sabato 26 luglio 2025

Il paesaggio viticolo del futuro, resiliente, a tutela della biodiversità.

 


Giuliana Cattarossi&Giovanni Colugnati

Progetto “Perricone”

 

 

            L’evoluzione viticola degli ultimi decenni ha indotto una graduale trasformazione verso un paesaggio nel quale il vigneto ha una sua fisionomia sempre più precisa e ordinata, coinvolgendo i sistemi di allevamento della vite e quindi le sue forme: allo stesso modo, anche le nuove sistemazioni del suolo, che privilegiano l’accesso e la facilità per la transitabilità delle macchine, conferiscono al paesaggio un nuovo aspetto formato da linee più regolari e simmetriche.   


 

         È fuori dubbio che una moderna viticoltura debba rifarsi a modelli di gestione compatibili con obiettivi di qualità economicamente vantaggiosi, ma è altrettanto vero che essa deve anche rispettare le esigenze di conservazione della fisionomia del paesaggio; si devono quindi mettere in atto sistemi che garantiscano l’efficienza dell’impianto e la compatibilità economica della sua realizzazione e conduzione, ma deve essere nel contempo salvaguardata la conservazione del patrimonio suolo, del contesto storico-paesaggistico e la salvaguardia della biodiversità.

                Non di rado, infatti, una eccessiva alterazione della morfologia originaria degli orizzonti superficiali si accompagna a frequenti dissesti ambientali (erosione, smottamenti, perdita di biodiversità, riduzione della fertilità agronomica, ecc.), riconducibili sempre alla degradazione del suolo: “la nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa” era solito dire il presidente Roosevelt.

                Posto che il territorio, di cui il paesaggio ne è la componente essenziale, debba evolvere con le attività umane, si deve però sempre tenere presente l’irreversibilità delle azioni dell’uomo, la cui mancanza di lungimiranza può compromettere in modo permanente la bellezza del paesaggio: il continuo, irrefrenabile, illogico uso ed abuso del suolo ne è purtroppo triste testimonianza. A questo proposito preme anche ricordare che l’impegno di tutela e salvaguardia dei nostri paesaggi, non deve essere concentrata solo a poche realtà eccezionali da imbalsamare e vincolare, ma serve pensare ad un piano organico, credibile da un punto di vista ambientale e praticabile economicamente, per tutelare tutti i nostri territori, garantendone una evoluzione guidata e coerente con un moderno stile di vita: questo deve essere inteso anche nell’ampio senso di relazione tra paesaggio e qualità della vita quotidiana.

                Il modello futuro di sviluppo viticolo si deve inserire in questo insieme di elementi naturali e umani integrandosi in modo equilibrato con i vari aspetti del paesaggio e con le moderne necessità dell’attività viticola, senza diventare un elemento dominante o, peggio, dissonante. Una prima valutazione va fatta circa le dimensioni degli impianti che devono rispettare la tradizione storica locale: in molti areali fragili del Paese l’impianto di vigneti di dimensioni esagerate non sposa una continuità storico-culturale necessaria a garantire una identità paesaggistica. Inoltre, le ampie superfici spesso sono sinonimo di eccessiva omogeneità e monotonia dello sguardo, con una banalizzazione degli orizzonti culturali dell’enoturista: una viticoltura culturalmente e tecnicamente evoluta quale quella italiana, deve assumersi l’onere di prestare attenzione anche a questi aspetti indispensabili per creare movimento e scenografia (si pensi ai corridoi arborei e arbustivi, alle piante secolari ecc.).

                Ma la più impattante conseguenza prodotta dagli impianti non rispettosi dei rapporti con il paesaggio, è la riduzione della biodiversità vegetale, fattore strategico per gli equilibri complessivi del territorio: tanto più il paesaggio sarà privato dei suoi elementi tipici (specie arboree, arbustive e di conseguenza animali) e tanto più l’appiattimento prevarrà su una visuale più originale: in questa logica, la vocazionalità del sito è un altro elemento che va rispettato e l’attività viticola non deve usurpare spazi da sempre dedicati ad altre specie e soprattutto dove l’interazione vite-ambiente non è completamente espressa.

                Ne consegue che la scelta di sistemi colturali ecocompatibili (integrati, biologici, biodinamici, ecc.) implica il mantenimento di una flora equilibrata che può agevolare e rendere flessibile il controllo. In questa logica la coesistenza del vigneto e di ambienti naturaliformi comporta un vantaggio ecologico di grande interesse, economico e paesaggistico: il vigneto moderno assume in quest’ottica un ruolo chiave di isola ecologica, alla luce della sua naturalità, di vero e proprio conservatoire di specie ad elevata biodiversità sito-specifica, oltre che elemento a spiccato valore paesaggistico.

