martedì 29 aprile 2025

GAL Terre di Aci

 

Soluzioni innovative per cambio climatico e food security: ad Acireale proposte applicate di IA per l’indotto delle Aci

Anna Privitera: “grazie al GAL Terre di Aci, possibili progetti e connessioni con aziende tecnologiche per i nostri territori”

Acireale – Si è svolto nel tardo pomeriggio del 28 aprile, nei locali dell’Ufficio IAT di Acireale, il convegno intitolato da “Soluzioni innovative sugli effetti del cambio climatico e per la food security mondiale”, promosso dalla Pro Loco Acireale e dal GAL Terre di Aci. L’iniziativa puntava a riflettere sull’importanza di saper prevenire e intervenire per adattare sempre al meglio i territori ai cambiamenti climatici, alla presenza di istituzioni ed esperti nel settore dell'innovazione.




Introdotto dai saluti istituzionali del Presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e moderato dal giornalista Giovanni Iozzia, l’incontro era inserito nel ricco programma del Mese dell’ambiente cui l’amministrazione di Acireale ha dedicato le settimane di Aprile. Tra i temi affrontati, la centralità dell’intelligenza artificiale applicabile all’agricoltura a proposito della quale, proprio in queste settimane, il GAL Terre di Aci offre la possibilità fino a 50 aziende agricole di ottenere gratuitamente strumentazioni di IA per l’efficientamento idrico.

Riflessioni sono state altresì esposte in merito a potenziali strategie per la sovranità alimentare e le soluzioni energetiche integrate, con l’obiettivo di affrontare con strumenti concreti e visione sistemica la crisi climatica in atto, purtroppo non solo più una minaccia futura, ma già gravemente tangibile nel suo impatto sull’approvvigionamento alimentare e l’equilibrio ambientale.

“Il cambiamento climatico è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti e affrontarlo richiede un cambio di paradigma guidato dall’innovazione – ha affermato l’ingegnere Alessio Bucaioni, CEO di Wes Trade, azienda maltese con sede anche a Catania. – Ma uno degli strumenti più promettenti per trasformare il settore agricolo oggi è l’intelligenza artificiale, capace di analizzare dati e prendere decisioni in tempo reale in base a input ambientali e agronomici: può essere applicata tanto alla creazione di droni in grado di catturare anidride carbonica, come alla pulizia delle acque mediante robot intelligenti”. Bucaioni ha presentato sistemi avanzati per il rimboschimento assistito in cui l’intelligenza artificiale elabora mappe per identificare le aree più adatte alla piantumazione, favorendo interventi mirati e sostenibili, come del resto può fare la blockchain, “catena di blocchi” capace di garantire trasparenza e tracciabilità nelle catene di fornitura alimentari.

La direttrice del GAL Terre di Aci, Anna Privitera, ha evidenziato quindi l’impegno del GAL per agevolare l’accesso alla facilitazione digitale gratuita tramite una campagna in pieno svolgimento, così come importanza della collaborazione tra il GAL e aziende tecnologicamente innovative. “La nuova programmazione del GAL che potremo definire già dopo l’Estate punterà a focalizzarsi, soprattutto dopo gli incendi che hanno colpito diverse aree del territorio, con l’obiettivo di implementare strategie di sviluppo locale che tengano conto delle nuove sfide ambientali, promuovendo un’agricoltura resiliente e sostenibile - ha affermato Privitera. - La nuova strategia ha infatti un obiettivo specifico interamente dedicato alla transizione ecologia e al ripristino degli ecosistemi, con interventi volti al recupero di habitat, rimboschimento, recupero dei terrazzamenti e muretti a secco, vasche, laghetti e punti di osservazione. Ma anche il ripristino di sentieri e tratti identitari naturali.

La promozione di agricoltura 4.0 sarà un must delle prossime progettazioni, legate all’attenzione alla digitalizzazione e alle comunità educanti. Il nostro impegno – ha proseguito - è pertanto quello di continuerà questo processo di innovazione sociale procedendo attraverso il coinvolgimento della cittadinanza tramite l’impostazione di smart village e smart communities. Il GAL proseguirà inoltre ad organizzere eventi enogastronomici mirati a valorizzare i prodotti tipici locali, come il limone dell'Etna IGP e il Cavolo trunzo di Aci. Queste iniziative non solo promuovono le eccellenze del territorio, ma mirano anche ad attrarre giornalisti e turisti, contribuendo alla riscoperta di un cibo autentico e sostenibile”.

