giovedì 23 gennaio 2025

Legge Regionale sull'Agroecologia, una scelta lungimirante

 

La salvaguardia dell'ambiente, dei territori rurali  e urbani e delle produzioni agroalimentari, non sono atti tecnocrati, ma vanno viste come un modus operandi, traguardato al prossimo inteso come   bene comune.

 

La Regione Siciliana è la prima Regione in Italia ed in Europa ad essersi dotata di una legge che norma le aziende agroecologiche e che ne stabilisce i criteri di base per agevolare la transizione verso questo importante traguardo dell’evoluzione dei modelli agricoli e delle connessioni ecologiche e sociali.  

Una  “gestazione”, difficile,  ma alla fine, i decreti attuativi sono stati pubblicati e la legge regionale sull’agroecologia  è diventata operativa. Il primo documento necessario all’attuazione della legge regionale n.21 del 29 luglio 2021 è stato il Decreto Assessoriale n. 92 del 12 novembre scorso che ha istituito l’elenco delle aziende agroecologiche e il Gruppo di lavoro “agroecologia e agricoltura biologica” (entrambi presso il Dipartimento regionale Agricoltura). Con lo stesso decreto è anche stato approvato l’elenco delle specie arboree, arbustive ed erbacee e delle razze zootecniche autoctone della Sicilia.  Con la pubblicazione  del Decreto n. 273 del 20 gennaio 2025 a firma del Dirigente generale Dario Cartabellotta, la  legge è operativa


 Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario. Va detto anche che la Sicilia ha adottato tale strategia fin dall’attuazione dei Reg Ue del 1992, che trovano riscontro in una delle regione a più alta superficie coltivata in biologico, alimentata dalla Legge Regionale sul Born in Sicilia (voluta dall’ex Assessore all’Agricoltura Dario Cartabellotta)  per finire alla Legge sulla agrobiodiversità, che proprio in questi giorni sono state pubblicate le linee operative   

 Le proteste degli agricoltori  dell'europa del Nord, all’inizio dello scorso anno, non hanno niente da spartire con gli interessi degli agricoltori del sud italia, per il semplice fatto che hanno interessi opposti.

Ma quali sono stati i veri motivi rappresentati da agitatori senza scrupoli?

  La ragione alla base di tali proteste, che hanno  coinvolto diversi paesi, è principalmente il Green Deal europeo. Si tratta di una serie di misure volte a rendere più sostenibile e meno dannosa per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei 

Il Green Deal pone i sistemi alimentari sostenibili al centro della sua strategia, riconoscendo il legame fondamentale tra persone sane, società sane e un pianeta sano. Questa iniziativa dell’Ue mira a stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini, e preservare l’ambiente.

Il sistema agricolo e alimentare europeo, già considerato uno standard globale per sicurezza, approvvigionamento, nutrizione e qualità, è chiamato   a diventare il punto di riferimento mondiale anche per la sostenibilità. La transizione verso un sistema alimentare sostenibile, garantendo al contempo la disponibilità di prodotti a prezzi accessibili, porta con sé benefici ambientali, sanitari e sociali, oltre a favorire una distribuzione più equa dei vantaggi economici.

 Per supportare questo obiettivo, a luglio 2023 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure per l’uso sostenibile delle principali risorse naturali. Questo pacchetto include nuove regolamentazioni sul monitoraggio dei suoli per promuovere la salute del suolo entro il 2050, regolamenti sulle piante prodotte mediante tecniche genomiche e misure per ridurre i rifiuti alimentari e tessili. Tali iniziative, inserite nel pilastro “Risorse naturali” del Green Deal, mirano a rafforzare la resilienza del settore agroalimentare europeo.

Tuttavia, va detto anche che a seguito dell’azione di forza degli “agitatori”  ma soprattutto a seguito delle azioni delle lobby delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria, hanno notevolmente ridimensionato le ambizioni delle Strategie del Green Deal, favorendo gli interessi delle grandi aziende industriali, a scapito dell’ambiente, della salute e degli interessi pubblici.

 E’ così le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono state sabotate dalle  decisioni delle istituzioni europee, alla fine della scorsa legislatura.  Il voto contrario del Parlamento europeo su regolamenti chiave, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, ha ridotto gli obiettivi del Green Deal a mere dichiarazioni di principio senza attuazione concreta nell’agricoltura e nella zootecnia.

Anche per questo la pubblicazione e  l’attuazione  da parte dell’Assessorato all’Agricolltura,  delle norme attuative della legge sull’agrobiodiversità   non va considerata  in controtendenza, ma  lungimirante anche per i neofiti.

