebioscart Plus risiede proprio nella capacità di coniugare ricerca, innovazione e impatto sociale. Non si tratta semplicemente di gestire meglio gli scarti agricoli, ma di creare una nuova cultura dell’agricoltura, incentrata sulla rigenerazione delle risorse e sulla resilienza delle comunità locali.

Il progetto si inserisce in un panorama internazionale in cui la sostenibilità è diventata un imperativo. L’obiettivo è quello di creare circuiti produttivi chiusi, dove le materie prime vengono utilizzate al massimo del loro potenziale, riducendo il consumo di nuove risorse naturali e abbattendo le emissioni inquinanti. Oltre alla produzione di mangimi e compost, Ebioscart Plus vuole promuovere la diffusione di tecnologie e pratiche agricole innovative, attraverso attività di formazione, sensibilizzazione e divulgazione rivolte sia agli operatori del settore che alle nuove generazioni. Il futuro dell’agricoltura passa anche dalla condivisione del sapere e dalla costruzione di reti collaborative capaci di moltiplicare i benefici a livello territoriale e globale. Grazie al coinvolgimento di enti pubblici, aziende private, università e centri di ricerca, il progetto punta a consolidare una filiera sostenibile capace di generare valore economico, ambientale e sociale. I risultati attesi non riguardano solo la produzione di nuovi prodotti commerciali, ma anche il miglioramento complessivo della qualità del suolo, la riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici e il supporto alla biodiversità. Con Ebioscart Plus, ogni scarto agricolo si trasforma in una risorsa preziosa, contribuendo a costruire un sistema agricolo più equo, resiliente e rispettoso dei cicli naturali. La Sicilia, grazie a questa iniziativa, si propone come modello virtuoso di innovazione agricola e ambientale, in grado di ispirare anche altre realtà territoriali in Italia e nel mondo. A conferma della rilevanza del progetto, Ebioscart Plus ha ottenuto un ampio riscontro mediatico in occasione della presentazione ufficiale presso il Senato della Repubblica ad Aprile 2025, evento reso possibile grazie all’impegno dell’Onorevole Salvo Pogliese. Successivamente, il progetto sarà anche portato all’attenzione del Parlamento Europeo a Maggio 2025, consolidando così il suo riconoscimento a livello internazionale come modello di innovazione e sostenibilità applicato al settore agricolo. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e le crisi alimentari minacciano la sicurezza globale, progetti come Ebioscart Plus dimostrano che la risposta può venire dall’innovazione responsabile e dalla valorizzazione delle risorse locali. È la prova concreta che un futuro più verde e sostenibile è possibile, a partire dalla terra, dagli scarti e dalla creatività di chi sa guardare oltre.

 

 



La Ristorazione Scolastica in un Contesto Politico in Evoluzione: Dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”

         Il seminario si è tenuto nel cuore del dibattito europeo sulla transizione ecologica e giusta, a fronte

del passaggio politico dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”, che ridefinisce il quadro delle

priorità dell’Unione. Il Green Deal aveva segnato un tentativo di riconciliare l’azione climatica con la

giustizia sociale; il Clean Industrial Plan punta a rafforzare la competitività dell’industria europea in un

contesto geopolitico teso. A rischio vi è la coerenza delle politiche pubbliche in settori chiave come

l’alimentazione, la salute e l’istruzione.



In questo quadro, la ristorazione scolastica assume un valore simbolico e concreto: è uno dei servizi

pubblici più pervasivi, capace di raggiungere ogni giorno milioni di bambini e famiglie, influenzando

abitudini alimentari, equilibri ambientali, reti produttive locali e opportunità educative.

Il seminario si è sviluppato attorno al Policy Paper “From Policy to Plate”, che propone di trasformare la

ristorazione pubblica da dispositivo tecnico-amministrativo a strumento strategico di politica pubblica,

orientato alla sostenibilità e alla giustizia sociale.