“Il tema della Food Security è strettamente connesso a quello dell’Energy Security – ha fatto seguito alle dichiarazioni Alberto Mangione, direttore di Serra Archimede SRL. - Nell’agricoltura in ambiente protetto, come la coltivazione in serra, soprattutto in condizioni climatiche particolari, l’impiego di sistemi ad alta intensità energetica è essenziale per l’ottimizzazione dell'uso delle risorse, in primis quelle idriche - Serra Archimede propone un approccio innovativo: la creazione di isole agroenergetiche in cui l'approvvigionamento energetico è garantito h24, rendendo l'attività agricola indipendente dalle fluttuazioni delle politiche energetiche globali, che incidono sui costi e l'accesso delle risorse stesse. Abbiamo progettato una serra che integra sistemi fotovoltaici senza compromettere la qualità della luce necessaria per la crescita delle colture più esigenti in termini di irraggiamento solare. Questo è solo un punto di partenza, ma è un presupposto fondamentale per poter sviluppare un ambiente in grado di ospitare tutte le tecnologie utili a ridurre i rischi produttivi, legati proprio all'elevato fabbisogno energetico dell’agricoltura”.

"41°EDIZIONE DELLA SAGRA DELLE NESPOLE".


            Il prossimo fine settimana, 3 e 4 maggio sarà allestita nelle due piazze centrali di Calatabiano la 41° edizione della “Sagra della Nespola di Calatabiano”, un frutto pregiato che acquisito nel nostro territorio proprietà organolettiche specifiche tali da renderlo particolarmente dolce e polposo, unico nel suo genere. L’evento sarà inaugurato alle 17,30 di sabato con l’apertura degli stands espositivi nella piazza San Filippo, tenuti dai coltivatori locali delle nespole e da diversi artigiani che espongono anche dei prodotti derivati, quali “Il Nespolino”, un dolce liquore derivato dall’infusione dei noccioli delle nespole, o delle marmellate e creme, realizzate invece con la polpa del frutto. Durante le due giornate di festa saranno somministrati in assaggio e gratuitamente ai visitatori il Gelato e la Granita alla Nespola di Calatabiano. Quest’anno ci sarà una novità culinaria con la preparazione da parte degli Chef locali, di un “Risotto alla Nespola” anche questa prelibatezza sarà somministrata ai turisti e visitatori gratuitamente la domenica dopo mezzogiorno nella piazza centrale V. Emanuele. Novità assoluta sarà la collaborazione dei giovani della Consulta Giovanile Calatabianese che allestiranno uno stand che vorrà attirare anche i giovani del comprensorio attraverso l’offerta del “Nespoljito”, un mojito alla nespola con musica live.


 

Le due giornate saranno allietate con eventi artistici e musicali e con laboratori tecnici, spettacoli e canti popolari della tradizione siciliana, presentazione di un libro di uno scrittore locale, una estemporanea di pittura e la sfilata di carretti Siciliani. Un tripudio di tradizioni e di arte culinaria, per l’esaltazione dei prodotti agricoli locali. Il clou della manifestazione si svolgerà la sera di domunica, dopo le 19,00, allorquando i Maestri Pasticceri calatabianesi, dopo aver dimostrato, durante il pomeriggio, la preparazione della tradizionale torta con crema pasticcera alle nespole, in collaborazione con le associazioni dei produttori locali, ne distribuiranno un assaggio a tutti i visitatori. Ci corre l’obbligo evidenziare che QUESTA INIZIATIVA E’ STATA FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE ALL’AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA – DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA.

Per questo ringraziamo l’Assessore Regionale prof. Salvatore Barbagallo per l’attenzione dimostrata al nostro territorio.


COMUNICATO STAMPA a cura del Comune


Giosuè Catania è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio

 Eletto all’unanimità dal Consiglio nazionale

Il delegato della CCIAA Sud Est Sicilia entra nella governance della rete dei territori olivati italiani

Giosuè Catania, delegato della CCIAA Sud Est Sicilia, è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio, l’associazione nazionale che riunisce oltre 520 Enti e città a vocazione olivicola di tutta Italia. Ad eleggerlo all’unanimità su proposta del Presidente Michele Sonnessa è stato il Consiglio nazionale riunitosi lo scorso lunedì 28 aprile.
Con questo riconoscimento la Sicilia ottiene una rappresentanza forte che premia il lavoro prezioso realizzato dal coordinamento regionale sul territorio per dare slancio al settore olivicolo e promuovere l'oleoturismo attraverso la partecipazione a grandi eventi come la Camminata tra gli olivi e la Merenda nell’Oliveta.
“Congratulazioni a nome di tutta l’associazione a Giosuè Catania a cui accordiamo tutta la nostra fiducia convinti che darà un contributo fondamentale alla crescita della nostra associazione in questo nuovo ruolo di responsabilità – ha dichiarato il Presidente delle Città dell’Olio Michele Sonnessa – la Sicilia è una regione strategica per noi e proprio a partire dalle sinergie che si stanno creando su questo territorio e con la Regione, continueremo a lavorare per raccontare non solo gli oli EVO di qualità del nostro territorio ma anche le Comunità dell’Olio e cioè il paesaggio, le tradizioni e i mestieri legati a questo straordinario prodotto. L’olio non ha solo un valore economico ma culturale e sociale, per questo davanti a noi abbiamo sfide importanti: la lotta all’abbandono olivicolo e il recupero del paesaggio, l’educazione al consumo consapevole delle nuove generazioni attraverso programmi educativi per le scuole come “Olio in Cattedra”, progetti ambiziosi come la Carta degli Oli e il Club di prodotto e grandi eventi di promozione dell’oleoturismo come la Camminata tra gli Olivi e la Merenda nell’Oliveta. Costruendo sinergie forti, scambiando buone pratiche le nostre Città dell’Olio posso crescere insieme e diventare interlocutori credibili nell’attuazione di politiche a sostegno dell’olivicoltura”.
“Sono orgoglioso di questa nomina di cui sento la responsabilità e sono grato a tutta l’associazione nazionale e in particolar modo al Presidente Michele Sonnessa per la fiducia che intendo ricambiare con il lavoro che andremo a svolgere nell’esclusivo interesse dell’associazione. È un onore e, al tempo stesso, una grande sfida quella di rappresentare gli amministratori siciliani con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’olio e sostenere l’olivicoltura locale. Intorno ai nostri uliveti si possono costruire strategie di crescita da sviluppare su più fronti: produzione e ristorazione, turismo dell’olio e valorizzazione del paesaggio olivicolo. semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e Le Città dell’Olio sono ambasciatrici di un nuovo modo di interpretare l’olio come alimento nutraceutico e non come semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e risorsa fondamentale per l’ambiente” ha dichiarato il neoeletto Vicepresidente Giosuè Catania.

