venerdì 2 maggio 2025

Dalla lana al biochar in Agricoltura


 Simone Sangiorgi

 

Martedì 29 aprile 2025, il G.O. “Nuovi orizzonti per la lana ovina” ha organizzato una giornata di campagna relativa alla divulgazione di alcune attività di cui al Progetto Wool2Resoruce, finanziato con la Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022.

Nella prima parte della mattinata si è visitata l’azienda della Coop.va Agricola S. Agata, dei F.lli Scaglione, in territorio di Castronovo di Sicilia, mentre nella seconda mattinata gli ospiti sono stati accompagnati presso i Vivai Platani del Dr. Bruno Marino, sempre in territorio di Castronovo di Sicilia.


 

Entrambe le aziende fanno parte, in qualità di partner, del G.O. che gestisce il Progetto Wool2Resource.

Le attività sono state presentate dal Presidente del G.O., Dr. Sebastiano Tosto, dall’Innovation Broker, Dr. Simone Sangiorgi e dal Consulente, Dr. Antonino Fracassi.

Il Progetto Wool2Resourse prevede la trasformazione della lana di pecora, attraverso un processo di pirolisi, in assenza di ossigeno e ad alta temperatura, in biochar, un prodotto molto ricco di Carbonio, utilizzabile come ammendante in agricoltura.  

Il biochar condiziona alcune attività fisico e fisico-chimiche all’interno del terreno, a cominciare dal miglioramento della capacità di ritenzione idrica e inoltre influenza: 

il Sequestro CO2

Importante strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici, incorpora carbonio stabile nel terreno per centinaia di anni, sequestrando 3 tonnellate di CO2 per tonnellata utilizzata;

La Capacità di Scambio Ionico

Grazie alla sua elevata superficie specifica, simile ad un’argilla, garantisce un’elevata capacità di scambio cationico e anionico in grado di mettere a disposizione micro e macro elementi;

Allevia lo Stress Salino

Il Biochar può essere utilizzato, attraverso l’adsorbimento del sodio, per alleviare lo stress osmotico e arricchire la soluzione circolante di potassio, calcio e magnesio;

Attiva i microrganismi utili

L’elevata porosità del biochar garantisce un habitat ideale per lo sviluppo dei microrganismi nel suolo utili per la trasformazione della sostanza organica e inorganica in elementi assimilabili.

 

Alcuni di questi aspetti scientifici sono stati affrontati dalla Referente scientifica del progetto, la Prof.ssa Delia Chillura Martino del Dipartimento STBCF di UNIPA e dal suo gruppo di lavoro, mentre alcuni aspetti specifici del biochar sono stati, studiati ed approfonditi, in attività di laboratorio, dal Prof. Pellegrino Conte del Dipartimento SAAF di UNIPA.

Il progetto prevedeva, anche, una fase di collaudo del biochar in campo presso le 2 aziende sperimentali-dimostrative di cui sopra.

Per l’appunto, la Giornata di campagna è stata pensata per fare il punto in campo sulle attività sperimentali-dimostrative in corso. Sono intervenuti una classe dell’Istituto II.SS. di Lercara Friddi, a indirizzo Agrario di Prizzi, Imprenditori Agricoli e Tecnici del settore, oltre una delegazione di Aziende zootecniche partner del Progetto.  Da tempo il G.O. mantiene buoni rapporti di collaborazione con l’Istituto II.SS di Lercara Friddi e la sua Dirigente, Prof.ssa Giovanni Lascari e, soprattutto, con la docente, Prof.ssa Maria Soletta Miceli, della Sezione di Agraria di Prizzi, al fine consentire agli studenti la  conoscenza e l’approfondimento di alcune tematiche del comparto ovinicolo regionale.  

Presso Coop.va S. Agata sono state presentate le prove riguardanti un confronto in serra tra le 3 specie ortive prescelte ad apparato radicale superficiale: Lattuga, Indivia e Bieta. Le prove sono state condotte su cassoni metallici sopraelevati con concentrazioni di biochar variabili, 3.50% e 7.00% con i relativi testimoni senza biochar.

Si tratta del 2° ciclo di produzione mentre i dati relativi al 1 ciclo sul peso fresco e sul peso secco son in fase di elaborazione da parte dei Prof. Alessandra Moncada e Filippo Vetrano del Dipartimento SAAF, Sezione Orticoltura di UNIPA. Nella stessa azienda sono in prova delle barbatelle su vaso 30 x 30 cm, in confronto sempre alla stesse % di biochar 3.50% e 7.00% con il testimone senza biochar.