Sintesi dei lavori

Castronovo di Sicilia celebra il patrimonio rurale con la manifestazione del 4 maggio 2025


                      L’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea patrocinerà  la manifestazione che si terrà il prossimo 4 maggio 2025 a Castronovo di Sicilia, nell’ambito dei festeggiamenti in Onore del SS Crocifisso.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Castrum APS in collaborazione con realtà associative e produttive locali è volta  a promuovere lo sviluppo locale di tipo partecipativo.

La giornata si aprirà con un corteo storico che vedrà la partecipazione di gruppi provenienti da tutta la Sicilia Occidentale, in abiti tradizionali e con rappresentazioni legate alle identità locali. Il corteo farà da cornice alla sfilata di cavalli, evento di grande richiamo che attraverserà le vie del centro storico, rievocando le radici agricole e rurali del territorio.


In questo contesto, sarà allestita un’area dedicata alla promozione e degustazione dei prodotti tipici castronovesi, dove i visitatori potranno scoprire e assaporare le eccellenze enogastronomiche locali, grazie alla partecipazione attiva dei produttori e delle aziende agricole del territorio.

Il programma sarà arricchito dalla presenza di stand espositivi, laboratori artigianali e momenti musicali, con l’esibizione di live band che animeranno la manifestazione in un clima di festa e condivisione.

L’iniziativa si propone come un’esperienza immersiva nella cultura rurale siciliana, in cui tradizione, identità e innovazione si incontrano per raccontare il valore di un territorio ricco di storia, competenze e visioni di futuro.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.


 

Per informazioni:
Associazione CASTRUM APS
[cell. +39 320 9773 697]

cs a cura dell'associazione

Promuovere l’agrobiodiversità attraverso le NUCs. Il progetto DIVINFOOD

 

Francesca Benedetta Felici, Università di Roma La Sapienza

Luca Colombo, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica  

Il  progetto  DIVINFOOD  “Co-constructing  interactive  short  and  midier  food chains to value agrobiodiversity in healthy plant-based food”  è un'iniziativa di ricerca finanziata dall'Unione Europea che si concentra sulla promozione  della  diversità  alimentare  e  lo  sviluppo  di  modelli  sostenibili  di  agricoltura  e  consumo  alimentare. 

Con  un  focus  particolare  sulla  valorizzazione  delle  colture  tradizionali  e  locali,  cereali  minori  e  legumi  da  granella  sottoutilizzati  in  particolare,  DIVINFOOD  mira  a  riscattare  e  qualificare la biodiversità di interesse agrario e a promuovere la resilienza dei sistemi agroalimentari europei. Il progetto è parte integrante degli sforzi dell'UE per sostenere un'agricoltura sostenibile, promuovere una maggiore inclusione sociale e rispondere alle sfide ambientali. Finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020, il progetto è iniziato nel  marzo  2022  e  si  concluderà  nel  febbraio  2027.  Coinvolge  una  vasta  rete di partner scientifici e del sistema socioeconomico provenienti da tutta Europa, ovvero organizzazioni di sette Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Tra i principali attori figura INRAE (Francia), leader europeo nella ricerca agronomica, affiancato da CREA (Italia) per lo sviluppo dell'innovazione agricola. Dall'Italia, partecipa anche FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), che contribuisce con la sua esperienza nella ricerca e nella promozione  dell'agricoltura  biologica  e  sostenibile.  Altri  partner  chiave  includono l'Università di Pisa (Italia), FiBL (Svizzera) e OMKI (Ungheria), tutti  impegnati  in  progetti  di  ricerca  sulla  sostenibilità  e  l'agroecologia.  SLU (Svezia) e UEvora (Portogallo) apportano competenze in biodiversità, mentre BioCivam11 e mPmC (Francia) si focalizzano sulla promozione dei prodotti locali. La rete comprende anche organizzazioni per la trasparenza alimentare come Open Food France e Open Food Facts (Francia). 