lunedì 28 aprile 2025

La rivoluzione verde di Ebioscart Plus: innovazione e sostenibilità nell’agricoltura siciliana

 


a cura di Carmelo Danzi, Innovation Broker

 

         L’agricoltura, tradizionalmente fulcro dell’economia siciliana, oggi è chiamata a rispondere a sfide globali sempre più urgenti: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, riduzione degli sprechi e utilizzo più efficiente delle risorse naturali. In questo contesto nasce Ebioscart Plus, evoluzione naturale del progetto Ebioscart, che aveva già gettato le basi per la valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dal ficodindia, una pianta simbolo della Sicilia. Ebioscart Plus amplia gli obiettivi iniziali, proponendosi di trasformare gli scarti agricoli, in particolare le bucce esauste di ficodindia, in due nuovi prodotti destinati al mercato: mangimi per ruminanti e compost di alta qualità. In questo modo, il progetto punta non solo a ridurre drasticamente i rifiuti agricoli, ma anche a dare piena attuazione ai principi dell’economia circolare, dove ogni scarto è una risorsa e nulla viene sprecato.



L’approccio adottato da Ebioscart Plus integra innovazione tecnologica, ricerca scientifica e collaborazione tra aziende, enti di ricerca e comunità locali. I risultati già ottenuti con il progetto precedente hanno dimostrato che è possibile gestire in modo più efficiente gli scarti agricoli, riducendo l’impatto ambientale e generando nuove opportunità economiche per i territori rurali. La missione è ambiziosa ma chiara: trasformare l’agricoltura siciliana in un modello di sostenibilità replicabile altrove, affrontando con pragmatismo le sfide ambientali ed economiche dei nostri tempi. Con Ebioscart Plus, la Sicilia si candida a diventare un laboratorio di innovazione agricola, un punto di riferimento internazionale per le pratiche di economia circolare applicate al settore agroalimentare. Carmelo Danzi, Innovation Broker del progetto, sottolinea: “Attraverso l’innovazione e il lavoro congiunto di tutti noi, possiamo costruire un futuro agricolo più sostenibile e responsabile. Con Ebioscart Plus vogliamo dimostrare che è possibile conciliare produttività, rispetto per l’ambiente e sviluppo economico locale, offrendo alla Sicilia e al mondo un modello virtuoso da seguire”. Il valore aggiunto di Ebioscart Plus risiede proprio nella capacità di coniugare ricerca, innovazione e impatto sociale. Non si tratta semplicemente di gestire meglio gli scarti agricoli, ma di creare una nuova cultura dell’agricoltura, incentrata sulla rigenerazione delle risorse e sulla resilienza delle comunità locali.