Presso i Vivai Platani si sono attivate tutte le prove previste dal Progetto, consistenti nel confronto di diverse specie forestali a rapido e/o lento accrescimento, sempre con prove di confronto di biochar al 3,50 % e 7,00 % con testimoni senza biochar.

Nello specifico le prove hanno riguardato:

ü  semi di Carrubbo in bancale;

ü  talee Eucalipto in alveoli;

ü  Eucalipto in vaso;

ü  talee Pioppo in alveoli;

ü  Corbezzolo in vaso.

Ai presenti si è mostrato come effettuare la misurazione delle altezze in cm delle piantine delle diverse prove a confronto.

Durante la giornata di lavoro sono stati ripresi video, foto e interviste che saranno pubblicate sul sito del Progetto: www.wool2resource.it.

Durante il convegno finale saranno discusse, esaminate e presentate le risultanze tecnico-scientifiche del progetto.

 


 



 

 

Poggioreale, Festival del formaggio della Valle del Belice



















 

giovedì 1 maggio 2025

Canapa, il Veneto guida la proposta

 

L'assessore regionale Caner: "Una soluzione va trovata assieme al ministro Lollobrigida: porterò la questione già nella prima seduta della Commissione Agricoltura in Conferenza delle Regioni"



La filiera della canapa, che in Veneto vede oltre 100 aziende attive su tutto il territorio regionale, è sostenuta da una legge del 2019 che tutela la produzione di cannabidiolo attraverso specifici progetti, bandi, normative e iniziative di valorizzazione. Il problema sollevato sia dall’approvazione del Decreto sicurezza, che ha vietato la lavorazione della canapa anche a bassissimo contenuto di Thc, nonché da una recente sentenza sulla stessa linea del Tar del Lazio, è concreto per tutte le imprese d’Italia, che son circa 3000 con 30000 dipendenti, 500 milioni di fatturato e il 90% di export. Una soluzione va trovata assieme al ministro Lollobrigida: porterò la questione già nella prima seduta della Commissione Agricoltura in Conferenza delle Regioni”.


L'annuncio e dell’assessore della Regione Veneto Federico Caner, che presiede la Commissione che a Roma riunisce gli assessori all’Agricoltura delle Regioni e che  si riunirà proprio sul problema della lavorazione della canapa, in seguito all’entrata in vigore del Decreto Sicurezza lo scorso 12 aprile e di una sentenza del Tar del Lazio.

L’articolo 18 del DL - spiega Caner - consente la produzione di infiorescenze contenenti cannabidiolo solo se destinate al florovivaismo professionale, vietandone gli altri usi, dal commercio alla lavorazione, dalla detenzione alla vendita. Dobbiamo trovare perciò una soluzione che consenta agli agricoltori, certificati e con produzioni di qualità, di tenere viva la filiera. Vanno bilanciati da una parte la giusta preoccupazione del legislatore per la sicurezza pubblica, e dall’altra gli investimenti fatti nel tempo dalle aziende e i finanziamenti pubblici alla filiera".

mercoledì 30 aprile 2025

Buon primo maggio

NinoSutera 

"Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro" 

è una frase dello scrittore cileno Luis Sepúlveda che sottolinea l'importanza della memoria collettiva per il futuro di una società. Sepúlveda utilizza questa frase per enfatizzare come la memoria storica sia fondamentale per capire il presente e costruire il futuro,  La memoria non è solo un archivio di eventi passati, ma un elemento attivo. 

                Senza una rivoluzione Contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa. Le due cose si identificano. Il problema meridionale non si risolve dentro lo stato attuale, ne dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno.  Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato dei Contadini; che li liberi dalla loro forzata anarchia e dalla loro necessaria indifferenza.   Carlo Levi

In questi giorni dopo la dipartita del Papa,  in tanti  si sono esercitati nel ricordare la sua opera.

Un pò meno coloro i quali  hanno ricordato il solco tracciato dall'enciclica Laudato Sì (2015) con il quale il Papa assumeva l'ecologia integrale quale paradigma concettuale capace di tenere insieme fenomeni e problemi ambientali (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.

L'enciclica denuncia i danni causati dall'uso irresponsabile dei beni comuni: bisogna fermare il cambiamento climatico, non inquinare le acque, il suolo e l'aria, preservare la diversità biologica, salvaguardare le foreste e i mari.