I report della comunità del cibo

 

  ‘Mense e Territorio‘




 appunti di viaggio:: Verso una comunità del 
cibo born in sicily

 Introduzione di Claudia Paltrinieri

La connessione della mensa al territorio è il risultato di un percorso da affrontare con competenza e strategia e soprattutto non da soli perché richiede linguaggi e professionalità diverse per interfacciarsi con tutti gli stakeholder che ruotano intorno alla mensa scolastica.

Questo percorso nasce dalla definizione di un menù sano e sostenibile che attinge anche dalla gastronomia locale. Dal menù si definiscono i quantitativi di derrate necessari e si confronta con i dati della mappatura dei produttori locali.

Da questo lavoro iniziale si passa a costruire le filiere, a promuovere una agricoltura biologica che richiede un supporto di professionisti che sappiano sostenere e guidare gli agricoltori verso una transizione e all’adozione di tecniche di agricoltura biologica.

Cruciale è la formulazione dei bandi di gara per le gare di appalto con la definizione dei criteri premianti per gli acquisti che definiscano i criteri che privilegino la fornitura di produtti locali. Questo richiede anche l’organizzazione di una logistica funzionale al trasferimento dei prodotti nei centri cucina secondo specifiche programmazioni.



La formazione dei cuochi è un altro aspetto da considerare affinché siano in grado di cucinare a partire dalle materie prime ed evitare di dover cuocere prodotti processati. Questo significa restituire dignità ai cuochi e recuperare competenze culinarie anche per ridurre gli sprechi in cucina.

Infine c’è un lavoro importante che consiste nella costruzione della comunità del cibo attraverso la sensibilizzazione degli insegnanti, la formazione dei bambini, il coinvolgimento dei genitori, e dei produttori che si trasformano in formatori all’interno delle scuole.

Alla fine del processo è fondamentale il monitoraggio dei consumi, che deve essere una costante e deve diventare una pratica sistematica alla fine del pasto, per verificare il gradimento e innescare eventuali correttivi.


 

Testimonianza di Filippo Fossati

1.  Costruzione del menu è un aspetto relativamente facile per progettare un menu in linea con

le indicazioni dell’OMS ma che sappia tenere conto delle peculiarità culinarie del territorio.

2.  Scelta dei fornitori. Il Comune può scegliere di rivolgersi ai produttori del territorio, cercando fornitori che siano in grado di rispondere alle richieste di derrate o di costituirsi in ATI al fine di soddisfare la richiesta. E’ un percorso faticoso che Qualità e Servizi (azienda municipalizzata che eroga servizi di ristorazione scolastica a più Comuni) ha fatto per connettere la mensa al territorio rispondendo ad una indicazione del Comune che ha dato mandato all’ impresa municipalizzata di cercare le aziende agricole del territorio. Una volta identificati i produttori si tratta poi di convincerli a diventare fornitori della mensa. Questo è un processo complesso che richiede la costruzione di un progetto che abbia una continuità nel tempo.

3.   La negoziazione. Il compratore pubblico deve tentare di assicurare un prezzo che sia sostenibile (che non gravi sul costo del pasto agli utenti), allo stesso tempo deve far si che il prezzo sia conveniente per il produttore. Questo richiede la creazione di una rete di produttori, affinché ci sia collaborazione in caso qualche produttore abbia carenze di prodotti. Il risultato dell’introduzione di forniture locali si vede nel piatto della mensa e nel miglioramento della qualità del pasto e del consumo.

Qualità e Servizi, che serve 12.000 pasti al giorno ai Comuni della Piana, deve fare sempre gare di appalto per aggiudicarsi le forniture, a parte rari casi di affidamento diretto per valori al di sotto di 149.000 euro. La gara d’appalto che applica i Criteri Ambientali Minimi richiede una competenza adeguata e un lungo lavoro preparatorio prima della pubblicazione del bando.

4.  Animatori del territorio. La costruzione della rete di produttori locali è facilitata se ci sono degli animatori sul territorio: GAL, distretti biologici, comunità del cibo, distretti del cibo, comunità montana. Si tratta di soggetti interessanti, che aiutano nella formazione, nella mappatura, individuano linee di azione per arrivare al risultato di creare una buona mensa connessa al territorio.

E’ necessario sostenere una politica del cibo sul territorio per rispondere all’appello del comune di Parigi che, denunciando la perdita di aziende agricole sul territorio visto il tasso di abbandono degli agricoltori che lasciano le proprie terre, ha chiesto più libertà di scelta per il prodotto alimentare locale e biologico nelle procedure di acquisto pubblico. Il Comune può essere il soggetto che attraverso la volontà politica sostiene il tessuto agricolo connettendolo alla mensa scolastica, garantendo una sopravvivenza e un reddito congruo agli agricoltori.