Il progetto si inserisce in un panorama internazionale in cui la sostenibilità è diventata un imperativo. L’obiettivo è quello di creare circuiti produttivi chiusi, dove le materie prime vengono utilizzate al massimo del loro potenziale, riducendo il consumo di nuove risorse naturali e abbattendo le emissioni inquinanti. Oltre alla produzione di mangimi e compost, Ebioscart Plus vuole promuovere la diffusione di tecnologie e pratiche agricole innovative, attraverso attività di formazione, sensibilizzazione e divulgazione rivolte sia agli operatori del settore che alle nuove generazioni. Il futuro dell’agricoltura passa anche dalla condivisione del sapere e dalla costruzione di reti collaborative capaci di moltiplicare i benefici a livello territoriale e globale. Grazie al coinvolgimento di enti pubblici, aziende private, università e centri di ricerca, il progetto punta a consolidare una filiera sostenibile capace di generare valore economico, ambientale e sociale. I risultati attesi non riguardano solo la produzione di nuovi prodotti commerciali, ma anche il miglioramento complessivo della qualità del suolo, la riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici e il supporto alla biodiversità. Con Ebioscart Plus, ogni scarto agricolo si trasforma in una risorsa preziosa, contribuendo a costruire un sistema agricolo più equo, resiliente e rispettoso dei cicli naturali. La Sicilia, grazie a questa iniziativa, si propone come modello virtuoso di innovazione agricola e ambientale, in grado di ispirare anche altre realtà territoriali in Italia e nel mondo. A conferma della rilevanza del progetto, Ebioscart Plus ha ottenuto un ampio riscontro mediatico in occasione della presentazione ufficiale presso il Senato della Repubblica ad Aprile 2025, evento reso possibile grazie all’impegno dell’Onorevole Salvo Pogliese. Successivamente, il progetto sarà anche portato all’attenzione del Parlamento Europeo a Maggio 2025, consolidando così il suo riconoscimento a livello internazionale come modello di innovazione e sostenibilità applicato al settore agricolo. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e le crisi alimentari minacciano la sicurezza globale, progetti come Ebioscart Plus dimostrano che la risposta può venire dall’innovazione responsabile e dalla valorizzazione delle risorse locali. È la prova concreta che un futuro più verde e sostenibile è possibile, a partire dalla terra, dagli scarti e dalla creatività di chi sa guardare oltre.

 

 



La Ristorazione Scolastica in un Contesto Politico in Evoluzione: Dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”

         Il seminario si è tenuto nel cuore del dibattito europeo sulla transizione ecologica e giusta, a fronte

del passaggio politico dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”, che ridefinisce il quadro delle

priorità dell’Unione. Il Green Deal aveva segnato un tentativo di riconciliare l’azione climatica con la

giustizia sociale; il Clean Industrial Plan punta a rafforzare la competitività dell’industria europea in un

contesto geopolitico teso. A rischio vi è la coerenza delle politiche pubbliche in settori chiave come

l’alimentazione, la salute e l’istruzione.



In questo quadro, la ristorazione scolastica assume un valore simbolico e concreto: è uno dei servizi

pubblici più pervasivi, capace di raggiungere ogni giorno milioni di bambini e famiglie, influenzando

abitudini alimentari, equilibri ambientali, reti produttive locali e opportunità educative.

Il seminario si è sviluppato attorno al Policy Paper “From Policy to Plate”, che propone di trasformare la

ristorazione pubblica da dispositivo tecnico-amministrativo a strumento strategico di politica pubblica,

orientato alla sostenibilità e alla giustizia sociale.

Sintesi dei lavori

Castronovo di Sicilia celebra il patrimonio rurale con la manifestazione del 4 maggio 2025


                      L’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea patrocinerà  la manifestazione che si terrà il prossimo 4 maggio 2025 a Castronovo di Sicilia, nell’ambito dei festeggiamenti in Onore del SS Crocifisso.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Castrum APS in collaborazione con realtà associative e produttive locali è volta  a promuovere lo sviluppo locale di tipo partecipativo.

La giornata si aprirà con un corteo storico che vedrà la partecipazione di gruppi provenienti da tutta la Sicilia Occidentale, in abiti tradizionali e con rappresentazioni legate alle identità locali. Il corteo farà da cornice alla sfilata di cavalli, evento di grande richiamo che attraverserà le vie del centro storico, rievocando le radici agricole e rurali del territorio.


In questo contesto, sarà allestita un’area dedicata alla promozione e degustazione dei prodotti tipici castronovesi, dove i visitatori potranno scoprire e assaporare le eccellenze enogastronomiche locali, grazie alla partecipazione attiva dei produttori e delle aziende agricole del territorio.

Il programma sarà arricchito dalla presenza di stand espositivi, laboratori artigianali e momenti musicali, con l’esibizione di live band che animeranno la manifestazione in un clima di festa e condivisione.

L’iniziativa si propone come un’esperienza immersiva nella cultura rurale siciliana, in cui tradizione, identità e innovazione si incontrano per raccontare il valore di un territorio ricco di storia, competenze e visioni di futuro.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.


 

Per informazioni:
Associazione CASTRUM APS
[cell. +39 320 9773 697]

cs a cura dell'associazione

Promuovere l’agrobiodiversità attraverso le NUCs. Il progetto DIVINFOOD

 

Francesca Benedetta Felici, Università di Roma La Sapienza

Luca Colombo, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica  

Il  progetto  DIVINFOOD  “Co-constructing  interactive  short  and  midier  food chains to value agrobiodiversity in healthy plant-based food”  è un'iniziativa di ricerca finanziata dall'Unione Europea che si concentra sulla promozione  della  diversità  alimentare  e  lo  sviluppo  di  modelli  sostenibili  di  agricoltura  e  consumo  alimentare. 