Ebbene,  in piazza  San Pietro c'erano tutti, compresi quelli che nel corso degli anni hanno ignorato e  avversato le encicliche del Papa, per mero esempio, le  scelte  rappresentate   lo scorso 19 febbraio dal Commissario europeo Hansen, sono  di segno opposto, con buona pace  di quanto rappresentato dall’'enciclica Laudato Sì  da Papa Francesco.   
Il documento della Commissione UE presentato dal  Commissario europeo Hansen non cita mai gli obiettivi delle tre Strategie UE  "Green deal" “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”,forse considerati troppo clericlari,  ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere (dal 2010 al 2020 il numero di aziende agricole è diminuito di ben 487.000 unità).


IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA nell'U.E   UNA VISIONE CHE MANCA DI AMBIZIONE E LUNGIMIRANZA.

 

  Il Commissario europeo Hansen, in una conferenza stampa congiunta, ha presentato la visione a lungo termine dell'UE per l'agricoltura e l’alimentazione, che definisce i piani per il sistema agroalimentare verso il 2040 e oltre. Il documento avrebbe dovuto fare seguito a quanto emerso dal Dialogo strategico per l’agricoltura, firmato anche dalle associazioni agricole.

 La visione ha però cambiato direzione, tradendo l’accordo raggiunto e attirando le critiche delle  associazioni contadine italiane, che unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento che sottovaluta i problemi ambientali e sociali connessi ai sistemi agroalimentari, puntando in modo miope solo sulla competitività delle imprese a breve termine. “Auspicavamo che con questo documento la Commissione promuovesse piani concreti per dare attuazione alle raccomandazioni del dialogo strategico, ma purtroppo questo non è avvenuto. I pochi elementi positivi presenti nella Visione della Commissione non bastano ad avviare il necessario e urgente cambio dei modelli di produzione e consumo nelle filiere agroalimentari della UE. Ancora una volta ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”.  Alcuni aspetti della visione, come l’attenzione al riconoscimento del giusto prezzo per i produttori, al biologico, al ricambio generazionale favorendo l’ingresso dei giovani in agricoltura, l’impegno per un’etichettatura più trasparente e per una reciprocità delle regole ambientali e sociali negli scambi commerciali, insieme al richiamo seppur vago alle soluzioni basate sulla natura, sottolineano come non vengano affrontati i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Il documento della Commissione non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati, come invece indicato nelle conclusioni del dialogo strategico, e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole, ignora la necessità di sostenere gli agricoltori più bisognosi di aiuto e più virtuosi. Il documento non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. “Pur comprendendo il disagio del mondo agricolo rispetto alla grande mole di burocrazia, che va certamente ridotta, non crediamo che l’indebolimento delle regole e degli impegni per la tutela dell’ambiente sia la strada da perseguire”   La visione, infatti propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell'UE.

 

Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell'UE promuovano un'agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024.  Se è vero che nella visione si propone di migliorare le norme sul benessere degli animali e di eliminare gradualmente le gabbie negli allevamenti, il settore zootecnico viene in gran parte assolto dal suo impatto sul clima e sulla salute dei cittadini europei. Il documento non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale, attraverso la promozione di diete sane ed equilibrate.

“La visione rimane ancora troppo vaga su come incoraggiare uno spostamento a diete più sostenibili e salutari. Se non si affronta seriamente una strategia che miri alla modifica del modello alimentare, i buoni propositi rimarranno, di nuovo, solo sulla carta”

 Il documento della Commissione UE è disponibile al link: https://agriculture.ec.europa.eu/visionagriculture-food_en




Insediato l’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura sociale


Si è insediato l’osservatorio Regionale sull’agricoltura sociale, istituito con il D.A. n. 36/2021.  L’Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale, e della pesca mediterranea, Prof. Salvatore Barbagallo ha evidenziato l’importanza dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale ed ha affermato che la Regione Siciliana si dota di uno strumento di ascolto e di elaborazione che coinvolge le associazioni di rappresentanza, i vari assessorati regionali, i centri di ricerca che hanno competenze sull’A.S.