5.  Conversione progressiva al biologico. Il risultato di una politica che lega la mensa di qualità al territorio porta progressivamente in produttori a convertirsi al biologico avviando una transizione dettata dalla mensa. Questo non avviene subito ma con una progressiva maggiore richiesta di biologico; si inizia con una programmazione condivisa all’interno di un certo lasso di tempo che porta gradualmente alla conversione delle colture al biologico.

6.  La necessità di un sistema premiante per chi applica i CAM. Le mense biologiche godono di uno scarso supporto perché la legge per le mense certificate bio ha polverizzato il supporto ai Comuni; è un fondo che dal 2020 con la pubblicazione dei Cam avrebbe dovuto sostenere chi applica la legge dei Criteri Ambientali Minimi in maniera estensiva e non solo chi fornisce alte percentuali di biologico. Con questo supporto i Comuni avrebbero potuto avere un maggiore stimolo nell’avviare la transizione ecologica attraverso i CAM.

7.   Il consumo dei prodotti locali aumento il gradimento. Il racconto delle filiere affascina i bambini. Ci deve essere una narrazione attorno al cibo, il fatto di sapere dove viene il grano da cui è fatto il pane della mensa migliora la percezione della qualità del cibo e di conseguenza il consumo. Il creare una relazione tra gli agricoltori e i bambini, ricostruisce la relazione con chi il cibo lo produce e con chi lo prepara. Per i bambini non conoscere i legami con la terra, con gli agricoltori, con i cuochi svuota il piatto di significato e lo rende ostile. Questa assenza di relazione genera sfiducia e spesso rifiuto. Ricostruendo il legame del cibo con i produttori locali si genera un valore e una fiducia che porta ad una consapevolezza del valore e ad un migliore consumo.

 


 

 

mercoledì 22 gennaio 2025

Viaggio senza tempo: tappa di Bagheria

 Itinerario della biodiversità 

 viaggio senza tempo di Kristen e Pierangelo


Faranno tappa a Bagheria il prossimo 28 gennaio, Kristen e Pierangelo, presso l’Istituto Don Luigi Sturzo in un incontro/dibattito nell’auditorium organizzato dalla Dott.ssa Francesca Cerami, presidente di IDIMED in collaborazione con la Direzione didattica dell’Istituto Don Luigi Sturzo nell’ambito delle iniziative di animazione territoriale del Gruppo Tematico Biodiversità della Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura, dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. All’evento prenderanno parte: Dario Cartabellotta, Dirigente Generale  del Dipartimento dell’agricoltura, Salvatore Tosi, direttore del GAL Metropoli Est, Filippo Maria Tripoli, sindaco di Bagheria, la Dirigente scolastica, Mariangela Serena Testa, Benedetto Rotelli, Paolo Salanitro e Nino Sutera del Gruppo Tematico Biodiversità e chiaramente Kristen e Pierangelo, che racconteranno il viaggio senza tempo, itinerario della biodiversità

L’evento vedrà la presenza di tante figure istituzionali: l’Assessore comunale alla Scuola e al Turismo del Comune di Bagheria, il Comandante della Polizia municipale, il presidente dell’Associazione ONLUS Narramondi, il presidente dell’Associazione Circolo ACLI EKOPOLIS APS.

L’incontro ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti la storia della coppia francese che nel 2019 ha deciso di cambiare vita e di viaggiare per il mondo all’insegna della libertà attraverso un insolito mezzo trainato da due cavalli. Un viaggio del tutto particolare che i due coniugi, genitori di quattro figli, lei già responsabile di uffici stampa e gestione agrituristica e lui biologo esperto in agricoltura in pensione, hanno intrapreso per sensibilizzare la comunità sui temi ambientali e l’importanza del rispetto del pianeta.

Di recente, a novembre, arrivati in Sicilia, sono stati ospiti, in provincia di Messina, di Benedetto Rotelli e Paolo Salanitro due referenti e animatori del Gruppo Tematico Regionale biodiversità, attivato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana e coordinato dal dott. Nino Sutera. I due esponenti hanno intercettato la coppia francese portando i saluti del Gruppo Tematico e consegnando un culmo della Canna da Zucchero, una foglia di Agave sisalana semi decorticata con a vista la fibra tessile che si estrae dalla lavorazione, ed infine uno zuccaro in miniatura ed in terracotta, realizzato con argilla estratta ad Acquedolci. Simboli che richiamano la storia del territorio locale che i due esponenti del hanno voluto consegnare in segno condivisione degli obiettivi di valorizzazione di una vita più ecosostenibile, utilizzando materiali meno impattanti per l’ambiente naturale, ed uno sfruttamento delle risorse nell’ambito di un’economia circolare.