                Inoltre, una composizione arborea e animale più complessa e diversificata, la salvaguardia delle linee e delle forme costruite nel passato accresceranno il potere di attrazione del paesaggio con riflessi positivi sulla valutazione dell’intero territorio e degli stati emozionali che esso trasmette. Ricchezza in contrapposizione a povertà di immagini, è un nuovo percorso che deve essere affrontato attraverso un programma comune per un progetto collettivo di salvaguardia del paesaggio e della sua biodiversità, alla base del concetto di resilienza, definita come “la capacità di un sistema sia esso un individuo, una foresta, una città o un’economia di affrontare il cambiamento e continuare nel proprio sviluppo. E’ qualcosa che riguarda il modo in cui gli uomini e la natura possono utilizzare gli shock, come per esempio i cambiamenti climatici e le crisi economiche, per spronare al rinnovamento e a nuovi modi di pensare”.

 

giovedì 24 luglio 2025

Canapa, settimo webinar 25 luglio

 


L’iniziativa è promossa dal Gruppo Operativo PEI COLTIVA, nell’ambito della misura 16.1 -

 https://canapainnovationhub.eu/

La canapa è una pianta antica, ma con uno sguardo tutto rivolto al domani. Se ne parla sempre di più, ma quanto ne sappiamo davvero?

Questo ciclo di seminari nasce per chiarire e offrire strumenti pratici a chi vuole conoscere e lavorare con la canapa in modo consapevole e professionale. Parleremo di coltivazione e varietà, di proprietà farmacologiche, di monitoraggio con tecnologie avanzate, di aspetti legali, di mercati e di opportunità del settore.


 venerdì 25 luglio (h 15.30 - 17.00) 

si terrà seminario in webinar 

 
 Salute delle piante: difendere la canapa da patogeni e insetti. Principali malattie e parassiti della canapa, strategie di difesa integrata e biologica



Dal 6 giugno, ogni venerdì dalle 15.30 alle 17.00, su Zoom* , si terrà un incontro per affrontare i molteplici aspetti relativi alla canapa. 

▪️Gli incontri intendono offrire strumenti pratici a chi vuole conoscere meglio il settore o lavorare con la canapa in modo consapevole e professionale.
▪️Ogni incontro tratta un tema specifico grazie al coinvolgimento di esperti del settore e prevede un momento partecipativo in cui sarà avviato un confronto diretto tra i partecipanti.
 I temi trattati riguardano: coltivazione e varietà, proprietà farmacologiche, tecniche di monitoraggio,  aspetti normativi, mercati e di opportunità del settore.


 
L'Assessorato nell'ambito delle attività della Rete Regionale sistema della conoscenza e innovazione in Agricoltura ha istituito nel 2021 un gruppo di lavoro  
https://chat.whatsapp.com/EwbohW5DbJJ5UYi7uleR2f   

martedì 22 luglio 2025

La Tavola del Gattopardo "Ambasciatrice dell'Identità Territoriale"

 

Il Festival del Gattopardo si terrà a Santa Margherita di Belìce dall’1 al 3 agosto 2025, e sarà un’occasione speciale per celebrare la cultura, la storia e le tradizioni di questo meraviglioso territorio. Oltre alla serata dedicata al Premio Letterario Internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa”, ci saranno tanti momenti di grande valore culturale, che rafforzeranno il legame tra identità, cultura e territorio.

 




Uno di questi  sarà la consegna del prestigioso riconoscimento alla “Tavola del Gattopardo”, che sarà premiata come “Ambasciatrice dell’Identità Territoriale”. Questo riconoscimento, assegnato nell’ambito del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co., celebra la bellezza storica, culturale e paesaggistica di Santa Margherita di Belìce, oltre al suo ricco patrimonio enogastronomico.



Il sindaco Gaspare Viola sottolinea come “il cibo rappresenti identità e responsabilità, un nuovo modo di pensare alla sostenibilità e alla valorizzazione dei territori”. La Sicilia, infatti, è stata scelta come “Regione Europea della Gastronomia 2025”, un titolo internazionale assegnato dall’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism, e Santa Margherita di Belìce ha contribuito a questa conquista con il suo percorso di candidatura, iniziato già nella scorsa edizione del Premio dedicato a Tomasi di Lampedusa.