 


Il dott. Dario Cartabellotta ha ripercorso l’iter complesso che ha portato alla nascita dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale e ha elencato le competenze e le funzioni dell’Osservatorio Una priorità  individuata è  modifica al D.A. n.36/2021 al fine di rendere più ampia la platea delle aziende agricole che praticano l’agricoltura sociale in Sicilia. Sottolinea il ruolo propositivo svolto in questi anni dalla Rete Fattorie Sociali Sicilia, dal CREA e, più in generale, dai vari soggetti del terzo settore di rappresentanza del mondo agricolo.   «Finalmente siamo davanti a una realtà concreta e operativa», sottolinea Dario Cartabellotta, il dirigente generale dell’assessorato all’Agricoltura che ha preso a cuore le esigenze di chi opera nel settore, tagliando questo importante traguardo, «facendo in modo che le aziende che fanno agricoltura sociale si possano accreditare secondo le linee guida indicate dalla Regione. Il compito dell’Osservatorio sarà quello di dare loro serenità regolamentando tutto. Per esempio, partendo dai bandi, che prima erano pensati solo per l’agriturismo e le attività didattiche, mentre ora potremo guardare alla funzione terapeutica e riabilitativa della campagna, all’educazione ambientale, ma non solo». C’è un’area del disagio di cui si occupa l’agricoltura sociale che, grazie all’Osservatorio regionale, potrà essere maggiormente riconosciuta «Disagio che va trattato con competenza», aggiunge il dirigente regionale. «È chiaro, quindi che investiremo nella formazione. Del resto, un agricoltore che sa produrre il formaggio fa già un’operazione didattica. Nel caso dell’agricoltura sociale, per avere una funzione terapeutica e riabilitativa, in azienda bisogna che ci siano professionalità. Penso, per esempio, anche a quella scienza professionale nella quale si sviluppano i sensi, le terapie, gli aromi e gli odori della natura. Questo è il percorso che ci siamo dati da seguire, rinforzando le realtà in maniera tale che questi servizi, possibilmente poi in collegamento con tutti gli interventi che propongono l’assessorato alla Famiglia o quello alla Salute, possano portare all’interno dell’azienda agricola nuove opportunità di reddito e di occupazione».

Il dott. Salvatore Cacciola (presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia BioAS condivide la proposta di modificare e semplificare il D.A. 36/2021 e afferma la necessità di attuare pienamente gli obiettivi della Legge Quadro nazionale 141/2015.  “La vivacità e il dinamismo delle aziende agricole e delle cooperative sociali siciliane che fanno agricoltura sociale è a tutti evidente. Abbiamo bisogno di migliorare il dialogo istituzionale e di fare diventare l’agricoltura sociale un’opportunità concreta per i giovani e le fasce svantaggiate della popolazione.

Dalla lettura delle progettualità emerse con i bandi della misura 16.9, il dott. Bruno Lo Bianco ritiene particolarmente diversificata l’esperienza delle aziende agricole che praticano agricoltura sociale. L’O.Re.A.S. potrebbe contribuire a una migliore conoscenza e strutturazione del fenomeno in ambito regionale.  La dott.ssa Claudia Cardillo evidenzia la particolare vivacità dell’agricoltura sociale siciliana e la forte integrazione con i soggetti del terzo settore (Associazioni, cooperative sociali, fondazioni e organizzazioni di volontariato).  I compiti e le funzioni dell’ORAS sono veramente molteplici quali:

a)        monitoraggio delle attività, al fine di facilitare la raccolta e la diffusione di informazioni e l’individuazione di buone pratiche regionali;

b)        proposizione di iniziative finalizzate alla promozione della diversificazione delle attività agricole in agricoltura sociale, comprese quelle per la costituzione di reti regionali degli operatori di agricoltura sociale;

c)        inquadramento di modelli efficaci di intervento e divulgazione delle buone prassi individuate;

d)        integrazione dei dati relativi alle esperienze di agricoltura sociale con l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, afferente all’Assessorato regionale della famiglia, politiche sociali e lavoro;

e)        proposizione di azioni di comunicazione e di animazione territoriale finalizzate al supporto delle iniziative della Regione e degli Enti locali;

f)         proposizione di azioni finalizzate al coordinamento e ad una migliore integrazione dell’agricoltura sociale con le politiche regionali di sviluppo rurale;

g)        raccolta, valutazione e diffusione dei risultati delle attività di sperimentazione di nuovi modelli di welfare regionale per lo sviluppo e la qualità dell’offerta dei servizi sociali.