Il loro “viaggio per il Pianeta” è condotto assieme a quattro galline, Monia, Sabrina, Claudia e Brunella, ed al cane Pipo, Kristen e Pierangelo si spostano a bordo della carrozza azzurra di dieci metri quadrati, trainata da due cavalli bretoni, Thelma di 12 anni e Volcane di 16 anni, alimentata da pannelli solari e dotata di una stufa a legna per il riscaldamento. La carrozza ha varcato, nel maggio 2022, il Valico alpino della Maddalena. Arrivati in Italia, sono scesi verso la Calabria, in questi anni di viaggio. Per motivi di praticità e di logistica, durante la stagione estiva hanno sostato nelle zone di montagna mentre nella stagione invernale in zone marine, così facendo è più facile trovare l’acqua e l’erba per i cavalli. In diverse parti d’Italia durante le loro soste hanno collaborato con Associazioni di Volontariato nella pulizia di spiagge, si fermeranno ancora alcuni mesi in Sicilia per poi proseguire in Grecia. Il loro arrivo a Palermo è previsto all’incirca il 29 gennaio 2025. Intervistati, hanno risposto «Nel nostro piccolo vogliamo mostrare che vivere in modo più semplice, consumando meno risorse, è possibile. Ci piacerebbe che chi ci vede potesse prendere coscienza che il cambiamento è possibile e dipende da ciascuno di noi. Riscopriamo la lentezza, il pianeta è meraviglioso e fragile, dobbiamo averne cura».

Un viaggio lento dalla Bretagna al «pianeta», con un messaggio da trasmettere, semplice e straordinario al tempo stesso; come semplici e straordinari sono i gesti quotidiani di cui, ognuno di noi, è chiamato ad essere autore per un futuro migliore:. Il nostro incontro con loro serve a ricordare a tutti che la natura è nostra madre e che la bellezza non andrebbe mai violata, perché ognuno può e deve fare la sua parte.

 

 

 





martedì 21 gennaio 2025

Genetica e qualità delle carni del suino Nero dei Nebrodi

Prof. Salvatore Bordonaro

                      Tra boschi di faggi e querce dei Monti Nebrodi, vive un animale che porta con sé una storia antica, intrecciata con le tradizioni del territorio: il Suino Nero dei Nebrodi (SNN). Allevato allo stato semibrado e brado è una preziosa risorsa di biodiversità siciliana, che racconta di adattamento, resilienza e qualità gastronomica. Questa razza autoctona è diventata protagonista di un progetto di ricerca innovativo nell’ambito della sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022 - “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”. Tale progetto dal titolo “Miglioramento della redditività dell'allevamento del Suino Nero dei Nebrodi con interventi sull'animale e sui prodotti nel rispetto del benessere animale e della sostenibilità ambientale - REDSUS”, ha lo scopo di migliorare le prestazioni produttive, il benessere animale e la sostenibilità ambientale.


Il progetto nasce dalla collaborazione tra diverse aziende del territorio ed enti di ricerca e prevede il raggiungimento dei seguenti obbiettivi:

1.       Razionalizzare l'allevamento del SNN rispettando l’ambiente, migliorando la redditività, incentivando la filiera, la trasformazione e diverse forme di vendita, promuovendo la collaborazione tra imprese agricole, enti di ricerca e assistenza tecnica;

2.       migliorare il benessere animale;

3.       conservare la biodiversità nel suo ambiente naturale limitando inquinamento e cambiamenti climatici;

4.       valorizzare le specie erbacee mediterranee, per risparmio idrico e cicli colturali brevi;

5.       acquisire tecniche di trasformazione per esaltare il valore delle carni;

6.       stimolare la nascita di nuove attività in aree a rischio spopolamento.

Presso i laboratori del Di3A dell’Università di Catania sono state condotte analisi genetiche per caratterizzare i riproduttori del SNN al fine di migliorare la qualità delle carni attraverso la selezione genetica.

L’ analisi dei polimorfismi genetici ha permesso di indagare geni responsabili di tratti produttivi fondamentali come la marezzatura della carne, la velocità di accrescimento e la resistenza alle malattie.

Il gene MC4R (Melanocortin-4 Receptor Gene) emerge come uno dei protagonisti principali, con varianti che influenzano direttamente crescita, distribuzione del grasso e qualità delle carni. La variante c.1426 G>A svela un compromesso genetico ideale: gli individui eterozigoti GA, predominanti nel campione analizzato, combinano i vantaggi dei due alleli. Da un lato, l'allele G promuove una crescita più rapida e una resa ottimale nei tagli pregiati; dall'altro, l'allele A favorisce un maggior deposito di grasso intramuscolare. Anche la variante c.707 G>A segue un percorso simile: gli individui eterozigoti GA bilanciano la crescita accelerata dell'allele G con lo spessore dorsale di grasso più pronunciato dell'allele A. Anche la variante c.780 C>G mostra una predominanza degli eterozigoti CG. L'allele G è legato a una crescita rapida ma a un deposito di grasso inferiore. L'allele C, più raro, potrebbe rappresentare una caratteristica adattativa preziosa.