 

L’Assessore al Turismo, Deborah Ciaccio, esprime grande entusiasmo: “Siamo molto orgogliosi di questo risultato, che vogliamo condividere con tutta la città e con i tanti visitatori che verranno a scoprire il nostro territorio. Durante la prossima edizione del Premio Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ci sarà anche un’audizione pubblica dedicata a questo riconoscimento”.

 

 

Debhora Ciaccio

    La   Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co. presieduta da Nino Sutera ha motivato così il riconoscimento: 

"Il Comune belicino si distingue per la sua ricca eredità storica, la capacità di valorizzare la propria identità attraverso eventi culturali a tradizione identitaria.
    Tra i suoi punti di forza spicca il celebre Palazzo Filangeri di Cutò, residenza estiva di Tomasi di Lampedusa. Ma non solo: Santa Margherita Belice è anche sinonimo di un immenso giacimento di elaioenogastronomia autentica ed identitaria, mirabilmente descritta nel romanzo "Il Gattopardo". E' tra i suoi prodotti identitari spiccano di certo "le siringate", quei gustosi dolcetti che piacevano tanto alla principessa Filangeri, che a Santa Margherita di Belice era trattata da tutti come una regina"

  Un evento per celebrare l’identità territoriale

 


La filosofia deI Borghi  GeniusLoci De.Co.

Come spiega Nino Sutera  il percorso “Borghi GeniusLoci De.Co.” nasce dalla necessità di salvaguardare il “locale” di fronte al fenomeno della globalizzazione, che tende a omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l’essenza stessa di un territorio, comprendendo le immagini, i colori, i sapori e i profumi che caratterizzano i paesaggi locali.

Il progetto punta a incrementare il turismo enogastronomico valorizzando la tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali. Non si tratta semplicemente di soddisfare l’appetito, ma di “raccontare” attraverso il cibo la cultura, i valori e le tradizioni di un territorio.

La Denominazione Comunale come strumento di valorizzazione

La Denominazione Comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” rappresenta un atto politico strategico che presuppone una conoscenza approfondita del passato, un’analisi del presente e una progettualità orientata al futuro. L’obiettivo è quello di sviluppare un turismo enogastronomico consapevole che possa costituire una vera opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specialmente per le piccole comunità rurali.

Il Comune di Santa Margherita ha già formalmente adottato questo percorso attraverso una delibera di giunta, dimostrando l’impegno dell’amministrazione locale nella valorizzazione dell’identità territoriale.

Un modello innovativo in 12 passaggi

Il format GeniusLoci De.Co., ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, si articola in un percorso culturale composto da 12 steps, di cui l’audizione pubblica rappresenta uno dei momenti fondamentali. Il modello si basa su cinque elementi essenziali: Territorio, Tradizioni, Tipicità, Tracciabilità e Trasparenza.

Come sottolineava il compianto Luigi Veronelli, grande enologo e gastronomo, il genius loci rappresenta “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva”. Un concetto che si traduce nella pratica: “il Genius Loci si visita nel territorio e si assapora nel piatto”.

Verso un turismo del gusto consapevole

L’iniziativa si rivolge ai cosiddetti “viaggiatori del gusto”, turisti intelligenti e colti che ricercano non solo la qualità gastronomica, ma anche il profondo legame tra cibo e territorio. La bellezza del paesaggio, gli insediamenti storici e la ricchezza naturale, offrono elementi attrattivi unici, capaci di affascinare chi è alla ricerca di esperienze autentiche.

Il progetto “Borghi GeniusLoci De.Co.” rappresenta così una strategia culturale innovativa per la difesa delle peculiarità territoriali, dove l’unicità dell’identità locale diventa l’arma vincente contro l’omologazione globale. Un percorso che non solo preserva le tradizioni, ma le trasforma in opportunità concrete di sviluppo economico e culturale per il territorio.                         

Dopo questi momenti di alto spessore culinario e di vera arte pasticcera, in uno spazio dedicato, una brigata di professionisti del comparto pasticceria artigianale tutti appartenenti all’Umat, realizzeranno una maestosa cassata siciliana di circa 200 kg che verrà servita gratuitamente alle persone presenti, oltre a tale preparazione dolciaria, verranno serviti anche dei mini trionfi di gola preparati dalle Lady Chef Pastry e dalle pasticcerie del territorio di Santa Margherita di Belice, coinvolti altresì come attori esperti dell’antica arte pasticcera. In abbinamento alle preparazioni dolciarie verranno serviti dei vini tipici del territorio Belicino.