 

 

 

martedì 29 aprile 2025

GAL Terre di Aci

 

Soluzioni innovative per cambio climatico e food security: ad Acireale proposte applicate di IA per l’indotto delle Aci

Anna Privitera: “grazie al GAL Terre di Aci, possibili progetti e connessioni con aziende tecnologiche per i nostri territori”

Acireale – Si è svolto nel tardo pomeriggio del 28 aprile, nei locali dell’Ufficio IAT di Acireale, il convegno intitolato da “Soluzioni innovative sugli effetti del cambio climatico e per la food security mondiale”, promosso dalla Pro Loco Acireale e dal GAL Terre di Aci. L’iniziativa puntava a riflettere sull’importanza di saper prevenire e intervenire per adattare sempre al meglio i territori ai cambiamenti climatici, alla presenza di istituzioni ed esperti nel settore dell'innovazione.




Introdotto dai saluti istituzionali del Presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e moderato dal giornalista Giovanni Iozzia, l’incontro era inserito nel ricco programma del Mese dell’ambiente cui l’amministrazione di Acireale ha dedicato le settimane di Aprile. Tra i temi affrontati, la centralità dell’intelligenza artificiale applicabile all’agricoltura a proposito della quale, proprio in queste settimane, il GAL Terre di Aci offre la possibilità fino a 50 aziende agricole di ottenere gratuitamente strumentazioni di IA per l’efficientamento idrico.

Riflessioni sono state altresì esposte in merito a potenziali strategie per la sovranità alimentare e le soluzioni energetiche integrate, con l’obiettivo di affrontare con strumenti concreti e visione sistemica la crisi climatica in atto, purtroppo non solo più una minaccia futura, ma già gravemente tangibile nel suo impatto sull’approvvigionamento alimentare e l’equilibrio ambientale.

“Il cambiamento climatico è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti e affrontarlo richiede un cambio di paradigma guidato dall’innovazione – ha affermato l’ingegnere Alessio Bucaioni, CEO di Wes Trade, azienda maltese con sede anche a Catania. – Ma uno degli strumenti più promettenti per trasformare il settore agricolo oggi è l’intelligenza artificiale, capace di analizzare dati e prendere decisioni in tempo reale in base a input ambientali e agronomici: può essere applicata tanto alla creazione di droni in grado di catturare anidride carbonica, come alla pulizia delle acque mediante robot intelligenti”. Bucaioni ha presentato sistemi avanzati per il rimboschimento assistito in cui l’intelligenza artificiale elabora mappe per identificare le aree più adatte alla piantumazione, favorendo interventi mirati e sostenibili, come del resto può fare la blockchain, “catena di blocchi” capace di garantire trasparenza e tracciabilità nelle catene di fornitura alimentari.

La direttrice del GAL Terre di Aci, Anna Privitera, ha evidenziato quindi l’impegno del GAL per agevolare l’accesso alla facilitazione digitale gratuita tramite una campagna in pieno svolgimento, così come importanza della collaborazione tra il GAL e aziende tecnologicamente innovative. “La nuova programmazione del GAL che potremo definire già dopo l’Estate punterà a focalizzarsi, soprattutto dopo gli incendi che hanno colpito diverse aree del territorio, con l’obiettivo di implementare strategie di sviluppo locale che tengano conto delle nuove sfide ambientali, promuovendo un’agricoltura resiliente e sostenibile - ha affermato Privitera. - La nuova strategia ha infatti un obiettivo specifico interamente dedicato alla transizione ecologia e al ripristino degli ecosistemi, con interventi volti al recupero di habitat, rimboschimento, recupero dei terrazzamenti e muretti a secco, vasche, laghetti e punti di osservazione. Ma anche il ripristino di sentieri e tratti identitari naturali.

La promozione di agricoltura 4.0 sarà un must delle prossime progettazioni, legate all’attenzione alla digitalizzazione e alle comunità educanti. Il nostro impegno – ha proseguito - è pertanto quello di continuerà questo processo di innovazione sociale procedendo attraverso il coinvolgimento della cittadinanza tramite l’impostazione di smart village e smart communities. Il GAL proseguirà inoltre ad organizzere eventi enogastronomici mirati a valorizzare i prodotti tipici locali, come il limone dell'Etna IGP e il Cavolo trunzo di Aci. Queste iniziative non solo promuovono le eccellenze del territorio, ma mirano anche ad attrarre giornalisti e turisti, contribuendo alla riscoperta di un cibo autentico e sostenibile”.