Questa collaborazione, estesa anche a istituti gastronomici di prestigio come l'Institut Paul Bocuse e enti cittadini come il Comune di Budapest, garantisce che DIVINFOOD possa integrare ricerca, innovazione e azioni concrete per sviluppare catene del valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto include una serie di azioni chiave che mirano a promuovere la biodiversità e a migliorare i sistemi agroalimentari attraverso colture tra-scurate e poco utilizzate (Neglected and Underutilized Crops - NUCs) (Ali & Bhattacharjee, 2023). Con una logica di disegno del sistema alimentare che parte dal raccogliere indicazioni dal quadro di consumo per poi tra-sferirle a ritroso agli altri segmenti di filiera fino alle attività di selezione varietale, le principali attività del progetto sono le seguenti:

-  pilota  e  cooperative  sociali,  incaricate  della  gestione,  propagazione  e promozione delle NUCs, animate tramite l’attivazione di Living Lab volti a raccogliere una varietà di attori intorno alla coltura NUC di interesse.  Inoltre,  verranno  formulate  raccomandazioni  politiche  per  replica queste iniziative su più larga scala.

• Disseminazione: DIVINFOOD si impegnerà a diffondere i risultati ottenuti a una vasta gamma di stakeholder, ottimizzando le strategie per la valorizzazione e l'adozione delle innovazioni proposte2 .Come anticipato, il progetto riconosce l'importanza delle colture trascurate e poco utilizzate (NUCs) per affrontare la resilienza dei sistemi agrari e l'insicurezza alimentare e nutrizionale, che colpisce oltre un miliardo di persone  a  livello  globale.  Queste  colture,  spesso  ignorate  dall'agricoltura  moderna,  hanno  il  potenziale  per  migliorare  la  sicurezza  alimentare  grazie alla loro capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali. 

DIVINFOOD  si  concentra  su  alimenti  vegetali  sani  e  su  prodotti  con  identità  locale  o  regionale,  con  l'obiettivo  di  sviluppare  catene  del  valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto esplorerà cereali e legumi minori in tre macro-regioni europee climaticamente vulnerabili (scandinava, continentale e mediterranea), affrontando anche le sfide socio-economiche  legate  all'agrobiodiversità.  Inoltre,  attraverso  il  coinvolgimento diretto dei consumatori, verranno sviluppate nuove modalità di marketing interattivo per promuovere questi prodotti. Infine, il progetto punta a migliorare le varietà locali di queste colture, per renderle più resistenti e adatte ai cambiamenti climatici. Infine, il coinvolgimento attivo delle comunità locali è un elemento essenziale dell’iniziativa. Il progetto è organizzato in nove Living Labs (Figura 1), ovvero ambienti di innovazione aperta in cui diversi stakeholder—cittadini, aziende, ricercatori e amministratori—collaborano per affrontare 

• Co-sviluppo: DIVINFOOD lavora con i consumatori per creare nuove modalità interattive di marketing e canali di vendita che valorizzino la biodiversità e i suoi benefici. Questo processo è supportato da sistemi  di  garanzia  partecipativa  e  strumenti  digitali,  favorendo  un  maggiore coinvolgimento del pubblico nel riconoscimento del valore delle NUCs

.• Co-produzione:  Il  progetto  mira  a  sviluppare  nuovi  prodotti  alimentari vegetali sani e appetibili derivati dalle NUCs. L'obiettivo è creare ricette  e  formulazioni  con  un'elaborazione  alimentare  minima,  per  massimizzare  il  potenziale  nutrizionale  e  gustativo  delle  colture  utilizzate.

• Benchmark: DIVINFOOD valuterà diversi sistemi agricoli agroecologici e tecniche che migliorano le prestazioni delle NUCs. Questo include l'integrazione della biodiversità interspecifica e il miglioramento dei servizi ecosistemici, garantendo al contempo benefici socio-economi-ci per le comunità.