 

Agroecology, Social Movements and Local Food Policies” - Agroecologia, Movimenti Sociali E Politiche Alimentari Locali

 

 

“Agroecology, Social Movements and Local Food Policies”
promosso dall’Università del Molise (Italia), dalla Universidad di San Martín (Argentina) e dal Consorzio Inter Universitario Italiano per l’Argentina (CUIA).

In modalità ibrida dal 19 settembre al 21 novembre 2025 
Accessibilità culturale: principi e pratiche

Il corso affronta tematiche cruciali come food democracy, agroecologia e politiche alimentari locali, fondamentali per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. L’obiettivo è fornire strumenti teorici e pratici per una transizione sostenibile ed equa dei sistemi alimentari, con particolare attenzione ai contesti urbani e rurali, attraverso l’analisi di casi studio e best practice.

Destinatari
preferibilmente studenti post-laurea, docenti universitari e professionisti interessati alle tematiche agro ecologiche e allo sviluppo e informazione delle politiche alimentari.

Modalità e durata
Il corso si svolgerà in modalità ibrida (online e in presenza), con inizio il 19 settembre 2025, per un totale di 36 ore, dopo il quale, a seguito della valutazione, sarà possibile conseguire un attestato con valore internazionale e crediti formativi.

Numero massimo partecipanti: 50 (50% italiani e 50% argentini).

Scadenza preiscrizione  3 settembre 2025

Iscrizione 

Per iscriversi è necessario inviare:

-CV (formato europass)
-documento d’identità
-lettera motivazionale
-Lettera di referenze (opzionale e valutabile) 



 

 


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MOVING ITALIANNESS - PNRR TNE23-00080

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 4 – Componente 1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi all’istruzione: dagli asili nido all’università” – Investimento 3.4 “Didattica e competenze universitarie avanzate”.
(TNE – Advanced skills)

University of Molise (Italy)


lunedì 21 luglio 2025

L'UE e le nuove tecniche genomiche: cosa rischiano i piccoli agricoltori (e tutti noi)


Perché le cosiddette Nuove Teniche Genomiche (NGT) di cui sta discutendo l'UE sarebbero un regalo alle multinazionali delle OGM, oltre che un colpo fatale per i piccoli agricoltori e la conservazione della biodiversità


di Angela Fais per l'AntiDiplomatico


Dopo un primo appuntamento tenutosi il 6 maggio scorso a Strasburgo, il 30 giugno si sarebbe dovuto riunire nuovamente il Trilogo europeo per trovare un punto di accordo sulle Nuove Teniche Genomiche (NGT) ma il negoziato è stato rimandato a data da destinarsi. I colossi del settore agroalimentare spingono per una deregolamentazione rispetto alle normative attuali sugli OGM previste dalla 2001/18/CE e recepite dall’Italia con una serie di Decreti Legislativi successivi che stabiliscono procedure chiare e trasparenti introducendo la possibilità di vietare gli OGM sulla scorta di preoccupazioni legate alla salute pubblica, alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della biodiversità. Ispirandosi fermamente al principio di precauzione tali normative hanno garantito così ai consumatori di fare scelte consapevoli grazie all’obbligo di etichettatura e tracciabilità, consentendo una valutazione del rischio. 



Francesco Paniè, responsabile della campagna OGM di Crocevia, associazione che dal 1958 si batte per i diritti, l'agroecologia e la Sovranità Alimentare in tutto il mondo, ci spiega che le multinazionali da tempo perseguono il progetto di smantellamento di questo impianto legislativo che de iure e de facto attualmente sta tutelando consumatori e cittadini. Purtroppo tra i Paesi membri dell’Unione l’Italia è uno di quelli che oggi spinge di più per la deregolamentazione dei nuovi OGM. Le NTG ossia gli organismi dalle modificazioni genomiche più all’avanguardia che in Italia per confondere e ammaliare maggiormente i consumatori sono state ribattezzate TEA, acronimo di Tecniche di Evoluzione Assistita, rappresentano l’ultima frontiera degli OGM. Mentre nei vecchi OGM infatti si inseriva un gene esogeno sulla pianta ospite, nelle TEA si introducono delle sequenze genomiche provenienti da individui della stessa specie; sempre più spesso queste sequenze sono lavorate dalla intelligenza artificiale. Ma anche i TEA, prosegue Francesco Paniè, sono delle forme di manipolazione genetica. La vulgata corrente spaccia le TEA come le colture ideali per fronteggiare il cambiamento climatico in quanto esse sarebbero più resistenti agli stress ambientali. Si dice che queste tecniche consentano di ottenere piante più produttive e “resilienti” peccato però che sino a oggi questo obiettivo gli OGM l’abbiano fallito clamorosamente. Va infatti detto che alle sequenze di genoma modificato manca il fattore decisivo, quella conditio che ha sempre permesso la prosecuzione della vita sulla terra ossia la capacità di adattarsi all’ambiente. Soprattutto se queste sequenze sono create con l’intelligenza artificiale esse risultano prive di una base biologica sperimentata e quindi senza alcuna garanzia di riuscita, per cui dopo massimo un paio di anni di produttività si rivelano inefficaci ed improduttive, rendendo necessario l’acquisto di brevetti aggiornati facendo così moltiplicare le spese per l’agricoltore. Queste sementi OGM, NGT o TEA che dir si voglia, inoltre richiedono l’uso di pesticidi e diserbanti ad hoc che è la stessa multinazionale a fornire all’interno del costoso pacchetto. Si pensi che il costo dei prodotti che ruotano attorno alle sementi OGM costituisce il 40-48% delle spese stagionali cui un agricoltore deve far fronte.