“Il tema della Food Security è strettamente connesso a quello dell’Energy Security – ha fatto seguito alle dichiarazioni Alberto Mangione, direttore di Serra Archimede SRL. - Nell’agricoltura in ambiente protetto, come la coltivazione in serra, soprattutto in condizioni climatiche particolari, l’impiego di sistemi ad alta intensità energetica è essenziale per l’ottimizzazione dell'uso delle risorse, in primis quelle idriche - Serra Archimede propone un approccio innovativo: la creazione di isole agroenergetiche in cui l'approvvigionamento energetico è garantito h24, rendendo l'attività agricola indipendente dalle fluttuazioni delle politiche energetiche globali, che incidono sui costi e l'accesso delle risorse stesse. Abbiamo progettato una serra che integra sistemi fotovoltaici senza compromettere la qualità della luce necessaria per la crescita delle colture più esigenti in termini di irraggiamento solare. Questo è solo un punto di partenza, ma è un presupposto fondamentale per poter sviluppare un ambiente in grado di ospitare tutte le tecnologie utili a ridurre i rischi produttivi, legati proprio all'elevato fabbisogno energetico dell’agricoltura”.

"41°EDIZIONE DELLA SAGRA DELLE NESPOLE".


            Il prossimo fine settimana, 3 e 4 maggio sarà allestita nelle due piazze centrali di Calatabiano la 41° edizione della “Sagra della Nespola di Calatabiano”, un frutto pregiato che acquisito nel nostro territorio proprietà organolettiche specifiche tali da renderlo particolarmente dolce e polposo, unico nel suo genere. L’evento sarà inaugurato alle 17,30 di sabato con l’apertura degli stands espositivi nella piazza San Filippo, tenuti dai coltivatori locali delle nespole e da diversi artigiani che espongono anche dei prodotti derivati, quali “Il Nespolino”, un dolce liquore derivato dall’infusione dei noccioli delle nespole, o delle marmellate e creme, realizzate invece con la polpa del frutto. Durante le due giornate di festa saranno somministrati in assaggio e gratuitamente ai visitatori il Gelato e la Granita alla Nespola di Calatabiano. Quest’anno ci sarà una novità culinaria con la preparazione da parte degli Chef locali, di un “Risotto alla Nespola” anche questa prelibatezza sarà somministrata ai turisti e visitatori gratuitamente la domenica dopo mezzogiorno nella piazza centrale V. Emanuele. Novità assoluta sarà la collaborazione dei giovani della Consulta Giovanile Calatabianese che allestiranno uno stand che vorrà attirare anche i giovani del comprensorio attraverso l’offerta del “Nespoljito”, un mojito alla nespola con musica live.


 

Le due giornate saranno allietate con eventi artistici e musicali e con laboratori tecnici, spettacoli e canti popolari della tradizione siciliana, presentazione di un libro di uno scrittore locale, una estemporanea di pittura e la sfilata di carretti Siciliani. Un tripudio di tradizioni e di arte culinaria, per l’esaltazione dei prodotti agricoli locali. Il clou della manifestazione si svolgerà la sera di domunica, dopo le 19,00, allorquando i Maestri Pasticceri calatabianesi, dopo aver dimostrato, durante il pomeriggio, la preparazione della tradizionale torta con crema pasticcera alle nespole, in collaborazione con le associazioni dei produttori locali, ne distribuiranno un assaggio a tutti i visitatori. Ci corre l’obbligo evidenziare che QUESTA INIZIATIVA E’ STATA FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE ALL’AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA – DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA.

Per questo ringraziamo l’Assessore Regionale prof. Salvatore Barbagallo per l’attenzione dimostrata al nostro territorio.


COMUNICATO STAMPA a cura del Comune


Giosuè Catania è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio

 Eletto all’unanimità dal Consiglio nazionale

Il delegato della CCIAA Sud Est Sicilia entra nella governance della rete dei territori olivati italiani