Con  un  focus  particolare  sulla  valorizzazione  delle  colture  tradizionali  e  locali,  cereali  minori  e  legumi  da  granella  sottoutilizzati  in  particolare,  DIVINFOOD  mira  a  riscattare  e  qualificare la biodiversità di interesse agrario e a promuovere la resilienza dei sistemi agroalimentari europei. Il progetto è parte integrante degli sforzi dell'UE per sostenere un'agricoltura sostenibile, promuovere una maggiore inclusione sociale e rispondere alle sfide ambientali. Finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020, il progetto è iniziato nel  marzo  2022  e  si  concluderà  nel  febbraio  2027.  Coinvolge  una  vasta  rete di partner scientifici e del sistema socioeconomico provenienti da tutta Europa, ovvero organizzazioni di sette Paesi (Danimarca, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera). Tra i principali attori figura INRAE (Francia), leader europeo nella ricerca agronomica, affiancato da CREA (Italia) per lo sviluppo dell'innovazione agricola. Dall'Italia, partecipa anche FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), che contribuisce con la sua esperienza nella ricerca e nella promozione  dell'agricoltura  biologica  e  sostenibile.  Altri  partner  chiave  includono l'Università di Pisa (Italia), FiBL (Svizzera) e OMKI (Ungheria), tutti  impegnati  in  progetti  di  ricerca  sulla  sostenibilità  e  l'agroecologia.  SLU (Svezia) e UEvora (Portogallo) apportano competenze in biodiversità, mentre BioCivam11 e mPmC (Francia) si focalizzano sulla promozione dei prodotti locali. La rete comprende anche organizzazioni per la trasparenza alimentare come Open Food France e Open Food Facts (Francia). 

Questa collaborazione, estesa anche a istituti gastronomici di prestigio come l'Institut Paul Bocuse e enti cittadini come il Comune di Budapest, garantisce che DIVINFOOD possa integrare ricerca, innovazione e azioni concrete per sviluppare catene del valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto include una serie di azioni chiave che mirano a promuovere la biodiversità e a migliorare i sistemi agroalimentari attraverso colture tra-scurate e poco utilizzate (Neglected and Underutilized Crops - NUCs) (Ali & Bhattacharjee, 2023). Con una logica di disegno del sistema alimentare che parte dal raccogliere indicazioni dal quadro di consumo per poi tra-sferirle a ritroso agli altri segmenti di filiera fino alle attività di selezione varietale, le principali attività del progetto sono le seguenti:

-  pilota  e  cooperative  sociali,  incaricate  della  gestione,  propagazione  e promozione delle NUCs, animate tramite l’attivazione di Living Lab volti a raccogliere una varietà di attori intorno alla coltura NUC di interesse.  Inoltre,  verranno  formulate  raccomandazioni  politiche  per  replica queste iniziative su più larga scala.

• Disseminazione: DIVINFOOD si impegnerà a diffondere i risultati ottenuti a una vasta gamma di stakeholder, ottimizzando le strategie per la valorizzazione e l'adozione delle innovazioni proposte2 .Come anticipato, il progetto riconosce l'importanza delle colture trascurate e poco utilizzate (NUCs) per affrontare la resilienza dei sistemi agrari e l'insicurezza alimentare e nutrizionale, che colpisce oltre un miliardo di persone  a  livello  globale.  Queste  colture,  spesso  ignorate  dall'agricoltura  moderna,  hanno  il  potenziale  per  migliorare  la  sicurezza  alimentare  grazie alla loro capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche e ambientali. 

DIVINFOOD  si  concentra  su  alimenti  vegetali  sani  e  su  prodotti  con  identità  locale  o  regionale,  con  l'obiettivo  di  sviluppare  catene  del  valore agroalimentari ricche di biodiversità. Il progetto esplorerà cereali e legumi minori in tre macro-regioni europee climaticamente vulnerabili (scandinava, continentale e mediterranea), affrontando anche le sfide socio-economiche  legate  all'agrobiodiversità.  Inoltre,  attraverso  il  coinvolgimento diretto dei consumatori, verranno sviluppate nuove modalità di marketing interattivo per promuovere questi prodotti. Infine, il progetto punta a migliorare le varietà locali di queste colture, per renderle più resistenti e adatte ai cambiamenti climatici. Infine, il coinvolgimento attivo delle comunità locali è un elemento essenziale dell’iniziativa. Il progetto è organizzato in nove Living Labs (Figura 1), ovvero ambienti di innovazione aperta in cui diversi stakeholder—cittadini, aziende, ricercatori e amministratori—collaborano per affrontare 

• Co-sviluppo: DIVINFOOD lavora con i consumatori per creare nuove modalità interattive di marketing e canali di vendita che valorizzino la biodiversità e i suoi benefici. Questo processo è supportato da sistemi  di  garanzia  partecipativa  e  strumenti  digitali,  favorendo  un  maggiore coinvolgimento del pubblico nel riconoscimento del valore delle NUCs

.• Co-produzione:  Il  progetto  mira  a  sviluppare  nuovi  prodotti  alimentari vegetali sani e appetibili derivati dalle NUCs. L'obiettivo è creare ricette  e  formulazioni  con  un'elaborazione  alimentare  minima,  per  massimizzare  il  potenziale  nutrizionale  e  gustativo  delle  colture  utilizzate.