Ricordiamo a tal proposito la spirale di morte che in India nell’arco di una ventina d’ anni ha portato al suicidio ben 400mila agricoltori strozzati dai debiti, dai costi crescenti derivanti dalla agricoltura OGM e dai suoi colossali insuccessi. Oggi il sistema dei brevetti recide quel profondo e viscerale legame che porta gli agricoltori sin dal Neolitico a scambiarsi sia le sementi che le conoscenze e che ha sempre costruito il rapporto dell’uomo con la terra. Si trasforma tutto in lucro e ci si avvia a ricalcare in tutto e per tutto il modello degli Stati Uniti dove la varietà delle colture è ridotta, standardizzata ed omologata e dove, ricordiamolo, il costo delle sementi OGM negli ultimi 20 anni ha subito degli aumenti del 450% contro il 160% dei semi tradizionali. Se si introdurrà il regime del brevetto le multinazionali acquisiranno l’editing genomico sulle piante per ottenere la proprietà esclusiva di varietà vegetali ogm che saranno rivendute agli agricoltori di anno in anno. Questa deregolamentazione tanto agognata dalle multinazionali tratteggia un inquietante futuro in cui il DNA degli organismi viventi può essere trasformato in proprietà privata.

Sullo sfondo il rischio enorme e concreto che tutte le coltivazioni possano essere potenzialmente ibridate dagli OGM di nuova e vecchia generazione. In grave pericolo anche le colture distintive e di pregio del nostro Paese dal momento che non si sarà più in grado di garantire una filiera pulita e senza ibridazioni. A tal proposito l’Ass. Crocevia invita i Comuni e le Regioni preoccupati che gli OGM/TEA possano essere introdotti nel proprio territorio  entrando nelle filiere e nelle mense scolastiche, negli ospedali e nelle case,  a contrastare le sperimentazioni in campo aperto tramite la delibera presente sul sito e scaricabile gratuitamente.
Si palesa dunque l’abnorme danno economico per l’agricoltura che potrebbe assistere al tracollo dell’intero comparto del biologico, ma anche quale atroce minaccia costituiscano gli OGM per la conservazione della biodiversità, messa a repentaglio da queste sperimentazioni che non consentirebbero più di preservarla. Se pensiamo che solo in Sicilia all’inizio del ‘900 esistevano 250 tipi di grani antichi oggi ridotti ad appena 52, ci rendiamo conto che con gli OGM questa tendenza subirà un enorme incremento. 