• Selezione varietale: Il progetto promuoverà la creazione di cultivar di cereali e legumi più performanti, adatte a contesti locali, con una maggiore tolleranza agli stress biotici e abiotici e un potenziamento delle proprietà nutrizionali e organolettiche.

• Dimostrazione di nuovi modelli di business: DIVINFOOD intende sviluppare modelli di business innovativi che diversifichino le fonti di reddito  per  agricoltori  e  piccoli  trasformatori.  Questi  modelli  si  ba-sano sull'uso sostenibile dell'agrobiodiversità e su attività produttive che coinvolgano le comunità locali.

• Co-progettazione:  Il  progetto  prevede  la  creazione  di  reti  territoriali  del  Cibo le sfide dei sistemi alimentari. Utilizzano una metodologia interattiva che prevede il coinvolgimento attivo, l'ideazione collettiva, la prototipazione e il feedback, promuovendo così un approccio dinamico alla co-creazione (Massari et al., 2023). Questi laboratori struttureranno reti territoriali multi-attoriali per gestire i germoplasmi, moltiplicare sementi e promuovere l’agrobiodiversità, integrando catene del valore e società. I nove Living Labs serviranno come cluster regionali e spazi centrali di co-in-novazione, facilitando la collaborazione tra agricoltori, consumatori e ri-cercatori. La co-creatività è un fattore fondamentale, in quanto favorisce l'apprendimento collaborativo e genera soluzioni innovative, permettendo di affrontare problemi complessi in modo sistemico. Questo modello dimostra  come  la  collaborazione  possa  portare  a  risultati  sostenibili  e  trasformativi  nel  settore  agro-alimentare,  evidenziando  l'importanza  di  monitorare e valutare l'efficacia dei processi di co-creazione nel tempo. Il Living Lab italiano/svizzero3, composto da FiBL, FIRAB, UNIPI e CREA, si  concentra  sul  lupino  bianco,  studiando  le  sue  potenzialità  agronomiche, tecnologiche e nutrizionali. Punta in particolare a valorizzare il ruolo agroecologico di questa leguminosa e a individuare percorsi innovativi di trasformazione alimentare della granella, ricca in proteine e diversi fatto-ri nutrizionali, analizzandone al contempo le barriere allo sviluppo, quali la presenza di alcaloidi nel seme e la sua presenza nella lista degli allergeni che ne frena l’interesse delle aziende alimentari. In Italia, il Living Lab concentra le sue dinamiche interattive nell’area tosco-laziale con la partecipazione di diverse aziende biologiche e a trazione agroecologica

domenica 27 aprile 2025

Di e con Luigi Veronelli, Viaggio sentimentale nell'Italia dei vini

 Qualche mese addietro la Rai   con Report si è occupata di vino, ebbene taluni di "quasi addetti ai lavori" hanno gridato allo scandalo, non per il contenuto dell'inchiesta giornalistica, ma perchè così facendo si contribuisce a ...ridurre i consumi!

Vi proponiamo un originale  d'autore, all'epoca necessariamente ci doveva essere  libertà di stampa e di pensiero, altrimenti non l'avrebbero mai messo in onda.  Una descrizione del mondo contadino insuperabile, che se pur  è trascorso quasi mezzo secolo, è ancora di grande attualità