Altre varianti raccontano invece storie di fissazione genetica. Nella variante c.135 C>T, l'allele T è fissato nella popolazione, contribuendo a un maggior deposito di grasso intramuscolare e sottocutaneo, elemento qualitativo fondamentale per la carne. Al contrario, la variante c.175 C>T è dominata dall'allele C, che assicura una crescita stabile e costante a scapito di una marezzatura inferiore.

Il gene RYR1 (Ryanodine Receptor 1), con la variante g.1843 C>T, racconta una storia di resilienza. L'allele C, dominante, garantisce una migliore resistenza allo stress fisiologico, prevenendo la Porcine Stress Syndrome (PSS) e assicurando una qualità delle carni.

La variante g.3469 T>C del gene LEP (Leptin Gene), custode del metabolismo lipidico, presenta la predominanza dell'allele T, associato a una gestione ottimale delle riserve lipidiche. Al contempo, la variante g.2728 G>A suggerisce un equilibrio tra crescita e deposito di grasso, con una significativa presenza di individui eterozigoti.

Infine, la predominanza di individui eterozigoti per la variante g.3469 C>T del gene PIK3C3 (Class 3 Phosphoinositide 3-Kinase) evidenzia un bilanciamento tra velocità di crescita e deposito di grasso.

Pertanto, si evince che nel patrimonio genetico del SNN si cela un equilibrio delicato, dove ogni variante di ogni gene analizzato racconta una storia di adattamento ed evoluzione.

Partener operativi: Ma.Vi. srl, Corrao Leo Salvatore, L’Oro dei Nebrodi, Nastasi Rosario, Azienda Agricola Testa Longa Nero, Vanadia Bartolo Sebastiano, Borrello Franco, Caravello Matteo, Azienda La Gioiosina, Fattoria Borrello, Fattoria San Pio, Università degli Studi di Catania - Di3A, Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), Istituto Zooprofilattico Sperimentale Della Sicilia A.Mirri, Pruiti Ciarello Vincenzo.

 

lunedì 20 gennaio 2025

Adottato dal MISAF il Piano strategico per l’innovazione e la ricerca – PSIR

A seguito dell’intesa sancita nella seduta del 18 dicembre in CSR, è stato emanato il nuovo PSIR che è stato adottato con decreto del Ministro n. 675376 del 23 dicembre 2024.

 

 Pubblicato nel sito del Masaf, sezione ricerca,  
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9065

 

La necessità di adeguare la strategia di innovazione e ricerca alla vigente nuova programmazione PAC 2023-2027, in particolare all’obiettivo trasversale “modernizzare l’agricoltura e le zone rurali promuovendo e condividendo la conoscenza, l’innovazione e la digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali”, e alla strategia del Partenariato europeo per l’innovazione (PEI – AGRI), confermata nella programmazione corrente, ha portato all’avvio di un percorso di revisione promosso dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) - Direzione generale dello sviluppo rurale, Ufficio Ricerca e sperimentazione.

Il percorso, a partire dall’analisi di contesto definita per lo sviluppo del PS PAC 2023-2027, ha previsto una preliminare revisione del PSIR 2014-2020 grazie al confronto con le Regioni, attraverso la Rete dei Referenti Regionali della Ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca, con la Rete Nazionale Pac e con esperti che supportano il MASAF nelle attività dello Spazio Europeo della Ricerca (ERA – European Research Area), fra cui lo SCAR - Comitato Permanente per la Ricerca in Agricoltura. Il percorso di revisione ha incluso anche esigenze di innovazione e ricerca non desumibili dal PS PAC ed è stato condiviso anche con esperti della comunità scientifica attraverso la forma della consultazione pubblica, a seguito della quale si è definito il testo finale.

Il nuovo Piano si adegua, dunque, agli sviluppi delle nuove strategie per la transizione ecologica, digitale, per sistemi alimentari sostenibili (Green Deal, Farm to Fork, SDGs), alla programmazione per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe (2021-2027) e alla nuova programmazione PAC 2023-2027, riferendosi in particolare all’obiettivo trasversale “modernizzare l’agricoltura e le zone rurali promuovendo e condividendo la conoscenza, l’innovazione e la digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali”.

Il Piano revisionato prevede 6 Aree Strategiche declinate in linee di intervento per ricerca ed innovazione, in coerenza con la programmazione PSP PAC e, più in generale, con altre fonti di strategie (strategie europee, strategie dello Spazio Europeo della ricerca declinate nelle Partnerships cofinanziate o in altri atti di programmazione di Horizon Europe, studi di scenario e altri documenti prodotti nell’ambito del citato Comitato SCAR).