Relativamente al problema della contaminazione delle colture c’è anche un risvolto legale particolarmente drammatico per i piccoli agricoltori. Col vento infatti il polline migrerà, rischiando di trasferire sequenze genetiche brevettate che potranno esprimersi nei campi adiacenti di proprietà di agricoltori che non hanno acquistato i brevetti ma che rischiano di vedersi citati in giudizio per l’ appropriazione indebita delle varietà brevettate. E’ già successo centinaia e centinaia di volte negli USA dove questi dibattimenti molto spesso si sono conclusi con degli accordi extragiudiziali in cui gli agricoltori accettano di dover acquistare e coltivare le sementi brevettate per gli anni a venire; trovandosi così costretti a pagare delle royalties alle multinazionali detentrici dei brevetti delle sequenze. Sulla scorta di quanto detto emergono chiaramente i vantaggi commerciali per le multinazionali. A oggi queste controllano oltre il 60% del mercato globale delle sementi e il 51% dei pesticidi ma grazie ai brevetti sulle NGT questa quota vedrebbe un ulteriore, cospicuo accrescimento. Quindi se la richiesta di deregolamentazione è motivata ufficialmente dalla necessità di aggiornare le norme per rendere l’agricoltura più sostenibile e resiliente, in realtà sorge più di un dubbio se il vero obiettivo non sia invece privare gli Stati della sovranità ambientale e alimentare per trarre profitti infiniti, puntando a un regime basato sui brevetti industriali ai quali poter accedere solo dietro l’esborso di denaro. All’ oligopolio però va contrapposta una idea di sovranità alimentare che esuli dai  brevetti e si fondi sulla resistenza e sulla lotta per non farsi portar via le chiavi dei propri territori, per custodirli, per conservare e mantenere i veri “codici”: i semi, le talee, le varietà autoctone e quelle che, a differenza degli ogm, sono state in grado di adattarsi nel corso del tempo nel territorio legandosi indissolubilmente alla storia del popolo che lo abita e che grazie alla ricchezza della biodiversità ha avuto e potrà avere sempre qualcosa da mangiare.

 

venerdì 18 luglio 2025

Il Progetto SIC.A.RI.B.: un nuovo paradigma per un’agricoltura sostenibile e di valore

 


Il progetto SIC.A.RI.B., acronimo di Sicilia Agroecologica Rigenerativa Biologica, rappresenta e vuole stimolare una significativa innovazione nel panorama agricolo siciliano. Finanziato nell'ambito del PSR Sicilia 2014/2022 e volto al termine a giungo, il progetto si proponeva di introdurre e adattare nel contesto siciliano, modelli agroecologici di pratiche agricole biologiche rigenerative, già sperimentati con successo in altri ambiti nazionali.

Nel contesto agricolo siciliano oltre il 60% dei terreni agricoli manifesta segni di perdita di fertilità organica, con una diminuzione annua di carbonio organico stimata a 0,5 t/ha. Questo fenomeno, causato da pratiche agricole intensive e cambiamenti climatici, minaccia seriamente la sostenibilità produttiva dell’isola. Parallelamente, si osserva una riduzione allarmante della biodiversità, sia a livello del suolo che del complessivo agroecosistema, dove si assiste alla scomparsa di specie spontanee funzionali compromettendone la resilienza. Un contesto come questo richiede approcci profondamente innovativi, ispirati alla rigenerazione dei suoli e del sistema agrario, come quelli proposti da SIC.A.RI.B. Si tratta, infatti, di uno dei numerosi approcci che si sono confrontati lo scorso giugno ad Agrigento, in occasione del primo Congresso di Agroecologia del Mediterraneo.

Il partenariato vede coinvolte la Damiano Società Agricola (Capofila), la Dara Guccione Biofarm, I Locandieri Soc. Coop., Balsi Azienda Agricola Bio e Azienda Agricola Cusenza. Tali aziende sono rappresentative delle produzioni regionali, sia cerealicole che frutticole (mandorleti), ed adottano metodi di coltivazione biologica. A queste si aggiungono partner scientifici come l’ente di ricerca FIRAB e due società di consulenza: l’innovation broker, Società Cooperativa Speha Fresia, e la Società Benefit Arca Srl. Tale rete multidisciplinare è stata messa a punto al fine di garantire un approccio integrato e utile allo sviluppo e applicazione delle innovazioni proposte.

L’obiettivo generale perseguito dal progetto SIC.A.RI.B. è ambizioso e raggiungibile: promuovere pratiche agricole agroecologiche, biologiche e rigenerative, capaci di aumentare la biodiversità e migliorare la qualità del suolo, garantendo la performance produttiva.

Le azioni del progetto hanno riguardato l’introduzione di tecniche innovative come l’intercropping nei seminativi e le cover crops nei mandorleti, confrontate con pratiche tradizionali per valutarne l’efficacia.

I risultati ottenuti nelle due annate progettuali hanno evidenziato una maggiore resilienza nei sistemi produttivi monitorati. In particolare le pratiche agroecologiche introdotte hanno consentito nei sistemi a seminativo un efficace controllo della flora spontanea e un incremento della produzione nella coltura consociata rispetto alla coltura pura di cece, mentre nelle colture arboree hanno consentito di diminuire la compattazione e l’erosione superficiale del suolo, incrementando la biomassa e i nutrienti disponibili.