• Benchmark: DIVINFOOD valuterà diversi sistemi agricoli agroecologici e tecniche che migliorano le prestazioni delle NUCs. Questo include l'integrazione della biodiversità interspecifica e il miglioramento dei servizi ecosistemici, garantendo al contempo benefici socio-economi-ci per le comunità.

• Selezione varietale: Il progetto promuoverà la creazione di cultivar di cereali e legumi più performanti, adatte a contesti locali, con una maggiore tolleranza agli stress biotici e abiotici e un potenziamento delle proprietà nutrizionali e organolettiche.

• Dimostrazione di nuovi modelli di business: DIVINFOOD intende sviluppare modelli di business innovativi che diversifichino le fonti di reddito  per  agricoltori  e  piccoli  trasformatori.  Questi  modelli  si  ba-sano sull'uso sostenibile dell'agrobiodiversità e su attività produttive che coinvolgano le comunità locali.

• Co-progettazione:  Il  progetto  prevede  la  creazione  di  reti  territoriali  del  Cibo le sfide dei sistemi alimentari. Utilizzano una metodologia interattiva che prevede il coinvolgimento attivo, l'ideazione collettiva, la prototipazione e il feedback, promuovendo così un approccio dinamico alla co-creazione (Massari et al., 2023). Questi laboratori struttureranno reti territoriali multi-attoriali per gestire i germoplasmi, moltiplicare sementi e promuovere l’agrobiodiversità, integrando catene del valore e società. I nove Living Labs serviranno come cluster regionali e spazi centrali di co-in-novazione, facilitando la collaborazione tra agricoltori, consumatori e ri-cercatori. La co-creatività è un fattore fondamentale, in quanto favorisce l'apprendimento collaborativo e genera soluzioni innovative, permettendo di affrontare problemi complessi in modo sistemico. Questo modello dimostra  come  la  collaborazione  possa  portare  a  risultati  sostenibili  e  trasformativi  nel  settore  agro-alimentare,  evidenziando  l'importanza  di  monitorare e valutare l'efficacia dei processi di co-creazione nel tempo. Il Living Lab italiano/svizzero3, composto da FiBL, FIRAB, UNIPI e CREA, si  concentra  sul  lupino  bianco,  studiando  le  sue  potenzialità  agronomiche, tecnologiche e nutrizionali. Punta in particolare a valorizzare il ruolo agroecologico di questa leguminosa e a individuare percorsi innovativi di trasformazione alimentare della granella, ricca in proteine e diversi fatto-ri nutrizionali, analizzandone al contempo le barriere allo sviluppo, quali la presenza di alcaloidi nel seme e la sua presenza nella lista degli allergeni che ne frena l’interesse delle aziende alimentari. In Italia, il Living Lab concentra le sue dinamiche interattive nell’area tosco-laziale con la partecipazione di diverse aziende biologiche e a trazione agroecologica

domenica 27 aprile 2025

Di e con Luigi Veronelli, Viaggio sentimentale nell'Italia dei vini

 Qualche mese addietro la Rai   con Report si è occupata di vino, ebbene taluni di "quasi addetti ai lavori" hanno gridato allo scandalo, non per il contenuto dell'inchiesta giornalistica, ma perchè così facendo si contribuisce a ...ridurre i consumi!

Vi proponiamo un originale  d'autore, all'epoca necessariamente ci doveva essere  libertà di stampa e di pensiero, altrimenti non l'avrebbero mai messo in onda.  Una descrizione del mondo contadino insuperabile, che se pur  è trascorso quasi mezzo secolo, è ancora di grande attualità

         Luigi Veronelli, considerato il padre del giornalismo enogastronomico italiano e annoverato tra i più grandi enologi del Novecento, si dedicò per tutta la vita alla difesa delle produzioni locali, della cultura contadina, delle etichette controllate e del    Genius Loci  Rai Teche porta  su RaiPlay il suo “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini”   un itinerario alla scoperta dei vitigni e dei viticultori italiani, girato nel 1979 e andato in onda in 4 puntate nella primavera del 1980 con la regia di Mario Mariani e le musiche originali di Gino Negri interpretate da Nadia Furlon. Scritto da Veronelli con Nichi Stefi, il programma offre uno sguardo sulla realtà contadina di quegli anni, percorrendo la penisola e presentando i “vini bandiera”: quelli che, frutto di piccoli vigneti lavorati da contadini secondo la tradizione, sono di qualità tale da meritare di rappresentare l’Italia nel panorama enologico internazionale. Nel suo viaggio-inchiesta Veronelli attraversa vigneti e locande incontrando contadini, vignaioli, grappaioli ed enotecnici che diventeranno nomi di spicco del panorama enologico italiano (da Franco Colombani a Renato Ratti e Gianfranco Bolognesi, da Mario Schiopetto a Giuseppe Lipari). L’autore raccoglie testimonianze e tradizioni, assaggia con “amorosa attenzione” da Barolo e Barbera a Vin Santo e Sangiovese, commenta con sapiente profondità filosofica e analizza lucidamente le carenze e le inadeguatezze della legge italiana nella tutela delle piccole etichette, fino a denunciare le truffe e le frodi nella produzione e nel commercio vinicolo. Il tutto con il fine di fornire prove del suo pensiero: “il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria”. 