         Luigi Veronelli, considerato il padre del giornalismo enogastronomico italiano e annoverato tra i più grandi enologi del Novecento, si dedicò per tutta la vita alla difesa delle produzioni locali, della cultura contadina, delle etichette controllate e del    Genius Loci  Rai Teche porta  su RaiPlay il suo “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”   un itinerario alla scoperta dei vitigni e dei viticultori italiani, girato nel 1979 e andato in onda in 4 puntate nella primavera del 1980 con la regia di Mario Mariani e le musiche originali di Gino Negri interpretate da Nadia Furlon. Scritto da Veronelli con Nichi Stefi, il programma offre uno sguardo sulla realtà contadina di quegli anni, percorrendo la penisola e presentando i “vini bandiera”: quelli che, frutto di piccoli vigneti lavorati da contadini secondo la tradizione, sono di qualità tale da meritare di rappresentare l’Italia nel panorama enologico internazionale. Nel suo viaggio-inchiesta Veronelli attraversa vigneti e locande incontrando contadini, vignaioli, grappaioli ed enotecnici che diventeranno nomi di spicco del panorama enologico italiano (da Franco Colombani a Renato Ratti e Gianfranco Bolognesi, da Mario Schiopetto a Giuseppe Lipari). L’autore raccoglie testimonianze e tradizioni, assaggia con “amorosa attenzione” da Barolo e Barbera a Vin Santo e Sangiovese, commenta con sapiente profondità filosofica e analizza lucidamente le carenze e le inadeguatezze della legge italiana nella tutela delle piccole etichette, fino a denunciare le truffe e le frodi nella produzione e nel commercio vinicolo. Il tutto con il fine di fornire prove del suo pensiero: “il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria”. 

Non vogliamo, ne influenzare il Vostro convincimento, ne orientare il vostro giudizio. Buona visione

 


https://www.raiplay.it/programmi/viaggiosentimentalenellitaliadeivini

 

Luigi Veronelli
Luigi Veronelli

Ed è sorprendente constatare come alcuni concetti suonino straordinariamente attuali: dalle norme sul vino che al tempo non consentivano l'indicazione in etichetta del vigneto (cru) - mentre oggi impongono di dichiarare la presenza di solfiti senza poter esplicitarne la quantità - alle rese eccessivamente generose concesse dai disciplinari, che di fatto danneggiavano le Denominazioni di Origine favorendo le frodi (il “commercio delle bollette”) ed una minore qualità. 

Particolarmente toccante il passaggio in cui alle immagini di Veronelli, avvolto in un pesante pastrano mentre cammina solitario tra le vigne, si sovrappongono quelle di gruppi di anziani contadini che potano e legano i tralci affondando le caviglie nella neve: «Il contadino non ha tradito la terra» sentenzia Gino «perché questa è l'espressione del luogo che l'ha cresciuto». 

Gli fa eco una frase di Bruno Giacosa: «Se i vigneti dalla bassa Langa non sono noccioleti, lo dobbiamo solo ai vecchi. I vecchi sono maestri senza eredi». Ed ancora Veronelli: «Il peggiore vino contadino è migliore del miglior vino d'industria», perché - e qui ritorna il parallelo con i giorni nostri - un vino di facile beva, accattivante e piacevole può avere una personalità che non lo renderà mai banale e standardizzato.

 

L'ultima parte del video si chiude su un acceso dibattito di un trio ormai epico: con Gino ci sono gli amici Gianni Brera e Mario Soldati, intenti a discutere sul disciplinare del Chianti. 
Per Soldati la tradizione non dovrebbe essere intaccata dalle nuove concezioni, mentre Brera opta per un rinnovamento che veda l'uscita delle uve bianche; Veronelli addirittura critica l'utilizzo del colorino e suggerisce l'impiego in purezza del Sangiovese (che venne introdotto solo molti anni dopo). 

La risposta ideale a questa discussione arriva dalle ultime immagini: dalle proprietà dei Marchesi Antinori, direttamente dalla vigna Tignanello (uno dei c.d. "vini bandiera" italiani, che in realtà sfuggiva proprio al disciplinare dell’allora Chianti DOC a causa dell'utilizzo di cabernet, sauvignon e franc), il Maestro Veronelli sferra l'arringa finale all'anonimo contestatore, congedando gli spettatori con il sunto della sua filosofia enoica: «Diffida delle etichette: cerca tu stesso i vini migliori. Inizia come in amore, con gli occhi. Poi ne percepirai il profumo. Entra nel vino ed il vino entrerà in te. Interpretalo ed ascoltalo».  

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