Giosuè Catania, delegato della CCIAA Sud Est Sicilia, è il nuovo Vicepresidente delle Città dell’Olio, l’associazione nazionale che riunisce oltre 520 Enti e città a vocazione olivicola di tutta Italia. Ad eleggerlo all’unanimità su proposta del Presidente Michele Sonnessa è stato il Consiglio nazionale riunitosi lo scorso lunedì 28 aprile.
Con questo riconoscimento la Sicilia ottiene una rappresentanza forte che premia il lavoro prezioso realizzato dal coordinamento regionale sul territorio per dare slancio al settore olivicolo e promuovere l'oleoturismo attraverso la partecipazione a grandi eventi come la Camminata tra gli olivi e la Merenda nell’Oliveta.
“Congratulazioni a nome di tutta l’associazione a Giosuè Catania a cui accordiamo tutta la nostra fiducia convinti che darà un contributo fondamentale alla crescita della nostra associazione in questo nuovo ruolo di responsabilità – ha dichiarato il Presidente delle Città dell’Olio Michele Sonnessa – la Sicilia è una regione strategica per noi e proprio a partire dalle sinergie che si stanno creando su questo territorio e con la Regione, continueremo a lavorare per raccontare non solo gli oli EVO di qualità del nostro territorio ma anche le Comunità dell’Olio e cioè il paesaggio, le tradizioni e i mestieri legati a questo straordinario prodotto. L’olio non ha solo un valore economico ma culturale e sociale, per questo davanti a noi abbiamo sfide importanti: la lotta all’abbandono olivicolo e il recupero del paesaggio, l’educazione al consumo consapevole delle nuove generazioni attraverso programmi educativi per le scuole come “Olio in Cattedra”, progetti ambiziosi come la Carta degli Oli e il Club di prodotto e grandi eventi di promozione dell’oleoturismo come la Camminata tra gli Olivi e la Merenda nell’Oliveta. Costruendo sinergie forti, scambiando buone pratiche le nostre Città dell’Olio posso crescere insieme e diventare interlocutori credibili nell’attuazione di politiche a sostegno dell’olivicoltura”.
“Sono orgoglioso di questa nomina di cui sento la responsabilità e sono grato a tutta l’associazione nazionale e in particolar modo al Presidente Michele Sonnessa per la fiducia che intendo ricambiare con il lavoro che andremo a svolgere nell’esclusivo interesse dell’associazione. È un onore e, al tempo stesso, una grande sfida quella di rappresentare gli amministratori siciliani con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’olio e sostenere l’olivicoltura locale. Intorno ai nostri uliveti si possono costruire strategie di crescita da sviluppare su più fronti: produzione e ristorazione, turismo dell’olio e valorizzazione del paesaggio olivicolo. semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e Le Città dell’Olio sono ambasciatrici di un nuovo modo di interpretare l’olio come alimento nutraceutico e non come semplice commodity, protagonista indiscusso della Dieta Mediterranea, alleato prezioso per la nostra salute e risorsa fondamentale per l’ambiente” ha dichiarato il neoeletto Vicepresidente Giosuè Catania.

lunedì 28 aprile 2025

La rivoluzione verde di Ebioscart Plus: innovazione e sostenibilità nell’agricoltura siciliana

 


a cura di Carmelo Danzi, Innovation Broker

 

         L’agricoltura, tradizionalmente fulcro dell’economia siciliana, oggi è chiamata a rispondere a sfide globali sempre più urgenti: cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, riduzione degli sprechi e utilizzo più efficiente delle risorse naturali. In questo contesto nasce Ebioscart Plus, evoluzione naturale del progetto Ebioscart, che aveva già gettato le basi per la valorizzazione dei sottoprodotti derivanti dal ficodindia, una pianta simbolo della Sicilia. Ebioscart Plus amplia gli obiettivi iniziali, proponendosi di trasformare gli scarti agricoli, in particolare le bucce esauste di ficodindia, in due nuovi prodotti destinati al mercato: mangimi per ruminanti e compost di alta qualità. In questo modo, il progetto punta non solo a ridurre drasticamente i rifiuti agricoli, ma anche a dare piena attuazione ai principi dell’economia circolare, dove ogni scarto è una risorsa e nulla viene sprecato.



L’approccio adottato da Ebioscart Plus integra innovazione tecnologica, ricerca scientifica e collaborazione tra aziende, enti di ricerca e comunità locali. I risultati già ottenuti con il progetto precedente hanno dimostrato che è possibile gestire in modo più efficiente gli scarti agricoli, riducendo l’impatto ambientale e generando nuove opportunità economiche per i territori rurali. La missione è ambiziosa ma chiara: trasformare l’agricoltura siciliana in un modello di sostenibilità replicabile altrove, affrontando con pragmatismo le sfide ambientali ed economiche dei nostri tempi. Con Ebioscart Plus, la Sicilia si candida a diventare un laboratorio di innovazione agricola, un punto di riferimento internazionale per le pratiche di economia circolare applicate al settore agroalimentare. Carmelo Danzi, Innovation Broker del progetto, sottolinea: “Attraverso l’innovazione e il lavoro congiunto di tutti noi, possiamo costruire un futuro agricolo più sostenibile e responsabile. Con Ebioscart Plus vogliamo dimostrare che è possibile conciliare produttività, rispetto per l’ambiente e sviluppo economico locale, offrendo alla Sicilia e al mondo un modello virtuoso da seguire”. Il valore aggiunto di Ebioscart Plus risiede proprio nella capacità di coniugare ricerca, innovazione e impatto sociale. Non si tratta semplicemente di gestire meglio gli scarti agricoli, ma di creare una nuova cultura dell’agricoltura, incentrata sulla rigenerazione delle risorse e sulla resilienza delle comunità locali.