Non vogliamo, ne influenzare il Vostro convincimento, ne orientare il vostro giudizio. Buona visione

 


https://www.raiplay.it/programmi/viaggiosentimentalenellitaliadeivini

 

Luigi Veronelli
Luigi Veronelli

Ed è sorprendente constatare come alcuni concetti suonino straordinariamente attuali: dalle norme sul vino che al tempo non consentivano l'indicazione in etichetta del vigneto (cru) - mentre oggi impongono di dichiarare la presenza di solfiti senza poter esplicitarne la quantità - alle rese eccessivamente generose concesse dai disciplinari, che di fatto danneggiavano le Denominazioni di Origine favorendo le frodi (il “commercio delle bollette”) ed una minore qualità. 

Particolarmente toccante il passaggio in cui alle immagini di Veronelli, avvolto in un pesante pastrano mentre cammina solitario tra le vigne, si sovrappongono quelle di gruppi di anziani contadini che potano e legano i tralci affondando le caviglie nella neve: «Il contadino non ha tradito la terra» sentenzia Gino «perché questa è l'espressione del luogo che l'ha cresciuto». 

Gli fa eco una frase di Bruno Giacosa: «Se i vigneti dalla bassa Langa non sono noccioleti, lo dobbiamo solo ai vecchi. I vecchi sono maestri senza eredi». Ed ancora Veronelli: «Il peggiore vino contadino è migliore del miglior vino d'industria», perché - e qui ritorna il parallelo con i giorni nostri - un vino di facile beva, accattivante e piacevole può avere una personalità che non lo renderà mai banale e standardizzato.

 

L'ultima parte del video si chiude su un acceso dibattito di un trio ormai epico: con Gino ci sono gli amici Gianni Brera e Mario Soldati, intenti a discutere sul disciplinare del Chianti. 
Per Soldati la tradizione non dovrebbe essere intaccata dalle nuove concezioni, mentre Brera opta per un rinnovamento che veda l'uscita delle uve bianche; Veronelli addirittura critica l'utilizzo del colorino e suggerisce l'impiego in purezza del Sangiovese (che venne introdotto solo molti anni dopo). 

La risposta ideale a questa discussione arriva dalle ultime immagini: dalle proprietà dei Marchesi Antinori, direttamente dalla vigna Tignanello (uno dei c.d. "vini bandiera" italiani, che in realtà sfuggiva proprio al disciplinare dell’allora Chianti DOC a causa dell'utilizzo di cabernet, sauvignon e franc), il Maestro Veronelli sferra l'arringa finale all'anonimo contestatore, congedando gli spettatori con il sunto della sua filosofia enoica: «Diffida delle etichette: cerca tu stesso i vini migliori. Inizia come in amore, con gli occhi. Poi ne percepirai il profumo. Entra nel vino ed il vino entrerà in te. Interpretalo ed ascoltalo».  

Silvio Garattini, il fumo, il vino e ...

 

Vi siete mai chiesto perchè ultimamente anche il vino è diventato divisivo? Si da una parte c'è la ricerca scientifica, che sostiene la propria tesi, dall'altra il mondo politico che sostiene che ...anche l'acqua fa male.!


 

 Il fumo è un nemico giurato della salute. Così come l’alcool. Che non è meno pericoloso, eppure «a nessuno viene in mente di organizzare un festival della sigaretta, invece ogni settimana c’è un festival dedicato al vino». Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri Irccs di Milano, ha parlato di sanità a Brescia all’auditorium Santa Giulia su invito dell’associazione Asd Rosa running team.

 Il professor Silvio Garattini  parla dei numeri del Vinitaly e del settore. Spiegando che si tratta di una produzione di «4,1 miliardi di litri contenenti 492 milioni di litri di alcol etilico». Ovvero: «Una quantità spaventosa di alcol che contribuisce in modo significativo allo sviluppo di tumori». E che è «responsabile di molte malattie e, fra l’altro, di molti incidenti stradali».

Garattini spiega che per tutelare la salute bisognerebbe scrivere sulle bottiglie di vino «“questo prodotto è dannoso alla salute”, come avviene in Nuova Zelanda, come suggerito recentemente dall’Irlanda e come richiesto da vari appelli della comunità scientifica». Invece succede l’esatto contrario. Ovvero    di non accettare la cancerogenicità dell’alcol   che bisogna rompere la criminalizzazione del vino, nonché le follie ideologiche attraverso l’aiuto della scienza  . È veramente imbarazzante che si neghi l’evidenza, conclude il Prof Garattini 

giovedì 24 aprile 2025

"GAS – PRONTO A TAVOLA": UN’INIZIATIVA PER UN’AGRI-CULTURA SOSTENIBILE

 


Sabato 10 maggio 2025, presso l’Hotel Garden di Pergusa (Enna), si terrà l’evento “GAS – Pronto a Tavola”, una giornata interamente dedicata alla promozione dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e al valore dell’agricoltura sostenibile e dei prodotti del territorio siciliano.