La struttura del documento

Analisi di contesto

A partire dal tema della transizione ecologica si è fondata l’analisi del contesto di riferimento necessaria per declinare gli obiettivi strategici del Piano.

Come indicato nel Piano Nazionale della Ricerca del MUR 2021-2027, la transizione ecologica prevede che la conservazione del capitale naturale, della biodiversità e dei processi che da essa dipendono, diventi una condizione necessaria e trasversale al perseguimento degli obiettivi di prosperità e benessere identificati dal Green Deal europeo, il documento strategico lanciato dalla Commissione europea a fine 2019 (COM2019 640final). Questo cambio di paradigma considera l’ambiente come bene primario, la cui conservazione è funzionale alla sfida di una crescita sostenibile. Perseguire questa visione richiede linee di ricerca trasversali volte a valutare l’impatto che gli interventi di innovazione, necessari per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, potrebbero avere sul funzionamento degli ecosistemi.

L’attualizzazione in ambito agricolo, alimentare e forestale del Green Deal è contenuta in un altro documento strategico UE, la Comunicazione “From farm to fork” (COM2020 381 final) che ne dettaglia gli obiettivi in chiave di sostenibilità ambientale, ma anche economica, di sicurezza alimentare lungo tutto il percorso della filiera, di salubrità e di legalità. L’intero sistema della conoscenza e dell’innovazione è considerato nodale per accompagnare la transizione. Alla strategia “From farm to fork” si affianca quella che promuove la biodiversità nei territori europei “Biodiversità 2030” (COM2020 380 final) che ha un importante impatto sul sistema agricolo in chiave di conservazione della ricchezza dei sistemi naturali e di riduzione dei fattori impattanti quali i pesticidi ed altri presidii. Sulla base dei suddetti indirizzi strategici, il regolamento UE 2021/2115 e i conseguenti Piani Strategici della PAC (PS PAC 2023 – 2027) promuovono e finanziano interventi di sviluppo che mirano ad accompagnare l'agricoltura nel percorso della transizione ecologica secondo i tre obiettivi generali della sostenibilità economica, ambientale e sociale per promuovere e sostenere 1) la competitività del settore agricolo, 2) la tutela dell’ambiente, 3) il tessuto socioeconomico delle zone rurali. Il conseguimento degli obiettivi generali è perseguito mediante nove obiettivi specifici, che dovrebbero tradurre gli obiettivi generali della PAC in priorità più concrete.

Alla luce di queste considerazioni, l’analisi di contesto dell’agricoltura italiana descritta nel nuovo PSIR ha consentito di confermare sostanzialmente gli ambiti di approfondimento della precedente edizione (PSIR 2014-2020) utilizzando tuttavia una terminologia più coerente ai nuovi documenti e normative europee e una maggiore attenzione ai temi legati alla sostenibilità ambientale quali: la sostenibilità e competitività economica e la redditività dei sistemi agricoli; la riduzione dell’impatto climatico del sistema alimentare; un consumo alimentare sostenibile e la riduzione di sprechi; la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità; la rivitalizzazione delle aree rurali.

La declinazione in Aree strategiche e linee di attività, di seguito riportata, illustra la vera e propria parte strategica di indirizzo, definisce il contesto di ciascuna Area e le linee di attività a cui si possono riferire gli strumenti a disposizione per l‘attuazione di ricerca ed innovazione.

Aree Strategiche per la ricerca ed innovazione

Area 1 - Miglioramento della sostenibilità delle produzioni e dell'uso delle risorse negli ecosistemi agrari e forestali.

Linee di attività

    1. Scelte varietali, di razza, di destinazione d’uso, miglioramento genetico

    2. Diversificazione spaziale, temporale e genetica dei sistemi produttivi a differenti scale: campo, allevamento, azienda, territorio

    3. Uso sostenibile dei nutrienti, dei prodotti fitosanitari e zooprofilattici, favorendo la riduzione degli impieghi e dei rischi connessi al loro uso; valutazione dell'efficacia di strategie agronomiche e rafforzamento dell'impiego di microrganismi, insetti utili e molecole bioattive per la difesa delle piante.

    4. Ottimizzazione dei processi produttivi: pratiche colturali, alimentazione e benessere animale, pratiche di prevenzione, uso efficiente delle risorse inclusi scarti e rifiuti e reflui.

    5. Digitalizzazione in agricoltura: sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni nel processo produttivo ed Internet of Things (IoT), telerilevamento, agricoltura e zootecnia di precisione, meccanizzazione integrale, robotica e altri sistemi automatici intelligenti, applicazione di principi e strumenti di intelligenza artificiale

    6. Soluzioni tecnologiche per il miglioramento degli impianti e delle strutture aziendali

    7. Utilizzo efficiente della risorsa idrica, compreso il riuso delle acque reflue e conservazione/ripristino della qualità delle acque, anche in considerazione dei servizi ecosistemici offerti dalla risorsa idrica

    8. Conservazione, conservabilità e condizionamento delle produzioni: riduzione degli sprechi, conservanti naturali ecc.

    9. Approcci, metodi e strumenti per la gestione aziendale in sistemi produttivi sostenibili, dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.