Il progetto si inserisce in un panorama internazionale in cui la sostenibilità è diventata un imperativo. L’obiettivo è quello di creare circuiti produttivi chiusi, dove le materie prime vengono utilizzate al massimo del loro potenziale, riducendo il consumo di nuove risorse naturali e abbattendo le emissioni inquinanti. Oltre alla produzione di mangimi e compost, Ebioscart Plus vuole promuovere la diffusione di tecnologie e pratiche agricole innovative, attraverso attività di formazione, sensibilizzazione e divulgazione rivolte sia agli operatori del settore che alle nuove generazioni. Il futuro dell’agricoltura passa anche dalla condivisione del sapere e dalla costruzione di reti collaborative capaci di moltiplicare i benefici a livello territoriale e globale. Grazie al coinvolgimento di enti pubblici, aziende private, università e centri di ricerca, il progetto punta a consolidare una filiera sostenibile capace di generare valore economico, ambientale e sociale. I risultati attesi non riguardano solo la produzione di nuovi prodotti commerciali, ma anche il miglioramento complessivo della qualità del suolo, la riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici e il supporto alla biodiversità. Con Ebioscart Plus, ogni scarto agricolo si trasforma in una risorsa preziosa, contribuendo a costruire un sistema agricolo più equo, resiliente e rispettoso dei cicli naturali. La Sicilia, grazie a questa iniziativa, si propone come modello virtuoso di innovazione agricola e ambientale, in grado di ispirare anche altre realtà territoriali in Italia e nel mondo. A conferma della rilevanza del progetto, Ebioscart Plus ha ottenuto un ampio riscontro mediatico in occasione della presentazione ufficiale presso il Senato della Repubblica ad Aprile 2025, evento reso possibile grazie all’impegno dell’Onorevole Salvo Pogliese. Successivamente, il progetto sarà anche portato all’attenzione del Parlamento Europeo a Maggio 2025, consolidando così il suo riconoscimento a livello internazionale come modello di innovazione e sostenibilità applicato al settore agricolo. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e le crisi alimentari minacciano la sicurezza globale, progetti come Ebioscart Plus dimostrano che la risposta può venire dall’innovazione responsabile e dalla valorizzazione delle risorse locali. È la prova concreta che un futuro più verde e sostenibile è possibile, a partire dalla terra, dagli scarti e dalla creatività di chi sa guardare oltre.

 

 



La Ristorazione Scolastica in un Contesto Politico in Evoluzione: Dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”

         Il seminario si è tenuto nel cuore del dibattito europeo sulla transizione ecologica e giusta, a fronte

del passaggio politico dal “Green Deal” al “Clean Industrial Plan”, che ridefinisce il quadro delle

priorità dell’Unione. Il Green Deal aveva segnato un tentativo di riconciliare l’azione climatica con la

giustizia sociale; il Clean Industrial Plan punta a rafforzare la competitività dell’industria europea in un

contesto geopolitico teso. A rischio vi è la coerenza delle politiche pubbliche in settori chiave come

l’alimentazione, la salute e l’istruzione.



In questo quadro, la ristorazione scolastica assume un valore simbolico e concreto: è uno dei servizi

pubblici più pervasivi, capace di raggiungere ogni giorno milioni di bambini e famiglie, influenzando

abitudini alimentari, equilibri ambientali, reti produttive locali e opportunità educative.

Il seminario si è sviluppato attorno al Policy Paper “From Policy to Plate”, che propone di trasformare la

ristorazione pubblica da dispositivo tecnico-amministrativo a strumento strategico di politica pubblica,

orientato alla sostenibilità e alla giustizia sociale.

Sintesi dei lavori

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