La manifestazione, promossa dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura, si pone come obiettivo quello di rafforzare la cultura della sostenibilità alimentare attraverso momenti informativi, degustazioni, show cooking e spazi di partecipazione attiva per cittadini e produttori locali.

Il programma della giornata prevede:

·         Ore 10:00 – Conferenza di apertura con la presentazione dell’opuscolo e della piattaforma digitale “GAS – Pronto a Tavola”

·         Ore 12:30 – Apertura dell’area Show Cooking, a cura degli chef del Garden Restaurant di Enna

·         Ore 13:30 – Degustazione di prodotti tipici e pausa pranzo

·         Ore 15:30 – Spazio aperto GAS con possibilità di adesione per nuovi partecipanti

·         Ore 17:00 – Spettacoli e chiusura dell’evento

L’iniziativa rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare la comunità sul valore delle filiere corte, del consumo consapevole e della valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale.

 


Paradossi politici: nel giorno del Made in Italy la Camera sceglie McDonald’s come testimonial

 

Prima di pubblicare l'articolo, ho chiesto ai miei collaboratori di verificarlo, perchè certo non possiamo pubblicare notizie false e prive di fondamento.

Vi assicuro che l'articolo è stato pubblicato su una fonte autorevole qual'è  gamberosso.

Com'è   nostro stile, non orientiamo il convincimento dei nostri assidui  frequentatori del blog, ognuno di noi,  ne trarrà le proprie considerazioni


La multinazionale dei fast food è protagonista della celebrazione della Giornata del "Made in Italy" in parlamento.  

di

Stefano Polacchi

 

15 aprile, 1452: nasce Leonardo Da Vinci, simbolo del genio italico nel mondo. 15 aprile 2025: la seconda edizione della Giornata del made in Italy, alla Camera dei deputati, celebra McDonald’s come uno dei protagonisti, dei volti, del “made in Italy” nel mondo. La prima considerazione spontanea, rispetto alla scelta della data di nascita di Leonardo come Giornata del made in Italy, è se non sarebbe stato meglio aspettare il 2 maggio, data della morte dello scienziato italiano, per celebrare McDonald’s. Questo non per motivi ideologici, ma perché se il made in Italy è rappresentato dal modello Mc, allora sembra davvero che l’Italian Style abbia più poco da dire. Tanto più dopo aver sentito le considerazioni del ministro Lollobrigida (Fratelli d’Italia) sulla bontà del nostro cibo contro lo spam made in Usa. Ma riavvogliamo un po’ il nastro della giornata di celebrazione…

Può McDonald’s essere un simbolo del made in Italy?

Ma insomma, al di là di cosa se ne pensi di McDonald’s e fermo restando che non fa certo male all’Italia se un gigante del genere aiuta la filiera del pomodoro di Pachino o delle pere dell’Emilia Romagna Igp (come ricorda Giorgia favaro), una riflessione viene abbastanza spontanea: è possibile pensare di presentare il Big Mac come bandiera del made in Italy? I simboli, si sa, sono importanti: fanno parte dei tasselli che costruiscono il nostro Dna. Che Mac si presenti come il salvatore della patria, può anche starci: è legittimo per chi investe nelle nostre industrie alimentari. ma che sia il Parlamento italiano a farlo, sembra un po’ meno consono! Nel senso: McDonald’s non è solo investimento in manzi e polli, pere o pomodori: è un modello, il fast food di stile statunitense. E cosa c’entra con l’Italian Style?

 


Dal paradosso alla goliardia

Be’, vero che la Giornata è dedicata al made in Italy, ma comunque alla base del nostro prodotto c’è – o dovrebbe esserci – lo stile di vita, quello sì di grande appeal nel mondo. Ma questo negli hamburger di Mac non c’è. Ferme restando tutte le sue qualità, anche positive, per il nostro Paese: dai livelli di occupazione alla sostenibilità dei packaging (erano presenti all’incontro anche Roberto Calugi di Fipe e Andrea D’Amato di Seda, leader nel packaging sostenibile a base di carta), è davvero difficile – per quanto possa essere forte la provocazione e il paradosso – far passare il Chickenburger come una bandiera del made in Italy. Il punto, poi, è che quando è spimto alle streme conseguenze e senza una comprensibilità di fondo condivisa, il paradosso e la provocazione rischiano di diventare goliardia. E sinceramente, nella nostra Storia e all’interno di quella Camera dei Deputati, ne abbiamo vista di goliardia, di quella che forse è meglio non ripetere più

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