Area 2 - Cambiamento climatico, biodiversità, funzionalità suoli e altri servizi ecosistemici e sociali dell’agricoltura.

Linee di attività

    1. Soluzioni per la mitigazione del cambiamento climatico verso la neutralità carbonica (carbon neutrality), incluso il carbon farming.

    2. Soluzioni per l'adattamento al cambiamento climatico, per una minore vulnerabilità e una maggiore resilienza agli shock.

    3. Uso e valorizzazione delle risorse genetiche locali (varietà e razze) ed eterogenee per il miglioramento della resilienza e per il potenziamento dei servizi ecosistemici.


    1. Tutela della risorsa “suolo”: conservazione, salute, qualità, fertilità e salvaguardia della biodiversità.

    2. Valorizzazione di alcuni servizi ecosistemici forniti dal settore primario: manutenzione e ripristini ambientali, verde urbano, agricoltore/selvicoltore custode, bonifica dei terreni inquinati, stoccaggio del carbonio (anche ai fini della produzione di crediti di carbonio), accumulo delle acque per l’irrigazione.

    3. Valorizzazione del ruolo sociale dell’agricoltura: “agricoltura sociale”, relazioni urbano – rurale, relazioni di genere e tra generazioni, processi di inclusione, miglioramento delle condizioni di lavoro e promozione del lavoro di qualità, accettabilità sociale dell’attività agricola.

Area 3 - Coordinamento e integrazione dei processi di filiera e potenziamento del ruolo dell’agricoltura

Linee di attività

    1. Nuovi approcci di governance per la competitività delle filiere, dei distretti e dei territori e per l'equa distribuzione del valore.

    2. Soluzioni tecnologiche per il miglioramento dei processi di filiera (inclusa la tecnologia blockchain).

    3. Sviluppo di nuove forme di connessione con i consumatori e la cittadinanza.

Area 4 - Qualità, tipicità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani

Linee di attività

    1. Produzione di alimenti di qualità per tutti e accesso agli alimenti appropriati.

    2. Promozione e valorizzazione delle produzioni locali, della cultura e delle tradizioni alimentari territoriali per la salvaguardia della biodiversità.

    3. Miglioramento, tutela e tracciabilità della qualità e della distintività e adeguamento dei relativi standard di certificazione (incluse le certificazioni ambientali).

    4. Tecniche sostenibili per la trasformazione, conservazione, confezionamento dei prodotti agroalimentari e valorizzazione degli scarti.

    5. Valorizzazione della relazione tra alimentazione e salute e della valenza nutraceutica dei prodotti agroalimentari.

    6. Fonti alternative di proteine e altri nutrienti.


Area 5 Utilizzo sostenibile delle risorse biologiche e valorizzazione dei residui/scarti e/o sottoprodotti a fini agricoli, artigianali, energetici e industriali

Linee di attività

    1. Sviluppo e razionalizzazione delle filiere di biomasse e di biocarburanti con adeguati requisiti di sostenibilità ambientale ed economica.

    2. Sviluppo di bioraffinerie per la produzione di materiali industriali e mezzi tecnici a partire da residui e scarti agricoli che consenta l’adeguata remunerazione del settore agricolo.

    3. Valorizzazione di residui e scarti e/o sottoprodotti ligno-cellusosici forestali e agro-forestali a fini agricoli, industriali e artigianali.


Area 6 - Rafforzamento del sistema della conoscenza e dell’innovazione per il settore agricolo, alimentare e forestale (AKIS) nelle sue componenti territoriali e a livello nazionale

Linee di attività

    1. Verifica degli attuali strumenti di governance degli AKIS per individuare proposte correttive e/o definire nuovi modelli: analisi dei fabbisogni, pianificazione, coordinamento e collaborazione fra attori, monitoraggio e valutazione.

    2. Verifica dell'impatto dell'approccio AKIS sulla realtà agricola, forestale e rurale.

    3. Approcci e metodi per la co-ricerca e la co-innovazione basati sulla interdisciplinarità e la trans-disciplinarità: diffusione e verifica delle esperienze e degli strumenti utilizzati (PEI AGRI, Cluster ecc.).

    4. Analisi delle problematiche legate al gap fra produzione dei risultati della ricerca, produzione dell'innovazione utilizzabile e individuazione di possibili soluzioni.