Un’ampia gamma di materiale divulgativo è stata prodotta dal partenariato, tra cui: pubblicazione finale, pubblicazioni tecnico-scientifiche, layman report, post sui social media, newsletter di aggiornamento, roll-up di progetto, video riepilogativo di progetto con le testimonianze degli imprenditori e di tutti i partner, pubbliredazionale su “Il Sole 24 Ore georeferenziato”, articoli all’interno del blog di Arca Srl Benefit e un sito web dedicato[1]. Inoltre, sono stati organizzati eventi divulgativi, come open days e convegni, che hanno facilitato la condivisione delle conoscenze e dei risultati. Tali eventi hanno promosso il confronto tra operatori e portatori di interesse in modalità che richiamano i living lab, e, non ultimo, hanno permesso di valutare l’efficacia degli ecoschemi della PAC, applicati in modo pratico nelle aziende pilota.

SIC.A.RI.B. si distingue come un esempio virtuoso di come innovazione e sostenibilità possano confluire in un approccio agricolo moderno e responsabile. Grazie al supporto del PSR Sicilia e alla collaborazione tra i partner, il progetto non solo affronta le sfide climatiche e produttive attuali, ma pone anche solide basi per un’agricoltura di valore, capace di guardare al futuro con fiducia e determinazione.

Consociazione cece e frumento tenero in fase di sviluppo ad inizio primavera e in prossimità della raccolta

 nei campi dimostrativi ad Alia (PA), presso la Dara Guccione Biofarm.

 

Momento d’incontro e partecipazione in occasione dell’evento in campo del 4 luglio 2024, presso I Locandieri -

 Soc. Coop. Soc. a Castelvetrano (TP).

 

Evento in campo del 7 maggio 2025 presso Dara Guccione Biofarm ad Alia (PA), partner di progetto.

Incontro di animazione e costituzione del Living Lab del 6 maggio 2025 presso I Locandieri 

- Soc. Coop. Soc. a Castelvetrano (TP), partner di progetto.

A firma di:

  • dr. Luca Colombo
  • dr.ssa Francesca De Donatis
  • dr.ssa Federica Consentino

 



[1] Link al sito web dedicato:

https://www.sicarib.it/

 

giovedì 17 luglio 2025

L’Italia (insieme a Ungheria & Co.) chiede di poter usare i pesticidi vietati

  

Periodicamente si assistono ad attacchi più o meno strumentali all’UE verde, da   parte degli agroindustriali e   i neofiti, che hanno   interessi convergenti,     economici e   ignoranza in primis

 L'esempio più recente?

reintrodurre la procedura per “usi essenziali” dei pesticidi vietati.   

  


 

L’Italia si è accodata a Repubblica ceca, Ungheria, Lituania, Polonia, Portogallo e Romania, nel chiedere alla Commissione europea di reintrodurre la procedura per “usi essenziali” dei pesticidi, che permette ai Paesi dove non esistono alternative, di commercializzare e utilizzare per un periodo transitorio le sostanze messe al bando.
I ministri dell’agricoltura di questi paesi, riuniti nei giorni scorsi in Consiglio europeo, sottolineano come, negli ultimi anni, molte sostanze chimiche tradizionali, che hanno dimostrato un’elevata efficacia, siano state eliminate (in particolare insetticidi, acaricidi e disseccanti). Per “il bene dell’agricoltura” i ministri chiedono un periodo di transizione più lungo rispetto alle scadenze, previste dal regolamento Ue n. 1107/2009, per il ritiro dei prodotti fitosanitari contenenti tali sostanze.
“Considerata l’attuale situazione difficile nel settore agricolo e la necessità di garantire livelli adeguati di produzione, gli Stati membri firmatari invitano la Commissione europea a prendere in considerazione nuove evidenze scientifiche e misure di mitigazione del rischio, al fine di evitare la cessazione dell’uso di alcune sostanze attive insostituibili — ad esempio, limitandone l’approvazione a un uso rigoroso e controllato” scrivono i ministri in una nota congiunta.
Si esorta la Commissione a promuovere un’applicazione più ampia dell’articolo 4 del regolamento n. 1107/2009, che consente l’approvazione temporanea di una sostanza in assenza di alternative disponibili nell’UE.