    5. Le applicazioni del digitale in agricoltura: evoluzione, potenzialità e rischi.

Realizzazione e governance

Il Piano non reca risorse proprie ma la strategia in esso delineata è realizzabile con tutti gli strumenti disponibili a livello comunitario, nazionale e regionale nel periodo di riferimento: politiche del settore agricolo, anche attraverso le risorse previste nell’ambito della Legge 499/1999 (interventi per il settore agricolo), politiche di ricerca, fra cui il PNR 2021-2027, politiche di coesione, politiche per l’ambiente e cambiamenti climatici, politiche relative alla salute e al consumo consapevole, all’istruzione e la formazione, la politica industriale e la politica dell’informazione, per tutti gli ambiti connessi al sistema agricolo, alimentare e forestale, politiche regionali, fondi messi a disposizione con il programma Horizon Europe.

Il Piano in questione, è inteso come strumento dinamico: aggiornamenti della strategia e dei contenuti tecnico-scientifici delle 6 aree e delle 32 linee di attività possono intervenire nel corso della sua durata e riguardare specifici aspetti dei settori produttivi citati nel Piano o altri aspetti da integrare, ove necessari.

La sua realizzazione si colloca in un’ottica di sistema e di rete e presuppone un lavoro coordinato e interconnesso fra tutti i soggetti della rete della conoscenza (ricerca, consulenza, formazione), della produzione (imprese singole ed associate, associazioni di categoria) e le istituzioni centrali e regionali.

I soggetti che possono, anche attraverso i loro propri strumenti di finanziamento per innovazione e ricerca indicati, contribuire alla realizzazione della strategia sono principalmente i Ministeri, le Autorità di gestione regionali responsabili dell’attuazione degli interventi del PS PAC, dei fondi di coesione, la Rete dei referenti regionali della ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca e l’Associazione tra le agenzie ed enti regionali per lo sviluppo e le innovazioni agronomiche e forestali (ANARSIA), gli Enti ed istituzioni preposti ad attività di ricerca e le Università, le


imprese i partenariati nelle varie forme previste, fra cui i Gruppi Operativi (Reg. UE 1305/2013, art. 35 e Reg. UE 2115/2021 art. 127); la Rete PAC nazionale che, sul dettato dell’art.126 comma 3e e 4e del regolamento per la PAC, ha la finalità di promuovere l’innovazione nel settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale; la Rete PAC europea che, con riferimento alla normativa suddetta, svolge analoghe funzioni a livello europeo.

Data la numerosità di soggetti e strumenti che cooperano al conseguimento degli obiettivi delle politiche per l’innovazione, il sistema di governance utilizzerà gli esistenti strumenti di raccordo e coordinamento: a livello europeo, i diversi soggetti competenti dell’innovazione potranno interagire attraverso la Rete PAC, mentre a livello nazionale con il Coordinamento nazionale del Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione per l’Agricoltura (Coordinamento nazionale AKIS), istituito con DM n. 326370 del 19 luglio 2024 e successivamente modificato con decreto n. 0585248 del 6 novembre 2024, articolato in Coordinamenti Regionali/di Provincia Autonoma AKIS (CR-AKIS).

La durata del Piano si allinea con quella della programmazione europea dello sviluppo rurale (2023-2027) e della ricerca (2021-2027), ma i contenuti strategici potranno restare validi oltre tale durata, essendo lo stesso Piano inteso come un quadro dinamico dell’innovazione e della ricerca, coniugate rispetto agli indirizzi prioritari delle politiche di sviluppo e promozione del settore agricolo, alimentare e forestale. Pertanto, esso può essere soggetto ad integrazioni e ad aggiornamenti relativi ai temi della conoscenza nonché agli indirizzi che le politiche europee e nazionali indicheranno negli anni a venire.

Il coordinamento e il monitoraggio delle attività promosse nell’ambito del Piano dai vari soggetti, ognuno per la propria competenza, (Ministeri Regioni, enti di Ricerca, servizi di consulenza ecc), è affidato ai Coordinamenti AKIS sopra citati.

Le attività realizzate nel quadro del presente Piano saranno oggetto di periodici stati di avanzamento ed iniziative a carattere informativo e di aggiornamento anche grazie al Portale Innovarurale, la cui creazione è stata prevista nella precedente versione del presente Piano, che continuerà a fornire anche un servizio informativo e di supporto più ampio rispetto al PEI AGRI, riportando il dibattito europeo sui temi dell’innovazione e della conoscenza con particolare attenzione alle sedi ufficiali (Sub group innovation della DG AGRI e gruppo SCAR AKIS della medesima DG), fornendo informazioni sullo stato di attuazione di tutte le azioni relative all’AKIS promosse dal PS PAC e mettendo a disposizione strumenti di supporto alle decisioni sulla base delle esigenze che emergeranno dai diversi stakeholder.





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