Passo indietro della nostra agricoltura, Francia e Germania non hanno firmato

“Ci troviamo decisamente di fronte ad un passo indietro della nostra agricoltura, che pone l’Italia alla periferia dell’Europa – commenta al Salvagente Roberto Pinton, esperto di diritto alimentare e di agricoltura biologica – Ci siamo aggregati a paesi di destra, caratterizzati da un’agricoltura arretrata, nemici da sempre delle politiche ambientali, dove esistono relazioni clientelari tra l’agricoltura e la politica. Non a caso, paesi come Francia, Spagna e Germania, dove l’agricoltura è molto forte, non hanno firmato questo documento. Addirittura si è vergognata di firmarlo la Francia, dove il forte sindacato di agricoltori Fnsea impone la propria linea al governo, tant’è che la settimana scorsa ha fatto approvare la legge presentata dal deputato di estrema destra Laurent Duplomb che autorizza nuovamente l’uso di pesticidi vietati dal 2018, come l’acetamiprid, un insetticida neonicotinoide dannoso per le api. E non lo ha firmato la Germania: se da un lato è il paese della bayer, dall’altro presenta una forte sensibilità ambientale diffusa tra i cittadini. L’Italia, invece, si è fatta guidare dalle Federazioni agricole, che sostengono di difendere i nostri agricoltori, ma in realtà fanno gli interessi dei grandi produttori di pesticidi. Purtroppo – aggiunge Pinton – oggi l’agricoltore è sempre meno il custode della terra e dell’ambiente e sempre più il terminale dell’industria agrochimica. Percepisce ogni normativa che cerchi di ridurre l’impatto ambientale della produzione agricola come un attacco diretto alla sua sopravvivenza, come dimostra la mobilitazione per smantellare il Green Deal che voleva ridurre del 50% i pesticidi più pericolosi e gli antibiotici negli allevamenti”.

Che possibilità ci sono che passi la linea proposta da questo documento?

“Quando ci sono solo 5-6 paesi che firmano un documento si tratta sostanzialmente di un segnale politico, da mostrare ai propri elettori – spiega Pinton – Se si vuole conseguire davvero un obiettivo si avvia un’iniziativa diplomatica per coagulare il consenso dei paesi maggiori. Di conseguenza la proposta non dovrebbe passare ma rappresenta, in ogni caso, un segnale preoccupante della disattenzione di alcuni paesi verso gli interessi dei cittadini. Credo che anche la Spagna e i paesi scandinavi saranno contrari a questa linea. Vedremo come va a finire, ma ricordiamo che scegliere per la propria agricoltura un futuro non sostenibile dal punto di vista ambientale rischia di essere un boomerang che si ritorce contro”

mercoledì 16 luglio 2025

GRAN GALA’ DEL GELATO - edizione 2025

 



Torna a Brolo il Gran Galà del Gelato –26 e 27 luglio la 22^ edizione con il concerto di Mario Incudine

Il Gran Galà del Gelato di Brolo giunge quest’anno alla sua 22esima edizione, confermandosi come uno degli appuntamenti più attesi e apprezzati nel panorama degli eventi regionali.


L’evento si svolgerà il 26 e 27 luglio lungo il Corso Vittorio Emanuele, che si trasformerà in una grande vetrina del gusto e delle eccellenze artigianali.

Protagonisti saranno sei maestri pasticcieri di Brolo, pronti a stupire i visitatori con creazioni uniche e decine di gusti di gelato, dai classici intramontabili alle nuove proposte frutto di ricerca, tecnica e passione.

Quest’anno il Galà sarà arricchito dal concerto di Mario Incudine, cantante, attore teatrale e polistrumentista, esponente di rilievo della musica popolare siciliana che con il suo spettacolo regalerà emozioni alla serata nel segno della tradizione.

L’iniziativa è patrocinata e finanziata dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura con proprio decreto, a conferma dell’importanza che la manifestazione riveste nella valorizzazione delle produzioni artigianali e nella promozione del territorio.

Il Sindaco Giuseppe Laccoto sottolinea l’importanza di un evento che «da oltre vent’anni contribuisce a promuovere Brolo e il suo prodotto di eccellenza, il gelato artigianale, grazie alla maestria dei nostri pasticcieri e al lavoro di squadra di tutta la comunità». Anche quest’anno un ruolo decisivo i tanti volontari e collaboratori coinvolti nell’organizzazione che garantiranno un prezioso supporto logistico.

Il Vicesindaco Carmelo Ziino evidenzia come «il gelato sia un elemento identitario di Brolo e rappresenti un volano per la crescita economica, turistica e culturale del nostro paese».

Il Gran Galà del Gelato vi aspetta il 26 e 27 luglio a Brolo per due serate di gusto, musica ed emozioni da condividere.

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